Indice di questa pagina

 

Presentazione - Manifestazioni varie - Relazioni e testimonianze degli intervenuti

 

 

CERCHIO FIRENZE 77

 

Oltre l'illusione

---------------------------------------------------------

Dalle apparenze alla Realtà

 

Oltre l'illusione delle forme, oltre il mondo

delle ombre, ....oltre l'eterno divenire dei

cosmi, sta il Supremo Perché di tutto questo,

sta l'Eterno, l'Infinito, l'Immortale, il

Perfetto, l'Assoluto. Oltre... oltre...

                                                      KEMPIS

 

 

 

Tu che possiedi questo libro sappi che puoi possedere molto di più che carta stampata;

Tu che lo leggi, puoi comprendere molto di più di quanto è scritto;

Tu che lo comprendi e lo accetti, possiedi molto di più della conoscenza, perché hai trovato quel filo di Arianna che conduce fuori dal labirinto dell'apparenza e dell'illusione.

                                                      DALI

 

  

Prefazione del prof. Giulio Cogni

(Orientalista, Docente Universitario di filosofia e lettere presso università italiane, francesi, tedesche).

 

Quando ebbi in mano per la prima volta alcuni ciclostilati che mi erano stati inviati con la precisa indicazione che si trattava di comunicazioni medianiche, mi accinsi a leggerli con la premessa di trovarmi di fronte, nella migliore delle ipotesi, a quelle frasi che la quasi totalità della cosiddetta arte medianica produce. Un'arte che anche quando presenta caratteri enigmatici e iniziatici non ha grande valore artistico.

Ma fin dalle prime pagine, pur nella necessariamente frastagliata forma dell'esposizione, il valore filosofico ed anche espositivo dei testi mi apparve indiscutibile. 

Entrai così in relazione con il gruppo che si sigla Firenze 77 e di cui fanno parte anche noti personaggi, presi parte ad alcune riunioni, potei ascoltare nastri registrati e leggere quasi tutta la loro produzione.

 

Questo volume raccoglie senza correzioni o varianti una parte di questi messaggi. Il fisico dott. Alfredo Ferraro, noto studioso di fenomeni parapsicologici, ne ha scritto più volte in riviste varie, soffermandosi quasi unicamente sulla fenomenologia fisica che, alla luce di controlli fotografici, sembra risultare abbastanza importante. Tuttavia è il caso di aggiungere che il valore interiore di queste esperienze si rivela direttamente e soltanto nei testi, ed è di tale livello che da solo è sufficiente a fissarne l'importanza.

 

Il caso di Firenze 77 infatti, secondo noi, non è che un esempio di un'alta facoltà creatrice, che si sviluppa in un'immersione supernormale del medium, attraverso un'obliterazione dell'io, nell'impersonalità e universalità dell'Essere, che - unicamente per fare un esempio che possa venire inteso anche da profani - la scienza fisica potrebbe anche chiamare energia, intesa, come nelle filosofie orientali, nel senso dell'Uno Divino, onnipresente e identico, di cui tutto ciò che normalmente vediamo è rifrangenza, spettacolo della divina Lila; come del resto accade in ogni profonda esperienza artistica e del pensiero cosiddetto creatore, e in ogni istante di amore integrale.

 

Proprio seguendo la filosofia, in sé molto elevata, esposta nelle varie sedute, soprattutto da parte dell'entità Kempis, non si può non arrivare alla conclusione che il medium, che appare anche alla vista un temperamento mansueto e armonioso eminentemente portato alla dissoluzione dell'io e alla dimenticanza di sé nel sonno medianico, diventa in quegli istanti un "genio", nel cui lucido sogno o, se si vuole, pensiero non certo riflessivamente pensato ma vissuto in senso - per dire con Aurobindo - supermentale dalla totalità dell'Essere, non esistono più veramente, quali separate entità, né lui né alcun altro personaggio terrestre o celeste, se non come simboli da cui parla l'Essere stesso impersonale del mondo.

 

Le pagine che vengono fuori da queste lezioni pronunciate in fluente esposizione quasi senza pentimenti né errori, sono spesso molto belle e di una profondità che attende di essere debitamente apprezzata. Svolgono una visione del mondo che è sostanzialmente quella stessa del pensiero orientale, giungendo alle conclusioni più alte, quali si trovano nell'Advaita Vedanta, o Vedanta non duale, di Shankara.

In questo senso è come se un pensatore venisse ogni volta da ambiente indiano o buddista a svolgere una lezione, senza richiami alla terminologia sanscrita, in linguaggio occidentale e talvolta cristiano.

 

Il pensiero delle pagine di questo volume è talvolta profondamente creativo e così che si sarebbe tentati - se non si conoscesse la situazione - di credere che il medium abbia semplicemente mandato a memoria pagine di qualche grande maestro. Personalmente, dicono, non si è mai dedicato a studi filosofici e tanto meno di filosofia orientale. Qualunque ne sia la sorgente, è certo che ci si trova davanti ad un fenomeno di altissima sapienza, libera da dogmi, condizionamenti, pregiudizi, limitazioni, generalmente avvertibili in quasi tutte le relazioni di sedute medianiche. Qui parla realmente un grande Maestro, del tipo di Sri Aurobindo, Ramana Maharshi, Ramakrishna o simili.

 

Anche gli interlocutori minori, qualunque problema trattino, spesso anche scientifico, dicono cose interessanti con scorci d'intelligente penetrazione non disgiunta da una chiara consapevolezza, anche terminologica, dei problemi della scienza, della vita e della società attuale. Ecco alcune frasi di Claudio e del Fratello Orientale: "Il vero significato dell'insegnamento dei Maestri traspare dalla constatazione che il senso dell'io, prodotto dalla limitazione, è destinato a cadere per lasciare il posto a una consapevolezza che non conosce frontiera, in cui non vi è più qui-là, ora-dopo".

Cioè non vi sono più le limitazioni dello spazio e del tempo, verissime quale spettacolo cinematografico del mondo, ma false se ritenute assolute. Cos anche "essere altruisti non significa stare dalla parte opposta dell'egoismo, ma superare il senso dell'io": vivere cioè l'impersonale vita universale ed essere perciò anche tutte le persone e cose.

 

Questa è la Via a Dio, Impersonale Persona, cioè Essere puro. "Quando vedrai senza occhi e udrai senza orecchie e più non sarai prigioniero delle creature e dell'illusione, né schiavo del tuo "io", sarai la bellezza ed il bello, l'ammirazione e l'ammirato, l'amante e l'amato. Tu vivrai, esisterai realmente". Difficilmente possono leggersi parole più alte.

"... tu sei un frammento della coscienza assoluta...oltre l'illusione sta il tuo vero essere, l'Essere unico ed assoluto...

Come pianta o come animale, come uomo o come donna, come soldato o come regnante, qui o altrove, oggi o domani, tu vivi".

Queste parole ricordano una shloka della Bhagavad Gita: "Vede in tutti gli esseri Sé, tutti gli esseri nel Sé - nello Yoga fatto Uno tutto ovunque uguale scorge". La traduzione è di chi scrive ed è letteralmente identica all'originale (1).

E Claudio: "...se raggiungete la convinzione che la vostra vita non può né deve essere contenuta dal senso dell'io, voi raggiungete la vostra liberazione". Oltre ogni dualità.

Il discorso si farebbe lungo: invitiamo a leggere il testo (2).

                                                                                                                                                                                                       GIULIO COGNI

 

(1) Bhagavad Gita, cap. VI - Interpretazione lirica secondo i ritmi originali e Introduzione di Giulio Cogni - Ceschina, Milano 1973.

(2) Per una più ampia panoramica intorno a questo "caso" vedi il nostro scritto "Un'alta visione del mondo enunciata per via medianica: Cerchio Firenze 77" apparso sul n. 1-2 de "La Cultura nel Mondo", Roma 1977, da cui è tratto questo cenno introduttivo (note di G. Cogni).

 

 

 

 

 

PARTE PRIMA

CASISTICA DEI FENOMENI

(Presentazione, Manifestazioni varie, Relazioni e testimonianze)         

 

 

Presentazione

 

Sono passati molti anni dal giorno in cui la medianità di colui che doveva essere il tramite di queste comunicazioni si è rivelata: egli non aveva ancora sedici anni e sia lui sia le persone che furono i primi testimoni dei fenomeni che accadevano, non avevano alcuna dimestichezza con tal genere di esperienze.

Da allora, con una rapida evoluzione, noi partecipanti - che nulla sapevamo di spiritismo - conoscemmo per diretta constatazione i vari fenomeni indicati nei manuali come i più rilevanti.

Non possiamo ricordarli tutti se non per specie, tanto numerosi si sono prodotti e continuano a prodursi: dalle prime levitazioni del tavolo, alle scritture automatiche con l'esatta riproduzione della grafia dei trapassati comunicanti. Dagli apporti, subito numerosissimi, alla trance profonda con voci identiche a quelle conosciute in vita; dalla levitazione del medium, alla sua smaterializzazione (una sola volta, ma tale fu la nostra paura nel constatarlo che ci auguriamo non si ripeta più). Dalle luminosità fatue e vaporose, ma visibilissime, ai profumi intensi e ricorrenti che si percepiscono anche al di fuori delle riunioni. Dalle materializzazioni parziali, ai fenomeni di identificazione di trapassati sconosciuti ai partecipanti.

 

Che dire delle premonizioni? Ma sopra ogni cosa, che dire dell'intelligenza e dell'amore che ispirano le manifestazioni? Ogni fenomeno, infatti, non è fine a se stesso, ma accade perché è necessario a qualcuno di noi, necessario  per il bene spirituale. Questo è l'argomento centrale che volevamo toccare, perché - se sono convincenti i fenomeni obiettivi e meravigliosi dei quali siamo continuamente testimoni - ciò che ci colpisce di più è la grandezza dell'opera sapiente che, a poco a poco, inavvertitamente, ci ha formati nell'intimo.

 

Non molto sapevamo di religione, nulla di filosofia: ebbene, lentamente ma sicuramente, con una scuola che tale assolutamente non appare ma che dura da circa trent'anni, conosciamo verità che forse solo le filosofie più astratte riescono ad accennare. E questa conoscenza non è un insieme di cognizioni raccolte in tanti anni di comunicazioni, bensì costituisce un quadro generale che illustra esaurientemente molti dei "perché" che religione, filosofia e scienza lasciano senza risposta. Le Verità che ci furono rivelate prima di quelle illustrate in questo volume, sono state da noi raccolte in una precedente pubblicazione; questo libro ha lo scopo di andare oltre, c'insegna a capire quello che è incomunicabile: la natura di Dio.

 

Attirando su questo argomento la nostra attenzione e  riflessione, stimola l'intuizione rivelandoci la Verità ed il reale significato di principi, che conosciamo per enunciazione ripetuta, quali "ama il prossimo tuo come te stesso" che così ci appaiono nella loro trionfante, luminosa logica. Ci insegna a capire come il divenire del mondo che conosciamo sia un'illusione, rivelandoci perché è così: concilia il divenire del relativo con l'essere dell'Assoluto. Crediamo possa essere interessante per il lettore sapere come si svolgono le nostre riunioni, dato che esse hanno un carattere diverso da quelle comunemente chiamare "sedute spiritiche". Nei primissimi anni le Guide comunicavano attraverso la scrittura automatica del medium: ognuna aveva una grafia particolare, personale, mantenutasi la stessa in tutti questi anni. Poi la manifestazione delle Entità è avvenuta ed avviene per trance ad incorporazione: da quando esistono i magnetofoni le loro conversazioni vengono incise direttamente, poi trascritte, dattilografate e distribuite ai partecipanti. Anche le loro voci sono diverse l'una dall'altra, tanto che fin dalla prima parola che udiamo riconosciamo "chi" di loro ci parla.

 

Le riunioni avvengono in una casa privata nei dintorni di Firenze: l'ambiente è un comune pranzo-soggiorno che contiene a malapena le trenta persone che ci è stato consentito di ospitare per ogni seduta. All'inizio di ogni riunione viene riletta l'ultima lezione che è stata per noi tema di meditazione nei giorni che separano una seduta dall'altra: ne segue una discussione, uno scambio di idee. Dai nostri interrogativi, dalle nostre incomprensioni, gli Istruttori disincarnati - che evidentemente ci ascoltano - traggono elementi e motivi per le precisazioni e l'esposizione dei nuovi concetti

che seguiranno. Poi il medium si predispone alla trance e successivamente gli Istruttori si manifestano.

