ANNO 2007 - Novembre - Dicembre

 

"Ars Poeticae"
(L'Arte della Poesia)

 

Foglio periodico letterario - artistico -

Qui canit Arte canat...

 

Fondato e redatto a cura da:
Sandro Ciapessoni
Via Dignano, 6 - 35135 - PADOVA
Telef. 049612286

 

©

 

Tutti i testi qui contenuti sono di proprietà
dei vari Autori;
pertanto sono tutelati a norma di Legge.

***

 

Auguri
di:
"Buon Natale"
e
"Felice Anno Nuovo"


*** ***

INFORMAZIONE: Dalla precedente edizione alla odierna, il Lettore troverà alcune piccole modifiche apportate allo scopo di rendere più agevole la lettuta del periodico. Così come la presentazione degli Autori non è più ripetuta (a meno che si tratti di una nuova Autrice o Autore) resta confermato il mio breve commento all' opera pubblicata. Inoltre a partire dal prossimo anno 2008, il Periodico uscirà in forma "trimestrale" : gennaio - febbraio - marzo / aprile - maggio - giugno / luglio - agosto - settembre / ottobre - novembre - dicembre.
Anche i Lettori - oltre agli Autori presenti nel Periodico -, possono inviare i propri commenti inerenti al materiale pubblicato a sandrocps@tiscali.it ; commenti che, corredati di Nome, Cognome e Città, saranno editati nella prima edizione successiva al commento stesso nella nuova rubrica: "Salotto dei Lettori e degli Autori".
Già con la presente edizione, il Periodico non uscirà più in forma cartacea.
Ringrazio per la Vostra attenzione e gradita collaborazione. Porgo cordiali saluti a tutti.

Sandro Ciapessoni.
sandrocps@tiscali.it

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SOMMARIO:

Gabriele d'Annunzio: di "Sandro Ciapessoni"

"Speciale Tremezzina":
Clemens Wenceslaus Maria von Brentano:
"di Sandro Ciapessoni"

Opere Poetiche:

Matilde Di Martino: "Applausi al Clown...".
Antonia Migliaresi:
" Natale sul Lario...".
Daniella Pasqua:
"La nostra 'via' ...".
Gianna Comelli:
"Smarrimento...".
Sandro Ciapessoni:
"Occhi soltanto fatti...".
Mariangela Fumagalli:
"Con passione...".
Ilde Andreaggi Petek : "Provengo da terre...".

Salotto degli Autori e dei Lettori (ex Corrispondenza Lettori)

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Siti Web Autori:

Sandro Ciapessoni: http://digilander.libero.it/ciapessoni.sandro
E-Mail: sandrocps@tiscali.it

Migliaresi Antonia: http://amoillario.blog.tiscali.it
E-Mail: anto.resi@libero.it

Daniella Pasqua: http://www.daniellapasqua.it
E-Mail: maria-dani@libero.it
oppure:
Daniella Pasqua: http://it.geocities.com/daniella_pasqua_poesie
E-Mail: maria-dani@libero.it

Mariangela Fumagalli: http://www.geocities.com/Fumagallimar
E-Mail: fumanet@libero.it

Comelli Gianna:
http://digilander.libero.it/jennifer321/Jennifer/index.html

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Gabriele d'Annunzio: di "Sandro Ciapessoni"

