Contemporaneità delle epoche e delle razze - Non contemporaneità di percezione nei fotogrammi - Intersecazione delle razze e delle epoche - Tempo
Il piano akasico - Tempo del piano akasico o della coscienza - Tempo del piano fisico o della consapevolezza - L'Uno e i molti - La vera vita è oltre il piano fisico - Le scelte individuali in rapporto alla Realtà - Varianti o mutazioni collaterali
Contemporaneità delle
epoche e delle razze Voi state sperimentando
quanto sia facile tradire il senso dei concetti dovendo esprimerci con le
parole, parlare secondo questi simboli e questi termini convenzionali, di cose
che esulano dalla convenzione e dal simbolo: parlare, con il linguaggio
dell'illusione, della Realtà. Compito da folli; ardire che un tempo avrebbe
recato con sé un indubbio effetto che comprendeva dall'incredulità all'accusa
di pazzia. Dopo quello che vi
abbiamo detto ultimamente, è forse più giusto parlare al presente anziché al
passato? Certo farebbe ridere un benpensante dire che Atlantide vive ancora
nella vostra Forse queste voci ci
sembrano venute apposta per togliervi la tranquillità, per guastarvi i buoni
rapporti di vicinato, le amicizie convenzionali e sentite? Chi può negare che
nella vostra epoca Atlantide non sia già sprofondata? Nessuno, perché nel
vostro tempo la realtà è tale che Atlantide è rappresentata sprofondata. Ma lo è in realtà, in
quella realtà con l'erre minuscola, lo è in effetti? Nei fotogrammi nei quali
voi state vivendo non v'è dubbio che l'anno "zero" è rappresentato
come passato e l'anno 4000 come avvenire. Ma è questo vero? E' trascorso
veramente ciò che per voi viene indicato come passato? E' ancora veramente da
venire ciò che voi chiamate futuro? Per questo vostro tempo sì, ma sollevandosi
un tantino, uscendo da questo vostro tempo, ecco che il problema è spostato in
tutti i suoi termini. Non occorre più ripetere
ancora che il Cosmo, nella sua incommensurabile estensione, esiste tutto ed è
tutto dispiegato. Ed allora immaginiamocelo
questo Cosmo tutto dispiegato; sforziamo la nostra immaginazione cercando di
uscire da quegli schemi imposti dalla consuetudine del pensare terreno, umano,
secondo il tempo. E' tutto lì. Immaginiamocelo questo Cosmo, in una dimensione
di spazio per poterlo meglio abbracciare con la nostra immaginazione di umani:
è lì, tutto congelato, dicemmo, per coglierlo nella sua estensione, nella sua -
se vogliamo - immutabilità; e vedendolo così dispiegato, ecco, notiamo che non
esiste tempo. Dov'è il trascorrere? Ecco l'epoca
Atlantidea,
è lì! La collochiamo in una porzione dello spazio cosmico. Oh! Ecco: l'epoca
moderna è in un altro spazio cosmico, visto che per immaginare meglio abbiamo
conservato la dimensione spazio. Ecco le meraviglie del 2000, del 3000, del
4000, lì, in un altro spazio cosmico! Ed il tempo, dov'è dunque? Allora non
possiamo più parlare, da questo nuovo punto di vista, di tempo che trascorre;
il tempo dunque non è che uno spazio del Cosmo, una sua dimensione che noi
abbiamo annullata innalzandoci di un tantino. Sì, perché da questo nuovo punto
di vista possiamo vedere Atlantide, possiamo vedere l'epoca moderna, possiamo
vedere l'epoca che sarà - per indicarla a voi - ma che è già. E tutte esistono
nello stesso modo: dunque il tempo è in funzione dello spazio e da questo del
tutto dipendente. Ma come è possibile
seguire questo groviglio del Cosmo incommensurabile per poter comprendere
esattamente come questi movimenti sussistono? Dobbiamo accontentarci, per ora,
di esprimere dei principi. Così come quando parliamo di "karma"
diciamo una Verità, ma
non possiamo, per la nostra limitatezza e per la vostra incapacità di recepire,
soffermarci in tutta la particolarità di questo principio, di come questa
Verità si attua praticamente. Allo stesso modo, ora, dobbiamo esprimere dei
principi, senza ancora scendere al particolare. Dunque il tempo -
passato, presente, futuro - non è che una diversa ubicazione di epoche e razze
nello spazio cosmico. Per razza s'intende uno
scaglione di anime, un insieme di individualità le quali sono legate fra loro
da o per certi motivi, e che in un arco di tempo che è oltre cinquantamila dei
vostri anni, conduce la propria evoluzione dallo stadio di uomo alle soglie del
superuomo, attraverso a tutto il pianeta Terra, dove troverà l'ambiente
favorevole alla sua evoluzione. Ma in questo ambiente potrà darsi benissimo che
egli rivesta veicoli fisici appartenenti alla razza ariana o ad altra razza,
poiché queste distinzioni di razza non hanno niente a che vedere con razza
intesa come insieme di individualità. Ciò che per voi è passato
- salendo a quel punto di vista tantino più su - non è più passato, non è più
tempo trascorso; è qualcosa senza tempo, è un diverso spazio; e dico
"spazio" perché, per necessità di comprensione, abbiamo posto che lo
spazio ancora sussista. Da che cosa nasce dunque
il tempo? Nasce dall'esaminare - nell'ambito di un'epoca, da parte di una razza
- un fotogramma dopo l'altro, seguendo una determinata direzione che fa parte
del modulo fondamentale del Cosmo che stiamo osservando. Ecco come nasce il
trascorrere, come si attende ciò che deve venire, ma che in realtà è già, lì,
tutto dispiegato. E' il singolo, è l'individuo che percependo una situazione
cosmica alla volta, una dopo l'altra, fa scaturire in sé il trascorrere del
tempo. E vivendo fotogrammi ove sono rappresentate le Piramidi d'Egitto consunte
dalla polvere, ne deduce che l'antico Egitto non è più ed è trascorso ed
appartiene al passato. Ma, strano, salendo a questo orizzonte un poco più
elevato io vedo ancora l'antico Egitto che è lì, vivente, esistente, come la
vostra epoca moderna, come il futuro che per voi deve ancora venire. Allora? Allora le epoche
non sono che spazi cosmici, tutti esistenti nello stesso modo, al di fuori del
tempo. Il tempo- ancora lo ripeto - nasce dal percepire, da parte
dell'individuo, un fotogramma alla volta, una situazione cosmica dopo l'altra. Ma le epoche sono tutte -
per usare un termine che possa farvi intendere - contemporanee. Tutte esistono
allo stesso modo: sono - per intenderci questa convenzione dobbiamo ancora
mantenerla in vita - in uno spazio diverso del Cosmo. Ho detto che dobbiamo
enunciare dei principi. Ebbene, questi E occorre ancora
precisare che per ciascuna razza, intesa come scaglione di anime, non esiste
contemporaneità di "sentire
individuale", ma tuttavia esiste un legame che fa appartenere un gruppo di
individui ad una razza. Sì, voi che guardate
questi vostri fotogrammi e vi scorgete delle vite naturali a voi inferiori, già
sapete che quelle forme di vita appartengono ad una razza diversa, ad un
differente scaglione di anime da quello al quale voi appartenete. Ma in ultima
analisi non sapete che quelle forme di vita non appartengono, ma appartenevano
ad altre razze, ad un altro scaglione di anime. Ed in linea teorica -
pensatelo, meditatelo - quelle piante che voi state ammirando, quegli animali
che voi state accarezzando, possono essere state forme di vita naturale attraverso le quali si è espressa -
in altra dimensione - la vostra individualità. Ovverossia individui
d'altra evoluzione, ma appartenenti a coloro che ora formano questa umanità. Una precisazione mi preme
fare ed è questa: l'immedesimarsi dell'individuo con i fotogrammi e quindi con
le forme di vita, segue sempre un senso, una direzione, che è la stessa
direzione che crea l'ordine del tempo: da una forma di vita meno organizzata ad
una forma di vita più organizzata. Da una forma di vita che esprime un grado
piccolo di mente, ad una forma di vita che esprime un grado più grande di
mente; da una forma di vita che esprime i primi barlumi della spiritualità, ad
una forma di vita che esprime la massima spiritualità esprimibile nel piano
fisico. Un Cosmo ha dei confini.
Noi li abbiamo chiamati: inizio dell'emanazione e riassorbimento. Ebbene,
durante questo intervallo, che è un intervallo di spazio e di tempo anche se
illusorio, gli individui - vi abbiamo detto -
"sentono". Ma il "sentire" degli individui è un
sentire relativo che per sua natura, quindi, necessita dell'individuo che
"sente" perché è posto in contatto con certi elementi. Questi elementi sono le situazioni cosmiche, i
fotogrammi. Dunque la vita dell'individuo è una vita soggettiva? O, venendo a
contatto con questi elementi cosmici, è una vita che interessa anche altri
individui? E' l'una e l'altra cosa, giacché nell'ambito della razza e
dell'epoca - ripeto, anche se questo può sembrarvi per il momento oscuro, ma che
ha una prima spiegazione giusto nella legge di causa e di effetto - non esiste
la contemporaneità del "sentire" individuale: non è - come forse fino
ad oggi era sottinteso per voi e ed implicito - condizione
prima ed essenziale del movimento illusorio del trascorrere Così le cristallizzazioni
che sono al confine del Cosmo, prima del riassorbimento, possono essere
"sentire", in senso lato, dalle individualità che a quelle -
attraverso agli individui - sono legate, simultaneamente a quelle che sono al
confine opposto del Cosmo, all'inizio, all'emanazione. Così individui del
passato, della vostra epoca e della vostra razza, possono prendere in esame
fotogrammi che per voi sono legati al passato o al futuro, contemporaneamente a
voi che vivete il vostro presente. Questo può sconvolgere,
momentaneamente, ciò che fino ad oggi avete creduto di un Cosmo. Ma se la
vostra meditazione sarà profonda, se l'affronterete con semplicità, noi saremo
lieti di assistervi in questa Verità, nello scoprire questa Realtà. Perché,
figli, solo scoprendo questa Realtà, tutto ciò che vi abbiamo detto acquista un
senso compiuto, è aderente alla Realtà ultima. Molte precisazioni ancora
possono aver luogo da ciò che sto dicendovi. Ma la Verità deve essere da voi sentita
fino da questo momento, prima ancora di averla - non dico compresa - capita. Può sembrarvi strano
questo spostarvi nel tempo e nello spazio in modo diverso da quello che fino ad
oggi avete conosciuto. Ma questa è la Realtà: il tempo e lo spazio sono illusori: la vita dell'individuo è una vita interiore, soggettiva. Ciascun individuo, in ultima analisi, ha il suo tempo ed il suo spazio; ciò non di meno apparentemente vive in dipendenza degli altri, del tempo e dello spazio altrui.
