Presentazione CERCHIO
FIRENZE 77 PER UN MONDO MIGLIORE Un insegnamento per l'umanità di oggi e di domani Presentazione Comporre un
preludio a tanto Testo, se non derivasse da un mio
generoso destino sarebbe prova di arroganza intellettuale. In verità, ero
l'ultimo a poterlo anche solo immaginare, appena ieri; e sono oggi il primo a
testimoniare, pur tentando l'impresa, l'inadeguatezza di un qualunque preambolo
ai dettati, come quelli che andrete a leggere e ad « ascoltare », di così
oracolare e sconvolgente,
rivoluzionario e dolcissimo Libro di Sapienza. « Beati gli
occhi vostri, perché vedono, e le vostre orecchie, perché odono », è il
messaggio senza tempo, detto dal Cristo ai Discepoli, e l'augurio che non
invecchia, per tutti. Disse ancora il Maestro dei Maestri, all'inizio dell'èra
che declina: « Perché io vi dico in verità che molti profeti e giusti hanno
desiderato di veder le cose che voi vedete, e non le han vedute; e di udire le
cose che voi udite, e non le hanno udite »: davvero questo è un tempo, chi può
l'intenda e non si lasci distrarre, aperto alle buone novelle, ai grandi ritorni. Assicurano qui
i Maestri, dietro l'ultima velatura enigmatica: « La fine dei tempi, che può
interpretarsi come un evento di
catastrofiche
Proporzioni, ha invece un valore individuale. Muta non è Più la Sfinge.
Prometeo non è piú in Catene. Parlano
finalmente chiaro i miracoli. Beate le orecchie che sapranno accogliere le Voci »,
testimoni del Cristo che torna, nell'intimo di ognuno, nell'invisibile delle
coscienze. Valga dunque,
insieme all'augurio per ciascuno, l'invito a compiere in letizia l'ultimo passo dall'esilio al Regno. Perché questo è
il senso, lo stimolo, l'invito ineludibile di ognuna di queste pagine, rivolto
a chi, accingendosi docile all'ascolto, dimostra di essere pronto e, secondo la
Parabola, già seminato. Ieri si
definirono e furono chiamati Spiriti, nel cui nome tenebroso si reagí, come è
noto, con morbosità o con timore; di poi Entità, con filosofica
indeterminatezza, e col nuovo termine si è gradualmente giunti fino alla
confidenza, o almeno alla rispettosa attenzione; ora, che i tempi sono piú
attenti e maturi, li possiamo chiamare (sono essi stessi a proporlo) e invocare
quali Maestri, Istruttori, Guide invisibili dell'umanità, Anziani fatali. Questo è un loro libro, dettato e poi ordinato e corretto da loro stessi, al quale il
cenacolo ricevente già ben noto come Cerchio Firenze 77 ha aggiunto, dai
miracolati decenni detta sua ,dedizione, l'impegno che non è mai lieve della
definizione editoriale. Le Voci si
dichiarano, e male sarebbe intenderne solo la modestia, appena « uno dei
moltissimi mezzi che la legge di evoluzione dà all'uomo per farlo riflettere e
progredire »; il mezzo, oso aggiungere, invero piú immediato e incantante, che
agisce con calcolata potenza sulle necessità e sulle attese già disposte, da
un'
immemoriale evoluzione, a lasciarsi investire, sconvolgere
quanto occorre,
e suadere, donarsi, « iniziare ». Perché in
verità si tratta dì questo: « iniziarsi », senza per ciò dover uscire dal
mondo, come poté ancora ieri servire, senza piú bisogno di misteriose affiliazioni ed esotici rituali. L'Occulto può, deve diventare palese. E' diciamo, la Via occidentale di sublime: meglio ancora, poiché Oriente ed
Occidente sono stati limiti, separatività, termini contrapposti di una dualità
da superare, qui è la Via planetaria al Regno, dischiusa
e agevole per chiunque si carichi, in vista del viaggio guidato, di una sola
bisaccia: la buona volontà. Iniziarsi
significa, come impone l'antico e mai scaduto conosci te stesso, significa distruggere, superandola
nell'intimo, ogni consolante o sconsolata visione del mondo in funzione della
separatività, dell'azione illusoria, del desiderio inconsulto e sempre deluso,