1881 - d'Annunzio
nel novembre di quell'anno anziché frequentare l'Università di Firenze vicino alla sua Lalla (Elda Zucconi), si iscrive alla Facoltà di Lettere presso l'Ateneo di Roma. La scelta è dovuta più che alle pressioni esercitate dal padre per allontanarlo dalla donna amata , al suo desiderio di giovane assetato di successo e che in Roma capitale da dieci anni del Regno d'Italia, vede il suo successo sia letterario che politico, intellettuale e mondano. Ritiene infatti la Capitale, il suo decisivo trampolino di lancio. Ma Roma si rivela anche una... fonte tentatrice e d'Annunzio inizia a frequentare le redazioni di riviste letterarie con l'intenzione di affermarsi. Collabora con poesie, novelle e articoli. I suoi riferimenti sono: "Capitan Fracassa", la "Cronaca Bizantina" e il "Fanfulla della domenica". Conosce alcuni intellettuali ben inseriti nell'ambiente del giornalismo, tra cui: Edoardo Scarfoglio, Arnaldo Vassallo. Il 5 maggio 1882 pubblica presso l'editore Angelo Sommaruga, la raccolta di versi "Canto novo" , fortemente originale rispetto a "Primo vere" e già tutta pregna di sensualità. La pubblicazione riscuote un ottimo successo. "Canto Novo" segna quindi una tappa importante nella storia della poetica dannunziana ed ai contemporanei, sembra l'opera di un "nuovo Poeta", grazie anche all'apparire in essa, con esiti tutt'altro che trascurabili, del registro languido e malinconico che caratterizzerà la sua Arte. Sempre con l'editore Sommaruga pubblica il primo libro di prose "Terra vergine" che contiene nove bozzetti di ambiente naturalistico abruzzese. Grazie all'abile lancio pubblicitario del Sommaruga, anche "Terra vergine" (gli Editori di una volta non erano così di mente ottusa come questi dell'epoca moderna -[nota mia personale] -, e riscuote un notevole successo. Passano così alcuni anni, due per l'esattezza, e alla fine di gennaio del 1883 con un'ultima lettera, il Poeta dà l'addio a Lalla cancellando definitivamente (???) tutto quel sentimentalismo che aveva caratterizzato la loro unione. Altra corrispondenza verrà scambiata tra i Protagonisti di questo primo amore e che parecchio "pungerà" la vecchiaia del Poeta ; si dovrà attendere però gli anni del "Vittoriale degli Italiani", là a Gardone Riviera (Brescia) e sarà una corrispondenza assai diversa. Edito qui alcuni brani di una delle ultime lettere scritte dal d'Annunzio a Lalla; ( Elda Zucconi) in questo scritto già si intravede l'irremovibile intenzione del Vate... Lettera che oso definire: "antifona... amara di indorato futuro salmo".
"Roma, febbraio 1883 - Mia cara Elda, mio bello amore, perdonami per questo ristagno di corrispondenza che a te pare trascuratezza e che ti mette de' dubbi nell'anima. [...] Potrei scriverti un rigo su una cartolins, ma perchè?. Non è meglio nulla? Mi dispiace per il confronto che tu potresti fare con le lunghissime lettere di prima. Oh, ma prima avevamo tante cose da dirci! Ora tutto pare esaurito, tu mi ripeti, anche tu, sempre le stesse cose ed io fo lo stesso... [...] Credi tu che io sento come un rimorso di averti turbata per sempre la pace? [...] Ti bacio con un desiderio indicibile, o mia povera martire, o mia povera Elda! Addio, addio. Tuo sempre tuo Gabriele".
Nel contempo nuove esperienze di vita e nuovi acquisti culturali procedono di pari passo nella vita di d'Annunzio. Nella primavera del 1883 conosce la giovanissima duchessina Maria Hardouin di Gallese , esponente dell'aristocrazia romana e subito se ne innamora, ovviamente... ricambiato. Commette con lei quello che in una sua Poesia canterà come il "Peccato di maggio" e per vincere la ritrosia dei futuri suoceri, la rapisce. Sono ritrovati a Firenze e con la forza pubblica vengono entrambi riportati a Roma. Il 28 luglio 1883 nella Cappella di Palazzo Altemps si sposano ma la fanciulla è già in dolce attesa... Viaggio di nozze a Porto San Giorgio (Ascoli Piceno) dopo di che, la conduce con sè a Pescara. Intanto il clamore suscitato da quel matrimonio, si va spegnendo.Per i suoceri quello fu un boccone amaro, e per loro sempre tale resterà. Nel gennaio del 1884, d'Annunzio diventa padre: Mario è il nome del bimbo, e la famiglia cresce... e crescono le necessità in tutti i campi. I proventi ricavati dalla sua attività giornalistica col "Fanfulla della domenica", e col "Capitan Fracassa" non bastano a far quadrare i conti tanto che da Roma, dai suoceri nulla si ricava e nulla si spera. I parenti di Roma, (a parte un successivo interessamento della suocera a favore del genero), non perdoneranno mai d'avergli sedotta la figlia. Intanto a tener alto il suo nome è l'ottimo risultato ottenuto con la pubblicazione - sempre per opera del Sommaruga - di "Intermezzo di rime". Ma di fatto però si sente lontano dal mondo intellettuale e mondano in cui ama vivere. In giugno sempre del 1884, esce una nuova ristampa di "Intermezzo di rime" e una raccolta di novelle: "Il libro delle vergini". Questo volume però, a causa della "Infame illustrazione di copertina" porta alla rottura con l'Editore. [mi piacerebbe ritrovare anche una ristampa di quella prima copertina!... - nota mia personale -] . Nel novembre del 1884 grazie ad un interessamento della suocera, la famiglia ritorna a Roma e d'Annunzio ha il posto di "redattore" fisso presso "La Tribuna" con l'incarico di occuparsi di "fatti mondani" , incarico che assolve scrupolosamente e con efficacia, con conoscenza di causa [e chi meglio di lui...] ma anche con una certa insoddisfazione ritenendo tale posto inferiore alle sue capacità. Comunque in quegli anni, appaiono rubriche intitolate: Cronache mondane - Cronache della moda - La vita ovunque - Favole mondane - La vita a Roma - Grotteschi e rabeschi - ed altre ancora con titoli più o meno appariscenti, usando come firma i più svariati pseudonimi. In tutto questo contesto va però riconosciuto l'importanza dell'espressività di prosa di d'Annunzio: espressività ricercata e che ne aumenta i suoi pregi. Naturalmente il mondo romano offre all'Autore quei bagliori di celebrità tanto desiderata ma nel contempo pone a lui davanti, mille occasioni di traviamento, tentacoli allettanti.... Così come mi è uso personalmente dire: "si ritorna agli antichi amori..." , nello stesso modo egli riprende a condurre la propria vita come prima del matrimonio: disordine e... "mani bucate!". Inizia una nuova fase di relazioni sentimentali, di amori e di tradimenti e si arriva così agli albori del 1885. Inizia l'amore con Olga Ossani, la Febea del "Capitan Fracassa" . Nei quattro anni che lo vediamo impegnato nell'attività giornalistica , compone numerose liriche e novelle che confluiranno successivamente sul volume "San Pantaleone" edito da Barbera di Firenze il 22 aprile 1886. Dello stesso Editore è "Isotta Guttadauro ed altre poesie". Dal punto di vista della vita privata (nel maggio 1886 è nato Gabriellino) risente di alcune difficoltà soprattutto a causa della vita dispendiosa e di quel "bisogno del superfluo" che lo inducono a bussare a denaro presso amici ed estimatori tanto è vero che ad un certo punto... è tentato a cedere le armi, ritornare in Abruzzo, abbandonare quella vita dispendiosa ma... il giorno: 2 aprile 1887 mentre assiste ad un concerto presso il circolo artistico di via Margutta... ci ripensa; ha incontrato, conosciuto e subito attratto da uno sguardo, dallo sguardo di Elvira Natalia Fraternali, maritata Leoni. Se ne innamora e reciprocamente... E' la donna che d'Annunzio ribattezza col nome di "Barbara", "Barbarella". E sarà questo amore che segnerà profondamente la sua vita e la sua produzione letteraria e poetica. Con Barbara egli prende uno slancio per una nuova trasformante crescita umana e sentimentale che va a fondersi con la sua naturale maturazione artistica e culturale. La Barbarella... che al fine d'evitare che i suoi miseri resti finissero nella fossa comune, i suoi ferventi ammiratori dannunziani fecero sì che quelle povere e travagliate spoglie trovassero pace in adeguato loco nel Cimitero di Roma.
I biografi di d'Annunzio sono tutti concordi nell'affermare che il "grande indimenticato amore del Vate" fu la celebre attrice Eleonora Duse. No! Personalmente dissento su questa affrettata affermazione. Ho esaminato, analizzato attentamente tutti gli avvenimenti che si sono succeduti nell'arco delle loro unioni; gli scambi epistolari intercorsi fra di Loro... il loro contenuto, quel sentimento espresso e che soltanto il cuore può dettare, frasi scritte in momenti di gioia ma anche di estremo dolore...
Non credo che questa mia tesi sia sbagliata. [Al prossimo numero di gennaio -marzo 2008].