Non contemporaneità di
percezione dei fotogrammi Certo che un osservatore
che avesse la ventura di accostarsi a queste riunioni - già vedendo il
"fenomeno" in sé - sarebbe propenso a credervi sicuri candidati ad
una prossima pazzia. Ma questa opinione sarebbe vieppiù consolidata se avesse
la ventura di udire ciò che noi diciamo e voi raccogliete. Perché in effetti,
senza una giusta preparazione, questa può sembrare l'anticamera di un
manicomio. Invero che cosa è che distingue i pazzi? Ragionare secondo una
logica che non è quella degli uomini normali o cosiddetti tali; e voi e noi,
quando ragioniamo di Ma non deve questo
sgomentarci perché quando Voltaire, Del resto, chi ha
compreso, di buon animo ride del lato comico che possono presentare certe
Verità viste in funzione di altre. Così dobbiamo avere il
coraggio di sembrare l'un l'altro dei pazzi. E non c'è da intimorirsi perché se
guardiamo alla storia, vediamo che molto spesso sono stati considerati pazzi
degli esseri che, oggi, sono stati ampiamente riabilitati dalle conquiste del
sapere. Ma attenti, figli e
fratelli! L'insegnamento - è giunto il momento di dirlo - benché non abbia più
quel carattere esoterico di un tempo, non può essere dato a tutti. Intendo
riferirmi a queste nuove Verità che voi conoscete. Questo insegnamento -
veramente è il caso di dirlo - può fare di voi degli individui che rettamente
agiscono e comprendono, sostenuti da una visione assai ampia e vasta, come può
rompere il vostro intimo equilibrio, se tanta è la fiducia che ci accordate. Enunciando dei principi
senza approfondirli, vi ho detto della non contemporaneità del
"sentire" fra individui che vivono una stessa serie di fotogrammi.
Guardiamo dove questo sfasamento di "sentire" è più appariscente: se
in una serie di fotogrammi sono rappresentati individui in forma umana ed
individui in forma animale o vegetale o minerale, non esiste contemporaneità di
"sentire" fra i primi e gli altri. Cosicché quando un individuo vive
una serie di fotogrammi come uomo, può dire con certezza che le forme di vita
inferiori da lui osservate, prendono corpo, vita, azione, in virtù della legge
stessa che compone i fotogrammi, ma queste forme di vita, mentre lui
individuo-uomo le osserva, non "sentono" simultaneamente a lui quei
fotogrammi che sono a loro contemporanei nel piano fisico. "Allora - direte voi - dove sta la contemporaneità delle razze?". Perché abbiamo detto che le razze sono tutte contemporanee, è vero? Che cosa significa questo? "Razza-scaglione di anime", scaglione di individui, in qualche modo e per qualche motivo, uniti fra loro. Significa che la razza che conduce la sua
evoluzione nello spazio cosmico - sempre detto in modo convenzionale - che
comprende dall'anno X all'anno Y, è contemporanea I fotogrammi che segnano
i confini di questo spazio-tempo cosmico sono in comune alle razze, ma solo
quelli che segnano i confini delle varie epoche. Così i fotogrammi che segnano
il confine fra lo spazio-tempo Atlantide e la vostra epoca attuale, sono in
comune con la vostra razza e la razza di Atlantide. Altrettanto dicasi per
quelli futuri e la razza futura. Nell'ambito della razza,
quindi, non esiste contemporaneità di percezione individuale - questo lo avete
già saputo e spero che sia stato da tutti capito - ma le razze fra loro sono
tutte contemporanee. Cosicché la razza che vive nel futuro non deve - per
condurre la sua evoluzione - attendere che voi l'abbiate condotta. Ma già, mentre voi state conducendo la vostra evoluzione, quella razza conduce la sua:
così come voi non avete Nell'ambito però di ogni
razza non vi è contemporaneità di "sentire". Questo vuol dire che se
in una serie di fotogrammi appartenenti ad un'epoca vi sono più forme di vita
rappresentate, e certo che il "sentire" delle piante non è
contemporaneo al "sentire" degli animali, né a quello degli uomini,
pur essendo tutti contenuti nella stessa serie di fotogrammi. Dirò di più:
l'individuo che vive come uomo una serie di fotogrammi appartenenti ad
un'epoca, ha già vissuto quella serie di fotogrammi, appartenenti alla stessa
epoca, nelle forme di vita inferiori a quella umana. La stessa epoca, gli
stessi fotogrammi, la stessa. Intersecazione delle
razze e delle epoche Vi dicemmo che l'epoca
evolutiva dell'individuo che va dalla prima incarnazione umana fino alle soglie
del superuomo, comprende un arco di tempo umano che misura circa cinquantamila
anni. Questi cinquantamila anni sono divisi in sette grandi età di circa 7,350
anni: ciascuna di queste grandi età di 7.350 anni è divisa in tre periodi che
misurano, grosso modo, 2.450 anni. Dico grosso modo perché
vi sono delle intersecazioni, dei periodi che si accavallano. Ancora ciascuno
di questi periodi si divide in sette età o piccoli cicli i quali, perché il
conto torni, devono durare circa 350 anni. Dico perché il conto torni, perché
in effetti ciascun ciclo dura 700 anni, ma poiché laddove finisce un ciclo ne
inizia un altro ed a cavallo fra questi due ve n'è uno intermedio, ne risulta
che i piccoli cicli segnano un passare del calendario di 350 anni anziché di
700: questo lo sapete dallo schema che a suo tempo vi abbiamo dato. Dice un principio degli
occultisti: "Il piccolo è eguale al grande". I cinquantamila anni che
si riferiscono all'evoluzione di una razza da uomo a superuomo sono, né più né
meno, quelli di cui ci siamo interessati quando, in questi ultimi tempi,
abbiamo parlato di razze. Quando abbiamo detto che la vostra razza comprende
anche Atlantide fino a oltre, molto oltre, l'anno 2000 (dico duemila perché il
più prossimo a voi) volevamo dire: il vostro ciclo evolutivo da selvaggio, a
superuomo è compreso in questo arco di tempo. In base ad un'altra affermazione
voi sapete che il tempo che voi state vivendo corrisponde al 5ø grande ciclo o
grande età, al 2ø periodo, al 6ø e 7ø piccolo ciclo o età. Il che
corrisponderebbe, a conti fatti, a circa 35.000 anni di ciclo evolutivo,
tenendo conto dei debiti accavallamenti: Vi abbiamo anche detto
che la fine di Atlantide (civiltà di Atlantide appartenente appunto ad un'altra
razza) è avvenuta attorno ai diecimila anni fa. Ed allora, ecco il grande che
assomiglia al piccolo: è qua, in questo passaggio delle razze. Cioè,
pressappoco alla metà dell'evoluzione di una razza, comincia l'evoluzione della
razza successiva e finisce l'evoluzione della razza precedente. Così, se questa razza ha
iniziato a manifestarsi con le prime incarnazioni quali selvaggi circa
trentacinquemila anni fa, in quel tempo la civiltà di Atlantide era a metà
strada. Il che vuol dire che aveva un'anzianità evolutiva di circa
venticinquemila Ed ecco che i fotogrammi
in comune si hanno circa alla fine della civiltà di Atlantide, quando gli
individui della razza attuale non erano più selvaggi, ma ad un grado evolutivo
un poco più alto, perché non vi sarebbe stata possibilità di comunicazioni fra
individui di tale diversa evoluzione. Tutto questo però sempre
guardando la rappresentazione dei fotogrammi, perché ora voi sapete che,
guardando da un altro punto di vista, in effetti le razze sono tutte
contemporanee. Se potessimo prendere - per dire - un prototipo della razza
Atlantidea e paragonarlo in qualche modo ad un tempo, corrisponderebbe come
evoluzione al prototipo della razza della Lemuria, al prototipo della razza
vostra attuale e delle future. Naturalmente la media può essere solamente
indicativa, poiché nell'ambito di una razza l'evoluzione individuale ha delle
sfasature ed i fotogrammi singoli sono sentiti in tempi diversi. Possiamo
affermare il principio - ancora torniamo ad affermare dei principi che le razze
sono, in qualche modo, contemporanee: la Lemuria, che secondo la vostra epoca è
collocata nel passato, vive ancora in uno stato di esistenza quale voi oggi
vedete la vostra civiltà. I fotogrammi sono sempre tutti esistenti, anche nelle
mutazioni collaterali. Ma quando voi avrete
meditato e compreso bene che l'evoluzione degli individui in senso lato,
appartenenti a tutte le razze, avviene in ultima analisi, simultaneamente, tanto che prima sono
vissuti tutti i fotogrammi quali cristallizzazioni, poi tutti i fotogrammi
quali piante, poi quali animali e poi quali uomini; quando avrete ben compreso
questo, finalmente, dovrete fare un passo avanti e riflettere bene che questo
"prima" e questo "poi" non esiste. Questo sentire "prima
e dopo" è una Verità che appare solo nel relativo, solo laddove si conta
il tempo, ma nella Realtà l'individualità sente tutto nello stesso attimo senza
tempo; tutte le fasi del "sentire individuale" esistono al di fuori
del tempo. Questa sfasatura dei
tempi, questo cercare di farvi intendere che il tempo non esiste, deve servire
solo a farvi conciliare la Realtà con l'erre maiuscola con la realtà di tutti i
giorni. Solo a questo: non a farvi diminuire la valutazione della realtà con
l'erre minuscola. Non a farvi pensare che quello che avviene, avviene fin tanto
soggettivamente da autorizzarvi a non tenere in nessun conto tutto quanto sta a
voi attorno, pensando ed essendo convinti che dietro a queste facciate forse
può non celarsi nessun "sentire". Superato questo primo
momento di assestamento e di smarrimento - che del resto è del tutto
comprensibile - voi vedrete che gli insegnamenti più alti delle filosofie
impallidiscono di fronte alla Realtà che voi cominciate ad intravedere. Voi
vedrete che, di fronte a questa Verità, la realtà di tutti i giorni non
diminuisce di significato, ma per le creature l'acquista vieppiù. Ed allora anche voi vi
presterete ad aiutare il vostro prossimo a comprendere quella realtà, anche se
per voi, in ultima analisi, potrà essere trascesa. Qui ci sono dei grafici Tempo e spazio per chi si
immedesima nel fotogrammi Una volta, parlando
dell'Iniziato, dicemmo che la prima impressione percepita intensamente - ed
anche spiacevolmente - era quella di
essere solo nel mondo. Ed in effetti allorché l'Iniziato ha conosciuto le
Verità delle quali così facilmente vi abbiamo parlato, può giungere alla
deduzione che poiché non esiste la contemporaneità del "sentire", è
solo a sperimentare la serie di fotogrammi del suo tempo e da qui provare quel
senso di solitudine, di angoscia, di vuoto. Allora, la nostra affermazione la
prendeste come una notizia di cronaca, quasi incomprensibile. Come poteva, chi
era posto a parte delle Verità più segrete e celate, sentirsi solo? E noi del
resto vi demmo una spiegazione certo del tutto valida, che non trova smentita
ogni, ma ad essa L'ultima volta vi dicemmo
che non esiste contemporaneità di "sentire" fra le diverse forme di
vita del piano fisico. La vita del regno minerale non è contemporanea a quella
del regno vegetale, né a quella del regno animale, né tanto meno a quella
umana, anche se nel piano fisico appare, in seno ad uno stesso tempo di
calendario, esattamente l'opposto di ciò che vi diciamo. Oggi aggiungiamo di più.