Spesso essi commentano le frasi da noi pronunciate nella prima parte della serata, sempre pronti a cogliere la domanda giusta, a chiarire l'incertezza, ad approfondire il concetto.

L'argomento centrale di questa raccolta fu presentato oltre vent'anni fa con questa comunicazione che integralmente trascriviamo dal volume "Dai mondi invisibili".

 

"L'illusione del movimento di una proiezione cinematografica è data dai susseguirsi dei fotogrammi e dalla persistenza delle immagini sulla retina dell'occhio; questo v'insegna la vostra scienza. In realtà, la visione di un film è un lavoro mentale,

perché è un fenomeno che avviene nel veicolo mentale dell'individuo. Se qualcuno vi dicesse che tutto quanto quello che voi vedete è simile all'illusione accennata, voi prendereste quel qualcuno per pazzo. Pure considerate: in possesso di una visione relativa, chiusi in una forma densa, voi potreste essere oggetto di un'illusione simile a quella di cui vi parlavo. In realtà esiste solo L'Eterno Presente e l'infinita presenza.

Nel piano fisico voi avete cognizione dello spazio perché chiusi in una forma densa, per raggiungerne un'altra, una delle due deve spostarsi entro l'agente che le separa. Nell'astrale è il desiderio o la volontà che possono rendervi presenti laddove desiderate o dove volete.

Nel mentale è il pensiero che vi dà l'immediata sensazione di un reale contatto fra voi e l'oggetto del vostro pensiero.

Nello spirituale, al di fuori di ogni limitazione, si ha coscienza dell'Eterno Presente e dell'infinita presenza di ognuno e di ogni cosa.

Un oceano si può considerare un insieme di gocce; pure ciascuna goccia esiste solo nell'attimo in cui viene prelevata dalla massa dell'oceano e, solo allora, si può dire che ne sia vicina o lontana.

Allo stesso modo, se voi risalite alla radice dell'essere vostro, comprendete di essere uno nel Tutto e che lo spazio è del piano relativo, perché solo lì si ha l'illusione che esso esista.

Come il movimento è una successione di punti, il tempo ne è una di attimi, in ciascuno dei quali vi è una particolare disposizione degli oggetti dell'universo. La vostra mente, passando da un attimo all'altro, secondo una successione convenzionale, con il ricordo crea l'illusione del movimento, del cambiamento, del tempo (Kempis)”.

 

Ci sono voluti vent'anni perché noi provassimo interesse al concetto allora presentato, ed i nostri Istruttori, pazientemente, sapientemente, dicendoci prima tante altre verità che non conoscevamo, ci hanno condotto a scoprire la necessità che ci fosse illustrata quella realtà che rappresenta il corollario di tutto l'insegnamento.

Quanto è contenuto dalla seconda parte in poi del presente volume, è tratto letteralmente e direttamente dalle comunicazioni con i nostri Istruttori disincarnati, senza alcuna elaborazione da parte di coloro che hanno curato la stesura del libro, stampato in edizione privata nel 1973 col titolo di "Sintesi". Elaborazione che non sarebbe stato possibile effettuare in quanto gli argomenti esulavano dalla formazione culturale di tutte le persone che, allora, costituivano il cerchio.

Ricordiamo che i nomi delle Entità comunicanti - sulle quali abbiamo dato brevi delucidazioni nel nostro precedente volume - sono fittizi, né mai ci è stata rivelata l'identità assunta nel loro passaggio terreno.

Fino a tre anni fa non abbiamo fatto conoscere le nostre esperienze oltre lo stretto ambito di familiari ed amici che ci seguono da circa trent'anni. Non abbiamo mai costituito un gruppo organizzato, seguendo in questo le indicazioni dei nostri Maestri:

 

"... Noi non abbiamo la pretesa di portarvi la Verità; la Verità è una conquista del singolo: nessuno può comprendere per voi... Chi è giunto alla Verità, contrariamente a quanto si crede, non può trasfonderla negli altri; può dare solamente delle indicazioni, ma non si debbono confondere le indicazioni con la Verità, le parole con la comprensione. Così, non organizzatevi per diffondere la Verità, la Verità è e basta! E non organizzatevi per diffondere le indicazioni, se questo significa diffondere l'organizzazione. Ogni organizzazione finisce sempre con l'essere più importante delle idee che professa, così, per non nuocere all'organizzazione, si giunge a rinnegare i principi sui quali essa si è fondata. L'organizzazione è simile a colui che vuole sfamare gli affamati parlando loro di cibo. Non cristallizzatevi sulle parole, ma cercate di comprendere. Le parole e le indicazioni per essere

valide, cioè per essere un valevole intermediario fra l'uomo e la Verità, debbono mutare con i tempi e con i popoli: non debbono insegnarvi a cercare negli altri ciò che solo in voi stessi potete trovare. Non debbono parlarvi dell'aldilà senza insegnarvi a comprendere l'aldiquà (Dali)".

 

Da quando ci è stato permesso di far conoscere anche ad altri ciò che accade nelle nostre riunioni e di rendere noti alcuni messaggi, abbiamo accolto altre persone nella nostra cerchia, seguendo però, nell'accettare nuovi partecipanti, alcuni accorgimenti dettati dal buon senso. Cerchiamo cioè di scegliere, fra le tante richieste di partecipazione, persone che da tempo s'interessano di queste ricerche e non per semplice curiosità, che non desiderino venire per fare domande personali, e che siano più interessate agli argomenti trattati ed al contenuto delle comunicazioni, che non all'eccezionalità dei fenomeni fisici. Così adesso, fra i nuovi partecipanti e fra coloro che sono in corrispondenza con noi, oltre a molte persone semplici o che non rivestono particolare importanza nel campo sociale, vi sono anche professionisti affermati, persone di profonda cultura in campo filosofico, giovani laureati, attori, studenti.

 

Una domanda che spesso anche noi ci facciamo è questa: perché proprio a noi questo insegnamento? A noi che non avevamo particolare attitudine o preparazione su simili profondi concetti? Che siamo persone molto comuni, che non possediamo nessuna facoltà paranormale all'infuori di

quelle che possiede il nostro medium, lo stesso e l'unico in tutti questi anni! Possiamo tentare di rispondere: forse proprio per il fatto che noi non avevamo nessuna idea preconcetta da demolire e perché - pur essendo nati nella religione cattolica - eravamo aperti a qualunque tipo d'insegnamento religioso e spirituale; forse perché, anche se ci consideriamo fortunati di poter attingere a questa inesauribile fonte di conoscenze, siamo anche consci di non aver nessun merito speciale e non ci sentiamo investiti da celeste missione: forse perché, e questa è la spiegazione più valida, in fondo siamo stati noi stessi strumenti del manifestarsi di queste comunicazioni che sono avvenute sia per noi, sia per coloro che le apprendono indirettamente.

 

Dopo avere pubblicato qualche articolo sulle nostre esperienze abbiamo dovuto dare un nome al nostro gruppo, tanto per poter catalogare come provenienti dalla stessa fonte i messaggi ed i fenomeni che illustravamo. La scelta della denominazione "Cerchio Firenze 77" deriva da un serie di motivi: il numero sette è il numero  fondamentale del nostro Cosmo, così ci hanno detto i Maestri disincarnati, il nome del nostro medium è di sette lettere, così la parola »cerchio «, così la parola «Firenze»: e tanti avvenimenti per noi importanti, caduti in date col numero sette. (Imprevedibilmente, il nostro primo libro "Dai mondi invisibili" è uscito nell'anno 1977).

 

Adesso abbiamo una denominazione, ma continuiamo ad essere un consesso di persone libere da ogni dogmatismo, senza statuti né regolamenti, n‚, cosa importantissima, quote di partecipazione o altro genere di contributi. Le spese vengono sostenute da chi può e vuole sostenerle, ognuno lavora come può per far giungere, a chi le richiede, le parole delle nostre Guide.

Lo stesso nostro medium, non solo non ha mai voluto accettare compensi di sorta, ma è sempre stato sentitamente contrario a farsi conoscere come il tramite di questi fatti meravigliosi di cui ognuno vorrebbe essere strumento. Egli ha dedicato la sua giovinezza al compito che il dono della sua medianità gli indicava, conducendo una vita semplice e riservata, tanto che nel suo ambiente di lavoro nessuno conosce questa sua peculiarità.

E per questa sua scelta consapevole le nostre parole

non potranno mai esprimere quanto il cuore "ci detta dentro". Come non potremo mai ringraziare abbastanza i nostri Istruttori disincarnati per l'insegnamento spirituale che ci viene impartito con tanta pazienza, dedizione ed infinito amore.

 

Manifestazioni varie

Durante le nostre comunicazioni con gli Istruttori disincarnati avvengono sempre fenomeni fisici di un certo interesse: alcuni di questi fenomeni sono già stati descritti in una nostra precedente pubblicazione (vedi "Dai mondi invisibili", Edizioni Mediterranee) e tanto è stato l'interesse che hanno suscitato, da invitarci a segnalarne altri avvenuti recentemente e a ricordarne alcuni avvenuti durante i lunghi anni delle nostre esperienze in campo spiritico, sempre con lo stesso eccezionale medium.

Le comunicazioni avvengono per trance ad incorporazione ed anche le estrinsecazioni di ordine fisico avvengono mentre il medium è in profonda trance, per cui egli non ha la minima percezione di quanto accade. Solo una volta l'Entità che sovrintende alla realizzazione dei fenomeni fisici dette la possibilità al medium di rendersi conto di quanto accadeva durante la sua trance. Pregò due partecipanti, sedute su di un divano, di lasciare tra loro il posto per una persona e a tutti raccomandò di stare molto concentrati. 

 

Mentre per bocca dello strumento in trance, seduto in poltrona, parlava L'Entità Dali che era succeduta alla Guida fisica, le partecipanti che avevano fatto posto sul divano percepirono chiaramente che "qualcuno" si sedeva tra loro e per tutta la durata della seduta poterono anche percepire il respiro della misteriosa presenza che rimase fino a quando, terminata la seduta, a poco a poco si dissolse.

 

Al suo risveglio il medium ci disse di avere assistito alla riunione! Ecco come ricorda quel fenomeno che non si è più ripetuto:

"Solitamente non ho alcun ricordo di quanto accade durante la trance né ho idea di quanto tempo trascorra.

Addirittura qualche volta non mi sono neppure accorto che si è svolta la seduta. Colgo l'occasione per precisare che al di fuori dei fenomeni che accadono nelle nostre  riunioni e dei quali, come ho detto, non ho alcuna cognizione, la mia vita è normale: non ho particolari sensibilità o intuizioni e, meno che mai, visioni. Se non fosse per quello che raccontano gli amici e che posso riascoltare dal registratore, potrei giurare di non essere medium.

 

Quella sera in cui avvenne il fenomeno accennato mi svegliai, non come le altre volte da un sonno senza sogni, ma con la sensazione di aver "sognato" di essere stato in mezzo agli amici, seduto sul divano, ascoltando nell'oscurità quanto le nostre Guide ci dicevano. Si trattava di un ricordo nitido, ma con tutte le caratteristiche di un sogno".

La spiegazione di questo fenomeno crediamo consista nello sdoppiamento fra il corpo fisico del medium che in quel momento serviva alla comunicazione fra noi e le entità, ed il suo corpo astrale materializzato per consentirgli di assistere alla comunicazione medianica stessa: fenomeno che accade nei casi di bilocazione.

 

Nel caso invece che segnaleremo adesso è avvenuta un vera e propria smaterializzazione e rimaterializzazione del corpo fisico del medium.

Di sera, all'inizio di un'estate di molti anni fa, eravamo nella casa di campagna di certi nostri amici, nei dintorni di Firenze. Eravamo in nove, ed era la prima volta che ci recavamo in quella villa: nessuno di noi, compreso il medium, era pratico della campagna circostante.

Dopo cena ci sedemmo attorno ad un piccolo tavolo nel giardino. La calma ed il silenzio intorno a noi erano assoluti, e ad un certo momento il medium disse di essere disposto ad una seduta: ci concentrammo in silenzio ed egli cadde in trance. 

 

Dopo un breve messaggio di Lilli, l'entità di una piccola amica che si presenta sempre alle nostre riunioni, si manifestò l'entità del nonno del padrone di casa, parlò con i suoi congiunti ricordando episodi della loro vita, e la seduta ebbe termine. Il medium si svegliò ed accese una sigaretta; era seduto su una panchina di legno tra due amici. Una debole luce elettrica, affissa al muro della villa, rischiarava la zona dove eravamo riuniti; ogni altra parte del giardino era nell'ombra. In lontananza, in basso, brillavano nitide le luci di Firenze.