Sandro Ciapessoni.

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"Speciale Tremezzina":

Clemens Wenceslaus Maria von Brentano: "di Sandro Ciapessoni"


Clemens Wenzeslaus Maria von Brentano (9 settembre 1778 - 28 luglio 1842) è stato un poeta tedesco. Già sappiamo che suo padre Peter Anton era di origine italiana; infatti era nato a Tremezzo (Como). Mostrò fin dall' infanzia una spiccata inclinazione alla solitudine e alla fantasia, fattori questi che sempre riscontreremo nelle sue future opere.
Clemens Brentano abbandona però ancora da adolescente l’attività commerciale cui il padre Peter Anton, l’aveva avviato. Sceglie un altro campo nel quale sente poter spaziare la sua vera vocazione: la Letteratura. A Jena frequenta gli esponenti scrittori della prima scuola romantica tedesca; conosce e consolida amicizie con Tieck e con Schlegel.
Viaggiò anche molto; Agli inizi del 1800 diede inizio al suo romanzo: "Godwi", ossia: la statua della madre (Godwi oder das steinerne Bild der Mutter!) romanzo semiepistolare pubblicato a Brema nel 1801 col sottotitolo di. "Romanzo inselvatichito di Maria", e che si divide in tre parti. Già nella prima parte spicca la figura di Godwi, anima irrequieta pronta sempre ad accendersi d'amore e l'altro personaggio - Roemer - il mercante letterato, ambedue sdoppiamenti della personalità di Brentano che si rispecchia or nell'uno, or nell'altro, mostrandoci il volto del poeta o dell'uomo galante ma anche l'anima di un tormentato spirito religioso. E ne avremo ben conferma più avanti. Nella seconda parte di questo suo romanzo, prevale la squisita sensibilità del personaggio Molly, idealizzazione della donna romantica di Brentano ed è quasi presentimento della sua futura vita amorosa, quando egli crede di raggiungerla e saziare la sua passione d'amore. In questo romanzo che seguendo la tradizione romantica è "un piccolo caos" o come dice quel sottotitolo, un "Romanzo inselvatichito", è difficile districare l'imbroglio della trama . Tutte le sorelle di Brentano sono rappresentate nelle figure di sfondo: Brunetta (Sofia) , Corvina (Bettina von Armin) e Biondina (Cunegonda von Savigny) e la deliziosa nello stesso tempo stravagante Molly (s'ispira alla poetessa Sophie Mereau, prima amante e poi moglie dell'Autore che come traspare dalle sue opere amò intensamente (pur dopo aver superato parecchie difficoltà), e che riuscì a sposare nel 1803. Purtroppo Essa gli mancò nel 1806: morì di parto.
E' questa un'opera che si potrebbe definire come una galleria biografica degli Antenati di Brentano, alla fine della quale si ravvisa anche lui, ritrattato al vero, effigiato in vista tanto da farsi subito osservare come il cicerone che illustra adeguatamente tutti i suoi ritratti. Inoltre vi si riconoscono i germi di quegli elementi psicologici dei quali tanto - più avanti - , si vanteranno poi, i "giovani tedeschi".
Il fatto che non sia stato organizzato dallo stesso Autore, un vero e proprio repertorio della sua produzione letteraria, non significa che la Letteratura di Brentano sia eclettica o disorganica. Vi ritornano, tra gli altri, con un’insistenza che ha qualcosa di crudele, due temi antitetici, se pure atrocemente complementari: il desiderio di immergersi, di inabissarsi in un’unione passionale-mistica con la Natura; e la lacerazione del proprio io interiore, fortemente presente in questo suo "Godwi".
Vi propongo una illuminante nota del suo diario relativa al periodo di stesura del Godwi: "Come... come la selvaggia fiamma distruttrice dentro di me, può diventare una quieta luce?". A questa lacerazione, che il tormento d’amore attizza ed esaspera, come testimoniano alcune sofferte liriche, Clemens Brentano porrà rimedio attraverso la conversione al cattolicesimo.
Nulla però è stato risolto circa quel titolo esplicito in lingua tedesca: "Godwi oder das steinerne Bild der Mutter!". Quel punto esclamativo alla fine del vocabolo Mutter, esiste sull'originale, non è una svista o errore di battitura della digitazione come apparentemente potrebbe sembrare. "Steinerne" chiaramente significa "di pietra" e "Bild" significa "immagine - dipinto - illustrazione - e non statua", mentre per "Statua", così come sopra è stato esposto, abbiamo nella lingua tedesca una chiarissima definizione nel vocabolo "Standbild o anche "Statue". Personalmente ritengo più esatta la seguente traduzione in lingua italiana: "Godwi o l'immagine di pietra della Madre". Per un Poeta e Scrittore cui ci è ormai nota la sua sensibilità artistica, la descrizione del Titolo assume tutt'altro aspetto, significato e forma..
Purtroppo gli studi per approfondire dentro il suo intimo i più reconditi sentimenti espressi nelle sue opere, studi se iniziati... sono ancora allo stato... "ancestrale", ed è un'offesa alla sensibilità culturale della Letteratura tedesca. Se poi si considera che il Brentano è universalmente riconosciuto come facente parte del Gruppo dei Fondatori del Romanticismo tedesco, la cosa allora è ancora più amara.

