Una serata con noi Nella prima parte dei nostri precedenti volumi ‑
« Dai Mondi Invisibili » e « Oltre l'Illusione » ‑ abbiamo diffusamente
descritto i fenomeni fisici che avvengono durante le nostre sedute tenute da
oltre trent'anni sempre con lo stesso eccezionale medium. In questo libro ci
limitiamo perciò a descrivere una nostro serata di riunione, tanto per rendere
l'idea dell'atmosfera che si crea durante gli incontri con le nostre Guide
disincarnate. Aveva chiesto di assistere ad una nostra seduta la
signora Anna E., vedova di un commissario di polizia ucciso dalle Brigate
Rosse. Il cocente dolore che traspariva chiaramente dalle espressioni usate
nella lettera che ci aveva inviato ci indusse a riceverla pur facendole
presente che nelle nostre riunioni raramente intervengono entità affettive.
Ella spiegò, durante una conversazione telefonica, che le sarebbe bastato udire
le voci delle entità di cui aveva letto i confortanti messaggi pubblicati nei
nostri volumi. La signora intervenne accompagnata dal sacerdote
Padre Eugenio Ferrarotti e dal dott. Alfredo Ferraro. Anche quella sera erano
presenti circa quindici componenti del Cerchio, piú due osservatori occasionali
perché piú di due persone nuove alla volta non ci è dato di ricevere. Molti dei
presenti erano giovani come la signora Anna e le si serrarono intorno con
affettuose parole di commossa solidarietà. Facemmo sedere i nuovi ospiti vicini al medium e noi
tutti intorno. Leggemmo, come nostra abitudine, il dattiloscritto tratto dalla
registrazione della seduta precedente. Quella sera che era presente un
sacerdote, peraltro inaspettato e intervenuto solo come accompagnatore,
l'argomento toccato la volta precedente dai nostri Istruttori disincarnati
verteva proprio sulla funzione delle religioni ai fini dell'evoluzione
individuale. Questo importante messaggio è pubblicato a pagina 85
di questo volume: il dibattito che seguí a questa lettura fu molto breve,
perché le parole di Kempis ci trovarono tutti consenzienti. Durante questo scambio di idee si era creata la
giusta atmosfera di attesa e di ricettività: spegnemmo perciò la luce,
recitammo una preghiera e ci raccogliemmo in silenzio e in meditazione. La trance avviene sempre entro pochi minuti, il
respiro del medium si fa ritmico, quasi una respirazione yoga. Per prima inizia
a parlare l'entità Guida che da oltre trent'anni si manifesta con la stessa
inflessione di voce, diversa da quella del medium, con una dialettica dolce e
rassicurante e con un intenso profumo di violette avvertibile in tutta la vasta
stanza che ci accoglie. Dali, cosí si è fatto chiamare questo nostro
Istruttore, pur parlando in generale sa trovare le parole calzanti ai problemi
di ognuno dei presenti. La signora A. E., in un punto della sua struggente
lettera, con la quale si era messa in contatto con noi, scriveva: « ... lo non
amo piú la vita e accetto il dolore, non voglio calmarlo; vorrei raggiungere
solo un certo equilibrio per continuare ad essere madre nel modo meno
sbagliato, perché non voglio insegnare l'odio ai miei figli, ma non so certo
insegnare loro ad amare e a perdonare ». E Dali nel suo messaggio di quella
sera disse anche queste parole: « ... Vedo taluni di voi scoraggiati assumere
un atteggiamento rinunciatario nei confronti della vita, Vedo che taluni di voi
hanno attenuato la loro speranza, vinti forse dalla ridda di, tragici
avvenimenti che si susseguono e che, piú o meno direttamente, toccano un po'
tutti.
Ebbene, o figli, non siate dei rinunciatari. Ma anzi
fortificate la vostra speranza. accendete il vostro cuore di una fiducia nel
buono e nella parte migliore che c'è in tanti uomini. Non lasciatevi sgomentare
dalle tristi manifestazioni di odio e di violenza; gli uomini, fortunatamente,
non sono tutti così... Insegnate ai vostri figli a cercare il meglio dell'uomo,
insegnate che quello che può averli addolorati è stato un capitolo triste,
lancinante, ma la vita non è tutta cosí. Questo è quello che voi potete fare, e,
soprattutto, non sentitevi mai dei rinunciatari, non perdete mai la speranza:
ognuno di voi ha sempre tanto da fare. Guai a colui che crede di essere al
termine del suo compito! E' Dio che chiude il capitolo della vostra vita e del
vostro operare secondo un disegno che non vi è dato conoscere; e fino ad allora
voi avete il diritto e il dovere di vivere con tutto l'essere vostro ». Dopo l'intervento di Dali si presentò l'entità che presiede ai fenomeni fisici. Da qualche anno a questa parte l'apporto avviene quasi sempre a materializzazione lenta, sí da poterne seguire le varie fasi di accrescimento. Le modalità sono circa le stesse per ogni oggetto apportato: il medium è senza giacca, le maniche della camicia arrotolate; i suoi polsi nudi, sono tenuti da chi siede alla sua destra e alla sua sinistra, cioè dagli osservatori occasionali. Egli protende le mani unite in avanti: quella sera fra le dita del medium cominciarono ad apparire subito dei bagliori luminosi che si fecero via via piú intensi, tanto da poter vedere i contorni del volto del medium e le sue mani fino ai polsi. Dopo un minuto o due prendeva corpo una piccola massa quasi ovale, piú scura al centro e luminescente all'intorno, massa che veniva plasmata dalle dita del medium con un movimento continuo e dolce.
La luminescenza era di un colore fra il verde e l'azzurro molto pallido
ed emanava un leggero odore di ozono. Tutt'intorno alla piccola massa piú
scura, l'ectoplasma fuorusciva dai bordi delle dita e dal contorno delle mani,
illuminandole completamente, mentre vapori sottili si dipanavano verso l'alto
e la massa ingrandiva lentamente fino a raggiungere la dimensione dell'oggetto
apportato. A questo punto l'oggetto fu completamente racchiuso fra le mani
dello strumento, come a proteggerlo, ed egli si volse alla signora A. E., che
sedeva alla sua destra, dicendole: « Dammi la tua mano. Tieni, è un dono per
Natale. Tu sai chi te lo manda. E' una piccola cosa, ma dobbiamo accontentarci
di quello che abbiamo a disposizione ». E mise l'oggetto fra le mani della
giovane donna. Mentre avveniva tutto questo, i partecipanti erano in perfetto silenzio e in concentrazione. La Guida, quasi ad avvertire che la concentrazione doveva continuare ancora, mormorò: « Ed ora un altro ». Il respiro del medium si fece di nuovo ritmico, le mani di nuovo luminose, ma questa volta la materializzazione ebbe un procedimento diverso. L'Entità chiamò a voce alta: « Eugenio ». Noi non sapevamo che questi era il nome del sacerdote
presente, seduto un poco piú lontano. A questo punto trascriviamo
letteralmente, tratta da una lettera del religioso. la descrizione
dell'avvenimento: « ... Alla chiamata per nome da parte del medium, mi accostai
a lui, vidi chiaramente ed in piena coscienza di spirito quanto mi lasciò
cadere dalle sue nelle mie mani. Si trattava di un oggetto luminescente ed
incandescente della forma precisa di un cilindro, una colonnina della lunghezza
di tre o quattro centimetri. Mi parve metallo fuso con quella forma e con
un'aggiunta dello stesso materiale, come quando in una colata non si interrompe
con taglio netto la discesa della massa pastosa, densa, vischiosa. Trattenuto
nelle mie mani chiuse, quel po' di "magma" si è materializzato in una
testa di angioletto d'argento sbalzato, che ha la caratteristica di un bel
volto che ti segue, anche guardato dall'interno, Per me la scelta della Guida
fisica nell'apporto di un angelo ha un significato profondo, indovinato e di
assicurazione: mi ha letto dentro!
Che altro posso aggiungere se non compiacermi con il
medium e ringraziare Dio che concede un di piú non dovuto a convalida della
nostra fede assoluta in Lui e nelle Verità da Lui rivelate? Vorrei che molti,
bisognosi di conferme, potessero fruire di tanta consolazione ». La seduta proseguí con l'intervento delle entità che
abitualmente si presentano nelle nostre riunioni, porgendo ognuna il proprio
insegnamento, chi in chiave mistica, chi razionale, chi filosofica o analitica.
Gli apporti si possono ammirare completamente solo quando la seduta è finita e
si può riaccendere la luce. L'oggetto apportato alla signora A. E. era un pendentif in metallo simile all'oro, con
pietre color turchese e rosse, di forma ovale, della lunghezza di tre o quattro
centimetri. Quello per il sacerdote era la testa di un angelo con le alette, un
cherubino, ci sembra, in argento lavorato a sbalzo. Degli oggetti apportati conserviamo solo la
fotografia, poiché naturalmente rimangono di proprietà delle persone a cui le
entità li hanno destinati. Abbiamo chiesto da dove provengono gli apporti: ci è
stato risposto che in genere gli apporti sono oggetti smarriti o dimenticati,
di valore modesto o comunque tale da non arrecare alcun danno. Comunque alcuni apporti sono oggetti molto graziosi,
di fine lavorazione, e alcuni di un certo pregio di antiquariato: ad esempio un
reliquiario a forma di scatoletta ovale intarsiata che porta la data 1784; una
piccola coppa cinese porta‑riso In porcellana decorata dell'epoca dei Ming; una scatoletta in finissima porcellana decorata con il giglio di Francia
e la data 1785; una moneta delle guerre puniche, il Victoriatus; uno
specchietto antico in argento e turchese (riprodotto sulla copertina del libro
« Spiritismo, illusione o realtà » di Alfredo Ferraro ‑ Edizioni
Mediterranee una cavigliera orientale, usata dalle odalische, in argento
finemente decorato con frangia pure in argento fatta di piccole sfere e
dischetti donata alla signora Lina Brady; un ciondolo porta‑reliquia in
filigrana d'argento e pietre, donato a Paola Giovetti; tre piccoli oggetti in
oro e numerosi altri, quasi tutti riprodotti in fotografie sui nostri volumi. Per chi pensa alla possibilità di trucchi, sarebbe
per lo meno singolare che il medium o qualche suo aiutante si desse la pena di
andare alla ricerca di questi oggetti da donare ai partecipanti, al semplice
scopo di destare sensazione, poiché è noto che queste sedute sono condotte
senza il sospetto del minimo lucro. Ma un altro particolare vogliamo mettere in
evidenza: la formazione e l'estrinsecarsi delle luci. Alla fine della seduta di
cui abbiamo parlato abbastanza diffusamente in queste pagine, si presentò
l'entità che si è fatta chiamare Teresa e che si manifesta sempre con un
intenso profumo di rose fresche, con luci e spesso con la levitazione del corpo
del medium. Dopo aver formulato una breve preghiera camminando in mezzo al
cerchio e rivolgendosi ai presenti con una carezza o un segno di croce in
fronte, l'entità si soffermò presso la signora A.E. e le accarezzò i capelli
che portava piuttosto lunghi sulle spalle: ebbene, le luci che erano sulle dita
del medium furono trasmesse ai capelli della giovane donna e noi tutti potemmo
notarle fino a che non fu riaccesa la luce. Altre volte le entità hanno trasmesso la luminosità
delle mani del medium alle mani dei partecipanti che ne venivano a contatto: ci
è stato permesso anche di accendere la luce e di esaminare e fotografare le
mani dei medium mentre emanavano queste luci diffuse che sembravano provenire
dalla sua epidermide. Abbiamo cosí potuto verificare che su quelle mani nude
non vi era traccia di sostanza alcuna, né sul dorso, né sulle palme. Il dott.
Alfredo Ferraro, fisico. che segue da diversi anni le nostre esperienze, ha
segnalato il fenomeno al prof. Giuseppe Guanti, docente di Chimica Organica
presso l'Università di Genova, e ha ricevuto questa risposta.