dell'egoismo espansionista e crudele, dell'io autodeificato e, per ciò, indemoniato
nel vuoto. « Per questo, come novelli iconoclasti, produrremo qua e là delle
lacerazioni nel tessuto delle vostre convinzioni, dei vostri sogni », avvertono
le Guide mitissime e imperiose ai lettori del presente vademecum Per un
mondo migliore, terzo e coronamento di
una serie tematica che già comprende, esigendo l'attenzione e l'assimilazione
integrale, Dai mondi invisibili e Oltre
l'illusione. t un libro solo in tre tomi
inscindibili, ovvero tre cerchi espansivi da un solo sasso provvidamente caduto
sull'acqua immobile del tempo. Di questo si
tratta, quale « inizio »: disporsi come i Maestri indicano a « morire a se
stessi », al tempo, ai luoghi, al luccichio delle cose, alle azioni
orizzontali, alle ideologie, religioni e scienze che dividono, alle
trascoloranti illusioni di un vivere umano troppo umano, per mirare, oltre le
nebbie di una materiatità finalmente disamorata e scoperta, al naturale
traguardo e finale misura dell'uomo: il superuomo. Ossia colui che ha detto sì
ed è fiorito, il disaffiliato da ogni richiamo all'indietro nel mondo di sogno,
colui che ha scienza e coscienza intera di sé, del Sé vero, della sola Realtà,
Dio. Di questo in
verità si tratta, nel trinum di quest'Opera di cui Per un mondo migliore è il perfectum beneaugurante, ma aperto a
nuovi cerchi espansivi: si tratta solo di Dio, Tema Assoluto Onnipresente Uno
Eterno Infinito, sola Realtà, Essere Totale. Invero Dio è l'assillo incalzante come della dominante
tematica, in questa Scienza insieme mistica e matematica, Scienza dunque
globale, donata a tutti e a nessuno di questa generazione da Maestri che «
parlano », con fioriti linguaggi, per la bocca paziente di un solo medium, di
fatalità, di prodigio. Dio è l'assedio
teoretico e l'incalzare esemplificativo, ora con ozonici mantra e rinnovate
preghiere, ora con vertiginose progressioni filosofiche e sferzate morali, ora
persino con tabelle, formule e diagrammi di un'ultima Scienza rivelata alla
scienza, affinché non un lettore possa esimersi e dire a se stesso « noti ho capito
». Come una
fresca sorgente, questo Testo sgorga e si porge a Come una Cattedra,
da cui si avvicendano i Maestri più alti e pazienti (« i massimi servano i
minimi »), questo Testo si presta e si adegua ai bisogni, alle capacità di ogni
discente, da qualunque livello sia giunto della conoscenza umana, purché sappia
« leggere » anche quello che non può essere scritto e « udire » anche col terzo
orecchio della buona volontà. E ciascuno si accorgerà di nulla sapere, in
verità, prima di essere ammesso a questa Scuola; e di essere improvvisamente
dotato di uno strumento di conoscenza e di coscienza atto a condurlo, come i
Maestri dicono, « fuori dal labirinto dell'apparenza e dell'illusione »; e cosí
di partecipare ad una « rivoluzione silenziosa » che, essendo i tempi maturi,
prepara l'avvento di un mondo migliore. Ognuno già lo ha in sé, pronto. Di questo
infatti si tratta: il « mondo in cui nulla è veramente come appare » è maturo
per una rivoluzione spirituale, ma intima e individuale, finchè tutto veramente
appaia come è, da Dio in Dio, e l'uomo riscopra il suo vero destino, il suo vero
ruolo, vero volto. Ad accogliere tale « Scienza divina », secondo i Maestri, « è poco sostegno la logica, tenue guida la fede, ma solo la maturazione spirituale è sicura conduttrice » e quindi dotazione primaria. Questa maturazione soltanto attiva sia la logica che la fede, sia la mente che il cuore, altrimenti inerti strumenti dell'illusione. E chi può sapere di essere, o non essere, maturo spiritualmente, fino a che non si sia incontrato e scontrato con questi Testi? E' in essi, davvero, l'inciampo