Sue prime coinvolgenti liriche. A Heidelberg unitamente ad Achim Von Arnim che aveva sposato la sorella di Clemens: Bettina Brentano, compilò la raccolta dei canti popolari "Des Knaben Wunderhon" (1806-1808, ‘Il corno magico del fanciullo’). In quel periodo aveva scritto la commedia "Ponce de leon" e dato inizio ad altri lavori, tra cui: "Romanzen von Rosenkraz" (1810) che ne rimase - purtroppo - col trascorrere del tempo, una sola parte, composta di circa 11000 versi. A Berlino con altri Scrittori patriottici compose cantate e raccolse le fiabe, che con le liriche, rimangono le sue opere migliori. Lasciò l'università di Halle per proseguire non in maniera continua gli studi letterari, riuscendo a legare e stringere amicizie coi le maggiori personalità del romanticismo tedesco.
Nel contempo rafforzò l'amicizia col cognato Achim von Arnim, e fu con lui a Berlino dove lavorò intensamente al movimento politico-letterario che doveva preparae la riscossa dello spirito nazionale, scrivendo inni e canzoni.
Fu un instancabile autore di numerose fiabe, romanzi, novelle e impressioni di viaggio.Gli ultimi anni della sua vita li trascorse presso una donna - Anna Katharina Emmerick - che ebbe grande influenza sull' ultima parte della propria esistenza ed in particolare influenzò il suo spirito, attirandolo alla fede cattolica ed ispirandogli una garnde opera sulla Passione di Cristo, la Das bittere Leiden unseres Herrn Jesu Christi.

Da allora il suo zelo sarà fervido (nel 1818 trascriverà, a diario giorno per giorno, le visioni della stigmatizzata Anna Katharina Emmerick) e anche la poesia si farà religiosa: ma le liriche più drammatiche appartengono alla precedente esperienza.

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Poesia di Clemens von Brentano: Vorrei attirare l'attenzione del Lettore, sull'ultimo verso di questa Poesia che in lingua tedesca è: "wenn nicht dich, nur dich allein, milde so wie". Se ascoltiamo con attenzione la fonetica delle ultime due parole, abbiamo un parallelismo quasi perfetto (in questo caso mascherato) che ci riconduce al nome cui la Lirica è dedicata: "Sophie".

Sandro Ciapessoni.

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Tu.

La terra null’altro che morte,
vivevo solitario,
era corrotto il sole
ma non, non il tuo sguardo.

Tu da bere mi offri
E senza mai guardarmi,
se tu reclini gli occhi
io non saprò salvarmi.

Primavera agita le ali
la terra freme di veglia,
nulla potrà ridarmi
se non te, te sola, così mite.

Clemens Brentano

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Poesia di Clemens von Brentano

Abendstaendchen (Serenata crepuscolare)

Hör, es klagt die Flöte wieder,
und die kühlen Brunnen rauschen!
Golden weh’n die Töne nieder,
stille, stille, laß uns lauschen!

Holdes Bitten, mild Verlangen,
wie es süß zum Herzen spricht!
Durch die Nacht, die mich umfangen,
blickt zu mir der Töne Licht!