Dott. Alfredo Ferraro ‑ Genova In relazione al fenomeno descritto nel suo libro e
concernente manifestazioni che avrebbero luogo in seno al "Cerchio Firenze
77", nel merito delle quali ovviamente non entro, posso precisare quanto
segue: Esistono numerosi casi di reazioni chimiche che, anche a temperatura
ambiente, sviluppano energia luminosa (chemiluminescenza). Tuttavia, sulla base
dei dati di letteratura, non sono noti processi di questo tipo che, per
mescolamento di reagenti non corrosivi, sviluppino contemporaneamente fumi
biancastri non tossici, senza che rimanga alcun residuo alla fine della
reazione. Rimango a disposizione per eventuali indagini
scientifiche e Le invio i migliori saluti ».
f.to
prof. Giuseppe Guanti Anche i profumi, a volte di violette, altre volte di
rose, di fiori misti o di aromi orientali, hanno la particolarità di rimanere a
lungo sugli abiti degli intervenuti, sulle mani di chi è venuto a contatto con
le mani del medium; sono intensissimi poi nella stanza in cui avvengono le
riunioni e sui braccioli della poltrona dello strumento dove permangono per
giorni e giorni. Questi i fatti. Ma, come piú volte abbiamo
sostenuto, per noi l'importante è ciò che viene detto in queste riunioni, il
riflesso che l'insegnamento ha nel nostro vivere di ogni giorno, rendendoci
consapevoli che la superiore ragione d'esistenza dei problemi della società è
proprio quella di destare l'essere interiore dell'uomo e farlo assurgere alla
dignità che gli è propria. D'altra parte una fredda riunione a scopi solo
rigidamente scientifici non otterrebbe lo stesso scopo e non otterrebbe nemmeno
quello di convincere il resto del mondo sulla obiettività dei fenomeni, poiché
è chiaro che non può esistere nessuna prova atta a far credere se prima non vi
è la disposizione a credere. « Nel mondo da cui vi parlo ‑ dice Kempis ‑
nessuno può vedere ciò che non crede, mai la prova viene prima della certezza;
la Realtà è nell'intimo dell'essere e solo lí può essere scoperta ». DA UN ARTICOLO APPARSO NEL NUMERO DI LUGLIO‑AGOSTO
1977 DELLA RIVISTA « GLI ARCANI » Prof. Ugo
Déttore ‑ Filosofo, parapsicologo, scrittore (autore di « Normalità e Paranormalità », « L'altro regno »),
direttore dell'Enciclopedia « L'Uomo e
l'ignoto ». Chi legge una storia del paranormale ha
l'impressione, in genere, che con gli anni quaranta, il periodo dell'alta
medianità si sia concluso e la sua ricca fenomenologia sia praticamente
scomparsa. Non è esattamente cosí; ancor oggi, sebbene con minor frequenza, i
fenomeni dell'alta medianità permangono, o, per lo meno, vengono segnalati:
solo che si è allontanato da essi l'interesse scientifico, ormai avviato, per
le vie di una metodica che non potremmo dire matura, ma certo già robusta, in
altre direzioni. Vi sono ancora sedute private, che si svolgono nello
stesso clima psichico di un secolo fa, a carattere nettamente spiritico, e
nelle quali avvengono le stesse stranissime cose di allora; non giudicherei
negativo tale fenomeno, come non giudicherei negativo il fatto che in qualche
parte si svolgessero riunioni nello stesso spirito di quelle delle prime
comunità cristiane. Un fatto umano teso in buona fede verso un'idea di
evoluzione morale è sempre valido e deve essere accettato come tale senza
preconcetti né sufficienze; si tratta solo di inquadrarlo nel momento presente
e di riconoscervi un significato; si tratta soprattutto di assumere, di fronte
ad esso, un atteggiamento chiaro e leale, al di là di ogni equivoco. Si parla da tempo delle sedute condotte in una bella villa nei dintorni della città dal Cerchio Firenze 77 e dei fenomeni che vi avvengono: punti e globi luminosi, luminescenze delle mani del medium, apporti, levitazioni. Ho potuto partecipare recentemente, grazie alla cortesia della gentile ospite del gruppo, che mi ha invitato, e a quella del dottor Ferraro, che mi ha condotto, a una di queste sedute; e ne ho tratte alcune riflessioni che vorrei qui esporre. Personalmente penso che i fenomeni delle sedute
private in genere, e di quelli del Cerchio Firenze 77 in particolare, siano
genuini. Di norma queste sedute avvengono con le stesse persone e con lo stesso
medium, e non sempre è presente un invitato estraneo al gruppo: non è molto
verosimile che una trentina di amici si riuniscano regolarmente intorno a un
soggetto che si presta gratuitamente, e che in genere è loro amico, al solo
scopo di imbrogliarsi a vicenda o imbrogliare l'eventuale estraneo. Ma non è
sulla genuinità dei fenomeni che vorrei insistere quanto sul fenomeno globale. Il Cerchio, infatti, non si riunisce con lo scopo di
ottenere fenomeni parafisici eccezionali: questi avvengono come un di piú, veri
e propri epifenomeni. Il vero fine del gruppo è di ascoltare e registrare le
comunicazioni di carattere speculativo provenienti per automatismo parlante da
una « intelligenza » che rivela una notevole cultura e una capacità dialettica
non comune, l'una e l'altra superiori a quelle del soggetto. Molte di queste
comunicazioni sono state pubblicate, sia pure in edizione privata, e ne è in
preparazione un'edizione regolare. Posso notare che la filosofia dell'entità
Kempis si accosta per piú riguardi a quella dell'entità A, che si manifesta nel
gruppo napoletano diretto dal professor Di Simone: la stessa dialettica
stringente, le stesse concezioni etiche che tendono a eliminare le idee di male
intenzionale e di una conseguente punizione, convergendo invece su quella del
progressivo approfondimento di un'esperienza interiore. Dopo alcuni anni di attività, l'intesa fra i
componenti del « Cerchio » è avanzatissima: essi parlano un linguaggìo comune e
speculano entro un dato ordine di idee, costituiscono un nucleo spirituale che
è dello stesso ordine di quelli da cui sono sorti tutti i movimenti iniziatici
e, se vogliamo, tutte le religioni. Questa intesa mi sembra alla base del
fenomeno globale: è il fatto umano che lo sostiene e lo sostanzia. Come tale è suscettibile di un approccio storico,
filosofico e psicologico in senso lato, alla Jung, Si può, ad esempio,
avvicinare l'epifenomenologia paranormale che accompagna il formarsi di questo
clima psichico con quella che è stata sempre presente negli antichi riti mistici
o accanto alle figure dei grandi iniziati, come si può inquadrare il contenuto
dei messaggi in una storia della filosofia e dei movimenti spirituali in
genere.
Ma tutto ciò non ha nulla a che fare con un
approccio scientifico, cosí come le dottrine umanistiche, a rigore, non hanno
nulla a che fare con le dottrine quantitativamente scientifiche, sebbene le une
e le altre siano egualmente considerate scienze. Diversi sono gli oggetti del
loro studio, diversi i loro metodi e diversi i loro scopi. Da questo punto di
vista la battaglia del lago Regillo, a esempio, non è quantitativamente
provata: la storiografìa si vale, in sostanza, di quei due criteri di cui si
valevano gli antichi metapsichisti a cominciare da Robert Owen, e che la
parapsicologia ha decisamente respinto; la analisi comparata e la convergenza
delle prove. Noi accettiamo che presso il lago Regillo i Romani
abbiano sconfitto i Latini nel 499 a.C., perché battaglie ce ne sono sempre
state e perché gli antichi storici sono concordi e coerenti nell'affermarlo;
non accettiamo invece che, durante quel combattimento, i dioscuri Castore e
Polluce abbiano sostenuto i Romani perché fatti simili, nella tradizione
storica, sono estremamente rari e non sostenuti da tuttì glì storici: ma tanto
la certezza della battaglia quanto la negazione del prodigio non hanno alcun
fondamento rigorosamente scientifico in senso quantitativo. E, a questo punto, ci si presenta il problema del
controllo e della conferma scientifica della paranormalità quale ci si presenta
spontaneamente nelle sedute private a carattere spiritico. Di norma, i
direttori di queste sedute non sono oggi favorevoli all'intervento di uno
scienziato, o di uno scientista il quale imponga le sue condizioni. Dal loro
punto di vista hanno perfettamente ragione. La presenza di una simile personalità snaturerebbe
fatalmente il fenomeno globale. Non sarebbe ammissibile una seduta,
scientificamente impostata, con una trentina di astanti ognuno dei quali
potrebbe essere un complice nella frode: bisognerebbe ridurre la seduta alla
sola presenza del medium e di due o tre sperimentatori Inoltre il medium,
specialmente se la seduta avviene al buio completo, dovrebbe sottoporsi a date
condizioni: farsi perquisire, esaminare medicalmente, legare, incerottare, ecc.
Ma tutto ciò cambia radicalmente le basi del
fenomeno: elimina il clima psichico originale, mette il medium in condizioni di
disagio fisico e morale, presuppone l'intervento di stati mentali del tutto
diversi; e ci si può attendere senz'altro una seduta del tutto negativa. 1
gruppi privati hanno però torto quando invitano uno scienziato alle loro sedute
affinché si convinca della realtà dei fenomeni pretendendo però di imporgli le
loro condizioni. Nessuno ci costringe a giocare a scacchi, se però vogliamo
farlo, dobbiamo seguire le regole del gioco. Da parte loro gli scienziati hanno perfettamente
ragione quando esigono che siano rispettate le condizioni da loro ritenute
necessarie, ma hanno torto quando, da un rifiuto, concludono che dunque si
tratta di trucchi: perché sotto le loro condizioni non verrebbe piú esaminato
il fenomeno che si voleva studiare ma un altro del tutto diverso. Il principio
di indeterminazione di Heisenberg mi sembra rispondere perfettamente a questi
casi, i mezzi di osservazione entrano a far parte del fenomeno osservato e lo
snaturano. Negli ultimi mesi dello scorso anno è sorta una
piccola polemica tra il dottor Cassoli, il dottor Ferraro e, implicitamente, il
« Cerchio Firenze 77 ». Il Ferraro, sulla rivista « ESP », volle dimostrare la
genuinità degli apporti avvenuti nelle sedute del « Cerchio » presentando le
fotografie della loro formazione; fotografie senz'altro interessanti in quanto
sarebbero le uniche in cui si vedono apporti in due momenti successivi,
dapprima incompleti, poi completi. Il Cassoli ribatté che tale documentazione
non aveva alcun valore perché la seduta era avvenuta al buio completo, salvo la
luminescenza delle mani del medium, senza alcun controllo e senza che il
soggetto fosse stato perquisito in anticipo. Il « Cerchio », da parte sua, si
sentí accusato di frode da una autorità competente, che tuttavia non aveva
assistite, alle sedute, e ne soffrí. Tutti e tre avevano ragione, ma su tre basi diverse
e inconcitabili Il dottor Ferraro aveva colto l'occasione di poter documentare
per la prima volta il formarsi di un apporto in vari stadi, pur sapendo di non
poter dimostrare che si trattava effettivamente di un apporto. Come
appartenente al gruppo si sentiva un po' come un tratto di unione tra un
atteggiamento fideistico e un atteggiamento scientifico. Il dottor Cassoli faceva rilevare che la prova era
invalidata dal fatto che erano mancate tutte le premesse per garantire la
genuinità dell'apporto e criticava dunque a buon diritto la condotta
sperimentale. Il gruppo (e per gruppo intendo non solo il complesso dei
partecipanti, ma anche le « intelligenze », quali che ne fosse l'origine che si
manifestano _nel fenomeno), il quale era, in definitiva, contrario
all'esperimento ‑ gli astanti erano disturbati dai maneggi dello
sperimentatore e lo fecero notare, le « intelligenze » dissero che non
avrebbero piú permesso l'esperienza ‑ si sentí offeso nella sua buona
fede. Lo scienziato, per potere operare, deve enucleare il
fenomeno dall'insieme, scartare tutto ciò che apparentemente ne sia estraneo,
toglierlo dal suo clima e dalla sua storia, ed esaminarlo in una sua realtà
astratta e senza tempo. Troverà certo qualche cosa e spesso qualche cosa di
fondamentale, ma il fenomeno non ,è piú lo stesso. Per questi due atteggiamenti
non vi sono punti intermedi: o tutto o nulla; o tutta speculazione e
storiografia, o tutta scienza quantitativa. Si può, se mai, passare
alternativamente dall'uno all'altro e cercare di integrarli nel proprio intimo,
compensando i limiti dell'uno con le possibilità dell'altro, ma mai attuarli
insieme. Per questo penso che il parapsicologo dovrebbe ogni
tanto assistere a una seduta privata, ma non come scienziato: dimenticando anzi
di esserlo e partecipando al clima della seduta stessa. Se non è, senza
rimedio, professionalmente condizionato troverà sempre qualcosa da imparare:
l'osservazione dell'« aneddoto » può illuminare ancor piú dell'enunciazione
della « legge ». E per questo credo che ogni tentativo di portare parzialmente
l'índagine scientifica in queste sedute sia sostanzialmente inutile e
probabilmente dannoso in tutti i sensi.
DALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO « OLTRE L'ILLUSIONE »,
AVVENUTA A ROMA NELLA LIBRERIA Remo Croce LA SERA DEL 2 MARZO 1979. Prof. Leo Magnino ‑ Direttore della
rivista « La Cultura nel Mondo », funzionario
del Ministero della Pubblica Istruzione. già docente dell'Istituto Orientale di
Napoli, Le manifestazioni che si producono nel Cerchio
Firenze 77 sono tali da condurre all'ammissione di forze spirituali che noi non
possiamo definire. Questi misteriosi interlocutori sono delle essenze,
sono anime di defunti sempre vive, malgrado la morte fisica, che tornano, che
parlano t questa la domanda piena di mistero che si ripete oggi come si
ripeteva nei lontani millenni di civiltà travolte ormai nel tempo. D'altronde
la stessa Chiesa cattolica non sempre ha condannato l'evocazione dei defunti. Nei libri dei Santi Padri, come dei santi, vi sono
delle affermazioni categoriche in favore dell'ipotesi che possano talvolta
manifestarsi gli spiriti dei defunti e che non sempre si debba parlare di
interventi diabolici. Basterebbe fra tutti la parola di S. Agostino che nel «
De cura pro mortis gerenda », scrive:
« Perché non attribuire queste manifestazioni agli spiriti (lei defunti, e non
credere che la Divina Provvidenza faccia buon uso di tutto per istruire gli
uomini, per consolarli e, se del caso, per correggerli dagli errori? ». Attraverso le comunicazioni del Cerchio Firenze 77
possiamo ricavare altissimi insegnamenti che possono servirci quali norme di
vita e come guida anche per il nostro comportamento terreno. I messaggi dei nostri misteriosi interlocutori, come
è scritto nella prefazione del primo volume, hanno tutti quest'ultimo fíne: «
di affrancare l'uomo dalla propria ignoranza, dalla paura dell'ignoto,
dall'erronea visione d'i se stesso al centro di una realtà caotica e
apparentemente senza scopo ». Il secondo volume che noi oggi presentiamo, « Oltre
l'Illusione », come già il precedente ha però, a mio parere, un duplice scopo:
quello prima di tutto di convincere gli scettici, e nello stesso tempo, di
offrire una chiave attraverso i messaggi ricevuti per interpretare, se non per
risolvere, i tanti problemi che l'uomo contemporaneo si pone di fronte ad un
mondo in completo di. sfacimento di valori. Possiamo in un certo senso
affermare che attraverso le pagine di « Oltre l'Illusione » ci viene offerta
una precisa guida per quanto concerne il nostro rapporto con il mondo che ci
circonda e con il Dio creatore. I fenomeni ultrafanici ottenuti nel Cerchio Firenze
77 ne sono implicitamente una conferma. I responsi ottenuti ci danno notizie,
ci espongono considerazioni, svolgono argomenti. che potrebbero essere, e
talvolta si constata essere, a modificazione e anche negazione di princípi e di
conoscenze da noi fino ad oggi ritenute sicure. La caratteristica di queste
manifestazioni è appunto questa. Le comunicazioni che ci pervengono sono di natura
cosí intellettuale da servire da guida, da essere di luce a noi uomini. Non
possono quindi confondersi con qualsiasi altra manifestazione medianica. Si può
quindi affermare, a giusta ragione, che l'ultrafania, cosí come avviene nel
Cerchio Firenze 77, può e deve esercitare un'influenza anche nel campo della
filosofia; essa è generatrice di quella che venne denominata in altri tempi «
biosofia » che è scienza della vita, filosofia cioè che accoglie, oltre al
metodo ed ai mezzi e alle scoperte della scienza positiva, anche il
trascendentale che da questa è spesso ripudiato. La scienza in genere si occupa obiettivamente dei
fenomeni della vita; la filosofia dalla constatazione scientifica trae i
principi e le ragioni di quelli. La biosofia, pur svolgendo la stessa attività
filosofica, ricorre anche ai mezzi cosí detti extranormali quali sono la
medianità in genere e l'ultrafania in specie. La biosofia fa quindi sua fonte
specifica di indagine quella energia che giunge attraverso il fenomeno che si
usa denominare trascendentale, ma che in realtà è naturale. Il Cerchio Firenze 77 ha la sua massima espressione
nel mediatore che conduce le sedute e che, dotato di particolarissimi poteri,
ottiene le comunicazioni in una immersione supernormale, come la definisce il
prof. Cogni. Attorno al mediatore sono una ventina di spettatori od osservatori.
La pratica di questi esperimenti del Cerchio Firenze 77 rafforza la mia
convinzione che, a parte le attitudini straordinarie del medium, le condizioni
personali e collettive del circolo costituiscono un coefficiente importante per
la produzione dei fenomeni. E’ stata senza dubbio la cosa piú difficile formare
un circolo omogeneo. E' deplorevole, infatti, che in casi analoghi la
maggioranza degli spettatori abbia di rado una preparazione adeguata per
partecipare agli esperimenti. Spesso si assiste ad una seduta per mera
curiosità e per ansia di ottenere comunicazioni immediate con spiriti di
defunti, quasi come se ci trovassimo in una cabina telefonica. Molte volte coloro che assistono alle sedute sono
completamente digiuni di letture e soprattutto hanno una idea confusa o,
meglio, confusionaria della fenomenologia medianica. Ciò che non avviene nel
Cerchio Firenze 77, ove il ristretto pubblico degli intervenuti è previamente
selezionato, e questo, a mio parere, permette al mediatore di maggiormente concentrarsi. Nelle sedute del Cerchio Firenze 77 avviene ciò che
si può considerare l'optimum per un circolo medianico, e cioè una perfetta
comunanza di vedute e di sentimenti, quella che io chiamerei una benevolenza
scambievole fra tutti gli assistenti, l'abbandono di ogni sentimento contrario
a quella che potremmo chiamare la vera carità cristiana, il desiderio di
istruirsi e di migliorare a mezzo degli insegnamenti delle entità che si
presentano, così da mettere a profitto i loro consigli. E ancora, l'esclusione
di tutto ciò che nelle comunicazioni con le entità non ha che uno scopo di mera
curiosità. Ma vi è un aspetto, infine, che vorrei sottolineare
in queste comunicazioni del Cerchio Firenze 77, ed è quello specificamente
culturale. Nell'attuale crisi di valori che contraddistingue la nostra epoca,
in questo processo di degradazione dell'Occidente, dove il materialismo affiora
un po' ovunque e si assiste alla stessa meccanizzazione della nostra vita
spirituale, in un'epoca insomma come la nostra, sempre intrisa di materialismo
e dove lo scetticismo regna sovrano in ogni settore della vita sociale e
religiosa, le pagine di questo volume offrono al lettore, anche il piú
sprovveduto e piú scettico, spunti di riflessione e di profonda meditazione
interiore che possono forse promuovere anche nei piú scettici « un passo in
avanti lungo un sentiero in salita che tanto piú diventa arduo, quanto piú
scopre inattesi panorami e rivela nuovi orizzonti ». Questa frase è tratta da
un magnifico volume del Servadio intitolato « Passi sulla via íniziatica ». Ora, non fosse altro che per questo contributo che
ci permette di respirare quella che io chiamerei un'atmosfera della piú alta e
profonda spiritualità, dobbiamo essere grati al Cerchio Firenze 77 e
soprattutto a quell'impareggiabile mediatore che ha dedicato tutta la sua
giovinezza al compito che il dono della sua medianità gli indicava, senza mai
nulla chiedere ma sempre pronto nel donare. Per quanti ancora sono ammalati di
scetticismo di fronte ai fenomeni del paranormale, vorrei ricordare le parole
pronunciate circa un secolo fa nell'Ateneo bolognese da un ormai dimenticato
filosofo, il prof. Giuseppe Stucchi, il quale cosí scriveva: « Io penso con Bacone che senza essere candidi come
bambini non si entra nel regno della Verità, come non si entra nel regno dei
cieli. Penso con l'Arago che colui il quale, al di fuori delle matematiche
future, pronuncia la parola "impossibile", manca soprattutto di
prudenza. Penso con Laplace che noi siamo cosí lontani dal conoscere tutti gli
agenti della natura e le loro diverse motivazioni, che sarebbe poco filosofico
negare l'esistenza di certi fenomeni unicamente perché sono inesplicabili nello
stato attuale delle nostre conoscenze. Penso infine con l'Humboldt che un
presuntuoso scetticismo, il quale rigetta i fatti senza esaminare se siano
reali, è, per molti aspetti, piú biasimevole di una irrazionale credulità ». Vorrei terminare leggendo una frase di questo volume
che questa sera presentiamo: « A tutti voi diciamo: questo libro non è caduto
sotto la vostra attenzione per caso. Il nostro incontro è scritto da sempre
nella storia che ci unisce. Contrapposta a questa predestinazione è la
possibilità che ci è data di aiutarví se volete, ad uscire da quella specie di
gara febbrile ad essere peggiori l'uno dell'altro, in cui sembrano cimentarsi
gli uomini che ora scatenano il loro egoismo senza piú ritegno ». Prof. Vincenzo Nestler ‑ Matematico e
docente di parapsicologia presso la Facoltà di Scienze Psichiche e Psicologiche
dell'Accademia Tiberina. Signore e signori, la mia parola sull'argomento di
questa sera non sarà cosí brillante ed alata come quella del professor Magnino Manifestazioni medianiche o casi dette medianiche
oggi ne accadono senza fine in tutto il mondo. Purtroppo la maggior parte di
queste manifestazioni hanno per protagonisti persone che potrebbero definirsi
tra i discendenti lontani ed aggiornati del dantesco Gianni Schicchi. Non è di
questi fenomeni che noi ci interessiamo, Qui abbiamo una manifestazione di medianità genuina,
medianità genuina con tutti i fenomeni studiati dalla parapsicologia, di
conoscenza paranormale e di azione paranormale. Tra le testimonianze vive posso
citare il neuro‑psichiatra dottor Luigi Lapi che descrive perfettamente i
diversi tipi di manifestazione: apporti, profumi, levitazioni. Altri fenomeni
genuini sono confer. mati da altre testimonianze: De Boni, Alacevich, Ferraro
ed altri.
