ANNO 2007 Luglio - Agosto

 

 

"A r s P o e t i c ae"
(L'Arte della Poesia)

 

 

 

Foglio periodico letterario - artistico
(Qui canit arte canat...)

 

 

Fondato e redatto a cura da:
Sandro Ciapessoni
Via Dignano, 6 - 35135 - PADOVA
Telef. 049612286

 

 

 

Edizione cartacea non in commercio

 

 

 

Tutti i testi qui contenuti sono di proprietà
dei vari Autori;
pertanto sono tutelati a norma di Legge.

 

 

 

CONTENUTO:

 

Siti Web Autori

Articolo sulla Valvestino di Daniella Pasqua

Poetica:

Gianna Comelli: Dissetati… e Lago d'Iseo…
Daniella Pasqua: Eterna fanciulla… e Fugge via il pensiero...
Sandro Ciapessoni: Le rose dell'Egeo…
Matilde Di Martino: Mamma in silenzio… e Filastrocca di vento…
Antonia Migliaresi: Mandami uno spicchio di lago… e M'aiuta…
Monia Mariani: Filo d'erba… e Medaglione d'oro…
Mariangela Fumagalli: Agosto… e Attendo il Tremila…

Corrispondenza Lettori:

Antonia Migliaresi
Monia Mariani
Matilde Di Martino
Mariangela Fumagalli
Daniella Pasqua
Dino Cagnolini

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SITI WEB  Autori.:

Sandro Ciapessoni: http://digilander.libero.it/ciapessoni.sandro
E-Mail: ciapessoni.sandro@libero.it
E-Mail: sandrociapessoni1@virgilio.it

Migliaresi Antonia: http://amoillario.blog.tiscali.it
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Daniella Pasqua:http://www.daniellapasqua.it
E-Mail: maria-dani@libero.it
oppure:
Daniella Pasqua:
http://it.geocities.com/daniella_pasqua_poesie
E-Mail: maria-dani@libero.it

Mariangela Fumagalli: http://www.geocities.com/Fumagallimar
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Comelli Gianna: http://digilander.libero.it/jennifer321/Jennifer/index.html
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Sulla Valvestino; un interessante articolo della Poetessa Daniella Pasqua-

Mi appresto a farvi conoscere un piccolo paradiso, un luogo, della nostra amata e bellissima Italia, che a tante persone amanti della natura, è sconosciuto.
I ricordi si addensano spesso in questo piccolo mondo, dove ho vissuto otto anni della mia infanzia, frequentando anche, tutte le elementari e dalla terza alla quinta con un bravo insegnante (anche se molto severo): il Maestro Vito Zeni. E' da lui che mi è nato l'interesse per la conoscenza di leggende e storia della Valvestino. Una magica valle che fa parte del "Parco dell'alto Garda bresciano". Memorie infantili, dove il gioco, la libertà e la gioia di vivere nella natura, hanno forgiato questo mio attaccamento alla terra ed alle sue meraviglie. E il profumo del fiore del mughetto, il blu delle genziane mi accarezzano ancora il pensiero, facendomi rivivere emozioni mai cancellate. Sintetizzo qui di seguito da dove si accede; alcune notizie, la storia e una leggenda di come sono nati i sette piccoli insediamenti della zona. Queste informazioni sono tratte dal sito della Valle.
Una suggestiva e tortuosa strada sale da Gargnano, sul Lago di Garda, nella Valvestino. Ventotto km di autentiche sorprese che separano le affollate sponde del lago di Garda da questa silenziosa ed incontaminata valle riconosciuta dall'Unione Europea come "Sito di interesse comunitario ".
Un itinerario che propone panorami inaspettati unitamente ad una vegetazione che passa gradatamente dagli oleandri e ulivi, flora tipicamente mediterranei, ai boschi di rovere e orniello fino ai faggi, agli aceri ed ai pini silvestri per raggiungere poi gli alti pascoli. Insenature verdi e rocce incombenti si rincorrono e si specchiano nel lago artificiale di Valvestino formato dalla grande diga costruita nell'anno 1962. Un fiordo che si incunea nelle montagne dove le acque e la vegetazione diventano un tutt'uno. Tra una valle secondaria e l'altra, si alternano estesi altipiani prativi, famosi e principali quelli di Rest e di Denài. In apparenza fiabesca, inseriti in questo contesto, troviamo sette minuscoli insediamenti: Turano con Moerna, Armo, Persone, Bollone, e Magasa con Cadria, formano i due comuni della Valvestino.
La leggenda racconta come questi piccoli agglomerati siano stati costituiti da sette fratelli che una mattina si destarono con tanto livore da decidere di sparpagliarsi per tutta la valle per non vedersi mai più. Fu così che i sette nuclei, sebbene distino fra loro pochi chilometri, risultano invisibili l'uno all'altro.
Si racconta che il più furbo ubicò il proprio nucleo in un luogo dal quale potesse spiare non visto qualcuno dei suoi fratelli; il luogo corrisponde all'attuale Moerna, il più elevato dei setti paesi.
Interamente compresa nel Parco dell'Alto Garda bresciano e di notevole importanza ambientale anche per la presenza di flora endemica oggetto di studi già dal 1700, la Valvestino è anche ricca di storia.
Abitata sin dalla preistoria, luogo di transito per i romani, e parte del ducato longobardo, essa fu, dall'XI secolo, feudo dei conti di Lodrone prima e sotto il dominio del principato vescovile di Trento poi. Valvestino - Da sempre terra di confine, dopo la dominazione asburgica, divenne italiana nel 1915. Percorsi e sentieri ben segnalati di interesse paesaggistico, naturalistico ma anche storico e militare ne illustrano le caratteristiche.
Politicamente da sempre (cioè da almeno un millennio) l'Alta valle è rientrata nell'area d'influenza trentino-austriaca, ma è con il passaggio del bresciano sotto la dominazione veneta che inizia la vera "anomalia" di questa terra: mentre le aree circostanti (Tremosine e Tignale sul versante gardesano, Valsabbia e Bagolino verso il lago d' Idro) diventano domini della Serenissima, la Valvestino resta un cuneo "straniero" in terra veneta e lo resterà fino alla prima guerra mondiale. Non più quindi soltanto terra di confine, ma terra "oltre il confine", collocazione tanto più scomoda perché diventa, nei momenti cruciali, una via alternativa, per quanto disagevole, per chi voglia scendere dal nord verso Brescia, evitando la sponda occidentale del lago d' Idro con l'agguerritissima Rocca d' Anfo.
Inizia così la storia dei passaggi di truppe dall'Alta valle del Chiese alla Valvestino, attraverso Bondone-Bocca di Valle, in direzione di Capovalle ? Treviso Bresciano, o verso la Riviera: una lunga storia di guerre per una valle che da farsi rubare aveva sicuramente poco, ma che ebbe la fortuna "storica" di trovarsi "oltre il confine".
La Valvestino, da sempre dedita all'agricoltura, all'allevamento del bestiame ed alle attività boschive in genere, non ha mai conosciuto insediamenti industriali né turistici, nonostante negli ultimi tempi il secolare problema della viabilità sia stato in parte risolto. Ciò ha precluso lo sviluppo della valle, favorendo la fuga dei residenti alla ricerca del posto di lavoro; la popolazione, dalle 1081 unità del 1951, si è ridotta, infatti, ai circa 500 abitanti dei nostri giorni. La mancanza di questo tipo di insediamenti, d'altro canto, ha permesso a questi luoghi di conservarsi quasi completamente incontaminati, così come li trovarono, all'inizio del secolo, famosi botanici e studiosi d'oltralpe, decantandone le bellezze naturalistiche e paesaggistiche.
Una parte di me stessa è rimasta in quei luoghi, ed è un onore avervela fatta conoscere e spero abbia catturato anche il vostro interesse invogliandovi a voler vedere questo paradiso inviolato.