Clemens Brentano

Dalla letteratura dell'Ottocento tedesco; cito soltanto del vastissimo repertorio, di Clemens W. Brentano, le: “Fiabe del Reno” che narrano le avventure di un mugnaio, ed altre composizioni aventi giovani mugnai e belle mugnaie come protagonisti e che sono presenti in diversi punti della raccolta. Celebre in quegli anni, "Loreley" " Die schoene Muellerin - La bella Molinara - quest'ultima musicata da Franz Schubert.
[Al prossimo numero di gennaio - marzo 2008]

Sandro Ciapessoni.

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Opere poetiche:

APPLAUSI AL CLOWN…
della Poetessa "Mati" di Agrigento.

È l'ora di disfare il fiocco a pois
il naso rosso e il dito di cerone
velo di inganno e misterioso trucco
mettere a nudo la sofferenza,
la faccia corrugata
di chi trasforma il sole
in bolle di sapone
e da boccioli rosa
fa scoppiar petardi.

Non vuole fischiettare più
note stonate al ritmo
della malinconia,
né affidare a palloncini i sogni infranti;
ma come talpa anela
allo scavare nell' impietrito cuore,
a roteare i neri occhi di carbone
cercando di spezzare
il filo di goffaggine
con cui dona felicità ai bambini.

Nudo oratore dai capelli arruffati
squarcia la tela di un fondale nero
mima un audace volo di gabbiano
e grida alla folla la sua pena.

Scroscia e…
riecheggia un lungo plauso intenso
e come lieve sferza
giunge sull'anima piegata.

Domani, alla solita ora,
quella segnata dal destino
il clown con passo incerto,
previsto da copione,
incontrerà la folla unica innamorata
e rifarà la triste allegra pantomima
di lacrime e sorrisi
lanciando fiori colorati,
coriandoli e cappelli.

Matilde Di Martino.

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Breve commento: Un dipinto colorito di "vita circense" composto con signorile ed elegante stile poetico. La Poetessa ci descrive dettagliatamente la parte visiva, la parte coreografica dell'attività del Clown sotto quel tendone che qui - è proprio il caso doverlo rimarcare - è paragonabile alla volta celeste. E il Clown? Nell'etica della Lirica, potremmo benissimo essere noi stessi nella quotidianità della nostra vita. Se questo la Poetessa intendeva, ciò è stato ben centrato. Complimenti vivissimi.

Sandro Ciapessoni.

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NATALE SUL LARIO...
della Poetessa Antonia Migliaresi di Roma.

La neve che imbianca i gelsi
dai rami ormai spogli da tempo,
rende fiabesca la riva del Lario.

Paesaggio da "mille e una notte"!

Il freddo mantello ricopre
cespugli di verde perenne,
riveste le strade ed i tetti.

Si adagia su barhe ormeggiate,
ricordi di calde giornate
e di lunghe escursioni sul Lago.

Quel gelo non penetra il cuore
ma unisce davanti a un camino.
La festa riaccende gli affetti
dissipa rancori passati
riscalda anche animi freddi.

Riaffiorano sogni infantili,
presepi di umile creta,
abeti innevati d'ovatta.

Rimpiango i Natali passati
freddi e con miseri doni
ma riscaldati da tanto Amore,
e ricchi di pace interiore!

Antonia Migliaresi.

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Breve commento: Poesia che descrive con attente particolarità il paesaggio lacustre del Lario durante il periodo invernale; più propriamente durante il periodo natalizio. Descrizione centrata in pieno non solo per quanto "visivamente" si può intuire, ma anche per la pulita e chiara descrizione poetica che dona a tutto il testo, una particolare suggestiva e gratificante lettura. Particolarmente toccante e significativo l'ultimo verso: "... e ricchi di pace interiore". Cordialità vivissime Poetessa.

Sandro Ciapessoni.

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LA NOSTRA 'VIA'…
della Poetessa e Pittrice Daniella Pasqua di Brescia.

Le nostre vite
sono state trafitte
da cieco destino.

Dardi infuocati
han liquefatto
certezze e vivide attese.

Abbiamo curato
mali e pianti
con invulnerabile
divino amore.

Oltrepasseremo
quel ponticello iridato
ai confini del Tempo;
i nostri volti si rifletteranno
nella 'quiete' di limpide acque.

Il segreto del Cosmo
a noi, sarà allora svelato.

Le Verità celate,
come aurata pioggia
si schiuderanno ai venti
e profumato vortice
da bianche gardenie in fiore,
ci condurrà a rincorrere
il vento di Mistrale.

Laggiù…
dove mare e cielo
si sposano con delizia,
ci affideremo a splendido Tesoro.

Sarà la nostra 'Via'
per l'immortalità...

Daniella Pasqua.

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Breve commento: Lirica che nel suo esteso complesso esprime un profondo intimo sentimento del trascendentale, di quell'essere presente al di fuori e al di sopra della realtà sensibile. Concetto filosofico basato su esperienze vissute ordinatamente descritte nel contesto dell' Opera. Le prime due terzine sono molto eloquenti nella dettagliata descrizione del "realmente vissuto" che vanno gradatamente poi trasformandosi nel pensiero intimo della Poetessa, per assumere - fino al finale dell'opera - quella convinzione che esula il materialismo della vita contenuto e proprio del quotidiano esistere. Tutta l'opera è pregna di un elevato spirito di Fede ultraterrena. Mirabile nella sua stesura è anche il delicato ed elegante stile di scrittura che la Poetessa ha qui usato. Complimenti sinceri Poetessa Signora Daniella.