La non contemporaneità del "sentire" esiste non solo fra le specie,
ma anche in seno ad una stessa specie. Gli uomini che hanno in comune serie di
situazioni cosmiche, non le percepiscono contemporaneamente, salvo che essi non
abbiano eguale evoluzione. Questa serie di
fotogrammi che rappresenta la riunione di questa sera è comune a molti
individui (tralasciando le vite inferiori). Ebbene non è assolutamente certo
che ciascuno di voi percepisca questa serata contemporaneamente agli altri,
anzi è certo il contrario. Ogni qualvolta uno di voi sarà giunto nel suo tempo
individuale a vivere la serie dei fotogrammi che costituisce questa serata,
egli la vivrà come se fosse l'unica e sola da volta che essa serata esiste,
mentre in effetti la serata esiste da sempre e per sempre ed acquista tempo e
spazio tutte le volte che una vita individuale si unisce alla serie dei
fotogrammi che la rappresenta. Ma questo tempo e questo
spazio l'acquista solo per colui Questo insieme di
fotogrammi che state vivendo e che costituisce una precisa data del tempo
fisico, fino ad oggi vi ha fatto In effetti come si può
essere certi che altri siano nel loro intimo "sentire" contemporanei
a noi stessi? Solo ciascuno, singolarmente e individualmente sentendo di vivere
quest'epoca, è certo che la sua consapevolezza è legata ora (il suo ora) a
questa serie di fotogrammi. E non serve chiedere agli altri: "Senti tu di
esistere?". Perché la risposta, anche se contemporanea nel tempo fisico,
può essere stata data nel mondo del "sentire" prima ancora che la
domanda fosse da voi "sentita" come formulata. Ma da queste Verità
inusitate e pazzesche, ci salva un'altra considerazione: la diversa scala della
gradualità del "sentire" fa parte del relativo, perché nella Realtà
non vi è tempo, tutto è nel medesimo istante eternamente presente. L'individuo
nella Realtà è sempre eternamente presente ed unito al tutto. Eccoci, dalla solitudine,
di nuovo alla compagnia. Altra domanda che vi fate
è: "Una volta che tutti i "sentire" degli individui si sono
succeduti, che cosa accade? E' forse cessato lo scopo dell'emanazione cosmica?
Ha senso che la congerie di fotogrammi esista nell'eternità?" Ed allora io
vi dico che anche questo senso di un "sentire" alla volta e di un
"sentire" limitato nel tempo, di ogni singolo "sentire" che
si sussegue all'altro e che cessa col raggiungere il successivo, è un'illusione
del Cosmo. Il trascorrere del
"sentire" è un'illusione; per sua natura il "sentire"
individuale è limitato ed esiste in quanto circoscritto, in quanto fa capo ad
un "sentire" convenzionalmente detto precedente e sfocia in un
"sentire" successivamente definito seguente; ma vi diciamo che
ponendosi al di fuori di questa teoria di "sentire" - che sta unita
in virtù della sua specifica natura di limitatezza e di legame di un
"sentire" definito precedente, con un "sentire" definito
seguente - astraendosi da questa teoria, ecco che i "sentire"
esistono tutti nell'eternità. L'individualità nello stesso attimo eterno "sente"
tutto. E' solo il "sentire individuale", per sua natura, che è
circoscritto e che dà la sensazione di partire da un "sentire"
precedente Se voi giungeste alla conclusione che in certi fotogrammi in cui è rappresentato un alto Maestro, quei fotogrammi sono da voi vissuti e sentiti, ma non lo sono ancora, nel tempo, vissuti dall'alto Maestro, ciò può essere vero: ma non dimenticate che l'alto Maestro non è nei fotogrammi, è oltre il tempo ed Egli quindi, da oltre il tempo, vi sente come sente il Tutto.
Le gamme del sentire
vibrano all'unisono La percezione del tempo
da parte dell'individuo è in funzione del tipo di evoluzione che sta seguendo e
del piano di esistenza in cui egli vive consapevolmente. Per comprendere meglio
che cosa significa questa affermazione dobbiamo ricordarci innanzi tutto com'è
costituito l'individuo. Prendiamo l'uomo incarnato che è il prototipo di
individuo più completo nella sua struttura; egli ha: a) un corpo fisico che gli
permette di vivere nel piano fisico e di avere quelle esperienze così
essenziali alla sua evoluzione; b) un corpo astrale Questo per sommi capi ed
in modo schematico. A tutti questi corpi corrispondono tante
"materie" e tanti piani d'esistenza, né più né meno come al corpo
fisico corrisponde la materia fisica ed il piano d'esistenza fisico (per voi il
mondo). Quando l'uomo muore, non
vive più consapevolmente nel La percezione di
tempo-spazio che l'uomo aveva nel piano fisico è molto diversa da quella che ha
nel piano astrale, perché diversi sono i piani d'esistenza. Altrettanto dicasi
per il piano mentale; ma più ancora per il piano akasico. Con quanto ho detto è
forse ora più chiara la prima parte dell'iniziale affermazione e cioè che la
percezione del tempo da Per quanto concerne
l'evoluzione, noi abbiamo distinto l'intero ciclo in tre momenti: evoluzione
della materia, evoluzione della forma, evoluzione dell'autocoscienza. A questi
tre momenti l'individuo è interessato in modo sempre più diretto, secondo una
scala che va da un minimo all'evoluzione della materia, ad un massimo
nell'evoluzione dell'autocoscienza. Giocano, dunque, due fattori
nell'evoluzione: uno esterno, costituito dalle spinite che vengono
dall'ambiente, l'altro interno, costituito dall'anima dell`individuo che, in
qualche modo, influisce sui corpi che lo costituiscono e sull'ambiente inteso
come insieme di altri individui che lo circondano e coi quali ha rapporti. Ad esempio
nell'evoluzione di una razza animale (evoluzione della forma) giocano il fattore
ambiente (è l'ambiente che determina le caratteristiche di un corpo fisico, la
necessità che abbia certi organi e non altri) ed il fattore individuo (è
l'individuo che usando certi organi ne causa lo sviluppo). Come ho detto, il fattore
individuo gioca un ruolo preminente nell'evoluzione dell`autocoscienza; non
influisce affatto, in quanto è semplice soggetto passivo, nell'evoluzione della
materia. Quest'ultimo è uno dei motivi per i quali diciamo che il ciclo della
vita macrocosmica non è modificato dalle scelte individuali; l`evoluzione della
materia, che fa parte del ciclo di vita macrocosmica, vede l'individuo soggetto
passivo di questo ciclo. Vi ricordo che la vita
macrocosmica è la vita delle materie dei piani di esistenza; vita intrinseca, indipendente
dalle forme viventi o no che queste materie compongono. Anche con questo concetto
che ora vi ho ricordato si Il ciclo di vita
macrocosmica va dall'emanazione del Cosmo al suo riassorbimento, secondo una
progressione che, ad esempio, nel piano fisico per la materia fisica, è eguale
a quella scandita dal calendario astronomico ed occupa tutta la durata e tutto
il suo spazio per completarsi. Il ciclo di vita dei
microcosmi segue una progressione di "sentire" che va da un
"sentire" limitato ad un "sentire assoluto". Il ciclo di
vita dei microcosmi nel loro insieme, occupa egualmente tutta la durata e tutto
lo spazio di un Cosmo, però ciascun microcosmo per compiere l'intera
progressione del "sentire" occupa tutta la durata del Cosmo, ma non
tutto lo Ebbene, il
fatto che lo stesso spazio non è condiviso da tutti gli individui esistenti
comporta come conseguenza logica la non contemporaneità del "sentire"
gli stessi fotogrammi da parte di più individui che questi fotogrammi abbiano
in comune, a meno che non si tratti di individui di eguale evoluzione. Questo significa che il
calendario astronomico, pure di una stessa epoca e di uno stesso luogo, non
segna lo stesso stadio di sviluppo di tutti gli individui che in quell'epoca e
in quel luogo si trovino. Da qui la necessità di distinguere
due tempi fondamentali nel Cosmo (che pure non esistono oggettivamente): il
tempo del mondo delle materie ed il tempo del mondo degli individui. Nel Cosmo le parti eguali
vibrano all'unisono, così le varie gamme dei "sentire" individuali
sono percepite contemporaneamente dai singoli individui, ma questa
contemporaneità è del tempo del mondo degli individui (contemporaneità delle
razze) e corrisponde, invece, come abbiamo detto, ad una non contemporaneità
nel mondo delle materie. Questo è quanto appare
confrontando la realtà del mondo degli individui con quella del mondo delle
materie, ma non è la Realtà Assoluta nella quale non esiste né spazio, né
tempo. E non è, neppure, quanto
appare al singolo individuo il quale illusoriamente crede di condividere il
luogo e l'epoca dei suoi vicini. La sua visione, non solo
non è la visione della Realtà oggettiva, ma neppure la visione della Realtà del
relativo: è una visione prettamente soggettiva, quasi onirica. Come ho detto all'inizio,
la percezione dello spazio-tempo da parte dell'individuo è in funzione
dell'ambiente nel quale vive consapevolmente e del tipo di evoluzione che sta
seguendo. Se egli è un animale
incarnato la sua percezione sarà del tutto differente da quella di un uomo
disincarnato; tuttavia nell'uno e nell'altro caso sarà essenzialmente una
visione soggettiva di un essere relativo. Ma al di là delle visioni
oniriche degli individui esiste una realtà, sia pure non assoluta, ed è quella
della quale ci stiamo interessando. In questo vostro oggi si può dire che tutta
la Dunque, un tempo per il
contenente ed un tempo per il contenuto. Il tempo delle materie non è che la
rappresentazione delle materie che costituiscono il Cosmo, secondo una
progressione che va da una "non aggregazione" ad una
"aggregazione" (emanazione) e di nuovo ad una "non aggregazione"
(riassorbimento). Di esso l'individuo prende cognizione sperimentando le
situazioni cosmiche nelle quali è rappresentato, secondo la progressione del
suo "sentire". Il tempo delle materie non è un tempo oggettivo;
diventa tale per l'individuo che lo sperimenta, ma al di fuori dell'individuo
che lo anima è solo una rappresentazione di differenti apparenze seguita
secondo un determinato modulo. Ed il tempo del mondo
degli individui da che cosa nasce? Nasce dalla natura del
"sentire individuale" che è limitato. Solo una figurazione per
il momento può farvi intendere la spiegazione. Se, in un oceano di
madreperla, voi voleste costruire una collana di perle, che cosa fareste?