In complesso posso dire che le manifestazioni che
hanno come oggetto questi volumi di cui si parla stasera, volumi editi dalle
Edizioni Mediterranee di Roma, indipendentemente dalle interpretazioni che si
vogliono dare alle manifestazioni stesse, sono tali da far cadere molte
prevenzioni contro la medianità. Le dimensíoni dell'essere non sono soltanto
quelle con cui noi abbiamo contatti materiali tutti i giorni. Altre dimensioni dell'essere non possono restare
ignorate da chi non sia costituzionalmente ancorato all'antico e classico
concetto di materia. I nuovi concetti fisici di energie nucleari, di energie di
annichilazione, hanno mandato in frantumi il concetto classico di materia, come
ha testimoniato recentemente un illustre, famoso scienziato italiano, Antonio
Zichichi. E forse dovrà mutare tutta la nostra comune visione delle cose e del
mondo. Purtroppo la scienza ufficiale non dispone ancora di
mezzi e strumenti adatti, non dispone della « forma mentis » idonea a misurare
la dimensione del paranormale. Cosí ha scritto l'amico e studioso D'Alessandro
in una pagina di questo libro, e un concetto simile troviamo sviluppato in una
brillante conferenza del prof. Servadio. Dobbiamo ripetere, perciò, che la medianità genuina
e tutta la fenomenologia paranormale sarebbero effettivamente tabú per la
scienza ufficiale senza l'apporto interdisciplinare della parapsicologia. Al colto pubblico che frequenta questa sala non
occorre dire cos'è la parapsicologia, ma mi preme ripetere una cosa già detta
da altri recentemente, ma che molti, anche coltissimi in altre materie,
dimostrano di ignorare. La parapsicologia come ricerca scientifica nel campo
del paranormale, non deve essere confusa con l'oggetto della ricerca stessa. Da
quella confusione nascerebbero degli equivoci su cui, per il momento, non
voglio soffermarmi. Nel campo stesso dei nostri studi, vari ricercatori
hanno faticato molto per acquistare la certezza che i fenomeni medianici e il
poltergeist potevano interpretarsi in chiave di fenomeni piú elementari della
parapsicologia: ESP e PK. E questo specialmente dopo l'apporto della psicologia
del profondo. Il dottor Eugenio Osty, illustre metapsichista del
secolo passato e dei primi anni di questo secolo, scriveva che « l'applicazione
metapsichica della psiche ci ha insegnato che al di là delle zone funzionali
utili per vivere nella materia (materia in senso comunemente finora
interpretato), oltre questo, c'è un altro "io" i cui poteri di creare
forze, di conoscere la realtà senza ostacolo di tempo e di spazio, sono indizio
che questo "io" partecipa della potenza intelligente che sostiene la
vita e che, probabilmente,, è la vita stessa ». L'indagine scientifica classica, da un certo punto
in poi, non fa progressi in questo campo. La ricerca scientifica della
parapsicologia comincia certamente con gli stessi metodi indicati da Galileo e
da Bacone, ma ad un certo punto si deve fermare. Da un certo punto in poi le cose vanno viste dal di
dentro, come detto dall'amico Cogni, come ripetuto altre volte dal nostro
Servadio. Cosí hanno fatto i parapsicologi di Toronto che hanno studiato dal di
dentro la medianità trasformandosi in partecipanti ed attuando, senza ombra di
dubbio, in sedute medianiche, quasi tutti i fenomeni che la scienza classica
vorrebbe ancora respingere. Cosí i nostri amici e studiosi che hanno partecipato
alle numerose sedute del Cerchio Firenze 77 e che possono accertare la realtà
dei fatti, fatti eccezionalissimi comunque si vogliano interpretare e qualsiasi
sia la fonte a cui si vogliono ascrivere. Perciò ritengo il medium, che gentilmente e nobilmente si è prestato, medium validissimo. E il libro altrettanto valido anche per invito, non per applausi o critiche, ma per studiare, studiare e provare. Prof. Giulio
Cogni ‑ Orientalista, docente universitario di filosofia e lettere presso
Università italiane, francesi, tedesche. Forse voi sapete che le Edizioni Medíterranee hanno
fatto l'onore a chi parla, di mettere una prefazione al volume, scritta
appunto, dal sottoscritto e che è ricavata in gran parte da un saggio già
pubblicato dall'amico prof. Magnino nella sua rivista « La cultura nel mondo ».
lo parlo come filosofo e non come parapsicologo, anche se, indirettamente,
posso rientrare nella categoria di coloro che si occupano di parapsicologia. In realtà ciò che mi ha meravigliato (e lo dico
nella prefazione, prendendo cognizione di questi fenomeni e di ciò che si
presentava come produzione letteraria di questi fenomeni, è stato il valore
filosofico estremamente profondo di queste comunica zioni. Queste non sono
comunicazioni come generalmente accade di leggere in letteratura medianica:
sono delle vere creazioni di profonda filosofia strettamente imparentata, anche
se il medium o lo strumento non ne sapeva niente, con il mondo orientale e la
visione del « vedanta » indiano che è quello che piú vi si avvicina. Naturalmente se questa visione è, come io ritengo,
la piú profonda che si è manifestata nel mondo, non è neanche la sola.
L'idealísmo europeo, da Fichte a Gentile, dice in un'altra forma e in un altro
contesto le medesime cose. Baruch de Spinoza, nel '600, aveva già tracciato
tutta la sua visione del mondo alla stessa stregua della visione orientale. Non
con lo stesso slancio lirico, ma con una geometrica costruzione che equivaleva
completamente. Voi per me siete, secondo la mentalità comune e
ordinaria dell'occidente, degli estranei. Ma ecco che viene dalle Upanishad la
illuminazione secondo cui ‑ ed è la piú logica di tutte e proprio Spinoza
è quello che l'ha dimostrata ‑ tutto è realmente UNO. Ma non dice anche
la scienza attuale che tutto è energia e una sola energia? E le divisioni ce le
mettiamo semplicemente noi col pensiero perché vogliamo distinguere. Ma io sono
nei vostri corpi e voi siete nei nostri. Noi siamo anche l'atmosfera che ci
circonda , siamo tutti la medesima cosa. E anche i rapporti di spazio e di
tempo, che sembrano comunque allontanarci, sono nient'altro che degli aspetti
relativi di quelle proiezioni spettacolari che noi vediamo costruendole, di
fatto, con i nostri organi sensoriali, e in primo luogo con la vista. Tutto dunque è UNO, e nell'unità tutto si fonde in
una beatitudine detta Ananda, dalla sapienza orientale, che è
l'interpenetrazione di tutto con tutto anche quando nell'amore si giunge a
questa identificazione per cui, come dice la Brhad‑aranyaka upanishad, «
L'amante non sa piú ciò che è esterno e ciò che è interno in lui e nell'amato,
e sono divenuti una sola cosa ». Ecco, questo è il Brahaman, questa è la
Rivelazione Suprema. Ora, se noi leggiamo alcune pagine di questo volume,
anche cosí negli episodi, senza bisogno di seguire una lettura continuata, non
troviamo che continue dichiarazioni di questo genere e svolte saggio per
saggio, capitolo per capitolo, con una consequenzialità logica che è
indubitabile. « Molti uomini pensano che per condurre una vita retta ed
equilibrata sia necessario credere in Dio, avere una fede. Ma ciò non è esatto.
Anzi quel Dio che essi hanno costruito secondo le loro limitazioni non può
esistere ». E’ il Dio stesso della nostra religione e delle altre religioni
c'ne noi, per necessità linguistiche e simboliche (che purtroppo dopo diventano
fissi dogmi, talvolta perfino teologie), finiamo per analizzare e distinguere. Dio è l'Infinito, l'Essere Infinito, dunque
onnipresente, dunque Tutto non può essere che Lui. Però siamo abituati a
vederlo là e non qua, come un altro. Ecco un argomento che qui viene trattato
(e naturalmente non si può leggere tutto) con una grande profondità: « Quel Dio
che appartiene alle loro bandiere, alla loro Nazione, alla loro religione, che
è A loro protettore e il distruttore degli altri, non può esistere ». Come dice sempre la Upanishad e tutta la filosofia
del Vedanta, se Dio fosse questo sarebbe limitato. E se Dio non fosse anche me,
sarebbe ancora una volta limitato. Ma questo significa che io dunque sono anche
Lui, purché rinunzi con assoluta estrema umiltà a credermi qualche cosa di
diverso da tutto il Creato, che poi non è che una immagine del Divino
proiettata dal Dio stesso nello spettacolo del mondo. « Egli è ovunque, in ogni
cosa animata ed inanimata esiste ». Questo dice il Fratello Orientale, una
delle Entità che compaiono. Ma è da notare che le Entità stesse ‑in altre
pagine ‑ raccomandano di non darsi pena di sapere che cosa esse siano,
perché sono dei simboli. Il che significa che, come noi stessi che qui
sediamo, sono esse stesse, qualunque sia la loro fantomatica esistenza
oggettiva, nient'altro che dei momenti della fantasmagoria o del caleidoscopio
dell'Essere. Lei non è che un momento del Divino e lei anche e tutti noi non
siamo che questo caleidoscopio. Queste sono le conclusioni a cui praticamente
arrivano queste comunicazioni che, in se stesse, appaiono talvolta a chi legge,
veramente sublimi. « Il compimento della tua esistenza è il
raggiungimento della Divinità, perciò Egli è anche in te, fratello caro ». E
non abbiamo detto tutti che Dio è ovunque, che Dio è in ognuno? Ma vorrei
citare, per conferma cristiana e cattolica, un paio di frasi che appunto Emilio
Servadio riporta nel volume « Sesso e Psiche ». E siccome ho qui un articolo
scritto su quel volume, io stesso le cito per semplicità, non le leggo dal
volume ma da questa citazione: « Il matrimonio spirituale ‑ dice S.
Teresa ‑ è come pioggia che cade dal cielo in un fiume corrente e ne
deriva un liquido solo ed unico, cosicché l'acqua del fiume e la pioggia non
possono piú essere divisi. E' come un rivo che sfocia nell'oceano e che dopo
non può piú essere separato ». E Giovanni della Croce: « Questa suprema grazia
fa delle cose di Dio e dell'Anima una cosa sola. L'Anima si illumina
immediatamente di Dio e viene trasformata in Lui ». Santa Caterina da Siena,
nel dialogo della Divina Provvidenza, sente Gesú che le dice: « Se tu mi ami,
tu diventi me ». E' allora che anche Teresa, che probabílmente è un
simbolo di Santa Teresa di Gesú, (quella vicino a noi, non l'altra), parla
dell'Amore cosí: « Fratelli, considerate come i rapporti fra gli uomini siano
basati solamente sui diritti e sui doveri e quanto poco posto sia lasciato al
trasporto d'amore! Eppure l'amore è la ricchezza piú grande che un'aníma può
avere. Se possedeste tutti i beni della terra non sareste ricchi come chi ama
». E continua poi: « Sorelle, fratelli, possiate amare di quell'amore che in se
stesso è premio di chi ama. lo vi amo, o cari. Pace, pace a tutti voi ». E' da ricordare, credo a proposito anche di questo
volume, che quando parla di Dio, arriva a dire che Dio supera ogni criterio di
persona ed è soltanto la « Coscienza dell'Uno », la quale però è piú esistente
di tutte le altre esistenze perché solo l'Uno, organismo universale che è
trascendente e nello stesso tempo immanente, è anche logicamente l'unica Realtà
in cui noi possiamo credere. Vorrei ricordare a questo punto, una lettera che mi
ha inviato l'altro giorno un filosofo di grande nome, Ugo Spirito, che avendo
letto un mio scritto su questo argomento, sulla Rivista « Yoga », mi scriveva:
« Ecco, questa è la vera realtà nella quale noi possiamo veramente aver fede ».
