Anno 2, novembre 2002  n. 3

DAL SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA NEVE

 

 

Il desiderio di elevare la Croce Gloriosa nasce dal momento in cui veniamo a conoscenza dei messaggi dati da Gesù (e noi crediamo che essi siano veri) ad una mamma di famiglia francese che si firma con uno pseudonimo: J.N.S.R. che significa tradotto: io non sono niente.  Questi messaggi sono locuzioni interiori che essa riceve da molti anni, ma che in questi ultimi, tra le altre cose, viene chiesto di erigere una piccola Croce di metri 7,38.   Perché questo?  Bisogna partire dal 1972, dalla Normandia, lassù il Signore aveva chiesto a Maddalena Aumont una Croce altissima, con la promessa che avrebbe con Essa portato l’umanità alla conversione e salvato il mondo da questa catastrofe che stiamo ora incominciando a vedere.

Questa altezza ha dato le vertigini, non solo al piccolo credente, ma a tutti i Sacerdoti e al Vescovo di allora e non ha voluto in nessun modo tener conto di questo richiamo.  Il Signore appariva come Gesù Misericordioso, parlandole in latino, lingua che lei assolutamente non sarebbe stata in grado di scrivere, data che aveva poca istruzione.  Il parroco di allora assistette alle apparizioni e testimone diretto non fece che affermarne l’autenticità.  Ora siamo al punto che vogliamo, per credere, non solo vedere, ma anche stravolgere i modi con cui il Signore ama intrattenersi con le anime: modi che noi non possiamo in alcun modo giudicare: Lui è il Padrone del  mondo ed agisce come vuole e quando vuole e con chi vuole.

L’ immensa Croce avrebbe dovuto misurare metri 737; ma se pensiamo che in Giappone intendono costruire un grattacielo alto mille metri, però quello non scandalizza per niente, anzi se si costruisse sarebbe l’orgoglio del mondo, della Nazione.  Ora la Croce scandalizza, ora la si vuole togliere dalla vista dei non credenti, ed io dico non solo di loro, ma disturba anche i “buoni Cristiani” perché essa ricorda il dolore e noi cerchiamo in tutti i modi di sfuggirlo: ma questa è la Croce Gloriosa, la resurrezione dell’uomo, la Salvezza data gratuitamente, solo basta andarci ai piedi e chiedere perdono.

 

La Croce d’Amore che abbiamo eretto è in scala uno a cento rispetto a quella Dozulè in Normandia.  Ora di queste Croci ne sono state erette più di cinquemila in tutto il mondo, nelle più lontane isole, in America, Africa India, nonché moltissime in Europa, in Francia ben 300, in Spagna molte, in Italia altrettante, Esse sono la barriera del male dilagante, è il Signore che promette: “Dove ci sarà una Croce non succederà gran danno”,  Satana fugge davanti ad Esse!

Così verso la fine dell’Anno Santo, dopo aver avuto il benestare del Parroco, in fretta, visto che stava per finire l’anno, ci siamo dati da fare perché fosse eretta al più presto.  Così il giorno 16 dicembre primo giorno della novena del Santo Natale, piantiamo la Croce lassù, davanti al Santuario della Madonna della Neve.  Il Signore ci assiste in tutto dandoci il tempo favorevole, come se volesse che tutto fosse fatto per tempo, bastava che avesse nevicato che nessuno poteva più salire, visto che l’altezza è quasi mille metri.  Ma tutto era stabilito, il giorno prima pioveva a dirotto, ma quando si incominciò lo scavo per la posa, il giorno dopo, un cielo stupendo di blu cobalto come non si era mai visto.

Il 24 dicembre, vigilia del Natale il cielo era plumbeo, la neve era li quasi a toccarla, ma la preghiera è quella che vince, con il cuore in mano chiedemmo di non far nevicare fino alle 17.00, dopo era tutto finito e a noi sarebbe bastato.  Si incominciò alle ore 15.00, molta gente accorse da lontano, circa 100 persone, ed i fiocchi già lenti, radi stavano venendo, ma pochi pochi; alle 17.00, finito tutto, nevicava forte e fitto, ma ormai era finito, la gente era andata via.

La Croce, oggetto del nostro amore, era li svettante e luminosa, era li, non solo per noi, ma per tutti quelli che si sarebbero recati ai Suoi piedi, per quelli che l’avrebbero pregata e guardata anche da lontano.

Tutto era così bello, la nostra gioia di aver avuto la grazia di poterla avere, l’andare sovente a pregare: questo solo era per noi il desiderio.   Ma come succede per un giorno di sole, arrivano le nuvole a coprire questo nostro giorno sereno.  Ogni tanto una voce, una critica, un rifiuto, ora qua e ora la, e noi a soffrirne, come se ci fosse toccato un figlio.  Ma perché l’uomo non arriva a comprendere che la Croce è l’ancora di Salvezza?  Ma l’uomo vuole solo godere e non si preoccupa del peccato, anzi se ne circonda, lo accoglie, ne gode e si perde per l’eternità.