e la soglia, la rifondazione e il superamento, lo scandalo e l'esame delle maturità. E non basta: ciascuno è inevitabilmente promosso; stanno a lui sia le
domande che le risposte; sta a lui solo promuoversi, « iniziare ». Nessuno può
farlo per lui. I Maestri battezzano sempre, non giudicano mai. Suggeriscono la
chiave di volta: « Siate soli e semplici ». Consigliano, sospingono, pregano,
guidano, svelano: ma l'opera, e dunque il merito, toccano intimamente a
ciascuno. « Dovete
liberarvi dall'io. Quando avrete raggiunto una tale liberazione sarete aperti
alla Realtà, comprenderete la bellezza del Tutto », dicono. « Quando avrete
raggiunto una tale liberazione, non avrete piú paura. Sereni sarete, di una
serenità che non conosce incertezze
di fronte ai mutamenti della vita, perché non sarete piú assillati
dall'esaminare i vantaggi e gli svantaggi dell'io. Darete per quello che avrete
avuto e per quello che non avrete avuto, ma soprattutto senza intenzione né
scopo alcuno; e la fede corrisponderà veramente all'espressione piú alta della
coscienza individuale nell'atto di essere coscienza cosmica ». Ricordano: «
Prima di allora non può esservi evoluzione senza dolore ». Avvertono: « Nessun
miracolo sarebbe capace di cambiare il mondo, solo il singolo individuo,
cambiando, rinnovando
se stesso ». Infine: « Vede la Realtà chi
è assolutamente libero ». La Realtà che è Dio. Dio, Soggetto
e Oggetto di questa Scienza trascinante e, appena data, incancellabile, è
l'origine e il fine di tutto l'insegnamento; è I'Indicibile, l'Inconcepibile
instancabilmente tentato, aggirato e, nel possibile del linguaggio, svelato. Di questo, in
estremo, si tratta: che venga alla coscienza risvegliata il cristico Regno, il
sempre remoto e sempre imminente, il cui annuncio è la sola parola di verità e
di vita, che è l'originaria e naturale ragion d'essere dell'individuo e la sua
sola, non illusoria dimora. Che venga qui, dove E' Ed ecco la piú
sottile rivelazione: « Tutto è intorno a voi », dicono i Maestri, qui, ora e sempre, nell'intimo di ognuno che si ponga, fuori
dall'illusione del divenire e dell'io, « in quello stato di tensione interiore
propizio al fluire del suo profondo sentire ». I lettori dei
precedenti Dai
mondi invisibili e Oltre l'illusione già conoscono la dottrina centrale, che Per
un mondo migliore riafferma e conclude:
vivere è sentire, essere è sentire, tutto è sentire, dalla potenza all'atto, nella sequenza dell'evoluzione, dal relativo
all'assoluto sentire, che è Dio - che è qui, ora, nell'intimo, alla radice del sentire,
dell'essere individuale. Ogni cosa è illusione, soggettività, sogno breve,
abbaglio, tranne questo: il sentire. Non sono che illusione e abbaglio il
tempo, lo spazio, l'io e il non io, la morte, le morti, il mondo, il cosmo e le
sue leggi. Non ci sono inferni né paradisi oggettivi né vuoti od opposizioni a
Dio, che è plenitudine e assoluto. E' un solo itinerario della coscienza
individuale, libero e già segnato, da Dio in Dio, dall'origine al fine,
sbocciando fiore su fiore, sentire su sentire, fino all'ultimo appuntamento,
immancabile, d'Amore. Perché tutto è Vita, nella forma universale, ed è Amore,
nell'unica sostanza. Tutto è Uno,
Uno è Tutto, e più: la Scienza divina delle
Voci parte e si dipana e
torna a tale inflessibile assioma a tale semplice Realtà: per le vie apparenti
dell'azione o dello studio o della preghiera l'individualità e giunge all'unico Traguardo, che non annega
ma esalta, che non esaurisce ma esaudisce e trionfa. Là donde mai, in verità,
si mosse. Nulla si crea
e nulla si distrugge di quel che vale; e tutto quel che vale è qui, ora e
sempre, dietro un fragile velo, per chiunque compia l'uscita dal suo labirinto,
nella luce. Sono illusori investimenti della speranza, sono pavidi rinvii della