E se si pensa la crisi nichilistica che lui ha vissuto negli ultimi anni, fino
a scrivere « Le memorie di un incosciente », possiamo capire quale valore ha
questo accenno. Ebbene, qui si dice appunto che Dio è Coscienza e si
conclude che « è Sentire Assoluto che tutto comprende, che è Essere Uno ed
Essere Tutto al di là del virtuale frazionamento che genera i mondi ed il loro
divenire. E siccome il Sentire Assoluto è unico ‑ e non potrebbe essere
diversamente ‑ ne consegue che ogni essere ha in comune per lo meno
questo Sentire. E poiché il Sentire Assoluto tutto comprende, ne deriva che noi
siamo in realtà un solo essere. Badate, l'esistenza di Dio è conciliabile con
la molteplicità dei mondi e degli esseri in un solo modo e con un solo
concetto: che Dio sia uno stato di coscienza in cui tutto è fuso e trasceso
nell'unítà ». E’ciò che afferma anche il Vedanta il quale,
appunto, parla sempre del Brahaman. cioè del neutro, della Divinità, del
Divino). E continuando, si legge che « niente può essere escluso da questa
comunione, del resto già esistente da sempre nell'Eterno Presente, che ogni
essere raggiunge Dio altrimenti non sarebbe realizzata l'unità, ossia non
esisterebbe Dio. Da sempre vi abbiamo detto che tutto è un aspetto di
Dio (cioè tutto è una proiezione sullo schermo dell'Essere di un unico
proiettore il quale non è diminuito né influenzato da ciò che avviene sullo
schermo, ma è tutto ciò che è nello schermo stesso, cioè è assoluta immanenza e
assoluta trascendenza), ma questo significa, in altre parole, che Dio è la
reale condizione di esistenza del Tutto ». A questo arriva la serie di questi testi dopo avere
dimostrata l'inconsistenza dell'io. L'io è nient'altro che un simbolo, un
diagramma che noi ci siamo messi in testa: in realtà noi non siamo che una
serie di fenomeni, cioè il nostro stesso corpo vissuto interiormente. E noi
siamo immortali, purché si rinunci ad essere quella singola cosa, purché si
rinunci ad attaccarsi a quell'aspetto dell'io che per forza di cose è
transeunte. Siccome qui non si può naturalmente approfittare del
tempo, concluderò leggendo un mantra del Fratello Orientale, una delle pagine
piú belle del volume « Oltre l'illusione » (pag. 140): « Rivolgo la mia
attenzione alla profondità del mio "essere" che si effonde oltre la
mia attuale consapevolezza. Il mio "io" è prodotto dalle contingenti
limitazioni e dalla errata autoconvinzione che il mio "essere" sia in
esse contenuto. I conseguenti egoismo, avidità, paura, senso di ostilità per
ciò che credo noti sia me stesso, mi impediscono di aprirmi alla vita
dell'illimitato "essere" che è in ogni uomo e che fonde in pura
unione d'amore tutte le forme di vita esistenti in una sola. La vera natura di ognuno, come la mia, sta oltre le
contingenti limitazioni e differenziazioni che creano le personalità amate ed
avversate. Al di là di ciò ch'io trovo spregevole e detestabile nei miei
fratelli, sta Colui che è sommamente amabile e sommamente ama, perché è sommo
Amore. Dietro l'aspetto mutevole e caduco di ogni uomo, sta il vero Sé di
ognuno, l'unico Essere in cui tutti ci riconosceremo. Desiderio e repulsione,
come gioia e pena, vanno e vengono e, come le forme di vita, sbocciano e
appassiscono; ma il vero Sé immutabile resta. Non mi oppongo al fluire in me dell'unica Vita,
arrendevole mi abbandono per seguire la Sua volontà. Conducimi dove è giusto
che io sia, guida ogni mia azione sí ch'io la compia non per goderne i frutti
ma per la Tua gloria. Fa' ch'io sia strumento consapevole della Tua
manifestazione, Tu che sei la sorgente di ogni vita, Tu che sei la coscienza
senza limiti, Tu che sei fuori e dentro agli "esseri" e da ‑essi
‑non ‑sei diviso e in essi non ti dividi, Tu che tutto contieni, di
ognuno sei radice e nutrimento. Tu che sei la forma e la sostanza di ogni
"essere" e la spiegazione della sua stessa esistenza; Tu che sei
ragione di Te medesimo, Tu che mai non fosti e mai nasci, mai muori pur essendo
causa e finalità del Tutto, immergimi cosciente nell'infinita profondità del
Tuo Essere, ove v'ha completezza tutto ciò che è incompleto, ove si dissolve
ogni limitazione, ove passato e futuro sono Presente Eterno ». Superate tutte le limitazioni e le opposizioni,
superate tutte le altre distanze dello spazio e del tempo, come non riconoscere
che questa forse è la spiegazione piú logica dei fenomeni parapsicologici,
cominciando in primo luogo dalla telepatia e dalla chiaroveggenza? Se io sono
voi ed entro in questo stato, fate la prova e vedrete che una infinità di
comunicazioni spontanee, purché siano volute da Dio, vengono per automatica
conseguenza. E forse qui è la spiegazione misteriosa anche di
altri fenomeni che in India oggi si producono in forma addirittura parossistica
intorno al Sai Baba famoso, attuale Guru orientale e che, in misura piú modesta
ma sempre impressionante, si producono anche nel Cerchio Firenze 77. Là dove
tutto è solo energia e dove tutto è solo una sola cosa, la mente umana non può
decidere. Ma senza dubbio la nostra stessa vita fisica, che i
grandi Santi hanno saputo persino guarire da malattie mortali, non è che questa
non duale realtà, la non duale realtà della Advaita Vedanta, che non si può
obiettivare. Quando si obiettiva bisogna però come fa l'artista ‑ già
sapere che tuttavia è una sola cosa; è « l'opera d'arte », appunto grande,
quando si sente che tutte quelle cose sono una sola cosa. Questo è l'inno
dell'arte ed è anche l'inno della filosofia che si trova in questo volume.
Prof. Emilío
Servadio ‑ Psicanalista, scrittore, Membro della Psicanalisi
Internazionale, Professore Universitario di Psicologia « Honoris causa ». ... L'avvicinamento piú sistematico, piú
scientifico, piú metodologicamente difendibile a certi fenomeni, trova
inevitabilmente i suoi limiti, i suoi argini e si ha spesso l'impressione del
cozzare contro un muro che non può essere valicato con i suoi strumenti. Per
cui da un certo punto in poi dobbiamo veramente adire ad alcune di quelle
concezioni cui in particolare l'amico Giulio Cogni ha accennato. In altre parole bisogna cominciare a pensare se i
fenomeni di cui qui si parla non siano veramente aggredibili fino in fondo e
sperabilmente in modo conclusivo attraverso gli strumenti scientifici a noi
abituali e perfettamente legittimi sul loro piano, ma che si debba veramente
adire a un altro piano di cui forse questi fenomeni sono a loro volta
esponenti. In altre parole qui si tratta di capovolgere probabilmente il nostro
atteggiamento e di passare non già dal fenomeno al transfenomeno, ma di
postulare il fenomeno stesso come fosse esponente di qualche cosa che lo
trascende, del transfenomeno. In altre parole io credo che si debba operare in
noi stessi quel capovolgimento a cui appunto Cogni ha accennato quando ha enunciato una serie di
quelle che potrebbero sembrare paradossi e che paradossi non sono a chi riesce
a vedere certe cose sub specie
interiorítatis. Non sono paradossi dire « io sono te », « noi siamo uno »,
ecc.... ma si tratta di travalicare un certo limite che è poi il limite appunto
della nostra sperimentazione empirica di fronte a questi strani e preoccupanti
fenomeni. C'è una lama del Tarocco, il 12° arcano, che fa
vedere l'impiccato per i piedi a testa in giú e piedi in su e questo impiccato
sorride, perchè? Perché ha capito che questo capovolgimento era l'unico modo
per perseguire e per arrivare ad una certa realtà. E Dante quando è giunto nel
limbo dell'inferno forse non si capovolge? E si crede veramente che quel
capovolgimento sia dovuto semplicemente al fatto che aveva raggiunto il centro
della Terra? E' un altro tipo di capovolgimento sub specie interioritatis che è quello appunto che gli permette, da
quel punto, di risalire e di finalmente intraprendere il suo magico volo verso
il Paradiso... Noi ci domandiamo se sono stati spiegati i fenomeni
paranormali: ma dico, i piú importanti fenomeni biologici, la fecondazione, la
vita stessa, sono stati spiegati? Certo abbiamo fatto molte indagini, abbiamo
scoperto la doppia elica, abbiamo scoperto il DNA, tutto quello che volete, ma
la spiegazione del Bios rimane cosí, in mente Dei, e non credo proprio che ci
arriveremo con i nostri mezzi scientifici umani. Ecco dove si arresta la
scienza e si arresta certamente anche la parapsicologia, estremamente legittima
nel senso scientifico...
Si tratta veramente di fenomeni che sgorgano dal profondo di certi individui in circostanze ambientali particolari e che la parapsicologia ha potuto in qualche modo appurare, trovando non delle spiegazioni, ma molte importanti correlazioni. Si tratta ripeto di correlazioni, ma sono avanzate di tipo scientifico, cosí come è avanzato di tipo scientifico l'avere scoperto l'acido ribonucleico o la doppia elica. Piú in là con la spiegazione nel senso filosofico del termine io penso che la scienza non possa arrivare. Mons. Corrado Balducci ‑ Teologo, autore
del libro « La possessione diabolica », Edizioni
Mediterranee. ... Vorrei augurarmi che le sedute che si attuano in
questo circolo di Firenze venissero in aiuto alla parapsicologia, piú che ad un
pensiero scientifico‑religioso, poiché per venire in aiuto al pensiero
scientifico‑religioso bisognerebbe sapere in particolare da dove
provengono questi insegnamenti, se da Dio o da un'entità vicina a Dio. Se si
entra nel campo dottrinale non si finirebbe piú di rispondere ai vari
interrogativi. Io poi come teologo non finirci piú di dire « questo è giusto,
questo non è giusto ». Leggere il libro con semplicità, con animo aperto ‑
e adesso lo dico da sacerdote piú che da teologo ‑ penso che possa fare
del bene, specialmente a chi è mosso da buona disposizione nella ricerca del
divino, del soprannaturale. Ma io invece valorizzerei questo medium per vedere
quale apporto si possa dare alla parapsicologia: la quale parapsicologia ‑
e qui ci terrei a fare una precisazione da teologo che ha anche studiato la
parapsicologia ‑ oramai non si può piú discutere. Io con tanto rammarico
vidi e sentii quelle trasmissioni della nostra televisione e mi stavo chiedendo
come in questo secolo ventesimo del progresso si sia fatta una trasmissione che
non era un'indagine sulla parapsicologia, ma era la distruzione della
parapsicologia: era un'indagine in un solo senso. Se ci dovevano essere persone che in passato
potevano essere ostili alla parapsicologia, secondo la concezione che c'era
allora della parapsicologia, dovevamo essere noi. Oggi ci possono essere certe
correnti che hanno interesse ad essere ostili alla parapsicologia poiché in
fondo la parapsicologia ci fa riscoprire lo spirito o qualche cosa che non è
materia, ma non è il caso di dubitare piú sul fatto che esiste un materiale
parapsicologico, esistono dei fenomeni. Ce ne saranno tanti che sono frutto di
illusione, ma non si possono negare senza distruggere ad un certo momento il
valore della testimonianza umana. Il secondo punto su cui non si può dubitare è che
questo materiale ha una spiegazione naturale, non c'entra propriamente il
bagaglio religioso degli spiriti, dei demoni o dei Santi. Questo non significa
che Dio non possa agire, che i demoni, se ci sono, non possano agire, che gli
angeli, se ci sono, non possano agire. Però questo intervento del
preternaturale, per affermarlo, va dimostrato nel caso singolo, non si può
portare come ipotesi. Il terzo punto sul quale si stanno adesso adoprando
studiosi e filosofi è quale spiegazione dare a questi fenomeni che ci
attanagliano, perché impegnano la stessa nostra vita esistenziale. Mi sembra di
non errare se dico che spiegazioni vere e proprie oggi non esistono: c'è un
orientamento che ormai è ammesso un po' da tutti. Il divino, lo spirito, è
sempre naturale: questo essere spirituale che abbiamo dentro di noi ‑ e
nel dire questo mi riferisco ad una frase detta da S. Tommaso nel tredicesimo
secolo ‑ questa anima che è imprigionata dentro questo corpo materiale,
in certe situazioni può venirsi a trovare quasi indipendente dal corpo, ed è
proprio questo stadio eccezionale di quasi indipendenza dal corpo che starebbe
a dimostrare la fenomenologia parapsicologica. Ecco, ci tenevo a fare questa precisazione come teologo e sacerdote che ha anche studiato parapsicologia e per concludere poi che tutti quanti noi qui presenti dobbiamo augurarci che la parapsicologia progredisca. Per me è una scienza fra le píú importanti, perché tra l'altro è quella scienza che piú di ogni altra serve a rendere piú puro il fenomeno religioso, straordinario, il cosiddetto miracolo. Non è che la parapsicologia distruggerà il miracolo, ma metterà in luce il vero miracolo, ci servirà per provare meglio quello che è il divino, quello che veramente proviene da Dio.