Innanzi tutto immaginereste la collana nella sua interezza e poi passereste
all'atto pratico di circoscrivere una quantità di madreperla per formare una
piccola sfera, e dopo questa un'altra sfera, e dopo questa un'altra ancora,
fino a completare la collana che avete immaginata. Ebbene ogni perla esiste
se e in quanto v'è qualcosa che la limita, che la racchiude, che la
circoscrive. E la collana esiste se e in quanto le perle sono poste l'una
accanto all'altra ed unite con un filo. Orbene, se paragono il
"sentire assoluto" all'oceano di madreperla ed il "sentire
relativo" degli individui alle perle e l'individualità alla collana, e se
riunisco in un solo istante ciò che io ho invece detto nel tempo, posso forse
intuire che il "sentire degli individui" si concretizza in un
qualcosa di chiuso, di circoscritto, di relativo, di un "ora" che
prelude ad un "dopo" e che proviene da un "prima". Tutto
ciò, però è un'illusione che mai ha avuto inizio dal momento che tutto è
racchiuso in un attimo senza tempo; io lo sento come
Il piano akasico Ho detto che il piano akasico
è il piano che recepisce gli individui: infatti, è questo piano che noi abbiamo
sempre indicato sede della coscienza individuale, la quale si costituisce man
mano che l'individuo, incarnandosi, ha delle esperienze. Giova ricordare per
inciso che ad ogni incarnazione l'individuo ha un La coscienza, invece,
abbiamo sempre detto, fa parte di un tutto che accompagna l'essere individuale
dall'inizio della sua evoluzione fino a quando egli sale a livelli di esistenza
ultracosmica. Dunque, possiamo
identificare la coscienza per eccellenza con l'individuo, dal momento che oltre
lo stato di esistere a livello cosmico non si può più parlare di coscienza
individuale, ma si deve parlare di coscienza Assoluta. Allora
"evoluzione", riferito a coscienza e quindi ad individuo, significa
sviluppo e più precisamente costituirsi; in altre parole acquisire un più vasto
"sentire". Ecco perché il tempo del "mondo degli individui"
segue una progressione che va da un "sentire" limitato ad un
"sentire" sconfinato. Nella coscienza si
riassume la vita di tutto l'individuo, così come nel cervello si riassume la
vita di tutto il corpo fisico. I corpi mentale astrale e
fisico non sono che strumenti, veicoli, mezzi atti a far evolvere la coscienza
individuale, cioè il "sentire" dell'individuo; alla fine di ogni
incarnazione, come strumenti logori, vengono abbandonati. Che cosa ha,
l`individuo, da essi? Per mezzo di loro viene messo a contatto con certi
ambienti, certe esperienze che realizzano in lui un grado maggiore di Voi sapete che quando
l'individuo è a livello di esistenza delle vite inferiori (minerale, vegetale,
animale) lo abbiamo definito "centro di sensibilità e di espressione"
perché non ha consapevolezza di sé; invece quando l'individuo è a livello di
La coscienza corrisponde all'evoluzione raggiunta. Ad esempio la consapevolezza
di un uomo incarnato non abbraccia tutta la sua coscienza, cioè tutta
l'evoluzione raggiunta. Ecco perché gli atti eroici a volte sono compiuti da
persone che non mostravano particolare vocazione all'altruismo. La
consapevolezza mette a contatto l'individuo con il piano di esistenza in cui ha
il veicolo più grossolano. Se egli è incarnato la sua consapevolezza sarà volta
nel piano fisico e l'individuo identificherà se stesso con il suo corpo fisico,
così come l'uomo sente di avere una mano senza rendersi conto che quella,
sensazione si riassume nel cervello (secondo la scienza umana; per noi
addirittura nel corpo mentale). Dunque egli crede di
essere nel piano fisico, ma non sa che il suo centro di coscienza è nel piano
akasico dov'è riassunta tutta la vita individuale. Nel piano fisico, che noi
sappiamo essere un insieme di fotogrammi, cioè di situazioni, egli osserverà il
sorgere ed il tramontare del sole, l'orologio segnare le ore e non sapendo che
ciò avviene solo in quei fotogrammi che sta sperimentando, farà del tempo
fisico un tempo oggettivo. Crederà che la sua epoca sia vissuta solo da coloro
che egli crede viventi ora, senza rendersi conto che il calendario segna quella
data ogni qualvolta si sperimentano i fotogrammi di quell'epoca e che sono
viventi in questo momento, nel senso che
"sentono", non coloro che io vedo nei miei stessi fotogrammi,
ma solo coloro che hanno il mio stesso "sentire" in qualunque zona, in qualunque epoca si trovino. Le ore 23,30 del giorno 19 dicembre di quest'anno sono per me che sto vivendo questi fotogrammi, ma per chi ha la mia stessa evoluzione, il mio stesso grado di "sentire", il calendario può segnare ora l'anno 20000 avanti Cristo, o l'anno 2500 della vostra epoca, indifferentemente, perché il passato o il futuro esistono ed hanno senso solo per chi, sperimentando un determinato spazio-tempo, diventa termine di paragone e di raffronto per definire passato e presente, senza del quale tutto esiste contemporaneamente.
Tempo del piano akasico o
della coscienza Questa sera vogliamo
insieme esaminare che cosa accade del Cosmo se lo si osserva dalla parte del
"mondo degli individui", cioè seguendolo con il tempo del mondo degli
individui. Naturalmente
il comune esame non può che essere limitato non dico al piano fisico, ma
neppure ad una piccolissima parte del piano fisico, cioè neppure alla Terra, ma
solo ad una parte della sua storia che corrisponde ad un'epoca dello
spazio-tempo fisico. Che cosa vediamo? Voi sapete che è trascorsa una certa
storia; non sapete quale altra storia dovrà trascorrere, insomma siete nella
posizione di colui che, ritto in piedi alle spalle di uno scrittore, segua la
scrittura, la composizione di un libro; legga, cioè, rigo dopo rigo, quello che
lo scrittore scrive. E' vero? E questa è la posizione con la quale fino ad oggi
abbiamo guardato lo svolgersi della storia nel piano fisico che, ripeto, è un
atto di questo piccolo pianeta, il quale a sua volta è una piccola parte dei
piano fisico - o, se volete, del Cosmo fisico - il quale è una piccolissima
parte di tutto il Cosmo. Che cosa sia poi il Cosmo nei confronti dell'Assoluto,
lo lascio immaginare. Allora, voi state in
piedi alle spalle dello scrittore e lo seguite mentre egli verga la storia,
parola dopo parola. Ogni lettera dell'alfabeto corrisponde ad una forma di
vita: le "A" le forme più semplici, le "Z" le più evolute
nel senso spirituale. Ma se guardiamo che cosa accade nel "mondo degli
individui" in cui vi è un tempo diverso, seguendo quel tempo che cosa
vediamo? Vediamo comparire prima, tutte le lettere A in qualunque pagina del
libro siano disposte a formare parole differenti, poi tutte le lettere B, poi
tutte le lettere C, e così fino a completare l'alfabeto. Comprendete che cosa
vuol dire questo? Prima di avventurarci in
questa spiegazione dobbiamo dire, per completare l'esempio, che una volta che
tutte le lettere dell'alfabeto sono comparse e quindi l'intera storia è stata
scritta, v'è l'ultima fase di leggere, di apprendere, di cogliere il
significato di tutto il racconto. Il nostro esempio sta a significare che
ciascun "sentire" fa capo nel piano fisico a corpi fisici in
qualunque spazio-tempo si trovino; ciascun corpo fisico, o meglio essere
vivente, esprimerà la sua evoluzione, cioè il suo grado di "sentire"
per cui potrà chiamarsi pianta animale o uomo; ma la successione secondo la
quale ciascuno percepisce la propria esistenza non discende da una priorità
derivante dal tempo astronomico, cioè dal fatto che è nato ora, come si dice,
ma dal tipo di "sentire" che ciascuno rappresenta. Così prima saranno
percepiti i prodromi del "sentire", quelli legati ai processi di cristallizzazione
corrispondenti all'evoluzione della materia. Dov'è ubicato, nel Cosmo fisico,
lo svolgimento di questa evoluzione? Ovunque, in ogni luogo ed in ogni tempo,
nell'anno 0 e nell'anno X, all'inizio dei tempi o al termine. Ed ecco le lettere A che
vengono impresse tutte contemporaneamente Sarà, poi, percepita la
fase successiva del "sentire" che per comodità poniamo corrisponda
alla forma di vita che voi chiamate pianta. Dove è ubicata questa forma di vita
chiamata pianta? In tutto lo spazio cosmico, in ogni pineta ove sia stato, vi
sia o vi sarà l'ambiente favorevole. Dovunque, nello spazio e nel tempo, vi
siano le condizioni perché a forma di vita sussista. Infatti la forma di vita
della pianta è ubicata in tutto lo spazio cosmico ed in tutto il tempo cosmico.