Daniella Pasqua

***

Interessante e dettagliato di particolari anche storici è l'articolo della Poetessa Daniella Pasqua; sulla scorta di quando da lei qui esposto, trovo giusto ed opportuno far rilevare lo spirito tradizionalista che ancora oggi è fortemente insito e sentito dalle popolazioni di quella Valle. Sono usanze che, tramandate da generazioni in generazione contribuiscono ancora oggi, a mantenere sempre vivo lo "spirito,del vero significato interpretativo" di quelle usanze e regole. Alcune di quelle regole le trascrivo in originale, tralasciando alcune parti per ragioni di spazio editoriale. Esse sono tratte da documenti originali tuttora esistenti. Uno per tutti: gli: "Gli statuti comunali di Magasa.

"Il 1° ottobre del 1589, sul crocevia dei Consei, luogo ove era solita radunarsi a consiglio l'assemblea generale, […]venivano letti e spiegati i nuovi statuti comunali, parola per parola, a tutta la popolazione maschile superiore ai quattordici anni d'età, affinché tutti, avendone adeguata cognizione e comprensione ne rispettassero poi, i vari ordinamenti. Le leggi comunitarie […] regolavano il pascolo negli alpeggi, il taglio del fieno e del legname, il pubblico transito sulle strade e sentieri, il rispetto della proprietà pubblica e privata, la prevenzione degli incendi, la canalizzazione delle acque piovane e di sorgente, il rapporto tra vicini e l'autorità comunale ed ecclesiastica. Gli statuti saranno poi confermati dai conti di Lodrone, feudatari della Val Vestino, quattro volte: la prima in Trento nel 1589, la seconda in Turano il 31 agosto del 1666, la terza in Magasa il 28 agosto del 1719 e, infine, l'ultima nel palazzo del Caffaro il 9 ottobre del 1750."
Il manoscritto di questi statuti è oggi custodito nell'Archivio Comunale di Magasa, dopo essere stato in quello di Turano tra il 1929 ed il 1947, periodo in cui i sette paesi di Valle formavano il Comune di Valvestino.
Anche la presenza dei forestieri era regolamentata con norme severissime; difatti venivano esclusi dalla vita politica della comunità, dai lavori sociali e dalla spartizione degli utili. Pagando, potevano usufruire dei pascoli e del legname.
Ben sedici ordinamenti regolavano la pratica dell'alpeggio, questo è indicativo di come la maggior parte degli abitanti praticasse l'allevamento di bestiame bovino e caprino.
Tra i vari divieti vi era quello di raccogliere le lumache e le verdure selvatiche nella campagna attorno all'abitato; di lavare alle fontane panni, paioli, ferraglia o interiora di animali; di depositare carbone vegetale nelle immediate vicinanze del paese, delle cascine, dei fienili e di circolare di notte con torce, dette "tia de rasa"; di impedire il transito pubblico ostruendo strade e sentieri con carri, pietre da costruzione, legna o fogliame e di rovinare il manto stradale trascinandovi l'erpice; di tagliare legna all'interno del Gas e del Gas de Tari e, infine, di edificare senza le necessarie autorizzazioni!

***

Come si legge, l'ordine e la disciplina erano anche allora necessari per la conservazione integra di un territorio che oggi noi, possiamo apprezzare ed amare. Impariamo da queste tradizioni: non c'è nulla da perdere, anzi, c'è tutto da guadagnare.E' comprensibile l'amore che la Poetessa Daniella nutre per la sua montagna, forse… ultimo vestigio di un amore più etereo, massimo fra le genti, per cui l'umana natura nella sua primitiva innocenza, comunicava con Dio.

Sandro Ciapessoni.

Opere poetiche:

Una nuova Poetessa, la Signora Gianna Comelli di Sale Marasino (BS) che a noi è presentata dalla già conosciuta e nota Poetessa Daniella Pasqua di Brescia. La nuova Partecipante entra da oggi a far parte di questa famiglia per cui porgo il mio personale "Benvenuto", sicuro di esprimerlo col mio stesso sentimento, anche a nome di tutti gli altri nostri Lettori. Il suo esordio nel Periodico è con sue due Liriche: "Dissetati…", seguita poi da quella fotografica romantica Poesia: "Lago d'Iseo…", dove il tramonto…col suo gran silenzio, abbraccia i verdi monti ed apre i nostri cuori. Buona lettura alle Opere della nuova Poetessa laghista.

Sandro Ciapessoni.

***

DISSETATI...

Momento foriero di dolci presagi!

Momento fragile…
effimero momento
conducimi per mano fin là,
dove il tuo animo palpita
e annega nel desiderio
marmoreo del mio!

Dissetati alla mia fonte
dove il sole a poco a poco nasce,
dove l''erba appena colta
profuma già di fieno.