Dott. Gilberto Campani ‑ Architetto,
assistente alla Facoltà di Architettura nell'Università di Firenze. Il prof. Giulio Cogni, nel suo brillante intervento,
ha soprattutto messo in evidenza come l'insegnamento che il volume « Oltre
l'illusione » ci porge abbia un aspetto di avvicinamento e di parallelismo con
le dottrine orientali. Io posso dire che ciò che mi affascina maggiormente è la
logica con cui vengono dati questi insegnamenti, una logica che non avevo
trovato in nessuna filosofia che parlava del trascendente, e la possibilità di
armonizzare nella mia vita l'impegno culturale e politico con questo tipo di
insegnamento che ha rappresentato per me la possibilità di vivere in maniera coerente
alle mie idee. Cioè senza avere quella grossa crisi che si vede nella gioventú
di oggi, la crisi degli ideali, la crisi del non sapere dove si va a finire, la
crisi della distruzione di un vecchio mondo senza peraltro avere le basi per
costruirne uno migliore. Una delle domande che io rivolsi una volta durante
una seduta fu proprio se nella storia della società aveva avuto piú importanza
Marx o S. Francesco. Ricordo che allora la risposta « S. Francesco », mi colpí
molto. Ora ho capito un po' meglio come una risposta di quel genere, da quel
punto di vista, fosse del tutto giustificata.
Come appartenente al Cerchio Firenze 77 avrei voluto
rispondere alle domande che i presenti hanno rivolto dopo la fine degli
interventi, ma effettivamente il problema è abbastanza vasto. Voglio solo
specificare che nessuno di noi del Cerchio pensava che questo libro fosse « la
rivelazione », ma semplicemente volevamo comunicare, tramite questo volume,
alcuni degli stimoli che noi avevamo avuto e che ci avevano sollecitato a fare
tutta una serie di riflessioni. Naturalmente la lettura di questo libro è solo
uno degli stimoli possibili: c'è l'interesse per la filosofia in genere, per le
filosofie orientali in particolare, c'è l'etica e ci sono le religioni. Con questo libro, che è la raccolta di scritti a noi
pervenuti in forma medianica, noi non vogliamo dimostrare niente, vogliamo solo
dare la possibilità a chi interessa questo argomento di ricevere la stessa
spinta interiore che a noi ha dato degli effetti positivi e che ci ha permesso
di vedere certi problemi da un punto di vista diverso da quello che fino ad
allora avevamo avuto. I problemi che alcuni degli intervenuti hanno
sollevato sono problemi talmente ampi, problemi che fanno parte della storia
dell'uomo, per cui sarebbe veramente incredibile che un libro, o una qualunque
comunicazione, potesse dare improvvisamente l'illuminazione della coscienza, se
non si arriva al concetto di illuminazione divina, di liberazione, tipo
miracolo. Ad alcuni di noi questi messaggi, qualunque ne sia
la provenienza, sono serviti a darci una piú ampia visione dei problemi
esistenziali: noi con umiltà abbiamo pensato che potessero interessare anche
altri. Io sono stato colpito dalla logica degli insegnamenti, altri hanno
sottolineato l'aspetto estetico letterario, altri ancora hanno apprezzato certe
sottolineature mistiche; questi stimoli sono diversi, come sono diversi tutti
gli stimoli ai quali l'uomo è sottoposto. Ecco, per noi la spinta ad una
ricerca di valori che vanno scomparendo ci è venuta dagli argo menti riportati
in questo libro; lungi da noi la volontà di dimostrare qualcosa di
irreversibile, di certo e di assoluto. Per noi è stato utile e se lo sarà anche
per una sola delle persone qua riunite, il volume ha assolto il suo compito.
PRESENTAZIONE DEL LIBRO « DAI MONDI INVISIBILI
>> AVVENUTA A FIRENZE IL 16 GENNAIO 1980 NELLA SEDE DELL'ASSOCIAZIONE
CULTURALE « IL LICEUM ». ‑ Dott. Margherita Maino ‑ Presidente della
sezione « Letteratura » dell'Associazione Culturale « Il Liceum ». Il tema che sarà trattato in questa nostra riunione
è la parapsicologia, portata in argomento da un libro che l'avv. Giorgio
Saviane ci presenterà. Il libro è « Dai mondi invisibili ‑ Incontri e
colloqui. » edito dalle Edizioni Medíterranee e curato da un gruppo di amici
che si è fatto chiamare Cerchio Firenze 77. La parapsicologia è un argomento che ha appassionato
fino dai tempi antichi, ma specialmente in questo secolo ha avuto un
grandissimo sviluppo. In molti paesi del mondo è già considerata una scienza e
anche in Italia, in alcune Università, vi è già una cattedra di parapsicologia. Il giudizio quindi da questo punto di vista è alla
scienza: ma il libro è scritto in modo chiaro, nitido, piacevole ed è quindi
un'opera letteraria. E poi non narra soltanto, sia pure obiettivamente, fatti
avvenuti, ma ci arreca un messaggio di amore fraterno e ci vuole insegnare
qualcosa. Cerca di insegnarci come arrivare, attraverso alla
conoscenza di tutto ciò che ci circonda, a penetrare in noi stessi, a giungere
a quel segreto di verità, dono sublime, che Iddio ha messo nell'anima di
ciascuno di noi e che non può essere conquistato che personalmente da ciascuno.
Ma questa conferenza ci aiuterà, quindi ringraziamo l'avv. Giorgio Saviane e
tutti i presenti che cosí numerosi sono qui intervenuti. Giorgio Saviane ‑ Avvocato, scrittore, autore fra l'altro dei libri « Il mare verticale », « Eutanasia di un amore ». lo sono capitato al Cerchio Firenze 77 non
casualmente, ma spinto dalla necessità ‑ allora era una necessità vorrei
dire inconsapevole ‑ di comunicare con qualcuno dell'aldilà perché nel
1949 avevo avuto un incidente automobilistico ed era morta la mia compagna. Non
soltanto a Firenze cercaí questo colloquio, ma in tutta Italia e ogni volta ho
avuto delle delusioni. Le maggiori erano proprio quando trovavo i medium che mi
facevano parlare con la scomparsa, perché subito capivo che era un trucco E
tuttavia ero cosí preparato psicologicamente e cosí invogliato che certamente
ero piú disponibile ad accettare il colloquio che a rifiutarlo. Di circolo in circolo, capitai una bella sera al
Cerchio Firenze 77, mi pare portato dall'allora maestro del coro del Teatro
Comunale. E lí, fin dall'inizio, fu tutto diverso: mi si rispose concisamente
che se cercavo dei colloqui con una persona precisa, non era quello il centro a
cui rivolgermi, perché nel Cer chío Firenze 77 le entità non venivano chiamate
specificatamente, ma si presentavano quelle entità che erano disponibili. La cosa subito mi piacque, soprattutto perché si
sentiva che il trucco era assolutamente declinato. La prima sera che intervenni
non ci fu la seduta spiritica, anzi mi fu detto che alla seduta spiritica avrei
dovuto essere prima preparato da colloqui con i componenti il Cerchio.
Frequentai allora questo gruppo di persone e sempre ebbi l'impressione che si
faceva sul serio. Poi una sera improvvisamente avvenne la seduta e da
quella si avviò un vero colloquio tra me e l'entità che parlava, ma non
assolutamente con la persona che cercavo. Mi ricordo l'impressione che ne trassi, era una
comunicazione di alta moralità e soprattutto fui colpito dalla bellezza
dell'eloquio che non si poteva attribuire al carissimo medium, allora
giovanissimo, perché parlare in quel modo forbito per tanto tempo sarebbe stato
impossibile anche per un grande professore di università. E lí non c'erano mai
solo ipotesi, ma sempre interventi precisi, scientificamente precisi e
soprattutto improvvisati, perché chi faceva le domande ero io e certamente le
domande, pur riflettendo la mia disponibilità, riflettevano anche il mio
temperamento critico, un temperamento che aveva bocciato tutte le altre sedute
spiritiche e che non era disponibile ad essere indulgente nei confronti del
Cerchio Firenze 77. Poi continuai a frequentare questo Cerchio: fui
anche autorizzato ad incidere nel registratore qualche seduta. Dopo molti anni
i componenti il Cerchio, dalla raccolta di tutte le comunicazioni, trassero un
volume al quale fu dato il titolo « Dai mon di invisibili » e di cui le Edizioni
Mediterranee curarono l'edizione. Lessi avidamente questo libro che mi
impressionò soprattutto per una teoria che io credevo di avere dentro e della
quale avevo scritto, con cenni, anche nei miei romanzi, e cioè la teoria dello
psichismo generale. Secondo le entità del Cerchio Firenze 77 noi umani
non siamo gli unici portatori dell'anima, ma lo psichismo esiste an che nei
minerali, nei vegetali e negli animali. Casualmente quando mi chiesero di
presentare questo libro « Dai mondi invísibili », che proprio di questa
particolarità tratta, veniva resa nota quella recente scoperta fisica che è la
« teoria della relatività complessa » illustrata dal fisico Jean E. Charon in
un suo recentissimo libro. Charon cerca di dimostrare ‑ dimostrare
teoricamente poiché, come Einstein dice, « è possibile attraverso l'esperimento
dimostrare la teoria, ma non è mai possibile dall'esperimento ricavare la
teoria » ‑ che lo spirito, o meglio il nostro psichismo, non è depositato
in centri del nostro organismo, ma bensí negli elettroni. Questa dimostrazione occupa tutto il libro e quindi
io posso fare soltanto un briciolo di narrazione e di dimostrazione, ma la
spiegazione mi preme perché è affascinante e se anche non saprò dirvela con
esattezza, cercherò di puntualizzare il piú possibile affinché voi possiate ben
capire questo rapporto fra la fisica e ciò che il Cerchio Firenze 77 da anni
propugna. (L'intervento di Giorgio Saviane mette in evidenza
quanto asserisce Charon nel suo libro « Lo spirito, questo sconosciuto » in
analogia alle comunicazioni avute nel Cerchio Firenze 77 fino dagli anni 50. Si
legge infatti a pag. 230 del libro « Dai mondi invisibili », edito dalle
Edizioni Mediterranee e composto riunendo gli insegnamenti delle entità che si
manifestano nel Cerchio: « ... nel Cosmo nel quale viviamo tutto quanto esiste
non è che una diversa conformazione dello Spirito, base comune di ogni materia,
unica e sola e vera materia del Cosmo... Se fissiamo la nostra attenzione
sull'elemento chimico acqua, constatiamo che è sostanzialmente e
strutturalmente identico sia che si trovi allo stato gassoso che a quello
liquido o solido. Cosí è di ciò che ,”compone” materialmente il Cosmo: alla
radice, sostanzialmente e strutturalmente è sempre lo Spirito »). Cioè lo spirito non è piú visto in antitesi alla materia e nemmeno come un prodotto della materia, ma esiste come un qualcosa che occupa degli spazi tra la materia. Per afferrare la teoria di Charon basta pensare che all'interno dell'elettrone e delle particelle elementari che compongono anche il nostro corpo, c'è lo spirito. Lo spirito è eterno, perciò l'elettrone, portatore dello spirito, è eterno e la sua informazione cresce sempre. Ma come avviene questa informazione? Come fa l'elettrone a comunicare
con gli altri elettroni, non solo all'interno di noi stessi, ma con tutti gli
elettroni dell'universo? Bene, si è capito che questo è un fenomeno telepatico:
cioè quel fenomeno telepatico che noi abbiamo sempre studiato come
un'eccezione, è invece la norma. t addirittura la norma dell'informazione,
perché non ci sarebbe informazione senza la telepatia tra gli elettroni. Quindi
il fenomeno telepatico è il mezzo piú usuale di comunicazione per la materia e
per lo spirito. E' importante capire come avviene questo processo
telepatico, perché viene detto che è un processo d'amore, badate bene, d'amore.