Così noi troveremo "sentire-pianta", non solo all'inizio dei tempi,
ma anche verso la fine dei tempi, verso i limiti del Cosmo fisico. Ecco quindi che se questo
"sentire" noi lo facciamo corrispondere a tutte le lettere C o D che
compongono il racconto scritto, esse compariranno tutte insieme in qualunque
rigo siano o debbano trovare posto per dare poi, al termine, un senso compiuto
alle parole ed alla storia. Se così non fosse come si
potrebbe spiegare che alla fine dei tempi, prima che il Cosmo fisico sia
riassorbito, vi sono ancora forme di vita inferiori all'umana? Dove
continuerebbero la loro evoluzione quegli individui che ancora apparentemente
non hanno raggiunto il livello umano? Mentre noi vi diciamo che quelle forme di
vita inferiore che allora saranno viste in effetti sono già state vissute dai
rispettivi individui perché costituiscono fasi antecedenti nella scala dei
"sentire" degli individui. Quando noi osserviamo la
fase dell'evoluzione individuale detta dell'autocoscienza, ossia quella fase di
evoluzione che conduce l'individuo dalla condizione di uomo a quella di
superuomo, notiamo che quel tipo di evoluzione comprende varie incarnazioni da
uomo in corpi fisici ubicati nello spazio-tempo che corrisponde a circa 50.000
anni, incarnazioni che avvengono nel medesimo pianeta. Intendo dire che, mentre
per l'evoluzione inferiore all'umana (minerale vegetale animale) lo
spazio-tempo è Vastissimo e può occupare diversi pianeti ed un gran numero di
anni, l'evoluzione da uomo a superuomo si svolge per ogni razza in uno stesso
pianeta e si svolge nell'arco di 50.000 anni. Altra particolarità che
c'è da aggiungere è che la progressione del "sentire" individuale
segue nel suo progredire per l'uomo la progressione del tempo. Mi spiego: se
noi esaminiamo un arco di tempo che va dall'anno 10000 a.C. all'anno d.C.,
troviamo sulla Terra vite inferiori e vite umane. Se prendiamo in esame una di
queste vite individuali possiamo trovare che l'incarnazione da animale è
ubicata nell'anno 2000 d.C. mentre la prima incarnazione da uomo è ubicata
nell'anno 10000 Così, se la scienza ha scoperto che un milione, o due o dieci milioni di anni fa apparvero sulla Terra i primi "ominidi", non vuol dire che quei "sentire-ominidi" appartengono alla prima razza. No! Le forme ominidi non fanno parte dell'evoluzione dell'autocoscienza, ma fanno parte dell'evoluzione inferiore all'umana, che si chiama evoluzione della forma. Cosicché può darsi benissimo
che una razza futura, cioè che ancora per voi deve venire, abbia avuta la sua
evoluzione sub-umana negli ominidi di un milione di anni fa, allo stesso modo
come dicemmo per le piante o per gli animali. E' solo l'evoluzione dell'uomo,
dell'autocoscienza che è legata a questi confini di tempo e di spazio. Di
tempo, perché abbiamo detto deve essere compresa in un arco di 50.000 anni, e
di spazio perché deve avvenire su un pianeta ed in quel pianeta. Oltre, poi, l'evoluzione
dell'uomo, viene abbandonata la ruota delle nascite e delle morti: l'evoluzione
del superuomo non si svolge più sulla Terra. Con il piano fisico viene
abbandonato il piano astrale ed il piano mentale, e il "sentire
individuale" prosegue nel piano akasico la sua scala evolutiva.
Tempo del piano fisico o
della consapevolezza Quanto è facile cadere,
pur non volendolo, in un modo di pensare ormai divenuto abitudine e così, nel
momento in cui da un vecchio modo di vedere delle cose si sta passando ad un
nuovo concepire, si può dire di essere in una fase delle più difficili e nelle
quali più facile è errare, più faticoso è avere la chiarezza. Tuttavia certe
affermazioni che possiamo fare oggi, se fossero state fatte una volta vi
avrebbero lasciati esterrefatti. Prendere ad esempio
quello che vi abbiamo detto della Terra, e cioè che al termine di un periodo
durante il quale è ricettacolo dell'incarnazione di diverse razze, sarà
sommersa dalle acque. Così è scritto nella
storia del piano fisico, del Cosmo fisico. Ebbene se, guardando nel
tempo del "mondo degli individui", vi dicessi che mentre voi
"sentite" questi fotogrammi che rappresentano la Terra quale voi la
vedete, vi sono altri individui che sentono e vivono fotogrammi nei quali la
Terra è rappresentata sommersa dalle acque, ed essi la stanno circumnavigando
con un veicolo siderale, certo che voi comprendereste come ciò Tuttavia anche voi quando, inconsapevolmente, ricadete nel vecchio modo di pensare e di vedere il mondo fisico, siete disorientati. Vi sembra che tutto quello che avete saputo fino ad oggi non sia più valido. Noi vi diciamo: "Guardate diritto davanti a voi al concetto che c'è da capire, senza soffermarvi e voltarvi indietro a cercare di ricollegare questa nuova cosa che dovete capire con quello che già sapete; perché così facendo accade che, inconsapevolmente, siete portati a ragionare secondo il vecchio sistema ed è facile per voi, allora, cadere in confusione. Se v'è da capire un problema, mirate a quello. Non cercate di
ampliarlo sconfinando per collegare e trovare l'armonia con quanto già sapete,
che vi abbiamo detto. Lasciate questa fase a quando avrete ben compreso il
problema che sta di fronte a voi. Allora Vogliamo ancora precisare bene il concetto di Scintilla divina, individualità, individuo. Vi abbiamo detto che il "piano degli individui" è il piano akasico, il piano della coscienza, il piano del "sentire", è vero? Vi abbiamo anche detto che questo "sentire", inteso come consapevolezza, scende nei piani più densi nei quali l'individuo ha ubicato un veicolo; così se noi prendiamo in esame un individuo incarnato, la sua consapevolezza è nel piano fisico, piano più denso nel quale egli ha un veicolo. Alla morte di questo veicolo fisico, non essendovi più un veicolo nel piano fisico, la consapevolezza dell'individuo passa nel piano astrale e così via; abbandonato il veicolo astrale, passa nel piano mentale. Che cosa vuol dire "alla morte del veicolo fisico"?
Vuol dire che quando l'individuo avrà spostato la sua consapevolezza a quei
fotogrammi del piano fisico nel quale il suo corpo fisico è rappresentato
moribondo ed infine morto - cioè chiuso a percepire il piano fisico - la sua consapevolezza
passerà ai fotogrammi del piano astrale nei quali il suo veicolo astrale è
rappresentato come ridestantesi al mondo che lo circonda. E poiché così è
rappresentato, percepirà cosa è attorno a lui, al corpo astrale, nel piano
astrale. Che cos'è l'individuo?
Nominalmente l'individuo è quello che noi abbiamo definito "corpo
akasico", è vero? Ma dico "nominalmente, perché questo corpo akasico
può essere collegato ad un corpo mentale, un corpo astrale ed un corpo fisico,
è vero? Comunque il "clou" è il corpo akasico; e questo torna con
quanto vi abbiamo fino ad oggi detto e cioè che l'individuo L'individualità dov'è
ubicata? Vi abbiamo detto che l'individualità - ancora lo ripetiamo - è Giano
bifronte. E', per così dire, al confine, al limite del Cosmo. Ne è al di fuori
in quanto non segue una successione; né la si voglia considerare successione di
"sentire", né tanto meno successione di tempo, per così dire, che poi
abbiamo visto non esistere. Se una successione, c'è, l'unica è quella del
"sentire individuale" ed è attraverso a questa successione del
"sentire individuale" che si percepisce illusoriamente la successione
del tempo nel piano fisico. Non è, quindi, l'individualità appartenente al
Cosmo, perché in lei non vi è una successione di "sentire"; pur
tuttavia, vi è una rappresentazione di varie fasi tutte vissute e sentite in un
unico "sentire". Abbiamo detto "contemporaneamente", ma
possiamo dire "in una sola volta". In una sola volta,
"simultaneamente", come preferite. In questo "unico sentire in
una volta", vi sono però tante fasi di "sentire" che vanno da un
sentire "potenza" ad un sentire "atto". L'individualità ha una
fase della sua vita, del suo "sentire", che fa parte dell'Assoluto ed
è la Scintilla divina; la Scintilla divina che è oltre il Cosmo ed oltre i
limiti del Cosmo. Fra Scintilla divina - che è virtuale frazionamento
dell'Assoluto - e Assoluto esiste tuttavia un'enorme differenza di esistere.
Non vi sono parole per trovare distinzione fra l'Assoluto per antonomasia e
l'Assoluto definito come Scintilla divina; comunque pensate che, in qualche
modo, la Scintilla divina, dell'Assoluto, ne è un virtuale frazionamento. Cerchiamo,
per distinguerla, di definirla - se è possibile - in questo modo. Ed infine vi è l'Assoluto per
antonomasia che tutto comprende: il
Tutto, è vero, figli e fratelli? Il Tutto, che è più della somma del Tutto. E questo lo sapete,
abbiamo tante volte parlato di questo argomento difficilissimo. Qualcuno di voi si
domanda quale rapporto v'è fra l'individuo e l'individualità. Abbiamo
cominciato a farvi intendere che l'individuo non è che la proiezione
dell'individualità nel Cosmo. Che cosa vuol dire? Vuol dire che quel compendio
di "sentire", proiettato in un ambiente "relativo", si
sciorina, esiste, scorre una fase dopo l'altra. Questo vuol dire. Cosicché l'individualità che comprende tante fasi di "sentire", che vanno dal "sentire potenza" al "sentire in atto", proiettata in un ambiente limitato quale è il Cosmo, si presenta - come possiamo dire? - esiste in questo susseguirsi da una fase di "sentire" più semplice ad una fase di "sentire" più complessa e cioè ad una fase di "sentire" coscienza cosmica. Dunque Se noi considerassimo il
limite del Cosmo come un pelo d'acqua ponendo al di sotto di questo pelo il
Cosmo vero e proprio ed al di sopra l'Assoluto, noi vedremmo l'individualità,
la cui testa si perde nell'ambiente che sta al di sopra del pelo d'acqua,
adagiata sul pelo dell'acqua. Mi seguite? Questi sono esempi pedestri, ma non
so come farmi intendere diversamente. Questa è l'individualità
che ha la fase di "sentire" definita "atto", nell'ambiente
al di sopra del pelo dell'acqua, ed invece tutte le altre fasi, fino alla più
piccola "potenza", dispiegate sul filo dell'acqua. Se noi volessimo,
allo stesso modo, rappresentare l'individuo (dico "individuo" ma più
preciso è una serie di individui
facenti capo ad un'individualità) secondo questo esempio non dovrei fare altro
che - tenendo ferma la testa indefinita nell'ambiente al di sopra del pelo
dell'acqua - ruotare di 90 gradi questa individualità ed immergerla al di sotto
del pelo dell'acqua, nell'ambiente cosmico. Così l'individualità, proiettandosi
nell'ambiente cosmico, diventa individuo; e l'individuo non è che la proiezione
dell'individualità nel Cosmo, nel tempo e nello spazio. Perché dico nel Cosmo?