Vesti a festa le rose
di tutte le mie primavere.
Cogli la rugiada di vane lacrime
perse nell'amarti.

Distruggi in un attimo
l'inutilità della mia vita!

Gianna Comelli.

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Già dall'introduzione del primo verso di questa Lirica, spicca evidente un lirismo romantico e non privo di sentimenti affettivi cui l'animo della Poetessa, espone con dovizia di particolari. La chiara e pulita stesura del testo non danno adito a dubbi. Sono rime armoniose dove il sentore del ritmo musicale risveglia sensazioni piacevoli. Anche la disciplina metrica è adatta a suscitare quelle sensazioni sopra accennate. Prevalgono i versi ottonari, nonari e quinari. Poetessa, è un bell'esordio il Suo, e con Lei mi complimento.

Sandro Ciapessoni.

***

LAGO D'ISEO

Guardo senza fiato il mio lago.
L'acqua si increspa e s'infrange sulla riva.

In picchiata un gabbiano
plana fra le onde
alla ricerca di cibo.

Sulle curve dell'onda
s'accende l'oro
del serale tramonto.

L'occhio sperduto
spazia tra i suoi isolotti.
Loreto, col suo castello imponente.
S. Paolo e Montisola
verdeggianti porgono l' invito
alla pace e alla frescura.

Scivolano le barche
in apparenza silenziose
portando carichi di gente
coi bisbiglii loro, e gli occulti pensieri.

Ora il bianco gabbiano s'è posato
sul masso dorato vicino alla riva;
i nostri occhi s'incrociano,
gli sguardi si fondono…

Mi chiedo:
"chissà che va pensando?"

Gianna Comelli.

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Forse sarà la pacatezza del quieto lago ad infondere serenità e nello stesso tempo il desiderio dell'abbraccio intimo alla Natura… sarà quel tramonto specchiato sull'onda, quel gabbiano in picchiata… In queste rime tutte di squisita composizione (prevale il settenario) sorge in tutta la sua bellezza la "libertà" del verso poetico che nasce spontaneo dall'animo della Poetessa. Il verso "settenario" si presta bene allo scopo, è come la tonalità in Re magg. per una romanza per archi e legni. Ne leggeremo altre Poetessa Signora Comelli. Io La ringrazio.

Sandro Ciapessoni.


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Poetessa e Pittrice Signora Daniella Pasqua di Brescia (ma anch'Essa laghista del Benaco…e, che ringrazio per averci presentato la Poetessa Signora Gianna Comelli di Sale Marasino (lago d'Iseo) BS. In questo numero pubblico della Poetessa Signora Daniella, due Liriche: "Eterna fanciulla…" e "Fugge via il pensiero…". Abbiamo avuto modo di ben apprezzare lo stile poetico di questa valente ed affermata Poetessa. Molte sue Liriche infatti, sono state richieste e pubblicate anche all'estero nelle appropriate lingue. A Lei Poetessa i miei complimenti per i Suoi successi, ed ora auguro al Lettore una buona lettura.

Sandro Ciapessoni.

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ETERNA FANCIULLA…
(Dedicata con cuore ad una "meravigliosa" ragazza down)

Eterna fanciulla, tu!
Innocenza che rinchiude amore…

Con capo chino affronti il mondo
come se il mondo… ti avesse offesa.

Inquietudine, turbamento
emergono dal tuo sguardo.

Parli!…
ma pochi comprendono,
creandoti un insormontabile muro,
rendendoti fragile e indifesa
ai contatti umani.

Inevitabile
ti è così la solitudine!

Ti chiudi in te stessa
sentendoti così protetta
dalle tribolazioni
d'ingrata vita.

Per te, resta poca gioia…
la vicinanza dei tuoi affetti,
la sicurezza di un volto amico.

Nessuno
può capire le angosce del tuo cuore.

Nulla…
può cambiare il destino
del contorto tuo sentiero.

Resti però Anima nobile
imprigionata in un corpo
che non può volare.

E "Libertà!…"
quella bella realtà…
tu non conosci.

Daniella Pasqua.

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Il tessuto poetico di quest'Opera è altamente umanitario oltre che di carattere sociale. La nobiltà espressiva che la Poetessa usa in questa sua composizione è tale da destare forti emozioni. Senza rigiri e senza ricami, mette il dito sulla piaga ed evidenzia in modo netto e incontestabile le condizioni non solo umane della Persona, ma anche il riflesso psicologico che ne scaturisce. Gli ultimi tre versi di chiusura, sottolineano la drammaticità di tutto il contenuto poetico.
Di tutto il Suo repertorio poetico, questa Lirica la pongo tra le migliori. Complimenti!

Sandro Ciapessoni

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FUGGE VIA IL PENSIERO…

Note che scorrono via
insieme al tuo amore.

Il tuo viso, il tuo ottimismo
persi per sempre
nel tumultuoso del vissuto.

Nostalgia e sconforto
abbracciano l'essere mio.

Ma la mia entità
ancora ti ama,
come si può amare
l'unicità dell'universo.

Tutto vibra…
Quell'oasi mirabile e agognata
è stata sopraffatta
da una tormenta di sabbia.

Fugge via il pensiero
al tuo soave canto,
alle adorabili tue espressioni,
ai tuoi gesti d'incanto.

Daniella Pasqua.

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Opera questa, diversa dalla precedente. In questa Lirica emerge il senso del turbamento interiore dello spirito umano. Qui è anche l'amore che prevale sui ricordi del passato, la nostalgia rievocativa dei momenti di ottimismo… di un sorriso perso ma ancora fortemente desiderato. E' questo un canto di speranza e nello stesso tempo esprime una incondizionata fiducia in un futuro migliore.
"Fugge via il pensiero / al tuo soave canto…/" . Il pensiero impalpabile fugge, ma resta il soave canto come certezza di un avvenire migliore.
Non poteva Poetessa Daniella esprimersi meglio di così!

Sandro Ciapessoni.

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LE ROSE DELL'EGEO…
di Sandro Ciapessoni di Tremezzo (Como) e residente a Padova.
da: "I cantici di levante".

"All'ombra degli ulivi sui rudi poggi che dominano
il mare, attenderò il tramonto sull'Egeo".

 

Amica Poetessa
di Dàrdano e di Nàxos!
Nel cristallino mare dell'Egeo
io drizzo de mie vele verso Rodi.