coscienza, sono cimiteri della paura ogni sapere, ogni ideologia, ogni
religione, ogni gara e possesso, ogni dio a immagine dell'io cupidi inganni
dell'uomo. E ideologie, religioni, saperi, modi della separatività e del
ritardo, qui scadono inesorabilmente, caduti nella prescrizione dell'irrealtà e
del passato. Non fosse davvero per altro, questi Testi per un mondo ed un uomo migliore invitano subito, guidano a liberare la mente e il cuore, a scollare le abitudini morte, a sciogliere le dipendenze coatte, a svelare e vanificare i pregiudizi, le convenzioni, le ipocrisie, le cristallizzazioni, le miserie del comportamento individuale - i nidi dell'io Affinché il divino sentire fluisca. Ecco, di questo si tratta: di una «rivoluzione del sentire », che così un Maestro sintetizza: «Siate nuovi ogni giorno: ecco perché siamo qua ». Individui nuovi, pericolosamente ma gioiosamente nuovi; liberi da miraggi e ossequi all'esistente malato che fabbrica, con la morte e col sopruso, le sue geografie e le sue storie; guariti dal soffio dell'Eterno che qui, in questi Testi, fluisce e profuma; individui rinnovati, testimoni viventi e fraterni di una legge, una morale, un'esistenza rinnovate, oltre l'irrealtà e il dolore. « La
vita è l'Eterno Presente ». Si tratta
dunque dell'uomo, questo sconosciuto: la sua origine, missione, destino. L'uomo
che, già disse un pensatore fiammeggiante, è qualcosa che deve essere superato,
come incompleto e infelice nel soggettivo divenire quanto libero e perfetto
nell'essere oggettivo, in cui è radicato ed eterno. Essere o non essere è
ancora il problema, la prova, il nodo da sciogliere in terra. E qui si
scioglie, per chi intende, chi « ascolta ». Ad ogni
orecchio parlano queste Voci, venute per ognuno di noi con diverse lezioni e
linguaggi a distrarlo dalle distrazioni, a sottrarlo alle sottrazioni cui , per
debolezza e per ritardo, l'uomo cede e così si rinvia. Ma l'uomo ha un destino
piú grande. Queste
Voci sono
inietti di forza, di grandezza, di nobiltà, di miracolo, di una ribellione ma
interiore, limpida, che ha compreso l'irrealtà e l'ínsignificanza del mondo e
la sola Realtà cui aderire, gioiosa e feconda, intima e profonda. In Dio, sola
Realtà, tutto si placa: l'io vano scoppia, la paura cede alla fiducia, la
solitudine alla beatitudine, la miseria del vivere all'abbondanza dei doni, l'esilio al regno. Chi ha orecchi per intendere non avrà piú paura né
solitudine né miseria né colpa. E chi ancora non ha orecchi, il fiore non
ancora fiorito, anche a lui è promesso tutto questo, e piú ancora. Perché tutto
è dono, come tutto è Dio. Il vecchio
dio, anzi i vecchi dèi qui sono morti. Nei loro luoghi bui si celebrano
sacrifici irreali, nei loro decreti e rappresentanti si agitano e vaneggiano
ombre remote, crudeli. Pace a loro. Perché Dio è Uno, e Pace. Quello che fu
doveva essere. Quello che E' non dimentica ma non ricorda, non perdona ma non
condanna. Piú che una
prefazione discreta, mi accorgo, questa è la soggettiva rimeditazione (ma tutto
è soggettivo) sui Testi felicemente sconvolgenti editi dal Cerchio Firenze 77,
dai Mondi
ínvisibilí a questo Per un mondo
migliore. Ma cosí, mi conforto, doveva
essere. Mi pare quasi
superfluo aggiungere, a questo punto, che parapsicologia spiritismo o
spiritualismo e quanto altro, della varia fenomenologia paranormale oggi in
voga, tanto seducono i « lettori del mistero », poco o nulla significano e
servono, è mio parere, al cospetto di questi Testi dettati, diciamo così, dai «
Maestri fiorentini ». Persino i
miracoli delle materializzazioni, profumazioni e levitazioni che accadono
durante le riunioni del Cerchio, a parte l'alta testimonianza, oso dire che
poco o nulla aggiungono al valore in sé, oltre i luoghi e i tempi, delle