Sandro Ciapessoni.


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OCCHI SOLTANTO FATTI...
del Poeta e scrittore Sandro Ciapessoni di Tremezzo (CO).

Quando tu più... non sarai,
l'Anima mia già ti attenderà
fra gli ancestrali arcani
dove soltanto Pace
ricoprirà la Volta
del gran Silenzio eterno.

Ti aspetterà il mio Spirito
sereno ed appagato
ove alba non sorge
e mai tramonto avviene;
ove tranquillo scorre
in Verità divina
il fiume della Vita.

In te non brillerà mai più
luce terrena,
ma Lampada Celeste farà di te
candida Essenza che al fianco mio,
si condurrà beata.

Occhi soltanto fatti
per tingersi di cielo!
Occhi soltanto aperti
per consolar dolori!
Labbra, le cui parole
discesero scolpite nel mio cuore...

Tu fosti "amica vera" sulla Terra;
ad Astro e Guida il Ciel oggi ti eleva.

Sotto la Santa Porta
nella Città divina
io ti accoglierò porgendoti la Palma
che sol nel Ciel si dona.

Nella novella Patria
uniti ci terranno
i nostri bei pensieri.
Della infelice Terra,
di sue miserie e pene...
dimmi... "chi mai potrà gioire lassù?"...
Noi qui trovato abbiamo
le Sacre Vie del Cielo.

Quando noi... più non saremo,
Spiriti eletti, brilleremo
sui nostri amati monti;
Luce sarò sul bel "Crocione" a sera,
e Luce tu sarai sulla distesa "Grona".
All'universo intero sveleremo
il dolce nostro amore
che un giorno... fu terreno.

Occhi soltanto fatti
per tingersi di cielo…

Sandro Ciapessoni.

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SMARRIMENTO...
della Poetessa Gianna Comelli di Sale Marasino (Brescia).

Cerco di risalire il pendio
dalle radici contorte nella terra
dove tutto pare, mi
risucchi nel vortice nero

Brancolo, annaspo e sanguinando,
inseguo l'essenza della vita...

Accanto a te
sogno la perfezione…
una briciola d'immenso
in cui perdermi, in cui liquefarmi
nella pienezza di un calore
mai provato.

Fremo dal desiderio struggente
di un brandello di felicità…

Gianna Comelli.

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Breve commento: Sensazioni emotive che la Poetessa accusa ed esprime in questa sua efficace Lirica suddivisa - dovrei dire - in due parti. La Terra raffigurata nel proprio buio... le radici... il vortice nero, i turbamenti che scuotono la sensibilità dell'umana esistenza. La fiducia nel raggiungimento della perfezione: "una briciola d'immenso" e ancora: "fremo dal desiderio struggente / di un brandello di felicità ".Versi quest'ultimi che chiudono la seconda parte della Lirica il cui contenuto magistralmente esposto, sa penetrare l'animo sensibile del Lettore che ancora apprezza il melodiar di Poesia . Anche a Lei Signora Poetessa Comelli, sia il mio compiacimento per l'elegante suo inconfonfondibile stile di scrittura.

Sandro Ciapessoni.

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CON PASSIONE...
della Poetessa e Pittrice Mariangela Fumagalli di Bellagio (Como).

e con forza del ciclone,
col calore del sole,
io ti aspetto.

Con la dedizione di un giardiniere
coltiverò il nostro amore.

Come la calma "è", dopo la tempesta,
io scruterò i tuoi occhi
e con passi felpati e frettolosi,
seguirò i tuoi giorni.

Come coltre di neve
difenderò il nostro amore
dalle intemperie della vita.

Amore, torna!...
Ti aspetto!

Mariangela Fumagalli.

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Breve commento: Lirica a carattere passionale e nello stesso tempo romantico. Si nota l'energia dell'espressione della parola unitamente alla linea delicata espositiva dell'argomento. E' questo lo stile della Poetessa Signora Fumagalli non nuova a questa sua presenza sul Periodico. Le sue Poesie sono sempre state favorevolmente accettate. Complimenti!.

Sandro Ciapessoni.

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PROVENGO DA TERRE…
della Poetessa-Pittrice: Prof.ssa Ilde Andreaggi Petek.

Provengo da terre
contornate da mari vorticosi
da fantasie di rive sinuose.

In questo quadro l'anima
si è immersa
è divenuta carne.

Ritornano paesaggi
catturati dalla mente
con pennellate d'amore
atmosfere appartenute
alla fanciullezza
nel paese nato
da semi trasportati dal vento.

Qui ho cercato il sole
mi ha irradiato l'amore
ho cercato te
il mio animo si è placato
ho cercato il mio io
si è celato corroso
da terrene involuzioni.

Infine ho cercato il mare
addolcito nella quiete delle maree
distese su spiagge di un golfo
dove Trieste annega
nel paese dei nostri natali.

Ilde Andreaggi Petek

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Breve commento: In uno stile ben forbito ed elegante, la Poetessa si presenta al Lettore, esponendo non solo i luoghi della sua origine, ma anche l'intimo suo pensiero dei ricordi a partire dalla sua fanciullezza e via via scrivendo, gli stati d'animo vissuti e provati durante l'arco della vita. E' una descrizione ben curata nella forma poetica, ed è proprio quest'ultimo particolare a donare al tessuto poetico quella musicalità ritmica che è propria della vera Poesia, spontanea e genuita. Sinceri complimenti Poetessa Signora Ilde Andreaggi.