La rotta che di notte porta a oriente,
è il navigar con ciel di mezza estate
ed unico sostegno
al mio vagar sul mare,
saran le chiare luci su a levante
che Pegaso e Andromeda mi sono;
gli scranni che dal cielo
mi guideranno ai pergoli di rose.

Sul tremulo argentato dei marosi
affido al volto pallido di Luna
il pelago d'Ikàrion,
di Pàtmos e di Leros
che nella notte egea
propizieran mie vele
coi venti di Safòra.

Mirifica è la notte
di questa mezza estate
nel mezzo dell'Egeo.
E' notte di prodigio
e di sublime incanto
mirar la pioggia di cadenti stelle
che sembra voler chiedere ai mortali,
le brame delle glorie e degli amori.

Mentre quest'onde frescano il mio viso,
io guardo e penso...
e chiedo agli occhi d'Eos:

"Son forse quelle stelle
che lacriman dal cielo
il pianto di Medea?... di Niobe?...
o forse nel tempo più vicino...
il pianto di Maria?...".

Eos Poetessa, sorella del gran Sole,
Helios nei giorni tuoi nomato!
Ancora io ti domando:
"se pure a Rodo, al tempo degli dèi,
in questa notte d'incantevol sogno
cadevano dal cielo
sui flutti dell'Egeo
le lacrime di stelle,
per consolar le stirpi di Nerèo?".

Alba Sirena!
Tu che sei fiamma e gioia dell'aurora,
concedi alla polena del mio legno
il meritato amore
del roseo tuo sorriso e del tuo viso.

Quale sarà quell'arenil glorioso
sul quale appoggerò
la mia carena stanca?
Ovunque son le rose
nell'isola del Sole!
Lìndos... Fàraklos... Iàlissos...
oppure Paradìssi...
tra gli oleandri in fiore?

Tra le vestigia di colonne antiche
sull'ara d'Afrodite al sacro tempio,
rifiorirà il profumo degli incensi,
del verde lauro e del sacrato mirto?

All'ombra degli ulivi
sui rudi poggi che dominano il mare,
attenderò il tramonto sull'Egeo.

Benefici e soavi
son l'alitar dei venti di Meltìmia;
le fresche lor carezze
mi portano il profumo delle rose,
le rose dell'Egeo...

Sandro Ciapessoni.

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Poetessa Signora Matilde Di Martino di Agrigento Poetessa; solerte e attiva collaboratrice del Periodico, così come le altre Autrici che hanno compreso il senso strettamente artistico e letterario del Periodico, in questo numero è presente con altre due Poesie: "Mamma in silenzio..." e "Filastrocca di vento...". Due temi diversi, entrambi esposti con la consueta grazia stilistica. Stile che ci diletta alla lettura e che anche ci trasposta "in loco" a respirare e sentire il profumo di quella Terra del Sud apparentemente lontana, ma che per noi - grazie alla lettura dei suoi versi - lontana non è. Grazie Poetessa e buona lettura a tutti.

Sandro Ciapessoni.

***

MAMMA IN SILENZIO…

La mia mano a guisa di carezza
dava frescura alla febbre del tuo corpo…
eri ancora bambina.

La mia mano sul tuo cuore
gelido e smarrito su mucchio di tensione
aveva un tocco spento…
eri già donna nel dolore.

Vento di tramontana sferzava
la promessa fatta
al candore della luna.

Nella notte nera matrigna
scacchiera di lunghi monologhi
giocavi la partita
col tempo dei dubbi e delle scelte.

Coglievo improvvisi bagliori d'ansia
nei tuoi occhi
poi li smarrivo su fondo di nebbia
carezzavo un fiore
senza coglierne profumo.

Non c'era sosta
per quel battito accelerato
tra stop improvvisi
lampeggianti di pericolo.

Eri su un treno che sferragliando
martellava la tua mente
con biglietti mai prenotati
con coincidenze prese al volo
con tappe lunghe e amaro caffè.

Non avevo diritto
di negarti quel viaggio;
serravo le labbra
facevo nodi di parole taciute
aspettando che dentro ti tornasse
soffio di primavera.

Fu nella quiete dell'imbrunire
quando l'anima muove alla confidenza
che mi parlasti della voglia di ricominciare
come foglia che cerca il colore del sole
come zefiro verso la speranza
come onda a nuova riva
ricca di promesse.

Scese con ombra lunga
il nostro abbraccio
e la mia mano vibrò
sulle ali della tua felicità…

eri forte come donna,
eri dolce come bambina.

Matilde Di Martino.

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Voce e silenzio di Mamma… e nel silenzio è grazia e dedizione estrema che solo "mamma" può dare. Rime toccanti per il loro tessuto che muove a sentite emozioni. E in queste rime ci perviene tutta l'armonia del canto della nostra Poetessa che illustra e colora le sue intime sensazioni… e ci commuove. Che dire di più?

Sandro Ciapessoni.

***

FILASTROCCA DI VENTO…

S'insinua bagliore
di stella curiosa
a sfumare il contorno
a svelare il leggero ricordo.

E' ritmo di flauti sparsi
sonagli d'argento
su nenie infantili
su notti di culla
su nuvole a spruzzo
in profumo di talco.

E' tempo innocente che torna
filastrocca di vento che incanta.

Matilde Di Martino.

***

Dodici versi che con la consueta melodiosa vena, la nostra Poetessa rievoca il "… tempo innocente che torna / filastrocca di vento che incanta / " .Rime sciolte in metrica libera sì che il canto si snoda sui leggeri versi senari. E da lontano par d'udire quei sonagli d'argento che in questi Suoi versi ci riportano nella Sua terra… fra le colonne antiche nei giorni di festa…

Sandro Ciapessoni.

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Poetessa e Pittrice Antonia Migliaresi di Roma. Affermata Autrice di testi poetici ed articoli letterari presenti anche nel suo Web in Internet. Ha pubblicato recentemente un volume di sue Liriche ottenendo un ampio consenso di pubblico. Come il Lettore avrà modo di notare, molte Opere del suo repertorio poetico vertono sulle bellezze naturali del Lario e nei suoi canti, lo ha trasformato - e lo considera - sua Patria. Amare quel lago… è dolcezza infinita.

Sandro Ciapessoni.

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MANDAMI UNO SPICCHIO DI LAGO…

Mandami aria di lago
tu che conosci ogni brezza
che, assaporandola,
la respiri nel cuore.