Lezioni a voce registrate, raccolte, ordinate in libri, messe infine a disposizione di tutti, secondo le precise
indicazioni delle stesse Voci dettanti. Alle quali una sola prospettiva repugna
e vi insistono: che intorno e a motivo di queste Rivelazioni si formino
organizzazioni, conventicole, chiese - nidi antichi dell'io, della
separatività, del sopruso. Ciò significa che questi Testi, queste Voci si
rivolgono serenamente a chiunque e a tutti, oltre il recinto e il dubbio
privilegio dei
cultori di misteri & spiriti & affini; anche dunque i non affiliati e
gli increduli e i diffidenti di ogni meta, para, ultra, esp, psi e cosí via; anche i non inclini e non vocati a medianità, magie e
sperimentazioni variamente trascendentali. Tutti sono invece chiamati, a parità
di attesa e di amore, su questi Testi, a questa libera Scuola di conoscenza e
di vita. Questo solo, infine, conta e vale: il Libro e la lunga meditazione
cui, secondo l'attenzione e l'evoluzione, esso si presta. Lo stesso
prefatore qui scrivente, intellettuale alla luce del giorno, non appartiene e
non consente gregariamente, oltre la piú fraterna disponibilità, a nessuna
confessione misteriosofica spiritistica parapsichistica - lieviti ma
anche panie, talvolta, eccitanti ma anche addormitivi e devianti. Infine: Per un mondo migliore, come l'intera Trilogia sapienziale che
concorre a formare, se non può certamente negarsi a nessun lettore, quali che
siano la sua intenzione e la sua provenienza, direi che soprattutto sollecita e
urgentemente s'indirizza a quei lettori neutri o diffidenti d'ogni «
letteratura misteriosa » e fantastica, cercatori « laici » isolati e non chiusi
alle ultime possibilità della Parola, del Segno, che vengano dalle prime o
dalle seconde linee della cultura moderna, della ragione moderna, dell'ansia
moderna di sapere, di capire, di rinnovare, di rifondarsi, di « iniziare »,
dopo l'onnidelusione storica di cui tanti soffrono, qui ora, in silenzio o no. Per essi, ma invero per
tutti, è stato dettato questo Corso Completo di istruzione, dalla basica
all'universitaria per cosí dire, su tutto quanto si possa e si debba sapere
oltre l'illusione e' per un mondo migliore; un corso tenuto da personalissime
Voci non importa come materializzate, in cui si riassume e rinnova dalle
fondamenta il sapere sull'uomo, questo sconosciuto alla scienza. Perché i tempi
sono maturi. Se di miracolo
si tratta, a Firenze, ed io ne sono il piú grato testimone, è un miracolo della
speranza - antico dono degli dei. Ecco, le Voci
sono qui, fedelmente registrate. In epoche
remote, all'origine storica della Sapienza, le Voci parlanti col prestito delle
ugole di intermediari estatici furono ritenute demoni, dei, potenze; e oracoli
sia i modi che i luoghi di tali eccezionali comunicazioni; mania ossia follia
quella possessione parlante, o divinazione, ritenuta fonte d'ogni grandezza
tanto che, dice Platone, « i piú grandi fra i beni giungono a noi
attraverso la mania, che è concessa per un dono
divino, e procura alla Grecia molte e belle cose, sia agli individui che alla
comunità ». « Divinatore è
il sacerdote, e costui dà il responso quando è posseduto dal dio », dice ancora
Platone. l'Iniziato. La cultura e la scienza occidentale si fondarono, dunque,
su Voci, Oracoli, Prodigi, Miracoli. L'ultimo filosofo, recentemente scomparso
a Firenze, ha scritto a proposito che « la manìa la
follia è la matrice della sapienza ». E Voci, sempre da Firenze, sono la
matrice di una Nuova Sapienza, dicono un avvento e una liberazione per ciascuno
di buona volontà. Chi ha orecchi intenda. Ecco qui, a
miracol mostrare, le Voci dei « Maestri fiorentini », nell'ampia gamma di un
prodigio divinatorio di cui è umile sacerdote un uomo, ora si dice medium,
fatale.
