ALLEGATO

"ARS POETICAE"

di Sandro Ciapessoni

4° TRIMESTRE 2008

 

A margine di quanto precedentemente pubblicato nel 4° trimestre 2008 in "Ars Poeticae" su Gabriele d'Annunzio e più precisamente sulla sua fedele ex amante Emilie Mazoyer, ritengo doveroso - a ragion di storia - far rilevare quanto segue. (Da A. Mazza: "L'harem di d'Annunzio).

Alla sua ultima Clematide (Aélis Emilie Mazoyer - mia notazione) indirizzerà, un mese prima di morire, un grido disperato: "Il tuo posto è vuoto alla mia sinistra, come ieri. Sarà così fino all'ultima ora , fino a che anche il mio sarà vuoto per sempre. Benedetta! Benedetta!"

Verso il nulla

Sentiva sempre più vicino il respiro della morte. Una sera Aélis condusse il discorso sulla religione e sul mistero dell'aldilà. La interruppe all'improvviso:

"Il nulla: è il nulla che mi attrae, il néant, che mi attrae, come dite voi francesi, parola più forte, più sonora, più tragica del nostro nulla o niente."

[…] Tutto era finito. La custode dell' harem, dopo averne chiuso i battenti alla vigilia della fine, gli era rimasta vicina per l'estremo conforto. Nell'ultimo bacio sulla fronte e sulle mani, Aélis fu come stordita da un profumo d'ambra. Poi, quando sotto la volta fredda della notte stellata tra i cipressi che circondavano la nave Puglia, diede l'ultimo addio alla bara al termine della cerimonia funebre, scoppiò in un altro pianto e abbracciò la pianista (Luisa Baccara) . Da tempo avevano cessato di essere nemiche: la gelosia si era totalmente consumata nel dolore.

Quella stessa notte il Vittoriale passò allo Stato come previsto nell'Atto di donazione del Poeta, e la moglie si stabilì nella Villa Mirabella, ridente dimora all'interno della tenuta.

La Mazoyer e la Baccara furono accompagnate con le loro povere cose fuori dalla Priorìa, la casa che avevano visto crescere e che avevano amato e nella quale non sarebbero forse più tornate.
Uscendo dal grande cancello del Vittoriale, Aélis ricordò le parole sul néant, il niente che l'avevano tanto colpita . Anche lei stava per entrare nel niente. Ma Gabriele non l'abbandonò.

Le accadde ciò che era accaduto a lui con la Duse. Quando glielo aveva raccontato aveva pensato che si trattasse di allucinazioni dovute alla droga. Aveva avuto torto, lo riconosceva. Senza altra droga che il suo dolore, una notte ebbe la visita del Comandante. Era stesa sul letto quando le apparve, molto pallido, diritto, e le disse:
"Non c'è nulla, non c'è nulla."
Le fece un triste segno con la testa e sparì. Fu colta dal panico e non le fu più possibile prendere sonno. Ripeté al alta voce quelle parole e subito pensò che erano smentite dalla stessa presenza del fantasma: se vi era il nulla come aveva potuto mostrarsi e parlarle? […] Cercò conforto nei ricordi. Le parve di udire le parole di un giorno lontano:

"Aélis, siete stata fedele, paziente, comprensiva, quasi mai importuna; siete stata la pietà senza peso."

*** ***

Mia nota:
D'Annunzio era solito procurarsi all'inizio di ogni anno, una copia dell'almanacco "Barbanera". Riportava con apprezzabile esattezza le previsioni meteorologiche di ogni periodo di fase lunare. Inoltre erano in esso contenute alcune istruzioni e consigli utili riguardanti l'agricoltura. Riportava anche previsioni di avvenimenti che sarebbero avvenuti durante lo stesso anno. Controllando il mese di marzo il giorno 1, appariva la seguente nota: "Morte di una personalità".

Al momento del decesso, quell'almanacco si trovava accanto al corpo del Poeta, con la macabra scritta sottolineata in rosso.

***

Le presenze di Aélis e della pianista Baccara alle esequie del Vate sono da ritenersi veritiere. Oltre a quanto precedentemente affermato dallo scrittore Mazza (che circondavano la nave Puglia, diede l'ultimo addio alla bara al termine della cerimonia funebre) lo dimostra anche questo scritto di Aélis da poco venuto alla luce:

Un grido si alza: "Camerata Gabriele D'Annunzio!", la folla risponde in coro: "Presente!"

Aélis: in ginocchio da (Va) te
"Sono impassibile: è come se stessero seppellendo anche me"
.

Questa frase costituita da nove parole, mi da una certezza: Aélis e la Baccara superando le strette sorveglianze disposte in tal caso, riuscirono a rientrare al Vittoriale e sicuramente confuse tra i partecipanti, ebbero modo di assistere alla triste cerimonia. Suppongo rientrate per il diretto intervento presso le Autorità di quel momento da parte di donna Maria Harduin dei duchi di Vallese, da quella notte, vedova del Vate. Molti punti restano ancora da chiarire sulla scomparsa del Poeta. Controllando il contenuto dei Diari di Galeazzo Ciano, l'allora Ministro degli Esteri, in data 2 marzo 1938 è riportato:

2 Marzo 1938:
"In casa Colonna ho saputo ieri sera la morte di D'Annunzio ed ho ricevuto l'avviso di accompagnare il Duce a Gardone. Partenza alle ore 8 del mattino. Non posso dire che il Duce fosse molto commosso. Trovava che la sorte di D'Annunzio era stata invidiabile: dopo una vita gloriosa ed eroica, una morte fulminea, ad un'età che si può considerare limite. Mi ha narrato di avere appreso l'accaduto da una telefonata dal Prefetto Rizzo che si è espresso testualmente così: "Ho il dolore di darle una buona notizia!" E' stato un lapsus che però rivelava lo stato d'animo di un poliziotto felice di essersela finalmente cavata! […] Ha detto che nei confronti del Regime si è portato sostanzialmente bene, se pure non ha mai fatto nei primi sette - otto anni adesione aperta. Crede però che nel 1924 si fosse schierato contro, sarebbe stato un pericoloso avversario perché aveva molto seguito nella gioventù.
17 agosto 1938 :
[…] Consiglio al Duce di far dedicare a Roma una grande strada al nome di d'Annunzio, invece di un viale del Pincio come ha fatto il Governatore. In questa Roma che onora con strade principali tanti più o meno trascurabili defunti, Gabriele d'Annunzio che è stato un meraviglioso italiano, merita di più.

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Tutto sommato, alla luce di questi nuovi riscontri, tanti punti oscuri sulla morte del Poeta, restano ancora "irrisolti"e creano in tal modo supposizioni e dubbi su quanto fin'ora ci è stato trasmesso.

Non aggiungo altro ma chiedo solo: " Come veramente morì d'Annunzio?"

Sandro Ciapessoni.

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