Trasmettimi i colori dell'acque
mentre, immergendoti,
riconosci ogni corrente
e da essa ti lasci cullare..

Fammi risentire la pace inquietante
di un Lario troppo silente…

Inviami una piccola falce
di quella luna arrogante
che sempre si specchia incurante.

Raccogli perle di rugiada:
creami trasparenti collane
per adornare il mio nudo collo.

Vestimi di profumi lacustri:
preziose essenze
di lussureggianti oleandri,
fiorite azalee
e aromatici rosmarini…

Donami solo uno spicchio
dell'amorevole incanto
che stai abbracciando con gli occhi,
or che, lontana… anelo ritornare.

Migliaresi Antonia.

***

Una Lirica emotiva e che desta forti emozioni per il contenuto romantico e contornato del senso d'acceso rimpianto. E' forte nostalgia di un qualcosa di perso? No, quei ricordi stanno fissi nell'animo e nel cuore della Poetessa. Ricordi descritti con toni accesi ma anche sfumati con tenui colori. Rime sciolte e libere nelle quali prevale quella dolcezza infinita…

Sandro Ciapessoni.

***

M'AIUTA…

M'aiuta la voce interiore
che inneggia al sereno
di placidi giorni
e mi dona quel senso di sazio
di chi s'accontenta
di un'umile mensa.

Non cerco traguardi impossibili
né anelo le irraggiungibili glorie!
Di provvida linfa mi nutro
e rifuggo il sentore del tetro.

M'aiuta un sogno radioso…
euforia di auspicio gioioso.

Raggiunta una piccola meta
mi beo così come fossi
su morbida seta
e preziosa, adagiata

Antonia Migliaresi.

***

E' "luminosa" questa Poesia e lo si comprende subito nella lettura del verso: "e rifuggo il sentore del tetro". Ma questo verso è anche un diretto riflesso del carattere della Poetessa, così è e ce lo riconferma negli ultimi tre versi di questa sue emozionante composizione.

Sandro Ciapessoni.

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Due graziose Liriche della Poetessa Signorina Monia Mariani di Sansepolcro (AR) sono qui pubblicate, anch'esse ad impreziosire e completare i vari stili poetici di questo numero del Periodico estivo. "Filo d'erba…"è la prima Lirica; la seconda: "Medaglione d'oro…". In entrambe le Opere è presente uno stile innovativo dell'assunto poetico ma sempre però contenuto nei canoni della Poesia espressiva, che in questa veste, la Poetessa si dimostra bravissima esponente. Buona lettura quindi anche a voi tutti.

Sandro Ciapessoni.

***

FILO D'ERBA…

Strade…
Pietre…
Sagome…

Comignoli di fumo a lambire le ombre,
a scolpire il vuoto.

Venature d'incenso
negli spigoli di luce,
dietro ai lampioni.

Un sentiero cosparso di ciottoli,
eriche e rampicanti.

Un sasso d'avorio stringo nella mano.
La mia faccia è assetata di vento.

Dietro la collina uno stagno,
come mezza luna biancastra.

Tra le trasparenze,
coriandoli di luce vermiglia
che mi ubriaca… che mi stravolge
l'esistenza.

Un esile filo d'erba
dondola sulle mie rosse labbra.. .

Monia Mariani

***

Oso definire questa Lirica come una dettagliata descrizione di "quadri di Natura" in esposizione poetica. Descrizione bene eseguita senza eccessivi ornamenti che deformerebbero lo stile chiaro e pulito e personale dell'Autrice. Sono presenti belle "immagini" che si contraddistinguono con le altre in perfetta armonia. Complimenti Poetessa Mariani.

Sandro Ciapessoni.

***

MEDAGLIONE D'ORO…

Immobile.
Mi reggo in piedi sull'uscio…
Il naso spavaldo là fuori.

Verdi e nobili sagome
guardiane dei viali.

Strofino le palpebre,
piccole crepe
di polvere e oscurità.

Lucciole metalliche
scivolano tra le mie dita.

Appeso in alto sopra il colle
un medaglione dorato
esplode attorno alla vita che acceca

Monia Mariani.

***

Anche in questa Lirica di gradevole lettura, è presente lo stile innovativo che la Poetessa predilige. Ripeto: è innovazione nel pieno rispetto delle regole poetiche che personalmente approvo. Notate la prevalenza del "settenario" e la presenza saggiamente esposta dell' "endecasillabo" in chiusura dell'Opera. Nel ritmo, c'è anche musicalità.

Sandro Ciapessoni.

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Poetessa e Pittrice, Signora Mariangela Fumagalli di Bellagio (Como) presente con due Liriche: "Agosto…" e "Attendo il Tremila…". Per la Signora Fumagalli non c'è bisogno di tanta presentazione; la sua produzione Artistica è nota non solo in Italia ma in tutto il mondo. Le sue Opere sono state tradotte in diverse lingue, lei stessa, essendo poliglotta, compone direttamente nella lingua preferita, le sue Opere. Ai Lettori, buona lettura.

Sandro Ciapessoni.

***

AGOSTO…

Agosto!...

Derubata mi hai
di tante cose care,
torrido, tremendo, ostile fosti...
aspettando che veloci i giorni passino,
sospirando, attendendo
che si faccia prima buio
e poi... giorno.

Di quanti giorni sei Agosto?
A chi ama bisognerebbe chiederlo!
Caldo tu sei, e impertinente
non finisci mai,
ma caldo più del mio cuore
mai tu non sarai...

Di tutti i miei sospiri
e miei pensieri,
io farò dono a te al prossimo
tuo ritorno,
e un cesto più grande io troverò...
d'amore colmo!

Mariangela Fumagalli.

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Opera di notevole spessore poetico dove si nota molto chiaramente il carattere forte e deciso della Poetessa. Perfetta l'alternanza metrica dalla quale si scioglie sensibile, il ritmo. Scritta anni addietro, quest'Opera si addice proprio ai giorni attuali poiché stiamo rivivendo le esperienze del passato che il clima, unico "signore" che non tollera padroni (se non Uno… e solo uno) ci propina. Buona lettura quindi, magari all'ombra di un platano frondoso.

Sandro Ciapessoni.

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ATTENDO IL TREMILA…

Vigilando, io attendo
che il mondo prenda sua forma... umana
poiché... povera me,
oltre le onde, io più non vedo.