PIETRO CIMATTI Introduzione Osservando la
civiltà nella quale viviamo non possiamo fare a meno di notare che al progresso
scientifico, che si è tradotto in un miglioramento delle condizioni di vita di
alcuni popoli, non è corrisposta la formazione di società logicamente ordinate
e funzionali che costituivano e costituiscono l'ideale dei politici e dei
sociologi. Le proposte
che vengono formulate perché gli uomini possano realizzare queste società
ideali vertono tutte su sistemi sociali ispirati a diverse ideologie politiche,
ma tutte pare che raggiungano il solo effetto di dividere gli uomini
alimentando il razzismo che è in ognuno di noi. Già, perché ogni volta che
pensiamo ai nostri simili, dice il Maestro Claudio, in termini di separatività
distinguendoli preconcettualmente per la loro ideologia, o per la loro
istruzione, o per altro, è come se li discriminassimo per il colore della loro
pelle. Certo non si
può dire che l'insuccesso dipenda dal fatto che le proposte non siano state
sufficientemente sperimentate: da molti anni i modelli di società ispirati alle
differenti ideologie costituiscono il piano di lavoro dei diversi statisti, con
un risultato pratico alquanto scoraggiante. Infatti l'utilità dei bei programmi
quasi sempre
si esaurisce con l'effetto che producono alla presentazione, dopodiché possono
tranquillamente andare ad accrescere il novero delle buone intenzioni destinate
a rimanere tali. Se l'analisi
di questo fenomeno viene spinta in profondità si può osservare che la mancanza
di volontà di rinnovare non è dei sistemi,
ma nei sistemi. Fino a quando non ci
renderemo conto di ciò, le nuove strutture si mescoleranno alle vecchie
istituzioni con un effetto di reciproco annullamento, dando al singolo
confusione di idee e la convinzione che arraffare quanto piú è possibile a
proprio vantaggio sia non solo legittimo ma costituisca il preciso dovere di
ognuno. L'osservare la sussistenza di tale sconfortante situazione, mal comprensibile in tempi di progresso e di intelligenza, rinnova la domanda: « Se Dio esiste, come si può spiegare in modo razionale, e perciò accettabile, che i migliori programmi, le migliori aspirazioni degli uomini e quindi delle civiltà, naufraghino nella decadenza e nell'autodistruzione? E se tutto ha origine divina, e perciò discendente dalla perfezione, come può l'uomo e il suo mondo essere cosí imperfetto? ». A queste domande, alle domande di chi vive in tempi di progresso e di intelligenza, esistono risposte convincenti che spiegano razionalmente i molti interrogativi a cui non rispondono religione, filosofia e scienza. Il nostro lettore potrà trovare queste risposte nelle raccolte precedenti (Dai mondi invisibili e Oltre l'illusione, Edizioni Mediterranee).
La presente, che le
prosegue, risponde ad un'altra domanda: « Cosa occorre per migliorare la
società e portarla a quel livello ideale che da tanto si cerca di raggiungere?
», Può sembrare oltremodo ambizioso che questo volumetto possa dare quelle
indicazioni che schiere di sociologi e politici, fallendo, in definitiva, non
hanno saputo dare, che spieghi le ragioni di quei fallimenti e additi la strada
che ognuno deve percorrere per un mondo migliore. Tuttavia, conoscendo la fonte
da cui provengono questi concetti e notando la logica convincente non si può
non rimanere colpiti da quanto è scritto e non farne oggetto di meditazione. Poche e
semplici indicazioni, in definitiva, per un'opera immensa. Ciò che subito
conforta è il fatto che di questa opera ne tocca una parte ad ognuno ed ognuno
quella, e quella sola, può e deve fare. Nessuno può arrogarsi il diritto di
farla per noi, né imporci di farla per lui. Non è poco. Coraggio,
dunque!
KEMPIS |