La commedia narra le disavventure di Anzoletto e Cecilia, due novelli sposi che si devono trasferire in una nuova casa. Purtroppo lo sprovveduto giovine ha dilapidato l'eredità del padre e non ha i mezzi nè per provvedere alle necessità della sua famiglia nè per dare alla sorella Meneghina, che vive con lui, la dote sufficiente a sposarsi. L'intervento di due vicine di casa, le sorelle Checca e Rosina, contribuisce a dipanare l'imbroglio, e l'aiuto dello zio Cristofolo sarà decisivo per il lieto fine della vicenda.


"La casa nova" fu rappresentata per la prima volta nel 1760 al Teatro San Luca a Venezia, è opera di vasto respiro, in cui solo qualche caduta di tensione può far pensare a una ricerca troppo minuziosa dell'effetto satirico. Ne "La casa nova" il miscuglio di superbia e di piccineria, l'infinità di pretensioni e di chiacchiere e di indiscretezza riescono comiche quasi oltre le intenzioni dell'autore. La Compagnia ne ha dato una versione tradizionale, rispettando quello che è il ritmo originale nell'alternarsi delle due "case" che ospitano la vicenda, la casa nova di Anzoletto e la casa di siora Checca.


Carlo Goldoni  nasce a Venezia il 25 febbraio 1707 da Giulio e Margherita Salvioni, segue il peregrinare del padre, medico. Attratto dal mondo del teatro segue una compagnia di comici fino a Chioggia dove risiede la madre. Persuasi ormai della poca inclinazione di Carlo per la profesione di medico, i genitori lo inviano a studiare giurisprudenza, cosa che fa con alterne vicende fino ad ottenere la laurea a Padova nel 1731. Ricopre molteplici incarichi che lo portano in molte città d'Italia fino al 1747, anno in cui torna a Venezia dando inizio al periodo più felice e fecondo del suo teatro che vide nascere tra le altre La bottega del caffè, Il bugiardo, I pettegolezzi delle donne, La locandiera, Le massere,  Il campiello. Nel 1758 si reca a Roma, non ha però una buona impressione dei teatri della capitale e ritorna a Venezia, dove scrive tra le altre opere I rusteghi, La casa nova, Sior Todero brontolon, Le baruffe chiozzotte. Il 1762 vede l'addio a Venezia e all'Italia, accompagnato dalla moglie a dal nipote si reca a Parigi, lavorando prima per la Comédie Italienne e poi a corte come insegnante di italiano; a Parigi scrive in francese Il burbero benefico e quella che sarà la sua ultima opera, i Mémoires. Malato e ridotto in povertà muore a Parigi il 6 febbraio 1793 mentre infuria la rivoluzione. 



Oggi portiamo in scena un secondo allestimento de "La casa nova", diverso negli interpreti e nella regia rispetto all'originale allestimento del 1997.

LA CASA NOVA