E questo non lo dico io, scrittore di romanzi, lo dicono i fisici e dicono che
la forza eccitante a comunicare tra due elettroni, e cioè a superare la
divisione spaziale, è l'amore. Se quindi è la telepatia l'informazione
generica, quando noi abbiamo un medium, non facciamo altro che giudicare
eccezionale una forza che invece è l'elemento principale dell'informazione.
Ecco che a questo punto interviene la parapsicologia o lo spiritismo, o per lo
meno interviene una analogia, Quando un medium ci riferisce sull'aldilà, noi
possiamo dubitare di questo aldilà, ma non possiamo assolutamente giudicare
extrasensoriale questa comunicazione o classificarla eccezionale. Nel Cerchio Firenze 77 dicono: « No, se tu vuoi
chiamare la tale persona, noi non possiamo assicurarti di poterlo fare. però se
tu vuoi comunicare con l'aldilà in maniera seria, tu puoi accedere al nostro
Cerchio e trovare un'informazione che certamente ti aiuterà non soltanto a
vivere, ma anche a sperare nel l'eternità ». Ed ecco quello che il Cerchio
Firenze 77 mi ha dato, perché quando io ho cominciato ad assistere a queste
sedute spiritiche ed a leggere quei libri, non avevo la preparazione, pur
modesta, che ho adesso. E trovare che certe mie intuizioni corrispondevano
esattamente alle dottrine fisiche moderne, è stato per me estremamente
stimolante. Queste teorie scientifiche nominano continuamente
poeti e perfino Pasteur che avrebbe, in una intuizione meravigliosa, capito
questa formazione dell'universo e questa sicurezza dell'aldilà, Cioè, mentre le
teorie religiose ci hanno sempre promesso l'eternità senza potercela
dimostrare, e questo perché era impossibile farlo a quel momento
dell'informazione, noi ora sappiamo con certezza che l'eternità esiste, esiste
nell'eternità dello spirito depositato negli elettroni che sono eterni. Quindi, quando il medium del Cerchio fa il mediatore
fra l'aldilà e noi, per me fa il mediatore fra i suoi elettroni e gli elettroni
degli scomparsi. Potrebbe il medium fare il mediatore anche tra
elettroni di persone viventi lontane o presenti perché la telepatia si esercita
indipendentemente dalla vicinanza; è assolutamente per simpatia o per amore che
avviene la telepatia. Cioè quei principi di altruismo che tutte le religioni ci
hanno insegnato, ma in particolare Gesù Cristo, sono proprio fondati su questa
nostra necessità di carne di essere per gli altri, perché solo attraverso
questa possibilità di essere per gli altri noi possiamo conquistare la
comunicazione. E quindi il medium ‑ ecco perché il Cerchio Firenze 77
rispetto a tanti altri si diversifica ‑ non può che essere disinteressato
e non può che svolgere questo lavoro per una missione: solo allora è medium,
perché anche quei medium che lo sono stati in realtà e che poi continuano a
farlo per trucco, questi hanno dimenticato l'amore. E senza l'amore non c'è
comunicazione telepatica. Queste sembrano semplici affermazioni, ma sono
invece conquiste che derivano dalla teoria della relatività speciale e dalla
teoria della relatività generale su cui si è innestata questa teoria della «
relatività complessa ». Quando noi pensiamo al sorgere dell'amore per simpatia,
al sorgere della poesia dell'amore, come un qualcosa di predestinato, come un
incontro che non era soltanto casuale, noi troviamo qui dimostrato che quando
due persone si incontrano e si amano, non è il caso che le ha fatte incontrare,
ma è perché la loro carica di simpatia elettronica è quella che li spinge ad
essere l'uno per l'altro. E quanto piú questo amore interviene, tanto più vi è
comunicazione. Non c'è comunicazione genuina di un medium che non
parli della missione dell'uomo nei confronti dell'altro; sempre c'è questo «
altro ». E badate bene che « l'altro » non è soltanto l'altro individuo, ma è
anche l'altro elettrone. Cioè l'elettrone con l'elettrone costituisce già un
principio di dedizione altruistica, perché solo attraverso questa dedizione,
questa simpatia e questo amore si può costruire l'informazione che cresce
sempre. Il punto essenziale è questo: che il nostro « io » (inteso come
coscienza e come conoscenza secondo il Cerchio 77) cresce sempre. E qui veniamo all'ultima delle cose toccate dal
Cerchio Firenze 77, che è la « reincarnazione ». Anche questa è dimostrata dal
fisico moderno, non con la semplicità o con quella miticità delle religioni
orientali o delle comunicazioni del Cerchio, ma indubbiamente dimostra che il
nostro « io » viene da molto lontano. Se il nostro spirito è negli elettroni,
quando noi moriamo gli elettroni rimangono con tutta la carica informante che è
diventata informazione. Ed è proprio da questi elettroni che il medium
ricava i messaggi; certamente piú l'informazione è ricca e più i messaggi si
avvicineranno alla Verità. E quindi, non messaggi di Verità, ma di parziale
Verità, gradini di Verità: d'altra parte, diceva un grande, chi vuol possedere
tutta la Verità è colui che della Verità non conosce assolutamente niente.
Basta dare uno sguardo alla fisica e alla filosofia per vedere come tante proclamate
Verità siano poi state smentite. Mi è particolarmente grato testimoniare che il
Cerchio Firenze 77 è stato, quanto meno per me, un'avventura di precognizione:
cioè io ho avuto dal Cerchio un'informazione di carattere sentimentale che poi
ho ritrovato nella scienza dei nostri giorni. E mi è gradito confermare come
questo Cerchio Firenze 77 non ha fatto altro che farsi plasmare dall'elettrone
d'amore, cerchio d'amore, Ed io nel Cerchio 77 ho sempre trovato amore,
simpatia, sempre accolto con le braccia aperte. Mi ricordo una volta che un mio
amico filosofante, di quelli cioè che si credono filosofi e non lo sono,
intervenuto polemicamente a dissuadere me in presenza dei componenti del
Cerchio 77, non ha trovato in essi quella risposta spregiativa che forse si
meritava, ma sempre, anche allora, un'informazione d'amore: quell'amore che
permette al medium di comunicare con gli elettroni degli scomparsi. Avv. Francesco Dal Pozzo D'Annone. Io sono del tutto impreparato a prendere la parola e
quindi sarò di forza brevissimo. Anzitutto credo sia doveroso ringraziare, a
nome di tutti gli amici del Cerchio Firenze 77,
l'avvocato Saviane che cosí bene e con tanta concisione ha inquadrato
alcuni punti fondamentali della esperienza che nel libro « Dai mondi invisibili
» è condensata. Volevo solo riportare il Cerchio 77 alle sue dimensioni: ho l'impressione
che la presentazione dell'avvocato Saviane ci faccia fare forse una figura piú
bella di quella che meritiamo, nel senso che il Cerchio 77 non è, come qualcuno dalla terminologia cosí scientifica
dell'avvocato può avere inteso, una specie di circolo di alti studi di
elettronica o di fisica nucleare, e non è neppure un centro di santoni o di
veggenti o di persone comunque al di là della norma in un senso e nell'altro.
E' un cerchio di amici che molto normalmente da decine di anni si riunisce, un
cerchio neppure definibile con estremo rigore nei suoi contorni perché ci sono
amici che sono venuti e sono andati via, altri che sono lí da sempre: tanta
gente è passata dal Cerchio 77 e
tanta si è fermata. Un gruppo di amici in movimento, diciamo. Qual è il significato, mi premeva dire, del Cerchio
Firenze 77 nei confronti della
parapsicologia? Questo come chiarimento preliminare, visto che l'apertura di
questa riunione è stata improntata alla luce di una lettura di parapsicologia.
Ecco vorrei precisare questo, che il Cerchio Firenze 77 non si pone esattamente nell'orbita della scienza
parapsicologica, nel senso che la parapsicologia, benché sia ampiamente
riconosciuta anche a livello universitario, subisce continuamente un duplice
attacco. E cioè dalla scienza in senso stretto e dalla filosofia in senso
stretto. Perché questi attacchi? E' abbastanza semplice, mi
sembra, perché se per scienza intendiamo in senso galileiano la conoscenza che
dà all'uomo il dominio sulla natura, la parapsicologia non è riuscita a far
progredire il dominio dell'uomo sulla natura di un solo pollice. Questo non
toglie che ci siano numerosissimi fenomeni di parapsicologia, però, purtroppo,
per loro natura non esattamente prevedibili, programmabili, sfruttabili ai fini
del dominio sulla natura. Inoltre la parapsicologia è attaccata da parte della
filosofia, perché se per filosofia intendiamo una visione globale del mondo,
oggi la parapsicologia non ha fornito ancora nessuna concezione generale del
mondo, non ha fornito alcuna filosofia. Quindi la parapsicologia si trova in
difficoltà perché non è né scienza per gli scienziati, né filosofia per i
filosofi.
Questo non, vuol essere un attacco alla
parapsicologia, ma vuole essere una premessa per una migliore colorazione del
Cerchio Firenze 77. A mio avviso la parapsicologia è in crisi soprattutto
perché si muove nell'ambito del puro fenomeno. Cioè il parapsicologo analizza
il vaso che si alza da solo, la voce che si sente venire dal nulla, il fenomeno
X, il fenomeno Y, lo misura, lo quantifica, va a fotografarlo, ma poi rimane
lì. Ma dietro questo fenomeno c'è dell'altro: c'è una
visuale di tipo spirituale che il parapsicologo, in quanto scienziato, non
affronta e della quale spesso e volentieri si disinteressa. Dice: « A me il
problema spirituale, il problema di ciò da cui può provenire questo fenomeno,
non mi interessa perché non lo posso dimostrare nel senso rigoroso; io posso
dimostrare che questa bottiglia si è alzata da cosí a cosí grazie ad un certo
medium, grazie ad un certo tipo di esperimento ». Ecco, il parapsicologo, facendo questo, rimane
tagliato fuori da tutto quello che invece è la parte piú importante, diciamo,
dell'iceberg che sta sotto la punta del fenomeno: il fenomeno è la punta di un
iceberg: il resto appartiene, secondo le esperienze del Cerchio Firenze 77, al
mondo dello spirito che cosí bene l'avvocato Saviane ha prima illustrato nelle
sue tematiche piú moderne e piú scientifiche. Ora quello che al Cerchio Firenze 77 si fa è di tipo
parapsicologico nel senso che fenomeni ci sono, vengono rilevati, documentati,
studiati, analizzati, però c'è anche un insegnamento di tipo spirituale. E' un
insegnamento che procede lungo due direttrici parallele, direi quasi offerte
agli amici che vi accedono secondo la scelta dei propri temperamenti; una
direttrice di tipo filosofico, molto personale, molto razionale, molto
stringente. Una direttrice di tipo mistico per coloro che hanno una sensibilità
di carattere piú intuitivo, di carattere piú poetico nel senso largo dei
problemi spirituali. E questo duplice binario di insegnamento è quello che piú
fondamentalmente costituisce l'esperienza del Cerchio Firenze 77. Questo io tenevo a sottolineare in aggiunta a quanto
l'avvocato Saviane ha detto, perché non si potesse credere che noi fossimo
degli strani individui espertissimi entro i campi della fisica o addentro ai
segreti misteri dello spirito. Noi siamo delle persone che assistono da anni, e
certi amici da assai piú tempo di me, a due tipi di comunicazioni medianiche,
che hanno un aspetto fenomenico, e qui siamo nel campo della parapsicologia
vera e propria, e un aspetto filosofico, mistico e religioso. Dott. Alfredo Ferraro ‑ Fisico, ex
funzionario della RAI, scrittore, autore, fra l'altro, dei libri « Spiritismo, illusione o realtà? » e «
L'identificazione spiritica ». Io ho seguito con interesse tutta la parte
filosofica, trascendente, delle manifestazioni del Cerchio Firenze 77, ma
quello che ho acquisito, ed è estremamente importante, me lo sono tenuto per
me. Cosí, apparentemente, mi sono interessato di piú ai fenomeni fisici, e di
questo ho scritto piú volte nei miei articoli. I parapsicologi sostengono che i fenomeni fisici,
per essere creduti, devono essere dimostrati: ed hanno perfettamente ragione.
lo non posso pretendere che altri credano a quello che ho visto io. Cosí,
nell'intento di trovare una risposta o per lo meno un elemento che convincesse
queste persone che sono contrarie a credere alla realtà di questi fenomeni,
abbiamo fatto delle esperienze all'Università di Genova insieme al prof.