La mia anima moribonda
se ne va, se ne va alla deriva
ma pur sempre assetata
di giustizia universale;
corro verso i flutti
che, come linfa musicale,
muti l'angoscia del viver...
di quest'ora.
E la notte... verrà.
Sciolte tutte le campane del mondo
lor note si scambieranno...
sarà la notte…
l'incipit del Tremila…
e questo accorato appello
io lancio quale "Save .Our.Souls"
ai Grandi delle terra;
a voi lancio questo mio grido!

"Oh, dunque voi,
voi che potenti chiamati siete
irresponsabilmente!… Correte
verso gli abissi a seppellire
tutta la vostra impotenza!".

Mariangela Fumagalli.

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Poetessa Signora Fumagalli: Nessun commento! Questa ci voleva…
Ottima… serenata!

Sandro Ciapessoni.

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CORRISPONDENZA LETTORI
(I commenti che seguono riguardano l'edizione precedente)

Dalla Poetessa e Pittrice Antonia Migliaresi di Roma
Roma. 17 aprile 2006-

Caro Sandro,
Complimenti per questo tuo nuovo numero di "Ars Poeticae" molto ricco e culturalmente valido in quanto spazia dalla poesia alla prosa e va dal sommo "Vate " al poeta greco Costantino Kavafis passando attraverso le poesie di noi collaboratori che acquistano valore con i tuoi interessanti commenti.
Grazie di aver impreziosito il mio articolo sulla casa natale del d'Annunzio con notizie approfondite sul "Notturno" che mi hanno molto deliziata. Attendo con ansia il prossimo numero per conoscere ancora altri particolari di cui ci farai dono su questo capolavoro di letteratura.
Do il benvenuto alla poetessa Monia Mariani di Sansepolcro (AR) e mi complimento con lei per la sua capacità espressiva attraverso ricercatezza di parole, che formano un insieme armonioso in: "Petali d'infanzia…" e nell'originale poesia "Buccia di luna…", ci presenta in veste nuova l'astro della notte che tanti poeti ha ispirato.
Di grande incoraggiamento per il lettore è la lirica della poetessa Daniella Pasqua di Brescia che, nella sua: "E dentro me gioisco…", attraverso la natura e i sentimenti, riesce a leggere la parte migliore e di ogni avvenimento, se pur negativo, andando oltre e gioendo del cambiamento in positivo che viene apportato. Incantevole è la poesia: "No...non parlare…" che ci fa capire quanto, in certi momenti particolari di intesa spirituale con una persona, i silenzi siano molto più eloquenti delle parole e uno sguardo possa dire più di mille gesti. Grazie Signora Daniella, queste sue liriche; sono due preziosi regali per noi lettori che ci danno fiducia nei sentimenti.
Affascinanti sono sempre le liriche della poetessa Matilde Di Martino di Agrigento, che ci dà una descrizione approfondita in: "Signora Nostalgia…" che sempre aleggia nelle menti umane e che fa in modo che il passato si affianchi al presente attraverso quei ricordi che restano indelebili nella mente. Nella sua seconda lirica: "Vai oltre il buio…" la poetessa ci dà un incitamento a superare i momenti difficili, cercando di ricordare e raccontare solo quello che con la nostra volontà e coraggio riusciamo a superare: cioè le parti belle della nostra esistenza che sono quelle che ci aiutano a proseguire. La cara amica Matilde compone sempre liriche speciali che affascinano i fortunati lettori.
Molto vive le poesie della poetessa Mariangela Fumagalli di Bellagio (Como) che ci dà un affresco dalle vivaci tonalità del mese di "Ottobre…" inteso come un passaggio verso la fredda stagione ma ancora un periodo da godere per l'aria piuttosto tiepida. Il tutto ambientato sulle sponde del Lario. L'altra sua poesia: "In fondo al viale…" ci parla invece della stagione più positiva, e cioè la primavera che è periodo di rinascita sia della natura sia dell'animo umano che si dispone verso l'allegria e l'amore. Queste due liriche mi hanno fatto davvero sognare.
Infine ecco le due bellissime poesie del nostro caro Sandro che, pur se tristi, c'inducono a meditare. In "Il pettirosso…" commovente è il muto dialogo con il pettirosso che col suo allegro saltellare suscita in lui tristi pensieri visto il luogo dove avviene l'incontro e cioè sulla tomba di sua moglie, mentre in: "Io ti ritrovo ancora…" lo induce a meditare sul suo futuro destino. Infine la "Corrispondenza dei lettori" è indice di attiva partecipazione a questa rivista che è a noi tanto gradita e in particolare ho apprezzato l'intervento del signor Dino Cagnolini di Padova che ha posto una domanda molto interessante ed altrettanto è stata la esaustiva e culturale risposta del nostro caro Poeta Sandro Ciapessoni. Grazie ancora caro Sandro per questo dono che si rinnova ogni volta con la tua preziosa rivista. Un caro saluto

Antonia Migliaresi

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Dalla Poetessa signorina Monia Mariani - E-Mail
Sansepolcro (AR) li:27-05-07


Caro Sandro,
due righe, una lode sincera al Suo foglio letterario artistico. Gradevole ed elegante. Rime sparse da ogni luogo della nostra bella penisola. Ogni verso è un ode all'incanto dei nostri luoghi, al nostro passato. In ogni Poeta, nascosto dietro quelle sillabe, sta un uomo che crede ancora nella bellezza.
Sono stata particolarmente impressionata da una Sua poesia apparsa nel foglio di Marzo-Aprile scorso, dal titolo "Rustiche case". Leggerla vuol dire stare in quei posti; tra le righe un amore grande per la natura, una genuinità infantile sotto ogni pietra, in ogni ombra, in ogni prato o profilo. Il sambuco che odora, mi ha portato in quei luoghi a lei cosi cari. Quella lieve malinconia alla fine, come soffio di vento. Continui a deliziarci ancora. La saluto con affetto, lieta di poter far parte del Suo delizioso angolo poetico.