Ai piedi della Croce abbiamo messo la statua di Rosa Mistyca e Lei, la Mamma dolcissima, Lei ha voluto essere li, pure per Lei è venuto il rifiuto: non è approvata l’apparizione di Brescia: così ci si preoccupa, si guarda pure a questo: ma a che punto arriva il cristiano a rifiutare la Mamma di Gesù come se Essa fosse diversa, in ogni Sua apparizione è sempre Lei, di Mamma ve ne è una sola!

Molte volte guardando la Croce guardando la Croce ci veniva il desiderio di mettere una statua della Madonna li sotto ai suoi piedi.  Mancava Lei, Lei che era stata sotto la Croce del Figlio morente, Lei alla quale eravamo stati affidati da Gesù, tutti Suoi figli, Lei la Corredentrice del genere umano.

Da tempo nella mente dell’anima che scrive, vi era un’immagine ben viva: il volto bellissimo, dolce dolce, il manto tenuto fermo sotto il volto, le mani giunte, la testa leggermente volta da un lato.  Un giorno viene forte il bisogno di andarla a cercare, si, perché avevamo cercato di farla fare di pietra, ma troppo costosa per le nostre poche risorse, ed in nessun posto vi era quella statua così come doveva essere.

Un giorno viene l’occasione di andare a Piacenza, a San Damiano, laggiù dove era apparsa la Madonna delle Rose.  E’ sabato, partiamo alle ore 9.15 e a circa mezzogiorno arriviamo.  Lungo la strada che conduce al paesino vi sono dei container con delle statue, ma nessuna è come quella.  Nel paese i negozi sono chiusi, la speranza cade nella desolazione, ma la nostra amica vede un negozio, l’unico aperto, si entra ed è li, LEI , è quella che da tempo ho vista nel cuore, bianca, un’opera fatta dallo scultore che fece la piccola immagine della Madonna delle lacrime di Siracusa.

Ora rimaneva solo il costo: se era troppo eccessivo rispetto alle nostre tasche l’avremmo dovuta lasciare.  Ma era tutto così programmato che anche la cifra fu di poco inferiore a quella che avevamo.  Quel giorno fu il più bello per noi: mai fu così leggero, così dolce essere li, era come se null’altro ci importasse, nel cofano avevamo Lei e tutto era bello e sereno.

Rosa Mistyca era venuta a Montichiari – Brescia a chiedere di pregare per i sacerdoti, forte è il suo messaggio, le tre rose: bianca = Purezza,  rossa = Sacrificio, gialla = Penitenza.

Così arriviamo al giorno 24 maggio, festa di Maria Ausiliatrice.  Da giorni un’anima, quella che tanto ha già pianto e sofferto, aveva un desiderio: andare in un piccolo mercatino, laggiù per comprare chissà cosa, era come se dovesse proprio andarci.  Ci va, li appena entra si trova davanti a un quadro stupendo: Gesù Misericordioso, grande, bello, da comprare a tutti i costi, anche senza soldi, che le vengono prestati.  Torna a casa con il suo tesoro, dopo appena un’ora riceve una telefonata, quella che avrebbe infranto il suo cuore: lassù hanno dato fuoco alla Croce.  E’ di legno la Croce, il cuore non batte più, corri, corri, in fretta, i chilometri vengono macinati, arriva non sa come, e ce ne sono ben 10 di chilometri, arrivata la davanti lo strazio prende l’anima: è tutto nero, tutto nero, bruciato, la Croce ha un buco al fondo, la Madonna è irriconoscibile tanto è nera fusa dal fuoco, Lei che era così bella!  Ora era tutto un dolore il vedere quel luogo così tanto amato.  Il vetro della Croce, messo a protezione dei neon era stato sfondato e pur essendo infrangibile era ora con uno squarcio nel mezzo e dentro era stato appiccato il fuoco per poter così bruciare la Croce.  Tutto era così irreale da non riuscire a rendersene conto.

La Madonna sembrava piangere tanto era disfatto, il suo dolcissimo viso, da quel nero, dalla Croce invece usciva tutta la nostra sofferenza.

Ma se fosse finito tutto qui già sarebbe bastato, invece altro ancora ci aspettava.  Un giorno di ottobre arriva una telefonata da Torino, un certo esorcista, che per noi è svitato, getta fango sulla nostra Croce, e fa di tutto per farla rifiutare dal parroco.  Così ci tocca andare su e togliere la targa della preghiera, esse era quella del giorno della benedizione, con il logo del Giubileo, il nome “Croce Gloriosa”  la data bella benedizione, ma non basta ancora, anche la luce ci viene tagliata, essa era accesa tutta la notte, ora lo è solo fino alle 11.00.

 

Così per ora termina la nostra odissea, speriamo che veramente sia finito così!

 

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