 

Improvvisamente, lo strumento scattò in piedi, gettò la sigaretta e lo vedemmo innalzarsi all'altezza della spalliera della panchina, con due o tre salti successivi raggiunse la zona d'ombra e scomparve agli occhi di tutti noi. Mal superando l'effetto della sorpresa e in uno stato d'animo di viva inquietudine, ci ponemmo alla sua ricerca. Il cancello era ancora chiuso a chiave; all'interno della recinzione (oltre due metri di altezza) non ci fu possibile trovare lo scomparso. Ci facemmo aprire, e le nostre ricerche furono estese all'esterno, sulla strada e nella macchia del bosco al di là della strada. La nostra inquietudine di attimo in attimo aumentava mutandosi in ansia.

A questo punto il bosco sembrò svegliarsi sotto l'effetto di una subitanea folata di vento; le foglie frusciarono, alcuni uccellini cominciarono a pigolare e la capinera fece sentire il suo canto. Il fatto singolare, data la calma assoluta della notte, durò forse meno di un minuto, ma contribuì ad aumentare la nostra paura.

 

Mezz'ora più tardi - dopo forti e ripetuti richiami -   potemmo udire in lontananza la voce del medium; poi, chiamandosi vicendevolmente, due dei ricercatori e lo strumento s'incontrarono nel bosco.

 

Rientrati in casa, con un senso indicibile di sollievo, ma ancora scossi dallo sgomento provato, le signore fecero osservare che gli abiti e le scarpe del medium erano perfettamente in ordine e senza traccia di polvere, nonostante il luogo e il percorso fatto quanto meno al ritorno, mentre altrettanto non si poteva dire per le persone che si erano impegnate nelle ricerche.

Il medium ci narrò di essersi destato in prossimità dell'aia di una casa colonica, di aver visto le luci di Firenze di essersi orientato con queste finché, da una piccola altura aveva rivisto la villa degli amici e sentito le voci che lo stavano chiamando.

Egli non ricordava niente di quello che era avvenuto durante questa improvvisa trance, ma in una susseguente riunione avemmo la spiegazione di quanto era accaduto.

Si era trattato di una trasposizione del corpo del medium, necessario al compimento di una missione.

 

Ci sono stati altri casi in cui il corpo fisico del medium è stato adoperato in un raggio più ampio della stanza in cui si svolgeva la seduta. Una sera - terminata la comunicazione di una delle nostre Guide e in una pausa di silenzio - lo strumento si alzò dalla poltrona, attraversò la stanza, aprì la porta che dava nel corridoio, e, avvicinatosi al telefono sollevò il microfono e compose un numero. Alla persona che rispose alla chiamata si rivolse con voce femminile dolcissima, dicendo: "Sono Paola, sto bene, non soffrire.

Non è stata colpa tua! Pensami con affetto ma con serenità!".

Nell'assoluto silenzio e nelle pause era possibile percepire, se non proprio le parole, il tono quanto meno drammatico con cui la persona chiamata reagiva. 

 

Questa deve avere dichiarato che se si trattava di uno scherzo, era di pessimo gusto. Al che l'entità comunicante, per dare prova all'ignoto interlocutore che non scherzava, descrisse minutamente dove egli era e che cosa stava facendo in quel momento: "Sei nel tuo studio, seduto alla scrivania e stai cercando di rispondere ad una lettera di Enrico di Milano.

Davanti alla mia fotografia ci sono delle violette. Credimi, sono Paola! Non avere rimorsi. Non è stata colpa tua. Ti sono vicina. Pensami serenamente".

I giornali dell'epoca, esaminati dai partecipanti dopo il fenomeno, avevano riportato la cronaca di una disgrazia  automobilistica che aveva causato la morte di una signorina, Paola x, che viaggiava insieme al fidanzato. L'uomo era alla guida.

 

Nella nostra cerchia di amici vi è un gruppo di persone di Brescia che hanno sempre seguito le nostre esperienze, anche se solo saltuariamente sono potuti venire a Firenze ad assistere ai nostri colloqui con i Maestri disincarnati.

Nel corso di un incontro a Firenze, durante una seduta, uno di questi amici, di professione orafo, mostrò alla piccola Lilli un anello che egli desiderava lasciare in dono. L'entità rispose che non poteva prenderlo, almeno per il momento, poiché non sapeva se ne era autorizzata: infatti, il nostro medium - per un suo principio - desidera che dalle proprie prestazioni non gli derivi alcun utile né economico, né di altro genere.

L'amico di Brescia lasciò Firenze riportandosi via l'anello, un poco spiacente che il dono non fosse stato accettato. Nella riunione successiva egli non era presente, ma Lilli si manifestò dicendo che era stata autorizzata a ricevere il regalo e che avvertissimo l'amico di Brescia di non cercarlo, poiché ella stessa era andata a prendere l'anello. "Ecco - aggiunse - lo lascio qui allo strumento". 

 

Quando la luce fu accesa, a fine seduta, potemmo constatare che proprio quell'anello era stato apportato fra noi, naturalmente asportandolo dalla casa del nostro amico di Brescia; si tratta di un oggetto d'oro con un lapislazzulo incastonato (foto n. 1).

Informammo subito il nostro amico ed egli ci disse di essersi accorto della scomparsa, dichiarandosi inoltre ben lieto che Lilli avesse esaudito il suo desiderio, dando inoltre luogo a una manifestazione di così alto interesse.

 

La comunicazione di questa entità - un inglese che si è fatto chiamare Alan - è particolarmente interessante perché cerca di ridimensionare l'importanza dei fenomeni fisici in confronto al contenuto dei messaggi, che costituiscono il vero scopo delle comunicazioni medianiche.

 

"La mia ultima incarnazione fu nel secolo scorso, quando l'India era una colonia dell'Impero Britannico: allora ebbi modo di osservare molti guru, molti istruttori, maestri indiani. Erano molto più diffusi di quanto non lo siano oggi: c'era un'altra atmosfera nell'India del secolo scorso, e da ciò che potei vedere laggiù cominciai ad acquistare interesse per l'insegnamento occulto.

La prima impressione - e credo sia un'impressione comune a tutti gli uomini - è che quando si vede un fenomeno strano si crede che la persona in grado di produrre quel fenomeno sia in possesso della conoscenza, della Verità. Osservando, per esempio, un fachiro che riesce a far crescere e sviluppare celermente una pianta, si pensa che sicuramente debba conoscere la Verità.

Ma non è così. Quelli sono fenomeni inconsueti (naturalmente parlo di fenomeni veri, non di giuochi di prestigio) ma molto spesso chi li produce non sa come essi avvengano. Sono, per esempio, retaggio di altre incarnazioni nelle quali quella entità ha eseguito certe pratiche, certi esercizi che sviluppano questi poteri occulti: poi, nell'incarnazione successiva, per qualche ragione karmica - certamente non per caso - riaffiorano. Ed ecco che la nuova personalità si trova con questi poteri e automaticamente li adopera, produce fenomeni strani, inconsueti ed anche belli, senza sapere come e perché.

 

Vorrei portarvi un esempio: nel caso di un bravissimo atleta che sapesse sollevare un grave peso che gli altri uomini non riescono a sollevare, non pensereste certo che quell'atleta conosce la Verità, non è vero? Lo stesso vale per certi fenomeni, questi poteri che certi viventi hanno. E le Entità stesse che li possiedono, non sempre li producono perché sono a conoscenza delle Verità più nascoste. Dicendo questo noi siamo al di fuori di ogni sospetto, poiché nelle nostre riunioni questi fenomeni fisici avvengono e non potremmo essere accusati di deprezzare i fenomeni fisici solo perché noi non li sappiamo provocare. Se vi diciamo questo è per spiegarvi come stanno le cose, ripetendo quello che sempre vi hanno detto i nostri maestri: e cioè di vagliare attentamente ciò che viene detto, e valutarlo. Il resto sono cose meravigliose, interessanti, non v'è dubbio, ma non possono essere paragonate all'insegnamento che vi viene dato".

 

Anche l'entità che presiede alla manifestazione dei fenomeni fisici che accadono durante le nostre riunioni ci ha dato alcune spiegazioni su come si possono produrre alcuni fenomeni e sul fatto che non tutte le entità sono in grado di produrli, pur manifestandosi attraverso lo stesso medium che in altre occasioni ha avuto estrinsecazione di fenomeni importanti. La nostra Guida fisica spiega:

"Occorre che l'entità che sovrintende ai fenomeni fisici abbia la capacità di espletarli e abbia avuto modo di esercitarsi. Vi sono delle entità che possono tornare indietro nel tempo e captare il pensiero di un vivente o di un trapassato: io ho anche la possibilità di porre in contatto l'automatismo che sovrintende alla parola del medium, con questi pensieri del passato, come farò tra poco. Allora voi udrete parlare, ma vi sarà una differenza dalle normali altre manifestazioni di disincarnati: il medium parlerà con la sua voce, il suo frasario. Cioè tradurrà quei pensieri con i quali è stato messo in contatto nel suo modo consueto di esprimersi. Direte voi: allora può uno spirito, un'entità, usando lo stesso metodo, farsi passare per un altro? Certo che può, ma si tratta di rientrare in un codice etico: sarebbe assurdo che noi venissimo da voi a parlare di onestà, di rettitudine, di moralità e poi ci facessimo passare per altri. Ne convenite? Ma vi sono anche delle entità che non conoscono questo codice etico e se riescono a mettersi in contatto col passato, attingono notizie di un dato personaggio e si presentano fornendo elementi precisi, spacciandosi per questo; però sempre entità sono. 

Ecco allora spiegata la funzione dello Spirito Guida: non permettere la manifestazione di entità menzognere.

Teoricamente anche un vivente che abbia la possibilità di muoversi autonomamente nel piano astrale può mettersi in contatto con situazioni del passato e del futuro. Ma non crediate che tutti coloro che riescono a sdoppiarsi, o tutti i trapassati, possano avere questa autonomia. Il piano astrale è un labirinto: la sua essenza, che continuamente si plasma sotto l'azione del desiderio e del pensiero, costruendo delle forme che sembrano

reali, può trarre in inganno ed è facilissimo credere di essersi posti in contatto con il passato, con il futuro, o con un dato essere e porsi invece in contatto con la propria immaginazione.

Da dove trarre allora la prova che quello che noi enunciamo è attendibile! Lo ripetiamo ancora una volta: giudicando chi siamo. Analizzare, chiedete, vagliate, soppesate il discorso complesso che vi facciamo: e questo non può essere fatto in una sola seduta, in una sola riunione ma, come voi state facendo, in anni e anni di studio e di osservazione.

Adesso metterò in contatto l'automatismo che guida la parola del medium con il pensiero di un essere che appartiene al passato, da non confondere però con un guscio astrale, vi prego.

E' un viaggio nel tempo; vedrò di porvi in contatto con pensieri che possono fornire elementi precisi per una verifica da parte vostra. State silenziosi e non fate domande, perché non è un dialogo: voi state ascoltando un monologo".

 A questo punto la Guida fisica si è taciuta: sono seguiti attimi di attesa in perfetto silenzio: poi il medium, sempre in profonda trance, ha iniziato a parlare con il suo normale tono di voce e con il suo accento toscano.

 

"... Che freddo! O Dio che freddo, mamma mia! Tutta quell'acqua... Che confusione! Cerchiamo di riordinare le idee.

Prima di tutto chi sei, come ti chiami? Ti chiami Teresia Antonio, classe... o Dio, non me ne ricordo più. Sono nato... Ho fatto vent'anni l'altro mese. Ah sì, Teresia Antonio, nato il 22 gennaio 1897. Ma cos'è successo? Ho fatto il compleanno l'altro mese! Quant'è? Un mese no, perché oggi è il 15 febbraio 1917.

O che esplosione! Giuseppe, Giuseppe, mi senti? Giuseppe Pruniti, sono io, sono Antonio. Guglielmo, Guglielmo Sparàno, rispondimi. Sparàno, quello di Napoli. Dio che spavento! Il piroscafo affondato, un'esplosione credo. Eravamo nell'Adriatico, piroscafo Minas. Sissignore... Io sono il soldato Teresia Antonio, non capisco più nulla. E' affondato il piroscafo, Signore. Quanta acqua, freddo... Sono della Sicilia, ma eravamo tre amici insieme.

Dove sono gli altri due? Non li vedo. Uno si chiamava Giuseppe e l'altro Guglielmo... Che confusione. Che confusione...".