Monia Mariani

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Dalla Poetessa Signora Matilde Di Martino di Agrigento
Agrigento: 27 aprile 2007-

Gentile Poeta Sandro ci metto parecchio per arrivare coi commenti, ma prima o poi giungo col mio modesto contributo per la sua creatura letteraria che cresce bene, sia nel numero delle pagine, che nella ricchezza dei contenuti. La ringrazio per la fiducia che mi accorda nel considerarmi una delle sue collaboratrici. Mi riempie di gioia essere da Lei considerata un elemento valido, grazie ancora! "Per ogni nuovo numero di "Ars Poeticae", l'attenzione si fa sempre più viva, allo scopo di coglierne ogni dettaglio ed evidenziarne la valenza.
La descrizione della casa di Pescara, che diede i natali a Gabriele d'Annunzio, resa vivida dal resoconto minuzioso,a tratti perfino poetico, dell'inviata speciale, Antonia Migliaresi di Roma, ci porta ad attenzionare il "Notturno", prosa di riflessioni e di ricordi, con annotazioni su dei piccoli cartigli delle intime e suggestive espansioni legate al tempo della fanciullezza. Quella abitazione, divenuta Monumento nazionale, è il centro propulsivo di tante emozioni vissute intensamente dal Poeta. Ricca di memorie appare al visitatore la quarta stanza, col Bambinello di cera nella teca di cristallo, con le numerose reliquie della zia, con la dolce eco delle prime preghiere. Graditissima l'aggiunta del Poeta Sandro con ulteriori notizie sulle numerose esperienze di vita e sulle vicissitudini vissute dal d'Annunzio.
Una nuova poetessa, Monia Mariani, di Sansepolcro (AR) entra a far parte del gruppo già noto. Il suo esordio poetico è delicato. In "Petali d'infanzia…" c'è in luce il mondo colorato dei suoi sentimenti, il rosso si fa vivo di attesa, mentre il nero si smorza col sorriso dei petali d'agrifoglio. In "Buccia di luna…" si avverte una sospensione d'animo, legata alla suggestiva visione della luminosa meteora che s'affaccia nel buio della notte.
Conosco bene la sensibilità della poetessa Antonia Migliaresi, e la ritrovo intatta nelle poesie "Rimpianti…" e "La ruota della vita…". In esse, l'onda di un nostalgico ricordo offre immagini struggenti della palpitante vibrazione del suo cuore, pronto a sperare ancora, seppure avvolto in un velo di profondo rimpianto per gli attimi di gioia perduta.
La Poetessa Daniella Pasqua di Brescia, ci offre due liriche di grande dolcezza "E dentro me gioisco…" e "No…non parlare…". Nella prima poesia, scritta con rime gradevolissime, si scopre la gioia del superamento di qualcosa che ha tenuto il cuore in grande preoccupazione. Nella seconda affiora un sentimento così delicato da non richiedere parole, ma un silenzio di complicità e di profonda intesa, il tutto espresso con la particolare impronta del suo sentire.
La poetessa Mariangela Fumagalli, di Bellagio, (CO) in "Ottobre…", ci presenta l'autunno coi passi di vento ad animare i respiri delle foglie. L'animo s'acquieta ed attende con serenità la ciclicità della natura coi mutamenti delle stagioni. Nella lirica "In fondo al viale…", c'è un graduale ridestarsi alla vita primaverile, con un gradito bisbiglio di fondo tra i silenzi del tempo.
Le due liriche del Poeta Sandro Ciapessoni: "Il pettirosso…", e "Io di rivedo ancora… ", sono molto commoventi. S'incentrano sull'immagine tenerissima di un amico pettirosso, che dai rami di una tuia pare lo segua, durante le frequenti visite alla tomba del suo perduto grande affetto. Il fedele pettirosso raccoglie le emozioni e, perfino, i desideri di chi silenzioso, fra i marmi, resta a pregare e a guardare lontano con occhi di speranza; diviene il testimone di sentimenti sinceri, di gesti quotidiani semplici, ma ricchi di amore eterno.
Dopo la piacevole carrellata sulle poesie c'è da soffermarsi sulla "Corrispondenza dei Lettori". Diviene sempre più fitta, rivela i momenti di riflessione, regala alla Rivista una nota aggiuntiva di notevole importanza, ma è anche un simbolico abbraccio fra poeti e lettori. In relazione al citato poeta greco, Costantino Kavafis, mi piace riportare pochi versi d'inizio della sua "Itaca." "Quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga fertile in avventure e in esperienze."
Per noi di Ars Poeticae, il lungo viaggio è iniziato e procede con entusiasmo, alla guida c'è l'infaticabile nocchiero Poeta Sandro che ci conduce verso l'approdo della Poesia, luogo di confine tra quotidiano e favoloso, dove si fissano momenti di vita con occhi di stupore, dove si usa l'arma fragile e leggera della parola, per esprimere al meglio ogni umano sentimento. Grazie di cuore per l'attraversamento di mari di conoscenze e di serene isole a ristoro della mente. A tutti quanti, poeti, commentatori e lettori, vadano i più cordiali saluti.

Matilde Di Martino

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Dalla Poetessa e Pittrice Signora Mariangela Fumagalli di Bellagio (Como)
Bellagio, 30 aprile 2007-

Sto leggendo e rileggendo i commenti vari delle tua Rivista per trovare quali parole per fare dei commenti vari, ma tutto, tanto è stato detto che non vorrei ripetermi puerilmente. Tutti hanno scritto pensieri nei ricchi testi. Questa Rivista ci fa vivere con tutti i Poeti all'unisono, in simbiosi; aleggia virtualmente in luoghi diversi, dalla Sicilia a noi qui dell'alta Italia, un fuoco passionale e storico, dalla dolcezza, alla tristezza dell'infanzia negata…. Oh quale dono regalatoci abbiamo incontrato nelle Opere della Poetessa Matilde Di Martino di Agrigento, della Poetessa Daniella Pasqua di Brescia e delle Poetesse Antonia Migliaresi di Roma e Monia Mariani di Sansepolcro (AR) parole così diverse e profonde per non parlare del nostro Maestro (perdonatemi il plurale per Lui). Grazie Poetessa Migliaresi per il profondo articolo su Gabriele d'Annunzio, veramente illuminante e ricco di particolari.

Mariangela Fumagalli.