Sandro Ciapessoni.

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Salotto degli Autori e dei Lettori
(ex Corrispondenza dei Lettori)
[ riguardante l'Edizione precedente].

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Dalla Poetessa Signora Marilde Di Martino - Agrigento -
13/09/07 20:12

Gentilissimo Poeta Sandro,
[…]
"Ciò che Ella redige con tanta cura, va seguito con un tempo particolare e con la mente aperta a cogliere le mille sfumature poetiche o narrative.
Ho visto con quanta ammirazione ha rievocato tratti personali del grande d´Annunzio, attraverso i quali ci ha fatto conoscere i primi anni della formazione letteraria, dando rilievo alla precocità d´intuito e all´amore per la scrittura nelle sue diverse forme. Sapere del vissuto relazionale che il Vate intrattenne con le donne amate, ci consente di cogliere quella sensualità così accesa che lo accompagnò fino alla morte. In "Canto novo "15 aprile 1882-ad E. Z" (Elda Zucconi) si avverte la capacità dannunziana di dare ai versi una speciale carica emotiva, con note di tenero e romantico amore.
Aprendo le pagine delle poesie, trovo "Voli di fantasia", in cui colgo l´approccio della poetessa Antonia Migliaresi di Roma, coi luoghi del suo desiderio. Esso avviene in maniera poetica , e diviene serrato ritmo di conoscenza attraverso un rapporto affettivo che si presta ad un bel volo di libera e feconda serenità. Nella seconda poesia, "Per questi attimi", l´introspezione è una facoltà che la poetessa reputa di grande importanza, per sondare le personali pulsioni dell´animo. Le ansie, il fremito dei sentimenti, la vita che muta nello scorrere del tempo, tutto viene considerato nella sua significativa essenza, dando valore allo spazio personale del silenzio, alleato fedele che permette di approfondire ogni avvenimento, e di cullare in petto ogni anelito di felicità.
Offro il mio cordiale saluto di benvenuto alla poetessa Ilde Andreaggi Patek di Padova dii cui leggo "Carso", lirica in cui affiora un sentimento particolare per un territorio di grande attrazione naturalistica., che viene esplorato e presentato col cuore colmo di particolare pathos.
"Giocherò e sognerò" di Gianna Comelli di Sale Marasino (Brescia) ci offre versi intensi. Seppur giocosi e sognanti, tendono al futuro, alla speranza, e cercano di riassaporare momenti di vita, senza abbandonarli al flusso della dimenticanza. In "Ricordi lontani" affiorano vivaci emozioni che si legano ai colori e ai profumi dell´ambiente d´attorno.
In " Occhi di poesia" del poeta Sandro Ciapessoni di Tremezzo (CO) si rivela un mirabile intreccio tra la bellezza classica e la freschezza della reale giovinezza. Il tutto è decantato come un´improvvisa rivelazione che lascia stupiti e perfino commossi. Il suo sguardo, infatti, si disperde beato in gemme che sanno di mare, e da quelle luci nascono e lievitano delicate note di poesia, rese melodiche da un gentile sorriso, pronunciato nella più candida ed immediata semplicità.
Nella poesia "E´ tortura", la poetessa Daniella Pasqua di Brescia, tratteggia, con toni decisi e sofferti, l´intensa malinconica morsa di solitudine di un Io che vorrebbe liberarsi da quella stretta che restringe la libertà personale, relegandola ad una condizione di grande tristezza. In "Sogno d´amore" descrive un particolare afflato di cuori, in un crescendo intenso, con una magnifica armonia di sensi, cuori ed anime.
"Sacra Polenta" della poetessa Mariangela Fumagalli di Bellagio (CO) ci offre uno spaccato tradizionale dei paesi del Nord Italia, i versi riconoscono l´importanza nel tempo di uno speciale cibo, che si offre ancora al palato in mille raffinate maniere.
L´articolo che il Poeta Sandro dedica al poeta Mario Luzi è uno stimolo per dare spazio alla conoscenza delle sue opere e per vagliarle alla luce della personale critica, visto che ancora non c´è un vasto movimento di recensioni da parte di letterati.
Come nel passato, a fermarmi tra le pagine di Ars Poeticae, mi ritrovo coinvolta in un percorso che soddisfa l´esigenza del cuore, perché quello zefiro poetico che vi scorre è salutare, è benefico, è rigenerante.
Grazie per quanto ci dona, Poeta Sandro, sia sempre colto dalla folgorazione della Poesia e la colmi ancora della sua impronta generosa.
Con infinita stima, Le rivolgo un caro saluto.
Complimenti a quanti danno il loro contributo, sia poetico che partecipativo, alla sua pregevole Rivista.