 

La voce, dai toni sempre più drammatici, a questo punto tacque. Purtroppo non siamo ancora riusciti ad appurare se i dati rivelati da questa comunicazione corrispondano da un fatto reale. Un nostro amico ha interessato alla ricerca una persona del Ministero della Marina. Gli elementi sono abbastanza precisi: piroscafo Minas, affondato nell'Adriatico il 15 febbraio 1917. A bordo dovevano esserci soldati con questi nomi: Giuseppe Pruniti, Guglielmo Sparàno, Antonio Teresia: quest'ultimo nato in Sicilia (o proveniente dalla Sicilia) il 22 gennaio 1897 (1).

 

(1) Mentre il presente volume era in corso di stampa, abbiamo ricevuto una lettera dall'Ufficio Storico del Ministero della Marina, in cui si conferma che "il piroscafo "MINAS" partì da Napoli il 13 febbraio 1917  diretto a Salonicco con 58 persone d'equipaggio e con un carico di truppe e materiali di guerra.

Alle ore 12,30 del 15 febbraio, il piroscafo, stante in latitudine 36ø 25' N e longitudine 18ø 24' E, fu silurato da un sommergibile nemico.

Il siluro colpì l'unità al centro e precisamente nel locale caldaie e la fece sbandare leggermente; un secondo siluro colpì il "MINAS" che affondò in pochi secondi. Dall'elenco del personale scomparso, in seguito all'affondamento del predetto piroscafo, si rilevano i sottonotati nominativi:

- soldato TERESIA Antonio, cl. 1897, appartenente alla 5' Compagnia automobilisti,

- caporal maggiore SPARANO Guglielmo, cl.1880, del 63ø fanteria,

- soldato PRUNETTI LOTTI Giuseppe (non Pruniti Giuseppe) cl. 1889, del 63ø Reggimento Fanteria, 35a Divisione".

Molti altri casi d'identificazione si sono risolti in maniera positiva ed abbiamo potuto verificare che i dati forniti dai trapassati, sconosciuti a tutti i presenti, corrispondevano in pieno alla realtà dei fatti.

Non possiamo negare che a volte per noi è stato piuttosto imbarazzante comunicare alle famiglie i messaggi che avevamo ricevuto: abbiamo sempre cercato di farlo con molta cautela e riservatezza.

D'altra parte, come già abbiamo spiegato, nelle nostre riunioni noi non evochiamo mai nessuna entità in particolare, ma restiamo in silenzio e in concentrazione ad attendere i nostri Istruttori: così quando, piuttosto raramente, accade che ci sia un'interferenza di entità affettive o di entità sconosciute che lasciano dei messaggi, ci sentiamo in dovere di aderire alle loro

richieste.

 

Fino dai primi tempi delle nostre riunioni spiritiche si è presentata un'entità che, per il fatto di averci parlato una prima volta della massoneria, era stata da noi chiamata "Fratello Massone". Egli parla con una strana voce gutturale, con difficoltà di pronuncia e un tono molto basso: spesso sintetizza con poche frasi il tema che si è sviluppato durante la conversazione con i nostri Istruttori disincarnati, ma con termini così efficaci da rendere senz'altro più assimilabili i concetti a volte rimasti un po' difficili.

Recentemente si è manifestato in una serata in cui erano presenti molte persone, fra cui due nuovi osservatori; non credo però che fra noi ci fossero appartenenti alla Massoneria. Ci ha rivolto un accorato messaggio, sempre con la sua pronuncia imperfetta, la sua voce un po' afona; nel corso della comunicazione ci ha svelato il martirio che aveva subito ed abbiamo così capito quanto questo aveva inciso nella sua psiche, sì da limitarne ancora la dizione nel momento in cui riassume una dimensione umana per comunicare con noi attraverso il medium.

Facciamo notare a coloro che spiegano i fenomeni spiritici con l'intervento del subconscio o dell'inconscio del medium o dei presenti, che appare molto improbabile la tesi di un sub-cosciente che architetta un così personale modo di parlare per poi rivelare, a distanza di decine di anni, la ragione di questa imperfezione e tutto ciò con lo scopo di spacciarsi per un defunto!

 

Ecco il testo del messaggio del massone:

Voi mi conoscete come Fratello Massone. Nel linguaggio comune un nome serve a designare qualcuno o qualcosa; non ha quel significato occulto che gli sogliono attribuire i cabalisti. L'appellativo con cui voi mi conoscete non è né un nome né sostanzia quello che io fui. Allorché professai le Verità alle quali ero stato iniziato, la Massoneria non era ancora nata ufficialmente; era un'associazione libera e segreta nel vero senso. Ogni Fratello lavorava alla costruzione del Tempio, tutto dando senza nulla ricevere. O meglio, ricevendo offese, dileggio, persecuzione e non di rado la morte. Questo fu il mio destino: ricevetti in gola una buona dose di piombo fuso per avere professato delle idee che, allora, erano considerate delle eresie.

 

Poco dopo il 1700 la Massoneria nacque ufficialmente e seguì la sorte di tutte le organizzazioni; lentamente, nel tempo, si spense il primitivo ardore. 

I "distinguo" divennero fazioni e poi riti diversi. La lotta fra le Logge ripete la degradazione dei Padri Kados. L'ammissione al comando e al potere avvelena ogni istituzione ed ogni organizzazione, come i vostri occhi fin troppo possono vedere. Che cosa accadrebbe di un corpo se tutte le sue membra lottassero fra se stesse? Il caos, la morte, cioè l'abbandono dello spirito. Oh! Fratelli Massoni, che cosa è oggi la Massoneria? Un'associazione che non trae più la sua forza dalle sole idee che professa, ma la trae dalla disponibilità e dalla potenza dei suoi membri, molti dei quali sono Massoni solo quando si tratta di ricevere e non lo sono più quando si tratta di dare e di fare.

 

Oh! Fratelli Massoni, voi giuraste di mantenere dei segreti che non sono più tali. Gelosamente custodite le Verità che vi rivelarono i Maestri come in un archivio in cui più nulla possa essere collocato, e dimenticate che la conoscenza del vero non può avere fine. In fatto di dottrina voi confrontate e misurate i nuovi messaggi con il metro di ciò che sapete, e li accettate solo se corrispondono a ciò che conoscete. Così rifiutate le nuove Verità e determinate la cristallizzazione della dottrina. La raffigurazione della Realtà che avete è ancora quella adatta ad altri tempi e ad altre menti. Che cosa sapete di più del Grande Architetto di quello che vi dissero i Maestri? Che cosa conoscete della Realtà che sta al di là dell'apparenza? Oh! Fratelli Massoni, non fate della Massoneria un corpo senza spirito, ma fate che sia il corpo e lo spirito di Hiran veramente risorto.

Pace a voi".

 

Alla fine della manifestazione il nostro spirito Guida, Dali, si è rivolto a noi con questi termini:

"Voi avete compreso che questo messaggio non è diretto particolarmente a voi, è vero? Ci siamo serviti di un tramite per far giungere a chi di dovere il messaggio del fratello che avete ascoltato".

 

Anche la manifestazione che segue è avvenuta recentemente: il tono della voce dell'entità che si presentava rivelava una così intensa sofferenza che pure in noi presenti ha procurato emozione assai viva.

" "... della cui identità io, notaio, sono certo". Quante volte, quante volte ho sottoscritto questa dichiarazione! "... e della cui identità io, notaio, sono certo", ed ero certo anche quella volta.

Era venuta da me, si era presentata come... come "lei"!... io non avevo motivo di dubitare. Fece alcuni passaggi di proprietà e ne fece altri, fece degli acquisti. Era "lei", produceva dei documenti la prima volta, poi non aveva più bisogno di farsi identificare, ormai la conoscevo. Sapevo chi era quella signora, era una nobildonna; che motivo avevo di dubitare? "... della cui identità io, notaio, sono certo". Poi un giorno disse: "Io voglio vendere il mio patrimonio". Ed io mi adoperai per farglielo vendere. Che motivo avevo di dubitare? Aveva fatto altri acquisti, altre vendite, piccole cose, ma chi poteva dubitare che non era "lei", che mi aveva dato un'identità falsa? Ho venduto tutto il patrimonio di un'altra, ho venduto tutto il patrimonio di un'altra! Come potevo rimediare? Mi ha distrutto! Mi ha distrutto fisicamente, moralmente, professionalmente! Mi ha distrutto completamente! Che soluzione avevo se non quella di uccidermi? Oh! E credevo di por fine alle mie sofferenze e no, invece, no! Continuo a soffrire, continuo a pensare... La mia sofferenza continua... Mi sono ucciso ma non ho ucciso il mio dolore... "della cui identità io, notaio, sono certo"! Mi ha distrutto, mi ha distrutto!".

 

Abbiamo fatto alcune indagini ed è risultato che in una città della Toscana un notaio si era suicidato anni addietro: chi ci fornì l'informazione non ci rivelò però la ragione del suicidio o probabilmente non ne era a conoscenza.

 

Questa manifestazione ci portò a discutere sul suicidio ed a ricordare ciò che i nostri Istruttori disincarnati ci avevano detto su tale argomento.

Conoscendo l'esistenza dei vari corpi dell'individuo (fisico, astrale, mentale, akasico) sappiamo che il corpo astrale è quel veicolo che rivela all'individuo tutte le sensazioni ed emozioni, perciò quando il corpo fisico viene abbandonato, l'individuo vive nel piano astrale e percepisce quelle sensazioni necessarie alla sua purificazione, al risveglio della sua coscienza, fino a che pure il corpo astrale viene abbandonato, disintegrato.

Così coloro che si suicidano per sfuggire alle sofferenze fisiche o morali non raggiungono lo scopo, in quanto che il corpo astrale riflette le stesse pene fino a che non è esaurito il karma doloroso.

Solo nei casi di puro slancio altruistico il suicidio non è una viltà: nelle guerre, ad esempio, vi sono state creature che si sono uccise perché, catturate, temevano di rivelare sotto tortura fatti, nomi e notizie che avrebbero danneggiate altre creature.

Oppure vi sono casi di malati che si suicidano per non essere più di peso ad  altre creature, sapendo che la malattia che li mina è inguaribile. Comunque, noi non possiamo disporre di elementi bastanti per giudicare le azioni dei nostri simili: oltre il principio, va sempre considerato il caso particolare.

 

Il fatto che narreremo adesso, oltre che valore notevole quale estrinsecazione di fenomeno fisico, ha soprattutto un profondo significato spirituale come - del resto - ogni comunicazione della quale siamo stati testimoni.

Di questa manifestazione vogliamo dare due testimonianze: l'una, obiettiva descrizione di ciò che è avvenuto (volutamente mantenuta fredda esposizione dei fatti per chi pensa che l'entusiasmo possa falsare l'osservazione degli avvenimenti); l'altra, riportata da una lettera scritta da una partecipante ad amici lontani (in cui la descrizione è colorita dalla passionalità che inevitabilmente suscitano simili miracoli).

 

"La sera del 3 maggio 1972 eravamo ventisette persone riunite in casa del Signor G.C., disposte in cerchio nel soggiorno; chi scrive occupava il posto all'immediata destra del medium.

Spente le luci, abbiamo fatto catena prendendoci per le mani l'un l'altro; con la mia mano sinistra toccavo la destra dello strumento o - più precisamente - la sua mano destra teneva, tra i polpastrelli ed il palmo, il palmo della mia mano sinistra.

Prima che si presentasse Dali non ho avuto modo di riscontrare alcunché di anomalo: durante la presenza di questa Guida le dita dello strumento erano invece molto calde (la sensazione era ed è chiara nel ricordo); dopo l'intervento di Dali, allorché è giunta L'Entità Kempis, la corrispondente temperatura si è abbassata in modo molto rapido e bene avvertibile, fino a dare vera e propria sensazione di freddo.

 

Successivamente, dopo Lilli, si è presentata un'Entità non identificabile, la quale ha pronunciato due brevi frasi che potrebbero essere tratte da uno dei Vangeli ed il cui testo che più si avvicina, pur se non identico, è quello che si legge in Luca, capo 22, versetto 19 e 20. Terminata la comunicazione ed accesa la luce, è stato visto sul tappeto, davanti allo strumento, un tovagliolo e sopra di esso una focaccia grande come il palmo della mano: accanto alla focaccia un bicchiere con più di due dita di vino rosso, piuttosto scuro.

Superato lo stupore e l'emozione, i padroni di casa hanno riconosciuto come propri sia il tovagliolo, sia il bicchiere, mentre sono risultati non noti il pane e il vino, e ciò sia come tipo che come sapore.