Certo: in primo luogo nel piano akasico ed ecco che nel piano akasico vive,
esiste secondo una successione di "sentire" che vanno dalla potenza
all'atto, che sono tutti contemporanei fra i vari individui, quelli di eguale
intensità. Però l'individuo può
essere legato ad altri corpi ed ha una consapevolezza che lo pone in contatto
con il mondo nel quale ha il suo corpo più denso. Se la scala del
"sentire" crea una gradualità che abbiamo definita "tempo del
mondo degli individui", la consapevolezza a cui è legato ciascun
"sentire individuale", crea l'illusione di un altro tempo, del tempo
nel piano nel quale la consapevolezza dà cognizione. Ed ecco lo scorrere dei
fotogrammi. E poiché la rappresentazione di questi fotogrammi è fatta in un
certo modo e secondo un certo susseguirsi, ecco che l'individuo, quando è
legato a questi fotogrammi, oltre che seguire il tempo della sua evoluzione del
"mondo degli individui", segue la successione del tempo del piano
fisico, o del piano astrale, o del piano nel quale ha ubicato il suo veicolo
più denso che in quel momento possiede. Spero di essere stato sufficientemente chiaro.
KEMPIS Figli e fratelli,
ciascuna "goccia" o "Scintilla divina" è - se potessimo
definirla - identica, nella natura, nell'essenza e nella sostanza,
all'Assoluto; ed è quindi identica ad altra goccia o Scintilla divina. Non
v'è diversità. Eppure, poiché a
ciascuna goccia o Scintilla divina fa capo il resto di quello che voi siete abituati
a chiamare "individualità", ecco che ciascuna goccia o Scintilla
divina può ancora virtualmente essere considerata, in questo insieme, un mondo
a sé stante. E' un microcosmo, considerata con i suoi "sentire"
individuali facenti capo ad essa. E' come un sole, questo sole è l'Assoluto
comprendente il virtuale frazionamento in tante, infinite cellule: le gocce, le
Scintille divine. E' come se da questo sole si partissero in infiniti raggi le
individualità, che hanno appunto l'espressione massima del "sentire"
in comune, le gocce e le Scintille divine; e poi i raggi, invece, distinti gli
uni dagli altri, che sono le teorie dei vari "sentire" individuali.
Un sole con tanti raggi. In questo sole tante gocce o Scintille divine; a
ciascuna goccia o Scintilla divina fa capo un raggio, e ciascun raggio è una
teoria di "sentire" individuale che va da un "sentire"
detto in potenza sino ad un "sentire" definito in atto. K.H. L'Uno e i molti L'Uno "esiste"
perché esistono "i molti", ed "i molti" esistono perché
esiste l'Uno. Chi sono "i molti"? Sono le individualità. E perché io
ho legato le individualità alle
Manifestazioni cosmiche? Allora le individualità non sono sempre esistite? Figli, per comodità noi parliamo di Assoluto e di relativo separatamente; ma non v'è bisogno di sottolineare che il Tutto - come dicemmo da tempo - è un Tutto-Uno. Se noi guardiamo l'individuo quale oggi voi lo conoscete nella sua composizione schematica, anche se convenzionale, noi lo vediamo radicato nell'Assoluto. Lo vediamo alla maniera degli antichi cabalisti, di colui che ha il suo fulcro, il suo centro, la parte vera, reale, là dove è la Realtà, la Realtà assoluta: la Scintilla divina, l'alito divino, la quale ha i caratteri dell'Assoluto. Che è eterna, onnipossente, onnipresente, onnisciente insomma: "assoluta". Per comodità noi usiamo dire "Scintilla divina", ma è una finzione che noi adoperiamo per far intendere che ciascun individuo ha alla radice del suo essere la Natura stessa e L'Essenza stessa dell'Assoluto. Il Suo "virtuale frazionamento"
origina o meglio Originare i
"molti" è ciò che dà all'Assoluto il "sentire assoluto"; ma
è vero anche il contrario, cioè che i "molti" esistono per il
"sentire" dell'Uno-Assoluto.
* *
* L'Uno esiste se e in
quanto esistono i "molti". I "molti" esistono se e in
quanto esiste l'Uno, ma i "molti" e
l'Uno esistono ancora perché esistono le individualità; e le
individualità non esisterebbero se non esistessero l'Uno ed i
"molti". Le individualità esistono
se e in quanto esistono gli individui; ma gli individui non esisterebbero se
non esistessero le individualità. Così come una collana non esisterebbe se non
esistessero le perle poste l'una dopo l'altra ed unite da un filo. Ma le perle
di pari non esisterebbero se non esistessero le collane.
K.H.
La vera vita è oltre il
piano fisico Vedete come tutto viene
elaborato dalla mente. Uno parla ed esprime un concetto ed ecco che chi
ascolta, captando il messaggio, elabora il suo significato confrontandolo con
quanto crede o sa o è capace di supporre. E se il nuovo concetto in qualche
modo può essere collaudato dal patrimonio delle proprie cognizioni, allora si
dice: "ho capito". Oppure: "hai ragione". Insomma l'individuo ha a
sua disposizione una serie di strumenti, di veicoli, di mezzi. E dal giuoco di
questi suoi attrezzi, di queste sonde, di queste macchine che sono i suoi
sensi, nasce il suo "sentire". Dicevano gli antichi:
"Cogito, ergo sum"; penso, quindi sono esisto. Invece noi dobbiamo
dire: "Sento, quindi esisto", dando al termine "sento" il
significato più lato. Sento, cioè, per coscienza, sento per attività mentale,
intellettiva; sento per mondo delle sensazioni, sento per contatto diretto con
il piano fisico. Questa sera quando voi
siete arrivati, avrete fatto una di quelle elaborazioni delle quali prima vi
dicevo. Vi siete trovati di fronte alla padrona di casa che vi ha aperto, ed
ecco una situazione; che cosa dice la vostra mente? Dice che in quella
situazione bisogna dire "buona sera", bisogna salutare ed ecco che
avete espresso i soliti convenevoli. Se avete chiesto "come sta?" o
"come stai?" è perché la vostra mente vi suggeriva Quando durante
tutta la sera avete parlato di vari argomenti, che cosa avete fatto? Sempre i
vostri veicoli vi hanno fornito delle informazioni, vi hanno dato dei dati che
voi avete elaborato, e questa elaborazione vi ha spinto poi ad intervenire
nella discussione; oppure il timore di sbagliare vi ha fatto tacere. In
sostanza, se di fronte a ciascuno di voi, anziché essere tante persone in carne
ed ossa, vi fossero stati tanti simulatori di situazioni così si dice oggi, è
vero? - la vostra reazione sarebbe stata identica. Voi sapete - giusto
parlando di spostare l'attenzione ai piani più sottili - che esistono certi
esercizi insegnati dal sistema Yoga, secondo i quali si cerca appunto di
raffinare le capacità sensorie degli individui. Il primo e il più elementare di
questi esercizi consiste nel dire: "Io ho un corpo fisico, non sono il mio
corpo fisico. Io non sono il mio corpo astrale, ma io ho un corpo astrale. Io non sono il mio corpo mentale, ma io ho
un corpo mentale", e così via. Quindi per spostare la propria Noi cerchiamo di
spingervi a questo parlandovi del mondo dei fotogrammi e dicendovi: "Vedi
quella pianta che tu credi viva perché la vedi crescere? Non è così: quella
pianta vive solo perché, dietro la sua forma, è nascosto un
"sentire". Non è viva perché cresce: cresce in quanto è rappresentata
così, è rappresentata nei fotogrammi come un qualcosa che voi chiamate
"seme" il quale comincia a germogliare e che, poi, nella fase
successiva mette le foglie e poi ancora cresce, fiorisce, fruttifica e muore,
perché è rappresentata secondo questo ciclo. Ma in effetti vive perché dietro a
questa forma si nasconde un piccolo "sentire", un sentire di
sensazione, di sensibilità". Quella è la vita della pianta, non il suo
crescere. Altrettanto possiamo dire
del nostro corpo fisico quando siamo incarnati. Una creatura vive non perché la
vediamo muovere, mangiare, crescere, dormire, destarsi, parlare: quella no è la
vera vita della creatura. Ma vive perché dietro a questi atti c'è un
"sentire", un "sentire di coscienza". Quella è la vera
vita. E' importante questo perché il fatto che un corpo fisico cresca, metta la
barba e i baffi, o perda i capelli, non vuol dire che quel corpo fisico viva, è
vero? Non vuol dire che l'individuo Allora pensiamo che
questa serata sia precostituita, che esista un film che contiene i vostri corpi
fisici, le vostre sensazioni, le reazioni, tutto quanto voi avete vissuto in
questa serata e che ha interessato le materie dei piani astrale, mentale e
fisico. Prima di tutto, se così
fosse, ciascuno di voi potrebbe vivere questa serata singolarmente, perché il
"sentire" di ciascuno potrebbe essere non contemporaneo agli altri
"sentire" e ciò non cambierebbe nulla. Poi voi avreste la sensazione
di essere liberi e padroni di fare delle domande o di tacere come avete fatto,
senza peraltro che in effetti esista un'alternativa reale a quello che è stato
il vostro comportamento. Siamo al punto in cui
suonate alla porta di questa casa. La vostra sensibilità, il vostro
"sentire" vive quel momento, il momento in cui nel fotogramma nel
quale vi immedesimate, il vostro corpo fisico è rappresentato al cospetto della
padrona di casa con un cordialissimo
"Buona sera!". Che cosa accade? Accade che avete una
risposta, questa risposta è uno stimolo alla vostra sensibilità, ed ecco che
nella situazione successiva voi ancora interloquite, voi ancora parlate e vi
comportate secondo lo stimolo che avete avuto. E così vivete per la prima volta
la serata quale l'avete trascorsa questa sera. "Strano - direte voi - ma a
me sembrava di essere il protagonista della serata, perché avevo certe reazioni ed a queste reazioni rispondevano
secondo la mia libertà, od ero libero di stare zitto". Sì, certo voi avete
risposto a certi precisi stimoli perché la vostra evoluzione così vi ha fatto rispondere;
perché valutando tutti i vari impulsi che i vostri veicoli vi hanno trasmesso e
che provengono Dunque un nuovo tipo di
libertà si aggiunge a quelli che conoscete: la supposta libertà. Torneremo su
questo argomento che non deve meravigliarci; dal momento che tutto è illusione,
anche la libertà può essere illusione.