Guanti, dell'istituto di chimica organica, e a padre Eugenio Ferrarotti, che è
qua presente. Nel corso di queste manifestazioni del Cerchio
Firenze 77 si ha un fenomeno fisico che è acquisito possa esistere, ma che è
estremamente raro. Il fenomeno di apporto. Ebbene, in seno a questo Cerchio è
sempre avvenuto in modo metodico; almeno da quando io assisto a queste sedute,
non vi è stata seduta senza un apporto e siccome in qualche seduta c'è piú di
un apporto, il numero degli apporti è senz'altro superiore alle sedute avvenute
in questi ultimi anni. Un fenomeno che è concomitante con quello
dell'apporto è quello per cui l'oggetto si forma nelle mani del medium che
diventano luminescenti ed emettono un vapore biancastro. Lo scopo che ci siamo
prefissi è stato quello di cercare se è possibile, in via sperimentale,
realizzare questo fenomeno con il trucco e lo abbiamo fatto a Genova, a livello
universitario. Ci siamo accorti che mescolando due soluzioni (segue descrizione
in termini tecnici) con acqua ossigenata, nitrato di sodio e di metilsalato, si
riesce ad avere una luminescenza simile a quella che si caratterizza in queste
manifestazioni medianiche. Però cosa succede? Io devo preparare due soluzioni
piuttosto complesse e piuttosto difficili da trovare per quanto riguarda i
componenti, mescolarle: improvvisamente questa miscela delle due soluzioni
diventa luminosa, una luminescenza che dura cinque ore e che non può essere
interrotta in nessun altro modo. Nel corso di questi fenomeni invece la
luminescenza incomincia lentamente sulla punta delle dita del medium, si
estende lungo le falangi, raggiunge il palmo della mano ed in questa massa
luminosa si forma l'oggetto dell'apporto. Io ho potuto seguire l'estrinsecarsi di questi
fenomeni molto da vicino, perché mi è stato gentilmente concesso di sedere
sempre alla destra del medium e sono certo, anche se le modalità sono state
diverse di volta in volta, che questi oggetti si formano nelle mani del medium
e una volta sono stato protagonista di un fatto eccezionale: un oggetto si è
materializzato a luce accesa, mentre io ero solo con il medium. Di tutto questo
ho ampiamente parlato nel mio libro « Spiritismo, illusione o realtà? » e nel
libro « Dai mondi invisibili ». Ora questa manifestazione riprodotta in laboratorio
è assolutamente impossibile da ottenere per quanto riguarda l'inizio e la fine
del fenomeno (la luminescenza cessa subito dopo la fine della seduta), ma anche
per la concomitanza di emissione di vapori che si potrebbe ottenere soltanto
con delle sostanze altamente corrosive che poi devono essere rimosse dalle mani
con un lavaggio prolungato in quanto lascerebbero dei residui considerevoli.
Quando noi accendiamo la luce le mani del medium sono perfettamente pulite e
asciutte e non gli è stato certo possibile rimuovere quelle sostanze con un
lavaggio. Inoltre i fumi emessi sarebbero estremamente tossici, quindi se si
volesse fare con il trucco un fenomeno simile, non sarebbe assolutamente
possibile farlo in un salotto. Questo fenomeno della luminescenza ha anche un altro
aspetto: delle punte luminose come piccole lucciole che rimangono anche a luce parzialmente accesa, non solo nelle mani del
medium ma anche nelle mani di coloro che sono venuti a contatto con lui nel
corso del fenomeno. Io stesso ho esperimentato e sono rimasti nelle mie mani
dei piccoli punti luminosi che si accendevano e si spegnevano. Cosí, con il
prof. Guanti si è concluso che non è assolutamente possibile con i mezzi
correnti di laboratorio ottenere queste manifestazioni: egli si è poi
consultato con alcuni colleghi specialisti in chimica organica durante un
congresso internazionale negli Stati Uniti e gli è stata confermata la sua
deduzione. Io non sono uno scienziato, non sono un
parapsicologo, sono solo un appassionato: ho cercato di costruire in
laboratorio questo fenomeno e non ci sono riuscito. Un valido fisico che ha
presenziato alle sedute ed ha sentito formarsi un oggetto fra la sua mano e
quella del medium, ha detto: « lo sono sicurissimo della realtà del fenomeno,
ma come posso parlarne? Come posso scriverne? Come posso dire "ho
sentito"? Mi dicono: "dimostralo" ed io non lo posso dimostrare ». Io non voglio spezzare una lancia a favore di quelli
che seguono il « pierangelismo », ma è logico che gli scienziati e i
parapsicologi siano cauti. lo posso parlare di queste cose perché non sono un
cattedratico, non sono un parapsicologo, non ho interessi particolari da difendere.
Ma ritengo che anche l'apporto degli avvocati del diavolo non sia sempre
negativo, perché purtroppo quello che rovina in questo campo non sono solo i
vari Piero Angela, ma anche quelli che credono troppo, si illudono troppo e si
esaltano troppo. Il caso del Cerchio Firenze 77 è, sotto molto
aspetti, un caso assai raro e tanto ci sarebbe ancora da dire in merito ai
fatti di cui il Cerchio è palestra, compresa l'essenza degli insegnamenti i cui
contenuti, si creda o non si creda nella relativa natura trascendentale, non
possono contribuire se non positivamente alla elevazione spirituale di chiunque
ne faccia con umiltà tesoro. La scienza sa di questi fatti che in buona parte
giustifica, probabilmente a ragione, senza pretendere l'intervento dei defunti.
Ma molti validi studiosi sono attentamente appostati per cercare di dare una
risposta a quei fatti irriconducibili a criteri oggettivi che la scienza, che
soltanto su realtà positive può speculare, giustificatamente ignora.
Riusciranno a darci questa risposta? Può essere, a meno che non valga ciò che
William James e Ciryil Burt hanno sospettato: « Confesso che a volte sono
tentato di credere in una irrevocabile decisione del Creatore, affinché questo
aspetto della natura resti elusivo ».
Padre Eugenio Ferrarotti ‑ Congregazione dell'Oratorio
di Genova. Io non pensavo di poter parlare, ma sono lieto di
farlo. Mentre ascoltavo l'avv. Saviane e il mio amico dott. Ferrato,
ringraziavo il Signore perché in questi tempi in cui sembra che la fede
scarseggi, Egli adopera mille altri itinerari per convincere questi benedetti
uomini che l'aldilà c'è e l'eternità esiste. Questo è il mio pensiero, perché
secondo il mio modesto parere i messaggi del Cerchio Firenze 77 hanno proprio
questa finalità, di dare sempre piú profonda convinzione che noi qui sulla
terra siamo di passaggio, che Dio ci ama e vuole che noi arriviamo di là un po'
meglio preparati. Circa la conferenza dell'avv. Saviane ritengo molto
importante la teoria della relatività complessa di Charon, teoria che afferma
come lo spirito sia presente anche nell'involucro degli elettroni, poiché
significa che lo spirito informa anche tutta la materia che compone i nostri
corpi fisici. Io non sono in grado di fare discussioni su questa teoria, ma
trovo molto significativo che anche la scienza affermi che lo spirito esiste,
perché lo spirito va curato e Dio non ha soltanto il predicatore, non ha
soltanto i sacerdoti per formare gli spiriti buoni ed eletti, per indicarci
come deve essere la nostra vita terrena. Egli usa di tante creature buone,
elette dalla Sua divina Provvidenza, anche solo di un Cerchio che si allarga
come le onde di un lago quando si butta un sassolino, perché il bene è
diffusivo. E in fase scientifica mi è piaciuto il fatto che
questi elettroni comunicano telepaticamente, ma che per questa comunicazione
sia assolutamente necessario, come filo conduttore, l'AMORE! proprio cosí. Fui presente inaspettatamente ad una seduta
spiritica, o medianica come si vuol dire, al Cerchio Firenze 77. Come sacerdote
non ero alle prime armi: mi sono trovato in una atmosfera retta, religiosa, piú
che religiosa direi mistica, dove non potevo riscontrare un qualcosa che desse
disagio al mio spirito 'sacerdotale. E dire che ero entrato, devo confessare,
non dico con dei preconcetti, ma con un senso di spirito critico perché, come
diceva Ferraro, è bene non essere dei creduloni. Una volta l'autorità religiosa
indicava queste riunioni come pericolosissime ed io non posso dire che non lo
siano: bisogna essere preparati, bisogna che l'ambiente sia retto, soprattutto
nelle intenzioni, che le persone siano buone, che non si tratti di
allucinazioni, accertarsi che non vi sia trucco. Un tempo si diceva: « Per
carità, lí può esserci lo spirito demoniaco! ». Ebbene, vi assicuro che nel Cerchio Firenze 77,
nelle comunicazioni, ho sentito soltanto l'aura spirituale dei Santi: d'altra
parte se voi leggerete i messaggi che sono stati riportati nei libri di cui si
è parlato stasera, voi avrete un'idea personale dell'altezza, della dignità,
della sublimità di certe pagine. Ma il Signore ha voluto darmi ancora una prova
tangibile: non pensavo di essere, tra i tanti presenti, il prescelto per un
apporto. Ad un certo momento, mentre il medium era in
profonda trance, egli mi chiama per nome: io credo che nessuno dei presenti
sapesse chi era quell'Eugenio, né che il medium conoscesse il mio nome di
battesimo. lo mi avvicino: mi sono accostato proprio con lo sguardo molto
vigile e molto attento a quello che stava succedendo. Egli lascia cadere nelle
mie mani una sorta di magma fluorescente, una colonnina della grandezza di un
mignolo con in più una goccia luminosa al termine. Ho proprio visto colare questo magma nelle mie mani,
ho chiuso le palme e le ho tenute cosí fino alla fine della seduta. Ogni tanto
sbirciavo dentro, ma poco poco: quando terminò la seduta, con mia grande
sorpresa, ma con una gioia che non vi posso descrivere, perché l'apporto era
già una grande cosa, ma quello che raffigurava a me diceva tante cose che mi
confermavano la veridicità di tanti fenomeni che circolano intorno alla mia
persona. Comunque guardo... era un angioletto sbalzato in argento. Ora questo angioletto si è formato nelle mie mani, la fluorescenza di cui parlava
il dott. Ferraro era pure nelle mie mani,
quello scintillio di punte luminose è partito dalle mie mani per piú minuti: veniva da tutti i pori, cosí com'era nelle
mani del medium. Ora la scienza potrà anche spiegare, e ce lo auguriamo, questi
fenomeni, però io concludo dicendo che la scienza ne saprà sempre molto meno di
chi è Onnipotente e Onnisciente. E non è detto che la scienza, anche alla fine
dei secoli, potrà conoscere o arriverà a spiegare tutte le leggi di questo
immenso Universo che è stato creato dall'AMORE di un Dio Infinito. N.B. ‑ Tutti gli interventi sono stati letteralmente trascritti dalle registrazioni
delle conferenze.
|