 

Ed ecco la lettera della nostra amica.

 

"Miei carissimi,

questa volta sarete in tre a ricevere copia di quanto sto per scrivervi. Ho il tempo contato, ma desidero comunicarvi al più presto quanto di eccezionale e profondamente significativo è avvenuto alla riunione del 3, a C.

La raccomandazione iniziale di Dali di stare concentrati più che a tutte le altre riunioni e la spiegazione che Loro desideravano ringraziarci per la collaborazione al lavoro del libro, e che la riunione di quella sera doveva segnare una "tappa" nella serie di tutte le altre riunioni, mi aveva fatto pensare a comunicazioni eccezionali, ma nessuno poteva certo immaginare di che cosa si sarebbe trattato.

 

Durante la comunicazione di Lilli, per prima cosa essa distribuì ai partecipanti - eravamo circa venticinque - gli ovetti che io avevo portati come simbolo affettuoso della Pasqua. Nello stesso tempo una manciata di bottoni volò verso di noi. Dopo qualche scherzo, ma molto moderato anche come tono di voce, L'Entità ci lasciò, raccomandandoci di stare concentrati.

Poco dopo una voce assolutamente nuova, per noi, profonda, dolce ed accorata insieme, pronunciò le parole della Cena, quelle con le quali il Cristo istituì L'Eucarestia.

 

"...prese il pane e lo spezzò, lo diede ai Suoi discepoli e disse: "Prendete, mangiatene tutti". E dopo la Cena prese il calice del vino e disse: "Bevetene tutti, fate questo in memoria di me. Così questa Comunione vi unisca nel trionfo del vero, del giusto, dell'amore, dell'esistenza". E dopo una pausa: "Pace, Pace a voi"".

 

Per il tono, la vibrazione musicale, la tristezza di quella voce e le pause tra frase e frase che davano il senso di un attimo infinito, mi parve di "sentire" un'altissima presenza.

Subito dopo, Dali disse le parole che leggerete nella lezione che vi unisco, ed anche la Sua voce era... come posso dire?... velata:

 

"Ciò che dovrete fare lo capirete. Chi vorrà farlo, s'intende.

La pace sia con voi".

 

Riaccesa una debole luce, davanti alla poltrona occupata dal medium, a terra, distinguemmo a fatica, non credendo ai nostri occhi, una tovaglietta rettangolare con due degli angoli opposti rimboccati in sotto così da farla diventare esagonale - forse un simbolo - e posati su di essa un pane di forma ovoidale ed un calice trasparente che conteneva due dita di vino del colore del porto. Vicino al lembo rimboccato della tovaglietta, un tovagliolino triangolare.

Tovaglietta, tovagliolino e bicchiere appartenevano ai padroni di casa, ma il pane ed il vino costituivano i più eccezionali apporti che si potessero immaginare.

Riuscite ad intuire che cosa abbiamo provato?

Un forte profumo orientale si era diffuso nell'ambiente durante la presenza dell'Entità sconosciuta comunicante.

Che cosa ne dite? Non ci sono parole, è vero? Non c'è che stare in ginocchio, con l'anima colma di gratitudine fino... alle lacrime.

                                                              Vostra N. ".

 

Se pensiamo che tanti uomini percorrono migliaia di miglia, incontrano centinaia di persone, spendono tutta la loro vita alla ricerca di ciò che noi abbiamo trovato nella nostra stessa casa; se pensiamo a quelli che non hanno visto a centesima parte di ciò che noi abbiamo osservato, che non hanno udito la millesima parte di ciò che noi abbiamo conosciuto, veramente il cadere in ginocchio e sentirsi indegni di tutto ciò viene spontaneo. Come viene spontaneo chiederci: "Perché noi?". Ma le nostre Guide ci rispondono ed assicurano che chiunque cerchi con semplicità ed innocenza la Verità non per accrescere se stesso, ma perché convinto che quello è ciò che ciascuno deve fare, la troverà.

In una forma o nell'altra troverà ciò che lo renderà intimamente adulto. Rinnoviamo l'augurio che questo accada presto per i nostri lettori.

 

 

Relazioni e testimonianze degli intervenuti

 

Riportiamo adesso le descrizioni di alcuni fenomeni fisici fatte direttamente da alcuni partecipanti o da persone intervenute come osservatori: in genere, questi ultimi vengono fatti sedere accanto al medium, proprio perché possano seguire bene tutte le fasi dei vari fenomeni. Anche se le estrinsecazioni fisiche non sono lo scopo principale delle comunicazioni medianiche, pure esse hanno un effetto molto suggestivo su coloro che intervengono per le prime volte e che non hanno ancora un particolare interesse per le comunicazioni intellettive.

 

Relazione dell'ing. Silvio Viezzoli con conferma del dott. Gastone De Boni

 

"Anche questa sera siamo convenuti numerosi in casa dei coniugi C. Per molti di noi si tratta di un incontro  particolare: si compiono 30 anni dalla prima manifestazione di medianità da parte dell'amico R. Due nostri amici hanno ricordato l'evento con parole adatte e non scevre da emozione.

Dopo la lettura di alcuni passi dei precedenti messaggi,

non è seguita la consueta discussione ed il medium si è predisposto per la trance.

Le comunicazioni vengono iniziate da Dali, a lui seguono Lilli ed altre entità, tra queste la Guida fisica dello strumento che, rivolgendosi alla persona alla mia sinistra (il dott. Gastone De Boni), lo prega di dargli le mani e quindi chiede concentrazione da parte di tutti. Poco dopo, scorgo una piccola luminescenza che ritengo localizzata sulle mani dello strumento; in breve detta luminescenza aumenta di dimensioni fino a coprire, in modo evidente, buona parte del palmo delle mani del medium, e aumenta anche d'intensità, tanto che posso intravedere alcuni tratti del volto del mio vicino, chino sopra le mani dello strumento.

La luminescenza, di colore bianco azzurrino, sembra rivestire il solo lato interno delle mani dello strumento; all'esame visivo, appare come una materia fluido-densa che viene manipolata con lentezza mentre alcune larghe falde di vapore si disperdono nell'aria. Come altre volte, ho osservato questi vapori: sembrano formarsi a capriccio e a circa quaranta centimetri dalla loro sorgente luminosa si disperdono o non sono più osservabili.

Il mio vicino mi sussurra che la Guida fisica gli pone nelle sue mani un oggetto: forse un cucchiaino, con un estremo concavo e l'altro che finisce nel nulla. Io mi faccio più da presso e contro un fondo scuro contornato da qualche barbaglio di luminescenza, scorgo un'esile barretta incandescente, della lunghezza di circa cinque centimetri, con uno degli estremi allargato in una piccola forma ovale. Ritengo che l'oggetto si trovi nel cavo delle mani di Gastone De Boni a loro volta tenute in quelle del medium; la forma dell'oggetto non mi sembra ben definita.

 

Si verificano momenti di palese affaticamento da parte dell'entità (o del medium?) e contestualmente una diminuzione della luminosità delle mani. La Guida fisica domanda un bicchiere d'acqua, e, mentre il padrone di casa si accinge a porgerlo, chiede che quest'acqua venga bevuta da lui stesso, lentamente; quindi tutti i presenti sono invitati alla massima concentrazione. Poco dopo la luminescenza torna ad essere bene appariscente; successivamente, nel cavo delle mani del dott. De Boni posso osservare che l'oggetto ha assunto chiaramente la forma di un cucchiaino da sale e brilla come se fosse incandescente. Mentre il dott. De Boni mi sussurra le proprie impressioni, la Guida fisica si raccomanda che egli tenga l'oggetto ben serrato nella mano, fino al termine della riunione.

Alla Guida fisica seguono altre entità; più tardi, a più riprese, il mio vicino mi mostra il cucchiaino che conserva la propria luminosità a lungo, fino a quando avremo il risveglio dello strumento.

Il tempo occorso per la materializzazione dell'apporto, misurato sul tempo della registrazione della seduta, è stato di circa otto minuti, la luminescenza dell'oggetto apportato si è protratta per altri quarantacinque minuti ed è scomparsa alle 23 e 20 minuti quando, terminate le comunicazioni, è stata riaccesa la lampada centrale.

Osservato alla luce, l'apporto misura circa cinque centimetri, la parte concava è di un centimetro e mezzo, il manico è costituito da una barretta che, con un certo garbo, assume la forma, in rilievo, di un gruppo di tre o quattro rose disposte ad arte" (foto n. 2).

 

Questa relazione dell'ing. S. Viezzoli fu trasmessa a cura del dott. A. Ferraro, che non era stato presente alla manifestazione, al dott. G. De Boni per una conferma dei fatti esposti. Il dott. De Boni così rispose:

 

"Caro Ferraro,

come da sua richiesta le confermo che nel corso della seduta del 29 maggio 1976, tenutasi al Cerchio Firenze 77, un cucchiaino d'argento si è materializzato fra le mani del medium e le mie. Pertanto, avendo percepita la formazione lenta dell'oggetto (che poi mi è rimasto in dono) posso garantire nel modo più oggettivo la realtà del fenomeno e l'assenza di ogni trucco.

 

                                      firmato: Gastone De Boni ".

 

Relazione del dott. Christian Paciscopi

 

"Il giorno 20 novembre 1976, alle ore 22 circa, seduto alla sinistra del medium ho potuto osservare a poche decine di centimetri da dove il fenomeno si produceva, la materializzazione lenta di una spilla in metallo con superficie madreperlacea e maschera sovrapposta al centro.

Il medium aveva le braccia protese in avanti e le mani unite rivolte in alto. Queste plasmavano fra le dita una massa ectoplasmatica luminescente, della grandezza di un batuffolo di cotone (due, tre centimetri per lato), lo manipolavano come materiale plastico (pongo) particolarmente con i pollici, gli indici e i medi, trattenendo con le altre la sostanza nel palmo delle mani.

La punta delle dita e un terzo di queste apparivano con un alone luminescente che ne evidenziava perfettamente la forma e rendeva visibile anche le mani fino ai polsi.

Il movimento delle dita era abbastanza veloce, continuo e morbido, fluente, se così si può definire. Dopo un minuto o due prendeva corpo una piccola massa rotondeggiante più scura al centro e luminescente all'intorno, massa sempre plastica che s'ingrandiva lentamente, fino a raggiungere la dimensione dell'oggetto apportato.

Nel frattempo, il dott. Alfredo Ferraro scattava delle foto con pellicola ultrasensibile senza lampo. La Guida fisica lo invitava ad usare la massima apertura dell'obiettivo. 

Dietro nuova richiesta di fotografare con lampo, la Guida invitava a fare presto perché non poteva prolungare oltre l'esperimento e infatti subito dopo il lampo (durante il quale ho potuto intravedere l'oggetto materializzato fra le dita aperte del medium, con una superficie particolarmente brillante, superficie di madreperla che evidentemente aveva riflesso il lampo) la Guida ha pronunciato alcune parole: 

"Basta, basta, l'oggetto si smaterializza, concentratevi" (foto  n. 3). Il medium era proteso in avanti e piegato verso la sua destra, notevolmente in tensione; la muscolatura del braccio sinistro, che io toccavo, contratta; sembrava molto affaticato e impegnato in uno sforzo di notevole intensità. 

Le sue mani continuavano a plasmare l'oggetto, non più visibile perché completamente racchiuso fra le dita come a proteggerlo; la luminosità di queste si accentuava, l'ectoplasma fuorusciva dai bordi delle dita e dal contorno delle mani illuminandole completamente, vapori sottili si dipanavano da queste verso l'alto e si avvertiva odore di ozono. Dopo uno o due minuti, il medium si alzava in piedi e donava l'oggetto ad un partecipante, la dottoressa Serenella Rossignoli, indi ritornava al suo posto, mentre persistevano punti luminosi sulle mani, sulla camicia all'altezza del petto e punti vaganti. Punti luminosi continuarono a persistere per tutta la seduta. Fra l'altro, vennero trasmessi anche alle mani di un altro partecipante, per contatto delle mani del medium; alcuni punti erano ancora persistenti al termine e dopo il risveglio del medium in numero di quattro o cinque, distribuiti uno sulla guancia sinistra a mo' di neo, due sul collo al centro a destra e a sinistra del "pomo di Adamo", alcuni sul petto.

Ho toccate ripetutamente queste "particelle" lucenti, senza modificarne né la luminosità - piuttosto netta e intensa - né la dimensione. Dopo alcuni minuti sono scomparse del tutto come una luce che si spengesse".