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Dalla Poetessa e Pittrice Signora Daniella Pasqua di Brescia
Brescia, 09 maggio 2007-

L'articolo della Poetessa e Scrittrice Antonia Migliaresi di Roma è molto interessate, Le devo fare i miei complimenti per come l' ha esposto. La vita di Gabriele d'Annunzio è ricca di tanti risvolti inconsueti, ricchi di avventure e colpi di scena. Era un Uomo che sapeva stupire e nello stesso tempo conquistare con le sue numerose opere artistiche. E' stato per me molto dilettevole, leggere "riga per riga" i particolari della sua infanzia vissuta a Pescara, conoscendo la sua casa natale.
Purtroppo non ho avuto la possibilità di visitarla, ma dalla descrizione è come l'avessi frequentata. Ho supervisionato la casa dove visse gli ultimi anni della sua vita, (la Priorìa del Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera) e devo dire che è impossibile non rimanerne stupiti e affascinati; ogni volta che si ritorna è come se fosse la prima volta. Sicuramente sarà così anche per la sua casa natale. E' una parte di storia italiana testimoniata da tutto ciò che ha lasciato agli italiani.
Inoltre i dettagli forniti dal Maestro Sandro Ciapessoni, riguardo il Vate, chiudono questo articolo in modo completo e significativo. Ma sono e sarò sempre lieta di poter conoscere altro della vita di questo grande Eroe - Poeta.
"Petali d'infanzia…" della Poetessa Monia Mariani, di Sansepolcro (AR) è un affresco di luce gioiosa; frammenti di vita descritta con i colori dell'arcobaleno. " Buccia di luna…", un' opera breve ma colma di pathos per l'astro che ha conquistato i cuori di ogni tempo. Benvenuta in "Ars Poeticae".
Le liriche della Poetessa Antonia Migliaresi :di Roma: " Rimpianti… " e la "Ruota della vita" .La prima fa vivere quella nostalgia che di solito accompagna i ricordi più dolci ed emozionanti di un passato mai dimenticato, ma nella chiusura rimane ancora la speranza e questo dà adito a rivivere ancora quei momenti magici. La seconda, molto intensa, è il ripercorrere la propria vita, consci di aver perso o non aver colto al momento giusto occasioni che realizzavano i propri sogni; ora il tempo è passato e tutti quei sogni si sono smarriti nel tempo. Sono due perle preziose che arricchiscono questa rivista.
" Signora nostalgia…", della Poetessa Matilde De Martino di Agrigento, è come un' armonia di suoni che si intrecciano creando una perfetta sinfonia, tra un accordo e l'altro. La nostalgia è come una compagna che a volte ci allieta e a volte ci affligge." Vai oltre il buio…": una sublime poesia, ricca di emozioni che sanno coinvolgere la mente e il cuore: come non rimanerne affascinati?... La quarta strofa è davvero mirabile!
"Ottobre…" -e " In fondo al viale…", della poetessa Mariangela Fumagalli:di Bellagio (Como). La prima possiede le sfumature magiche del cambio di stagione, dove la natura esplode con i suoi intensi colori, leggendo questa ode è come farne parte, entra nelle ossa e nell'anima. La seconda: è una delicata e sensibile descrizione di un luogo che sa imprimere nel cuore emozioni intense.
E come non ammirare le due opere del Maestro Sandro Ciapessoni?... lariano per eccellenza e tremezzino per giunta? "Il pettirosso…", un piccolo e gioioso uccellino che pare voglia ridar vita in un luogo di amari ricordi e pene. Infatti cattura l'attenzione del Poeta regalandogli un momento di pensiero: " Muto poeta… o messager del Fato?".
"Io ti rivedo ancora…", qui è ancora il pettirosso che cattura l'attenzione del Maestro, ma nonostante la gaiezza e la vitalità del tenero volatile, il cuor suo è triste e mesto; il dolore ha il sopravvento alla vita stessa e chiude i suoi versi con una raccomandazione chiara e accorata: " Un verde cespo di pungenti ortiche / frammisto alla rosella campagnola / t'indicherà il mio letto a primavera". Quest'opera è molto commovente, si percepisce lo smarrimento e il dolore del Poeta. Complimenti Maestro Ciapessoni per il pregevole lavoro fatto, ogni volta questa rivista offre stimoli ed emozioni grandi.

Dania

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dal Signor Dino Cagnolini di Padova
Padova, 25-05-07

Caro maestro Sandro,
conoscendo il Suo profondo rigore intellettuale, veder pubblicate le mie lettere, è per me motivo di grande gratificazione e gioia. Le Sue risposte poi sono autentiche dotte ed esaurienti lezioni per tutti noi. Inoltre ho la fortuna di incontrarLa, a volte chino sulle "Sue sudate carte", seduto al "Caffè Orange" di Padova, da entrambi frequentato. Qui, degustando l'ottimo caffè del locale, la nostra conversazione breve ma intensa, si sofferma anche sui fatti salienti delle nostra - ahimè - ormai lunga vita passata. Mi sovviene a tale proposito qualche Sua accenno alla Sua giovinezza trascorsa in Firenze. Non dimenticando l'importanza di Firenze, culla della lingua italiana e sede storica della cinquecentesca "Accademia della Crusca", non dubito che questa permanenza abbia influito sulla Sua formazione di uomo, di poeta e di letterato. Le dispiace parlarne? Ne saremo tutti felici. Vorrei ora rivolgere un sentito ringraziamento a tutte le brave e sensibili Poetesse che contribuiscono ad illuminare la mia vecchiaia con le loro poesie che parlano alla mia mente, al mio cuore ed alla mia anima. Auguro a tutte Loro, una estate serena e piena di felicità e… poesie per noi. Chiudo care Poetesse dedicando a Voi alcuni versi di un Poeta che mi è caro: Mario Luzi, nato a Firenze (così rimango in tema, caro Maestro).

"L'intelligenza tra due
quando tramutata in grazia si guardano
e si scambiano come offerta
con nitore di mandorla mondata
il senso preciso delle cose spiccato alla loro alba
e cantano l'unisono, il concorde di là dal dialogo, di là dal diverbio… ".
Un affettuoso saluto a tutti nella speranza di essere ancora pubblicato.

Mario Luzi..

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Caro Signor Dino, come vede questa volta lo spazio per una adeguata ed ampia risposta come il Poeta meriterebbe, … mi è proprio limitato. Sul prossimo numero, quello che aprirà la stagione autunnale, potrà leggere il mio esauriente commento sia sulla vita che sull'Opera del Poeta e su quant'altro richiestomi. Un carissimo saluto

Sandro Ciapessoni.

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