* * * Quello che mi preme
puntualizzare è questo: rivivendo la riunione di questa sera, la rivivreste
nello stesso modo non perché così e precostituita, ma perché tornando indietro
di un passo Questo è un esempio che può servirci per tornare sull'argomento del libero arbitrio.
Le scelte individuali in
rapporto alla Realtà Certo che parlarvi
significa farvi correre un bel rischio. Una volta vi dicemmo che queste
riunioni potevano fare di voi dei santi o dei pazzi. A taluno sembrò esagerata
questa affermazione; eppure, invece, è giusta; perché dirvi che il
"sentire" degli uomini non è contemporaneo, può significare avviarvi
sulla strada della pazzia. Arrivare a dire che qualche variante alle Anche se questi sono
passaggi-Verità non crediate che siano storie; sono Verità per abituarvi a capire
la Realtà, la Realtà che trascende i limiti dei tempo. Voi siete abituati a
pensare in termini di tempo; ebbene dovete cessare di pensare in termini, non
dico di tempo, ma di successione. La Realtà trascende infatti anche la
successione. Ed allora, se trascende
ogni successione, che significato può avere, nella Realtà, la scelta delle
creature? Non c'è niente da aspettare, non c'è da stare a vedere - nella Realtà
- che cosa sceglieranno le creature. Non c'è successione, è vero? Eppure
parliamo del libero arbitrio, parliamo del mondo dei fotogrammi, delle scelte
che gli individui fanno; del rapporto che esiste fra il mondo dei fotogrammi,
dove pare che imperi un tempo, e il "mondo degli individui" dove
questo tempo si chiama solo "successione di sentire". Quando parlammo di libero
arbitrio, dicemmo che l'uomo In ogni caso la sua
libertà è relativa. Gode di una libertà assoluta chi si identifica con
l'Assoluto. Parlando dell'uomo siamo
nei limiti della libertà relativa, Questo è quello che
sapevate sul libero arbitrio dell'uomo. Ora, dopo l'esempio della
scorsa volta, con la Verità dei fotogrammi - per chiamarla in un modo - vi
diciamo: "Il libero arbitrio relativo esiste, rimangono ferme quelle
precisazioni, puntualizzazioni, che a suo tempo facemmo sul libero arbitrio; ma
se anche non esistessero varianti nella serie dei fotogrammi e tutto fosse
scritto in un unico e solo modo, l'individuo - in ultima analisi - godrebbe
egualmente di libero arbitrio relativo, perché le sue reazioni nascerebbero in
un presupposto di libertà. Tuttavia, nonostante
questa affermazione, le variazioni, le mutazioni, le strade equivalenti nel
cammino degli individui, esistono. Più avanti - se avrete la pazienza e la
bontà di seguirci ancora - vedremo perché queste mutazioni sono essenziali alla
storia del "sentire" individuale. Certo che se queste vi
istradano verso la pazzia, ce n'è un'ultima che addirittura inferisce il colpo
di grazia: e cioè che tutti noi siamo in definitiva individualizzazioni
dell'Assoluto ed ogni "Scintilla-individualità-individuo" è Suo
frazionamento, un Suo circoscriversi, limitarsi, esistere in forma relativa
L'Assoluto è il Tutto relativo, un insieme di relativo. Che cosa significa
questo discorso? Come può esistere un Assoluto circoscritto? Noi vi facemmo l'esempio
della collana di perle. La collana di perle esiste in quanto tante perle, da un
oceano di madreperla, sono in qualche modo delimitate, poste l'una accanto
all'altra, è vero? Allora l'oceano di madreperla è l'Assoluto che trascende
l'insieme della madreperla. Nell'Assoluto esiste questo frazionamento in quanto
vi è una limitazione dell'Assoluto, un Suo circoscriversi, diventare, in
sostanza, relativo. Ed ecco la collana delle perle. Ma come possono esistere
queste perle, poste l'una accanto all'altra, se in qualche modo non vengono
prese in considerazione, definite, create, Come è possibile in un
oceano dove non esiste né prima né dopo, dove non esiste, quindi, il tempo,
creare il tempo? Quanto vi chiedo, figli e fratelli, col dirvi:
"Seguitemi!" perché possiamo solo servirci di queste figurazioni. Nell'Eterno Presente non
esiste il tempo, ma non esiste neppure un trascorrere, una successione: tutto è
lì da sempre e per sempre, "congelato", dicemmo. Adesso abbiamo
saputo che nel mondo dei fotogrammi, quindi piano fisico, astrale e mentale,
tutto è lì da sempre e per sempre, pur essendo mondo relativo; il Cosmo, si
dice, ha un inizio ed una fine nel suo insieme di fotogrammi, ma questi
fotogrammi sono sempre lì, da sempre e per sempre. L'unica successione che
rimane per ora in vita è la successione del "sentire", la collana di
perle. "Ebbene - voi dite -
quando questa successione ha inizio?". Ma mai, figli e fratelli!
E' sempre. Un altro sforzo richiedo alla vostra intelligenza. Può avere avuto un inizio
reale il Cosmo? Noi stessi lo abbiamo escluso. Il mondo dei fotogrammi,
intanto, parte di questo Cosmo vi abbiamo detto, non ha mai avuto inizio,
sempre è stato, e mai ha fine. Tuttavia essendo limitato ha un inizio ed una
fine che sono i limiti di questo "qualcosa" limitato. Ma ciò non significa iniziare ad esistere e cessare
di esistere in senso assoluto. Può allora aver avuto un
inizio ed un termine il "sentire" degli individui? Non vi spaventate.
Ma niente, né nell'Eterno Presente, né nel Cosmo, né nel "mondo degli
individui" può avere avuto un inizio ed avere una fine. Perché, se
qualcosa, sia pure nel mondo relativo, avesse un inizio ed una fine, questo qualcosa
travolgerebbe l'intero Assoluto, dal
momento che il relativo non è che un'emanazione dell'Assoluto. "Ed allora come si
spiega - dite voi - questa successione di "sentire"?"".
Ancora con l'esempio della collana di perle, perché ciascuna perla, ciascun
"sentire", per esistere, deve essere chiuso, limitato. Ciascun
"sentire" dell'individuo è un ente, un'entità a sé, chiusa, limitata.
Proviene da un "sentire" precedente e sfocia in un
"sentire" seguente perché se non vi fosse questo legamento non vi sarebbe
unità; ed allora non essendovi unità, non vi sarebbe un'individualizzazione, ma
vi sarebbe un caos di "sentire", sospesi nell'Assoluto. Ecco perché
noi parliamo di Assoluto individualizzato: tutte le individualizzazioni debbono
avere una loro unità, ed ecco perché il "sentire" dell'individualità
è un "sentire" tutto in un unico momento i tanti
"sentire" appartenenti al suo
ceppo, a quella individualità. Se poi noi consideriamo, al fine di comprendere,
questa individualità proiettata nel mondo dell'individuo, ecco i
"sentire" individuali percepiti l'uno dopo l'altro. Così è per il ricondursi
del Tutto all'Unità che esiste l'individualizzazione ed è per
l'individualizzazione che ciascun "sentire", Ma in effetti questo
passaggio esiste? No: per esistere un
"sentire" chiuso come un ente a sé, nell'oceano di madreperla, il
"sentire" deve essere limitato e deve per forza essere
"sentito" una volta; ma questa volta - pur essendo chiusa, limitata,
pur essendo una volta che scorre - in effetti non scorre mai e non prelude ad
un chiudersi del ciclo. Vedo
l'atterrimento di
qualcuno di voi che subito tra errate conclusioni e pensa che la sua teoria di
incarnazioni - tanto per parlare con il vecchio linguaggio - non cessi mai. Non
è questo il significato di quello che io questa sera vi ho detto, figli e
fratelli. La collana di perle composta di una perla accanto all'altra e
considerata l'una dopo l'altra, non cessa mai di esistere, neppure quando io ho
finito di E' per sua natura che la collana di perle è formata da una perla dopo
l'altra e quindi, per sua natura, così esiste. Ma in effetti non trascorre mai,
non cessa mai. E' il "sentire individuale" - ancora lo ripeto - che
considerato nelle sue fasi che lo compongono sembra provenire, fase per fase,
da un "sentire" precedente e sfociare in un "sentire"
seguente, ma in effetti non esiste movimento, passaggio. Tutti i "sentire
individuali" sono percepiti una sola volta nell'eternità. Ma poiché
eternità non significa tempo che non finisce, ma "senza tempo",
quest'unica volta non è ubicabile o dislocabile. E' una sola volta e sembra
sempre "ora" che conduce a "dopo " e che "viene
da".