 

Relazione del dott. Alfredo Ferraro

 

"Alla seduta del 17 dicembre 1977, mia moglie e io abbiamo portato a Firenze un'amica di Genova; la professoressa Nuccia Ghezzi. L'esperienza acquisita nel corso di qualche anno e l'inatteso invito dovuto all'imprevista assenza di un'altra persona del Cerchio, ci avevano fatto ritenere che l'ospite sarebbe stata la destinataria del metodico apporto, che ha luogo durante ogni riunione. Ne ero tanto sicuro, per cui dissi all'amica: "Vedrai, Nuccia, che l'apporto di questa sera sarà per te"; la risposta fu: "Magari! se così fosse gradirei che questo avesse un significato per mia figlia Orietta".

Le modalità di estrinsecazione del fenomeno furono quelle cui siamo ormai abituati. Comunque, mi fu possibile avere nuova conferma del formarsi graduale dell'oggetto apportato, completatosi a poco a poco, partendo da un lato, verso quello opposto. Anzi, quella volta mi resi conto che materializzazione ebbe termine nelle mani della destinataria, alla quale venne consegnata, caratterizzata ancora da una notevole luminescenza.

Si trattava di un ex-voto d'argento bulinato, di quelli che - almeno un tempo - venivano offerti a Santa Lucia, a seguito di guarigioni da malattie riguardanti la vista. In sostanza, una maschera costituita dalla parte del volto comprendente gli occhi, contornata da fregi. Ricordando il desiderio dell'amica, le chiedemmo se questo era stato esaudito, ma essa ci rispose di non ravvisare nel dono alcun nesso con attività o con fatti riguardanti la figliola (foto n. 4).

Ritornata a Genova, la professoressa Ghezzi mostrò a questa l'apporto, chiedendole se le ricordasse qualcosa. La giovane rimase particolarmente colpita. Poco tempo prima, nel corso di una funzione religiosa, il sacerdote aveva informato che una donna povera rischiava di perdere la vista, non potendo essere sottoposta a un'indispensabile operazione, per mancanza di mezzi finanziari. Ai fedeli venne chiesta un'offerta.

 

La particolare sensibilità di Orietta l'indusse a vuotare la borsetta di quanto aveva: non molto, tuttavia un'offerta non trascurabile, se la si pensa diretta a una sconosciuta e più con le peculiarità dell'elemosina che non dell'elargizione.

Ovviamente non è possibile ravvisare un sicuro legame fra il simbolo dell'apporto e l'accaduto, tuttavia un nesso in probabilistico penso non possa non essere ravvisato. Sebbene fuori argomento, ricordo come, nella stessa seduta, si sia manifestata l'entità di un defunto che formi le sue generalità, la data della morte, elencò i familiari, dei quali diede l'indirizzo milanese. Io personalmente visitai quella famiglia, dove tutto mi venne confermato e, soprattutto, ricordo l'emozione della vedova la quale - probabilmente dotata di facoltà paranormali - dichiarò che da anni attendeva il messaggio. Anzi, sicura di sentirsi la presenza del marito d'attorno, affermò d'averlo invocato verso la metà di dicembre, pregandolo di darle in qualche modo conferma della sua vicinanza. La comunicazione fu ricevuta a Firenze il 17 dello stesso mese e non posso certo negare che la mia tendenza positivistica non abbia impedito l'insorgere in me di un certo turbamento. Soprattutto per il carattere implorante del messaggio, che rispondeva perfettamente alla preghiera della moglie. Nei parenti ho ravvisato persone normali ed equilibrate che, fra l'altro, avrebbero poi riconosciuto nella voce registrata dello strumento incorporante, il parlare affaticato del congiunto, negli ultimi giorni di vita".

 

Relazione della signora Nuccia Ghezzi

 

"La mia disposizione d'animo era strana, quella sera del 17 dicembre 1977. Per una circostanza fortuita mi trovavo  a far parte del Cerchio Firenze 77. Da anni l'amico Alfredo Ferraro me ne aveva parlato, e anche se la fiducia reciproca mi aveva sempre impedito di porre in dubbio le sue parole circa i fenomeni che si producevano attraverso il medium, la mia attesa era grande. Non si trattava di semplice curiosità: anni di ricerca nel campo del paranormale hanno approfondito la mia fede ed il desiderio di conoscenza tende soprattutto a rendere più salda questa fede.

Non avevo mai assistito a sedute con effetti fisici, ma sentivo che se un apporto ci fosse stato, quello doveva essere mio.

L'entità che si presenta come una scherzosa bambina di nome Lilli, mi aveva accarezzato il volto ripetendomi con la sua vocetta un po' petulante: "Le senti le mie manine, le senti?" Io le avevo effettivamente sentite e - cosa strana a ripensarci - mi era sembrato del tutto naturale il toccarle.

L'avevo mentalmente chiamata dicendole: "Lilli sta vicina a Orietta" (mia figlia) e immediatamente mi ero di nuovo sentite le manine sul viso che mi accarezzavano dicendomi: "Sì, sì, sì...".

Era arrivata poi la Guida fisica e le mani del sensitivo si erano illuminate di uno strano bagliore intermittente che permetteva di distinguerle nitidamente, nel buio, in tutti i loro movimenti.

Queste mani che si muovevano nell'aria come per plasmare il vuoto, si dirigevano verso le mie che già in precedenza tenevo giunte e dischiuse. Sapevo che avrei ricevuto qualche cosa. La voce nel buio mi disse: "Prendi, chiudi bene strette le tue mani e non aver paura".

Un qualche cosa di freddo, di sottile e di molto allungato, si trovava ora fra le mie palme: le avevo strette con forza e quel qualche cosa crepitava, si riscaldava e mi faceva l'impressione che si accorciasse.

 

Quanti pensieri si agitassero in quel momento nella mia mente, non saprei dire; ricordo che il cuore mi batteva all'impazzata ed avevo una sola preoccupazione: stringere forte le mani perché sentivo che l'oggetto stava finendo di formarsi in esse.

Altre voci, altre entità vennero successivamente. Non riuscivo più a seguire le parole. Solo la voce di Teresa ed il suo profumo mi scossero un poco.

Improvvisamente mi venne il desiderio di schiudere le mani e di guardare nel buio fra le palme: l'intento era tutto una luce, un vero splendore. Richiusi in fretta, conscia che qualche cosa si stava completando. Aspettai un poco, poi guardai di nuovo; lo splendore era sempre intensissimo.

Alla fine della seduta, molte persone mi attorniarono per vedere ciò che era arrivato.

L'oggetto che tenevo fra le mani conservava ancora due punti luminosi ma di una luminosità intermittente, come se palpitassero di vita propria. Mi sembrò, all'inizio, una maschera d'argento cesellata, in cui sbalzati si vedevano distintamente due occhi. Non capivo che cosa potesse essere, né il suo significato. Mi dissero che doveva trattarsi di una comune forma di ex-voto, probabilmente dell'800, dedicato alla Santa della vista, S. Lucia. Di questa Santa avevo un nostalgico ricordo: nella regione in cui sono nata, noi bambini attendevamo i doni più che a Natale, il 3 dicembre, la notte di S. Lucia. Al mattino, trovavamo i regali in fondo al lettino, e questa Santa mi era stata, allora, particolarmente cara; successivamente, l'età adulta ed il cambiamento di regione, me l'avevano fatta dimenticare completamente.

Sforzandomi, in seguito, di dare un significato all'apporto ricevuto, oltre a quello trascendente di "luce", "seconda vista", incitamento ad aprire gli occhi su di una realtà non contingente, sguardo su di me e sul mio cammino terreno, mi venne fatto di pensare ad un episodio raccontatomi da mia figlia alla quale sono profondamente legata e per la quale avrei ben voluto fosse l'apporto. Trovandosi in chiesa, una domenica, e avendo ascoltato la richiesta del sacerdote di un'offerta per una donna poverissima che stava perdendo la vista, d'impulso Orietta aveva vuotato il borsellino di tutto il danaro che conteneva.

Il ringraziamento per questo suo atto, era forse arrivato sino a me dagli spazi siderali come misterioso segno di un'intelligenza a cui nulla sfugge? Può darsi... e mi è dolce il crederlo".

 

Relazione della signora Zoe Alacevich

 

Zoe Alacevich (studiosa nota ai cultori ed appassionati di parapsicologia, che ha sperimentato moltissimi medium e che da anni fa parte del nostro gruppo) così descrive una materializzazione parziale a cui ha assistito: "Durante una seduta, un po' lontana dal medium, si formò una specie di groviglio luminoso in continuo movimento che ogni tanto prendeva forma di palla (al buio è molto difficile calcolare la distanza precisa di qualcosa di luminescente). Per un attimo si abbozzò una mano maschile, che poi cambiò molte volte forma e finì col formare definitivamente- per un tempo abbastanza prolungato - una mano tozza, ma perfettamente formata (le mani dello strumento sono invece allungate e sottili).

Le persone che vedevano il fenomeno ben illuminato dallo stesso ectoplasma, poterono distinguere chiaramente e nettamente, il palmo con le più piccole linee e rughe, mentre quelle sedute dietro la mano materializzata - ad angolo, ma anch'esse molto vicine - ne videro la sagoma in "silhouette" scura, contornata dall'alone di ectoplasma.

La mano completamente materializzata, prima di dirigersi verso il medium seduto nella sua poltrona in profonda trance, diede vari colpetti amichevoli sulla testa di una signora che dichiarò poi di essersi un poco spaventata all'inatteso contatto".

Sempre della signora Zoe Alacevich riportiamo ora una nota.

"Leggo ora un articolo con questo titolo sulla notissima rivista americana New Realities (ex Psychic) e mi vengono in mente le levitazioni del nostro medium del Cerchio 77 di Firenze. Confronto il vario modo in cui tale fenomeno avviene e il tempo di durata delle levitazioni. Ciò mi induce a farne una breve sintesi.

 

In Africa, tra il Togo e il Dahomey, si esibisce uno stregone ottenendo circa dieci secondi di levitazione con effetti che a noi occidentali sembrano teatrali, ma che in fondo arrivano a qualche risultato. Tra gli spettatori ci sono quelli che hanno la convinzione che lo stregone, Naua Owoka, riesca realmente a levitarsi (anche se per soli dieci secondi) con il suo strano digrignare di denti, mentre si concentra e si rivolge al dio del lago, e dopo una parte preparatoria molto lunga.

Altri osservatori, più diffidenti, esigono prove cosiddette "scientifiche" per poi spiegare tutto, come al solito, con la frode e la suggestione.

Io penso al nostro grande medium che ha il potere di levitarsi mentre si manifestano entità altissime, e spesso rimane a lungo in tale stato, fino a sfiorare il soffitto. Semplicemente, egli va in profonda "trance" senza particolari preparativi, e parla con le voci delle entità che si manifestano a suo mezzo, insegnando cose profonde e interessantissime che vengono fedelmente registrate al magnetofono e, quindi, trascritte e diffuse fra i membri del Cerchio a scopo di studio e documentazione.

Terminato l'insegnamento, l'entità abbandona il medium che precipita a terra con forte tonfo, ma senza, soffrire di alcun danno o trauma, e la seduta continua regolarmente, lasciando un forte gradevolissimo profumo in tutta la sala.

Teresa si manifesta con una certa frequenza e quasi sempre in levitazione più o meno alta, parlando di argomenti spirituali e profondendo un forte odore di rose (... forse il suo fiore preferito mentre era ancora in vita).

Una sera, era in bassa levitazione, pose una magnifica rosa bianca appena colta sulla poltrona dove generalmente stava adagiato in trance il medium. Ne mise poi un'altra nelle mani di una signora del gruppo, e una terza (che conservo sempre, dopo che si è seccata, in un libro) nelle mie.

Poi salendo in alta levitazione, Teresa sparse su tutti i presenti una pioggia di freschissimi petali bianchi, sempre di rosa!

In un'occasione, mentre le mani del medium erano tenute in catena da due signore del gruppo, questi andò in levitazione alta, tanto che le signore citate dovettero alzarsi e allungare al massimo le braccia per poterlo seguire e, quindi, furono costrette a lasciarlo libero perché egli seguitava a salire.

Mio marito, durante una seduta, se ne stava accanto al medium, il quale si levitò e, passando sopra di lui, gli sfiorò la fronte con una scarpa".