Matilde Di Martino

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Dalla Poetessa Signora Gianna Comelli di Sale Marasino - Brescia-
Data: 16-ago-2007
A: "Sandro Ciapessoni"<sandrociapessoni1@virgilio.it>

Caro Sandro,
ho letto oggi il periodico appena arrivato e posso dire che come al solito è ricco di poesie e commenti sempre più interessanti. Inizio da te; le tue poesie sono, senza nulla togliere alle altre, così profonde, vere e sentite, che mi ritrovo magicamente nei favolosi posti che descrivi: sono bellissime!
In parole povere come il mio linguaggio poco forbito sa dire, ringrazio tutti, in particolare le Poetesse che mi hanno commentato, dicendo alla Signora Poetessa Antonia Migliaresi di Roma, che la ringrazio del "Benvenuto" che mi ha dato e colgo l'occasione per dirle che le poesie "Voli di fantasia" e "Per questi Attimi", le sento a me vicine in quanto introspettive e malinconiche.
Ringrazio anche La Signora Poetessa Matilde Di Martino di Agrigento per il caloroso "Benvenuto" e per avermi dato la possibilità di leggere le sue poesie, che trovo dolorosamente e profondamente reali.
E per ultima ma non per questo meno importante, alla Poetessa Daniella Pasqua, di Brescia, dato che prediligo le poesie d'amore; vorrei dire che la sua "Sogno d'amore" è talmente bella e fresca che mi porta a fantasticare sul come e perché non si rimane sempre giovani per poter vivere di questi attimi.
Non voglio dilungarmi troppo, siete tutte bravissime e l'augurio mio è che la gioia di scrivere non vi abbandoni mai.

Gianna Comelli.

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Dalla Poetessa Signora Antonia Migliaresi di Roma.
A Sandro Ciapessoni <sandrocps@ciaoweb.it>
20-08-07

Un nuovo numero di Ars Poeticae è una nuova finestra che si apre su un vasto panorama di cultura, offrendo a noi lettori nozioni ed emozioni che ci arricchiscono interiormente. La rivista si apre con la descrizione particolareggiata dell'infanzia e gioventù del grande poeta Gabriele d'Annunzio così ricca di particolari che mi erano ignoti e che mi fanno comprendere più a fondo la formazione e l'indirizzo culturale ricevuti dal Vate fin da quando era bambino e che saranno poi determinanti per la sua vita e la sua arte. L' interessante articolo si chiude con una lirica in cui il d'Annunzio sublima il suo primo Amore con versi toccanti e coinvolgenti.
Complimenti alla poetessa Ilde Andreaggi Patek di Padova, che fa il suo ingresso sulla rivista con una poesia che ci descrive il Carso come panorama aspro e scabroso ove ella col suo sentimento riesce a cogliere punti di luce, di colori e dolcezza.
La cara amica e Poetessa Matilde Di Martino di Agrigento con la sua prima lirica "All'ombra di alberi magri…", ci offre i suoi pensieri e le sue sensazioni su un piatto dorato da splendidi versi. Cresciuta nell'animo passa in breve rassegna le umane sensazioni e si ritrova a un punto della vita ove prevale intenso il rimpianto. Nella sua seconda opera "Sfilano lente…", ella ci racconta la storia della sua Sicilia attraverso la sofferenza di donne che, per ragioni diverse, la vita ha accomunato segnandole con il pesante marchio della sofferenza. Eppur nel loro cuore aleggia un sottile filo di speranza che arriva come un timido raggio ad illuminare il buio di quell'anime sofferenti. Come sempre lo stile della poetessa denota gran classe e raffinatezza e quei versi appaiono come ricamo assai fine.
La prima lirica "E' tortura…" della poetessa Daniella Pasqua di Brescia, esprime il disagio di chi vive una vita che sente stretta e a cui non si ribella solo per pace e convenienza. Mi permetto di dissentire da questo modo di intendere gli umani rapporti, essendo io portata alla sincerità anche se a volte può essere dolorosa. Nella seconda lirica "Sogno d'amore…" il tono è quello felice di chi ha trovato il vero Amore e ne gioisce e ne gode.
Molto toccanti le liriche della Poetessa Gianna Comelli di Sale Marasino (Brescia). Leggendo i suoi versi di queste sue due opere qui presenti: "Giocherò e sognerò…" e "Ricordi lontani…", si sente tutta l'intensità di un animo puro che attraverso i ricordi, rivive momenti felici. Sì, lo affermo: sono poesie piene di sentimento.
Splendide le due nuove liriche del nostro poeta Sandro che nella prima "Occhi da Poesia…", inneggia alla bellezza della gioventù… alla freschezza di un bel visetto paragonando ad una dea la Protagonista della poesia. L'altra "E a Campo così… il caldo noi vincemmo…", questa riguardante Campo, l' ho vissuta in prima persona ed è stata descritta una indimenticabile giornata con la maestria e l'Arte di chi ama quei luoghi e li canta con tutto il vigore dei suoi intensi sentimenti.
Con "Sacra polenta…", arriva profumo di pietanza dall' antica tradizione attraverso la poesia della Poetessa e Pittrice Mariangela Fumagalli di Bellagio (Como) che è un invito a godere di sapori e sensazioni che appartengono alla storia.
Come sempre i commenti dei lettori concludono la rivista arricchendoci ulteriormente di cultura perché si parla ancora di Poesia e di Poeti. E il caro Sandro come dolce maestro ed esperto nocchiero ci guida nel mondo della conoscenza donandoci nuove e preziose informazioni. Grazie ancora per questa nuova perla che si aggiunge alle splendide gemme che da tempo ricevo in dono dal caro amico e grande poeta che è il nostro Sandro Ciapessoni.

Antonia Migliaresi.

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