* * * Avete mai osservato le
forme di vita inferiori all'umana? Ebbene, avete visto che poche sono le
possibilità di espressione di queste forme. Gli animali, che sono fra le forme
di vita inferiori all'umana che hanno maggiore espressione, articolano le loro
azioni su una gamma di dieci, quindici tipi di atti. Ad esempio un gatto
mangia, si pulisce, gioca, asseconda i richiami del suo veicolo fisico
inerenti alla riproduzione, fa le fusa, come si usa dire. Ebbene, man mano che
queste azioni s'ispirano ad un maggior "sentire", noi diciamo che la
bestia è più o meno intelligente. Ma anche l'uomo, in fondo, quale noi lo
conosciamo, articola le sue azioni ed il suo modo d'agire Quello che può
distinguere l'uomo sta nella comprensione Un solo piccolo sforzo
per capire, prima di giungere alla comprensione. E per capire un mondo diverso
da quello che conoscete, occorre distruggere il vostro abituale modo di affrontare
i problemi; il vostro abituale modo che usate per capire. Non c'è da capire cose
consuete, ma cose del tutto diverse da quello che siete abituati ad avere come
oggetto dei vostri sensi. Ed occorre quindi uno
sforzo della vostra intelligenza. E' come smettere di fumare; disabituarvi ad
un'abitudine, lasciare un'abitudine, lasciare un consueto modo di vedere,
andare oltre. Mi auguro che questo sia
per voi dolce e possibile, con l'aiuto dei vostri Maestri. Pace a voi. K. H.
Varianti o mutazioni
collaterali Osserviamo il vostro stupore di fronte ai concetti che vi stiamo illustrando. Stupore e sbigottimento. A chi ha capito può sembrare che il nostro tornare sui principi enunciati sia superflua ripetizione, ma perché il concetto sia afferrato occorre esaminarlo da diversi punti di vista. Per chi ha capito ciò costituisce un collaudo, per chi ha le idee confuse ulteriore esplicazione. Pensare, per
portarvi a questo punto di conoscenza ci sono voluti venti anni ed era una
conoscenza accessibile che non esulava dalla logica umana. Qui, invece, si
tratta di vedere la Realtà da un punto di vista del tutto inusitato. Perciò,
per il momento, dobbiamo parlare per principi. Quando vi enunciammo il
principio della non contemporaneità del "sentire", questa Verità vi
parve strana; e via via, attraverso a spiegazioni, a discussioni, qualcuno di
voi - per non dire tutti, o quasi - si è impossessato di questa Verità, prima
conosciuta come semplice enunciazione
di principi. Per "impossessato" intendo avere capito, non assimilato
o compreso. Siamo nell'ambito del capire ed accontentiamoci di questo. Del
resto è un punto di passaggio obbligato: Ora siamo giunti
all'enunciazione di un altro principio: quello delle "varianti".
Principio che per taluno di voi può sembrare superfluo o addirittura costituire
motivo di confusione. Ebbene, se questo può sembrarvi una zeppa, qualcosa che
turba il quadro che ora dell'insegnamento vi siete fatti, vuol dire che non
avete capito giustamente. Vuol dire che voi date al libero arbitrio
un'interpretazione del tutto soggettiva, cioè pensate che l'individuo sia
libero solo perché crede di esserlo, ma che in effetti non abbia alcuna
libertà. Ciò non è tutta la Verità; infatti l'individuo non è libero - sempre
di quella porzione di libertà relativa - solo perché crede di essere libero; ma
perché crede di essere libero e perché ha un'effettiva possibilità di scelta. Certo quando l'individuo
subisce un karma non possiamo parlare di scelte, ma veniamo ad un esempio
pratico. Le scelte che può fare l'individuo uomo e che veramente corrispondano
ad una sua effettiva libertà, non possono essere tali da sconvolgere totalmente
la sua esistenza. Nella vita di un uomo quella che apparentemente può sembrare
una scelta le cui conseguenze hanno radicalmente mutato la sua esistenza, in
effetti non costituiva una sua libertà.
L'uomo non ha la libertà così grande da mutare totalmente la sua esistenza. Se
la sua esistenza cambia completamente vuol dire che quello era il suo destino,
cioè quello doveva fare e non quello poteva fare. In linguaggio matematico
la libertà di scelta dell'uomo potrebbe essere paragonata alle soluzioni di
un'espressione condizionata di questo tipo A+B=7 in cui A debba essere sempre
minore di B. Le soluzioni possibili (libertà di scelta) sono alquanto limitate
e lo sono vuoi dal risultato che è già determinato (7) e vuoi dalla condizione
posta. Dunque, quando l'uomo ha
di fronte a sé la possibilità di scegliere, può darsi che ciò corrisponda al
vero, ad una sua effettiva libertà di
scelta, soprattutto se le scelte non sono di una portata tale da mutare
radicalmente la sua esistenza. Così, egli può godere di due tipi di libertà:
una libertà effettiva anche se relativa, ed una libertà supposta; la prima
quando le sue scelte corrispondono ad una reale possibilità di scelta, la
seconda quando questa possibilità è in effetti solo supposta. Ebbene questa sera
dobbiamo enunciare il principio che il primo tipo di libertà si concretizza
nell'esistenza dell'uomo, vista secondo l'esempio della bobina cinematografica,
con tanti spezzoni (varianti) di film quante sono le effettive possibilità di
scelta. Tutti gli spezzoni confluiscono, poi, nuovamente nella Per ora qui ci fermiamo e
riprendiamo, invece, un altro Voi avete obiettato che
se prendiamo la mano di un nostro simile e gliela stringiamo forte, egli ha una
reazione di dolore e questo prova, secondo voi, che il "sentire" i
medesimi fotogrammi è contemporaneo fra noi e quel nostro simile. Infatti,
dire, che l'azione che fate di stringere la mano può rientrare nel vostro
libero arbitrio, e come si potrebbe spiegare la reazione di dolore se il
"sentire" non fosse contemporaneo? Non c'e dubbio che la
reazione è contemporanea, o meglio immediatamente succedanea a quell'azione. Ma
lasciamo, per semplificare le cose, per ora la questione del libero arbitrio. Supponiamo che l'unica
libertà goduta sia quella supposta. Allora apparirebbe più chiaro, essendo
tutto "scritto" nei minimi particolari, che fossero previste anche le
reazioni. Se tutto fosse fatalisticamente scritto nei minimi particolari,
sarebbe anche predeterminato il fatto che io chieda alla figlia Nella, ad
esempio: "Nella, tu sei presente in questo istante?". E sarebbe
scritta anche la risposta, è vero? Ho detto "chiedo
alla figlia Nella", ma forse più preciso sarebbe dire "a quello che
io vedo della figlia Nella", perché in realtà Nella sta oltre quello che
io vedo; in ultima analisi Nella è l`individuo che sta oltre il corpo fisico,
che occhi di un corpo fisico vedono. E' vero? Allora il fatto che io chieda ad
un corpo fisico che identifico nella figlia Nella: "Tu sei qua in questo
momento?", ed il fatto che questo corpo fisico mi risponda: "Sì, io
sono qua in questo momento", non prova - a me Kempis che vivo questi
fotogrammi - che dietro a quello che io vedo e chiamo "figlia Nella"
vi sia l'individuo Nella. Direte: "Allora, chi ha risposta?"; ha
risposto il destino, perché abbiamo posto che tutto sia scritto nei minimi
particolari. Era dunque scritto che io domandassi: «Nella, sei presente?",
ed era scritto che mi si rispondesse: "Sono presente in questo
momento". Dunque, per un osservatore soggettivo, quale io in questo
momento sono, il fatto che io riceva una risposta non mi prova che dietro il
corpo fisico che io vedo vi sia ora (non "ora" di tempo astronomico)
un "sentire". Questo vale per me Kempis e altrettanto vale per la
figlia Nella. Ed allora, siete, da
questo esempio, confusi? Domanda. -
Non sappiamo più se
veramente ci siamo. Lo domandiamo a te. Ci siamo? Risposta
- Ecco la pazzia. Chi
ode una domanda, la intende, la
capisce, e risponde che non è sicuro di esserci, è uno incamminato verso un
manicomio. La risposta giusta è: "Io sono sicuro di vivere questi
fotogrammi, perché li "sento", ma non saprò mai se gli altri che io
vedo li "sentono" contemporaneamente a me". Se tutto fosse come una
bobina cinematografica, preordinato e predeterminato e già esistente in ogni
particolare, ciascun individuo potrebbe immedesimarsi nella storia dei vari
protagonisti dei film che esistono solo nella celluloide, anziché contemporaneamente,
in tante volte separatamente. Ciascuno di essi animerebbe il film singolarmente
e quando giungesse all'episodio in cui tira la coda ad un gatto si beccherebbe
una bella graffiata e ne proverebbe dolore anche se l'individuo che fa capo al gatto
vivesse la scena non contemporaneamente a lui, anche, cioè, se quella volta,
dietro al gatto non si nascondesse alcun "sentire". Verità che sconvolge, ma
per questo non meno vera. Proseguendo nel filo del
ragionamento, allora, il corpo fisico, il corpo astrale, il corpo mentale, che
sono veicoli della stessa natura, vivono a sé in quanto osservando, scorrendo i
fotogrammi, questi corpi sono rappresentati in attività ma non per altro. Dietro questi veicoli,
mentre io "sento» questi fotogrammi, può non esserci un
"sentire". C'è forse già stato ed io sto osservando ora una scena già
vissuta da altri, o forse ci sarà, oppure mai c'è stato e mai ci sarà? Avrete queste risposte se
riuscirete a non definire queste Verità come pazzesche. Di un uomo che con noi è
rappresentato negli stessi fotogrammi è certo che esistono: il suo corpo
fisico, il suo corpo astrale, il suo corpo mentale. Il fisico come aspetto,
l'astrale come sensazioni, il mentale come pensieri. Scorrendo, io, la comune
serie di fotogrammi vedo il fisico che si muove, indovino dietro a quel fisico
delle sensazioni e dei pensieri. Ma perché tutto questo? Perché scorrendo da un
fotogramma all'altro questi veicoli sono rappresentati in attività; ma oltre
questi veicoli c'è il "sentire"? Questo è importante. Quand'è che i
fotogrammi sono "sentiti"? Quando l'individuo unirà la propria
consapevolezza alla serie di fotogrammi che io sto vivendo ora. Quel Tizio che io ora vedo rappresentato e che mi sembra vivo, tanto che se lo tocco ne sento il calore del corpo, lo vedo reagire ai miei stimoli, rispondere alle mie domande, perché così è scritto, quand'è che "sentirà"? La risposta è semplice: E chi vedrà? Vedrà il mio
corpo fisico (ammesso che l'abbia un corpo fisico), il mio corpo astrale, il
mio corpo mentale, che contribuiranno a dargli l'illusione di essere di fronte
ad un essere vivente che dialoga con lui, ma dietro a questi non vi sarà il
"sentire" di Kempis. Dunque è scritto anche il
dialogo nei minimi particolari,
|