 

Relazione della dottoressa Paola Giovetti

 

Sabato 22 gennaio 1977 ho partecipato per la prima volta ad una seduta del Cerchio Firenze 77: ne avevo sentito ripetutamente parlare e avevo letto sulla rivista Gli Arcani le relazioni della signora Luciana Campani e del dott. Alfredo Ferraro, che ha ottenuto interessanti documentazioni fotografiche. L'accoglienza è stata cordiale, in un'atmosfera serena e amichevole.

Nell'ampio salotto della famiglia che ospita i partecipanti alla seduta, una trentina di persone sedevano in cerchio. Mi venne assegnato un posto accanto al medium, alla sua destra e ciò mi consentì di seguire perfettamente le varie fasi delle manifestazioni.

Sui contenuti dei messaggi delle varie Entità che si susseguirono, lascio ad altri il compito di riferire: quello che riporto sono invece le mie impressioni  personali, con particolare riferimento ai fenomeni fisici.

Quando fu buio, il medium cadde in trance con estrema facilità e rapidità: solo il respiro più profondo testimoniava il suo diverso stato di coscienza. Si manifestarono subito le Entità: numerose, con voci diversissime l'una dall'altra, voci maschili e femminili, profonde o squillanti. Quando si manifestò Lilli (e poi Teresa) il medium balzò in piedi e nel buio assoluto della sala si moveva tra i presenti, scherzando con tutti, scompigliando a qualcuno i capelli, accarezzando altri, rivolgendo ad ognuno una parola, senza mai un gesto sbagliato, come se vedesse perfettamente. Ho l'impressione nettissima che il medium, mentre si spostava nella stanza, fosse in levitazione, perché la sua voce mi arrivava da un'altezza notevole; inoltre, all'atto di rimettersi a sedere accanto a me, mi fece alzare la mano e la trovò con sicurezza nel buio, e facendo pressione su questa (e su quella del vicino di sinistra) "piombò" letteralmente sulla poltrona.

 

Ma il momento culminante fu forse quello della materializzazione: come durante le altre sedute, anche quella sera si manifestò la "guida fisica", che annunciò subito che avrebbe fatto un "dono" a qualcuno e che pertanto aveva bisogno di aiuto da parte nostra: catena e massima concentrazione. A me, che tenevo la mano destra del medium, e alla persona che gli teneva l'altra disse di mettere le mani sui polsi dello strumento e di non lasciarlo. Il medium era in camicia, con le maniche rimboccate fin oltre i gomiti. Appena gli lasciammo le mani, le unì davanti a sé e cominciò a muoverle, come se manipolasse qualcosa. Gradualmente, nel buio assoluto della sala, il palmo delle mani si illuminò di una luce azzurrina, che sembrava provenire dalle mani stesse.

E in questa luce azzurrina cominciò ad evidenziarsi qualcosa di rotondo, che mi sembrò una moneta. Non so perché, il movimento delle mani del medium mi ricordava un poco quello delle mani dei chirurgici filippini, quando intervengono su un paziente.

Mi sembrò anche di vedere una leggera nube biancastra all'interno delle mani, che continuavano a muoversi ed a lavorare intorno alla "moneta", che diventava sempre più grande e più consistente.

 

La trance del medium, prima tranquillissima, divenne poi più affannosa: ansimava, parlava a fatica, era sudato e curvo su se stesso. Credo che il tutto sia durato più di tre, quattro minuti: infine lo strumento si drizzò e la voce - tornata normale - della "Guida fisica" mi disse:  "Questo è per te, figlia Paola": sentii che lo strumento mi aveva messo nella mano destra un oggetto ovale, piuttosto grande, metallico e pungente. Lo tenni stretto fino al termine della seduta e, solo quando si riaccesero le luci, vidi di che cosa si trattava: un medaglione antico di filigrana, una reliquia: al centro infatti, sotto il vetro, c'era un pezzettino di tessuto celeste, con la scritta "Ex Velo SS. Virg. M." foto n. 5 e foto n.6).

 

 

Relazione della signora Gemma Lasta

 

11 giugno 1977.

 

"Nel viaggio che mi conduceva a Firenze, per assistere ad una seduta medianica del "Cerchio 77", riandavo col pensiero alle relazioni della signora Luciana Campani, che sempre avevo letto su una rivista mensile, chiedendomi ogni volta se anch'io un giorno avrei potuto partecipare.

Ora il giorno era finalmente arrivato ed ero ansiosa e gioiosa, non solo perché potevo assistere, ma anche perché l'invito era stato esteso ad un mio amico, il dott. Zanone, il quale - dopo lunghe ricerche teoriche - avrebbe constatato de visu fenomeni paranormali garantiti dalla serietà e indiscutibile correttezza del medium e dei partecipanti.

Giungemmo a Firenze, a casa del medium, alle 20,30 di sabato 11 giugno. Lì ci unimmo ad altri amici giunti da varie località. Poi, insieme, ma su auto diverse, ci dirigemmo in collina, poco fuori la città. In una villa, immersa nel verde e nei fiori, ci attendevano i proprietari e gli altri ospiti.

Nella sala che ci accoglie siamo circa trenta persone. Ci sediamo sulle sedie disposte in cerchio - con un ampio spazio al centro - e, dopo il consueto commento sulla seduta precedente, vengono porte e finestre, mentre uno degli astanti provvede a bruciare incenso. Tutte le luci si spengono, si fa buio, a poco a poco i nostri occhi si abituano all'oscurità.

Facciamo catena con le mani, mentre il silenzio è profondo ed ognuno di noi cerca di concentrarsi il più  possibile.

Dopo poco la catena si scioglie e le Entità cominciano a parlare attraverso la bocca del medium, accompagnate, durante tutta la seduta, da intenso profumo di rose e viole.

Per primo si manifesta Dali: saluta affettuosamente i presenti compresi coloro che - come me - assistono per la prima volta, poi sviluppa il suo discorso esortandoci al bene, all'amore, alla solidarietà.

Segue Kempis, che svolge un elevato tema di etica: sul comportamento umano, sull'antica contrapposizione tra bene e male, analizzando in profondità quei crimini che pretendono giustificarsi sotto il manto di varie ipocrisie di natura politica, sociale, religiosa.

In seguito si presenta un piacevolissimo ed originale personaggio: un antico pievano toscano, che racconta i gustosi dispetti tra lui ed un suo collega.            (N.d.R.- Pievano Arlotto, al secolo Arlotto Mainardi (Firenze 1396-1484).) 

Stupefacente lo stile: sembra di ascoltare un autentico novellatore che adopera la tipica sintassi latineggiante col verbo alla fine.

Ancora silenzio. Ma, improvvisamente, ecco un batter gioioso di mani. E' Lilli, l'immancabile amica Lilli che si muove in mezzo al nostro cerchio, rivolgendosi ora all'uno ora all'altro dei presenti con la sua voce infantile. Saluti e gioiose risatine, simpatici scherzi: scambio di occhiali tra me ed il dott. Zanon.

Infine la voce di una nuova Entità. Ci comunica che è la "Guida fisica" del medium; ci saluta e, come ormai è consuetudine, preannuncia un piccolo dono, raccomandandoci di stare concentrati mentre si produrrà il fenomeno.

 

In pochi istanti le mani del medium divengono visibili, di una luce argentea, luminescente. Poi un'aura ben distinta sfavilla palpitando vivissima intorno alle dita. Io ho la fortuna di osservare il fenomeno da brevissima distanza, perché sono seduta al secondo posto, alla destra del medium.

Intanto le dita luminose si muovono, sembrano plasmare luce dalla quale emana un crepitio accompagnato da un forte odore di ozono. Dopo poco tempo il medium si sposta verso di me. Le sue mani mi porgono qualcosa di luminoso mentre l'Entità dice: "E' per te, figlia, tieni fra le mani". Nell'atto dello scambio un piccolo frammento lucente si stacca dalla "cosa luminosa" e va a posarsi sulla parte nuda del mio braccio destro, ma senza che io risenta alcuna sensazione di calore.

Le persone presenti fissano attonite il mio braccio illuminato da quella scintilla che crepita sommessamente (direi "frigge", perché quello è il rumore a cui più assomiglia).

L'odore di ozono continua ancora, mentre attraverso le fessure delle dita cerco di osservare cosa succede nel cavo chiuso delle mie mani: intravedo la "cosa luminosa" che palpita e sprizza scintille di luce, ma non oso aprire per timore che il "dono" si smaterializzi.

Al termine della seduta, quando le luci della sala si riaccendono, mi trovo fra le mani una stella a cinque punte, in argento cesellato che pende agganciata in mezzo a un cerchio, anch'esso d'argento. Al centro della stella c'è incastonata una pietra rossa: corallo. Certamente un messaggio, un simbolo esoterico sul quale attentamente meditare (foto n. 7).

In seguito, osservando attentamente la pietra, mi sono accorta che ad un lato della stessa manca una piccola scheggia... Forse il frammento luminoso cadutomi sul braccio!

Esperienze indimenticabili, innegabili, anche se al di fuori delle leggi fisiche conosciute.

Di fronte a tali fenomeni, l'uomo dalla mente gretta nega, il saggio medita con umiltà e l'autentico scienziato (quello che ricerca la Verità per la Verità) trae motivo ed entusiasmo per la ricerca in un nuovo ed affascinante campo del sapere".

 

Relazione del dott. Luigi Lapi Neuropsichiatra - Parapsicologo

 

"I fenomeni verificatisi nel corso della seduta del 14 maggio 1977 sono stati numerosi, ed io li ho potuti seguire con particolare attenzione essendo alla destra del medium, tenendo il suo polso destro con la mia mano sinistra. Li esporrò in base al loro tipo anziché in ordine cronologico.

Profumi: varie entità si sono presentate con comparsa di odori, e si deve notare - cosa importante - che un odore si annullava con la comparsa di un altro. Gli odori sono stati tutti del tipo cosiddetto "dolce", non ben identificabili da me che non sono preparato in questa materia, ma con il carattere di un'intensità particolare. 

 

Ora essendo l'odore dovuto a sostanze volatili capaci di solubilizzarsi a livello delle cellule olfattive della parte alta del naso, esse avrebbero dovuto "saturare l'ambiente" e quindi i vari odori avrebbero dovuto mescersi tra loro, anziché sostituirsi l'un l'altro. Il secondo fatto importante - che in parte contraddice la precedente osservazione - è stato il persistere nel tempo dell'ultimo profumo, molto dolce e molto intenso che ha impregnato i miei abiti e le mie mani (specialmente la sinistra), tanto che era ancora ben percettibile il lunedì successivo, ed è stato sentito dai presenti alla seduta sperimentale di parapsicologia, che io tengo settimanalmente al mio studio. Devesi quindi escludere il fatto di un'allucinazione collettiva.

 

Apporti: l'apporto più significativo è stato di un cammeo che ho visto formarsi a poco a poco nelle mani del medium; come ho detto ero alla destra di lui, e gli tenevo saldamente il polso destro con la mano sinistra. A un certo punto le mani di lui hanno cominciato a emettere una sorta di luminescenza azzurro-verde con i caratteri della fosforescenza, ma con la caratteristica di scivolare sulle dita come qualche cosa di vivo (a tratti anche sulle mie mani comparivano lievi punti luminosi della stessa natura). La prima immagine che ricordo dell'oggetto aveva una forma grossolanamente nummolare, della grandezza di circa sette-otto millimetri, senza alcun elemento sulla superficie. Man mano che veniva manipolata la sua luminosità aumentava, e così il suo diametro apparente; dava l'impressione di essere una che però andava accrescendosi via via, fino ad assumere un andamento ovolare e fino alla comparsa di un profilo femminile. Alla luce si è visto trattarsi di un cammeo (foto n. 8). Il secondo apporto è stato di petali di rosa e di due boccioli di rosa; mentre il medium era in levitazione, si è sentita distintamente una sorta di grandinata, come se tanti fagioli venissero lanciati nella stanza. 

 

Accesa la luce, si è constatato come il pavimento fosse cosparso di petali bianco-rosa, qualcuno di un rosa tendente al rosso, in buono stato di conservazione come se fossero stati staccati pochi minuti prima. Si noti che il rumore prodotto da petali di rosa cadenti da un'altezza presumibile di tre metri, è tanto lieve da non poter essere percepito chiaramente dalle trenta persone presenti; inoltre la stanza non presenta doti di acusticità particolarmente spiccate, e i suoni vengono inoltre smorzati dalla presenza degli ostacoli fisici presenti.

Quindi, l'apporto in sé è stato accompagnato da un'impressione acustica secondaria non legata all'oggetto apportato, ma facente parte di quel sottofondo sonoro nel quale si manifestano le voci. Del resto, nella precedente seduta vi era stata una grandinata di foglie di olivo, contrassegnata da un rumore molto intenso come se realmente si trattasse di grandine.

Levitazione: come ho detto, tenevo saldamente il polso del medium con la mano sinistra a circa due centimetri dal polso vero e proprio in senso prossimale: i nostri avambracci quindi convergevano con un angolo valutabile in circa venti gradi; ad un tratto, ho sentito che l'avambraccio di lui si alzava e, rimanendo io seduto, l'angolo di convergenza si è rapidamente aperto fino ad oltre i 90 gradi. Ho seguito l'elevazione fino a che ho dovuto lasciare la presa pur essendo sulle punte dei piedi: il fenomeno si è verificato verticalmente, senza alcun altro spostamento. Dopo il distacco, si è avuta l'impressione che il medium girasse per la stanza

all'altezza del soffitto, senza urtare - si badi bene - contro il microfono sospeso sulla poltrona e senza battere nel lampadario appeso in mezzo alla stanza. Infine vi è stato un rumore di caduta come se il medium fosse precipitato (forse sulle natiche) da un'altezza di forse un metro: la caduta per quanto rumorosa non sembra aver prodotto conseguenze (neppure il risveglio dallo stato di allo-coscienza).

Al termine della seduta il medium era in ordine e mostrava soltanto tracce di sudorazione alle ascelle. Il fenomeno del non urtare contro gli ostacoli presenti potrebbe fare supporre anche a uno stato di smaterializzazione; un controllo sarebbe possibile, tendendo attraverso la stanza dei sottili fili in direzioni incrociate. Fra l'altro, l'eventuale smaterializzazione sembra essere contrastata dal fatto che il braccio era ben solido e materico anche quando il corpo avrebbe dovuto attraversare l'ostacolo del microfono".

 

 

Lettera del filosofo prof. Ugo Dèttore

 

Il prof. Ugo Dettore ci manifestò il desiderio di assistere ad una nostra seduta. Le sue impressioni sono esposte nella seguente lettera, oltreché in un articolo da lui scritto su Gli Arcani (n. 7-8 - luglio-agosto 1977):

 

                        "S. Margherita, 11 maggio 1977

Gentilissima Signora,

 ecco le mie impressioni sulla seduta a cui ebbi il piacere di assistere nella Sua villa. In questi casi, in cui ogni controllo è impossibile e, probabilmente, dannoso, io cerco soprattutto di capire l'ambiente umano che, in definitiva, è il vero protagonista del fatto: giudico cioè la buonafede degli astanti e quello che può scaturire da questa buonafede.

E quella sera ebbi l'impressione netta che l'ambiente, compreso ovviamente il medium, era genuino: così che ho accettato senz'altro la genuinità di tutta la fenomenologia. Due elementi mi hanno particolarmente interessato. Il primo è stato il livello delle comunicazioni, decisamente elevato e filosoficamente valido (fatto questo confermato dalle letture, che ho potuto fare in seguito, di comunicazioni precedenti).

Sono idee che circolano da tempo negli ambienti spiritisti e che si ricollegano evidentemente al neoplatonismo, ma che trovano nelle esposizioni Dali e Kempis una loro forma originale e molto matura. Quale sia la loro provenienza non so: il medium, probabilmente, non ha mai letto Plotino nemmeno indirettamente, ma basta un piccolo seme gettato in uno psichismo per suscitare singolari germinazioni. Io, per fare un esempio, a vent'anni, vidi per caso un disegnetto stilizzato in un particolare modo che immediatamente mi suggerì una tecnica di disegno, del tutto diversa, e mi diede un gran desiderio di attuarla. Non avevo mai disegnato e non so disegnare. Ma per circa due mesi disegnai con grande fervore riempiendo un album di schizzi molto originali che spinsero molti miei amici a dirmi che dovevo assolutamente continuare perché era quella la mia strada. Dopo due mesi, nel giro di una settimana non seppi più tracciare una linea.

Credo che qualche cosa di simile possa avvenire in tutti i campi.

 

Il secondo fatto fu il fenomeno luminoso che potei osservare benissimo perché si manifestò a meno di cinquanta centimetri dai miei occhi una sorta di disco o di globo fosforescente, venato di luci in movimento e nel quale si agitavano ombre oscure serpentiformi; si formò da un punto luminoso e scomparve quasi improvvisamente quando il medium si alzò per portare l'apporto alla persona a cui era dedicato (foto n. 9). Non si trattava della mano del medium, che era da me tenuta sopra il bracciolo della poltrona, e credo che sarebbe stato impossibile ottenerlo artificialmente. L'apporto, la levitazione, il lancio di foglie li olivo, il profumo che invase da ultimo tutta la stanza e che io continuai a sentire nelle mie mani anche il giorno dopo (lo avvertirono anche mia moglie e mio figlio) potrebbero benissimo, da un punto di vista puramente critico, essere stati contraffatti; ma, considerando la fenomenologia nel suo complesso e la buonafede di tutti, li ritengo anch'essi genuini.

A mio parere queste sedute private, prive di valore scientifico, hanno una loro precisa giustificazione non solo come fatto umano ma anche per il parapsicologo: sono sedute non falsate e quindi presentano il fenomeno nella sua spontaneità e nella sua completezza. Bisogna tenerne

conto.

Quanto a quello che c'è dietro, ripeto, non si può rispondere e penso che, in sede scientifica, non si potrà mai rispondere perché la scienza, in quanto tale, può dire solo come avviene un fenomeno, ma non può dire che cosa il fenomeno è. E forse è bene che sia così. Schelling diceva: Se mi offrissero di scegliere tra la possibilità di cercare eternamente la verità senza mai trovarla e quella di conoscerla interamente e di colpo,

sceglierei la prima".

Grazie dunque, ancora, dell'esperienza che mi ha offerto e voglia credermi, gentile Signora

                                       Suo Ugo Dettore".

 

 

In riferimento alla lettera del dott. Ugo Dettore, presente alla seduta del 16 aprile 1977, vogliamo specificare in quale cornice è avvenuto il fenomeno della pioggia di foglie di olivo, fenomeno analogo alla caduta di petali di rosa descritta dal dott. Luigi Lapi. L'Entità che presiede ai fenomeni fisici ci aveva raccomandato di stare particolarmente concentrati dopo la comunicazione del Maestro Kempis. Infatti, noi tutti cercammo di stare immobili e più concentrati di sempre.

Nel silenzio perfetto, in quell'atmosfera di fervida attesa, piano piano un profumo intensissimo pervase l'ambiente; poi sentimmo che il medium si alzava in piedi e si dirigeva verso il centro della stanza; udimmo una voce giungere dall'alto, non da un punto fisso, ma da un punto che si spostava ora qua ora là: era una voce che abbiamo sentito poche altre volte e che non sappiamo a quale Entità appartenga.

Il medium era in levitazione: chi descrive ha sentito sfiorare le sue ginocchia dai piedi del medium sollevati da terra, in quel momento, di forse cinquanta centimetri. L'Entità ha pronunciato il messaggio che qui di seguito  trascriviamo con toni dai quali traspariva un'intensa partecipazione, con sfumature di severo ammonimento, di profondo amore, di grande forza trascinante.

 

"Avete udito che vi fu detto di perdonare settanta volte sette, ma tu invochi la giustizia Divina sugli altri e la misericordia su te stesso, o ipocrita! Credi forse che se l'ora della giustizia venisse al tuo comando, in te non si troverebbe iniquità alcuna? Preoccupati di essere giusto, prima d'invocare la giustizia.

"Mio è il giudizio", dice il Padre. In Verità in Verità ti dico che sarai perdonato solo quante volte tu perdonerai.

E perché ti scandalizzi per la corruzione e levi la tua protesta, ipocrita?! Con che diritto invochi l'onestà dei tuoi simili, quando tu stesso sei corrotto? Credi forse che i tuoi simili ti debbano la loro onestà? In Verità in Verità ti dico che quanto pretenderai dagli altri da te si pretenderà.

E perché credi che ai tuoi simili spetti fare in modo che tutto funzioni per il meglio, e a te spetti solo godere i frutti dell'altrui fatica, ipocrita?! Comincia col fare tutto intero il tuo dovere se vuoi il meglio. In Verità in Verità ti dico che se non senti tuo il mondo in cui vivi, esso non sarà mai quale lo vorresti.

 E perché pretendi d'essere trattato con special riguardo, quando tu sei maldisposto a riconoscere il diritto dei tuoi simili d'essere più di te o diversi da te? Comincia col trattare gli altri come vorresti essere trattato. In Verità in Verità ti dico che se tu avessi compreso che gli ultimi sono i primi nel "sentire" e i primi gli ultimi, tu sentiresti ogni essere come parte di te stesso.

E perché ti scandalizzi quando odi bestemmiare il Padre, ipocrita?! Non lo bestemmi tu stesso quando credi che vi sia qualcuno o qualcosa che possa essere non amato dal Padre, qualcuno o qualcosa che possa dispiacerGli od essere da Lui preferito? Che il Padre vada in collera e che castighi gli uomini? In Verità in Verità ti dico che neppure chi opera prodigi è più amato dal Padre o a Lui più vicino.

Forse che solo chi ha gli occhi belli vede bene? Preoccupati di santificare il nome del Padre con ciò che fai e con ciò che credi. Col perdonare di più i tuoi simili che, come te, hanno bisogno d'essere perdonati. Col non pretendere dagli altri più di quanto sei in grado di pretendere da te stesso. Col fare qualcosa di più che accontentarti di stare al mondo, col convincerti che nessun essere merita il tuo disprezzo o la tua indifferenza. Anzi, null'altro merita se non il tuo amore".

 

Alla fine del messaggio abbiamo sentito cadere una pioggia che al rumore sembrava di chicchi di riso o di grani di collana. Il corpo del medium, quasi contemporaneamente, è crollato pesantemente a terra. Quando è stato possibile accendere la luce, abbiamo visto che il pavimento della stanza, all'interno della cerchia, era ricoperto di foglie di olivo freschissime e profumate di uno strano profumo orientale, così intenso che tutti l'abbiamo portato a lungo sui nostri abiti.

 

Con lo stesso procedimento di materializzazione lenta, chiaramente osservata da chi si trovava vicino al medium, sono avventi altri apporti di oggetti molto graziosi, consegnati direttamente nelle mani delle persone a cui le Entità li destinavano. Tutti coloro che hanno avuto in dono un apporto hanno notato lo stesso fenomeno di luminosità dell'oggetto apportato, luminosità che si estingueva piano piano e che durava circa mezz'ora. Per tutto quel tempo e fino alla fine della seduta, gli oggetti erano tenuti stretti nel palmo delle mani del destinatario, come l'Entità aveva raccomandato.

 

Alcune persone hanno avvertito anche una specie di pulsazione dell'oggetto stesso.

Particolarmente bello un ciondolino d'oro che sembra il pendaglio di un antico orecchino, una croce ansata d'argento, una piccola croce d'oro, uno specchietto antico in argento, con il manico e il retro lavorato a sbalzo, della dimensione di dodici centimetri, la testina in rilievo di un leprotto, una rosa in filigrana (foto n. 10, foto n.11, 12, 13foto n.14 e foto n.18).

Se per quanto riguarda i fenomeni della luminescenza,

dei profumi e degli apporti, la storia della metapsichica non è priva di altri esempi, del tutto originale è la manifestazione dei punti luminosi intermittenti. Essi sono come piccole lucciole che si possono manifestare sugli apporti, sullo strumento, come sulle mani di chi è venuto a contatto con questi. In merito non è possibile formulare alcuna ipotesi scientifica, seppure estremamente vaga.

 

NEL CERCHIO - Relazione di Romualdo D'Alessandro

 

L'interesse che da lungo tempo nutro per il paranormale e la dedizione con la quale perseguo la ricerca della Verità mi permetteranno, credo, di esprimermi con piena obiettività circa i fenomeni ai quali ho avuto modo di assistere presso il Cerchio Firenze 77 nella seduta del 15 aprile 1978.

Pur nella convinzione che in questo campo ognuno debba fare le proprie esperienze, vivendole direttamente per poterle assimilare, penso anche, tuttavia, che i vissuti altrui possano servire come informazioni, o come modelli, o come tracce, sempre ricordando peraltro che molte sono le vie e che l'una non esclude l'altra.

Per tale motivo ritengo questa mia testimonianza utile e doverosa: una piccola pietra per l'edificazione della dimora spirituale dell'uomo di domani.

Benché avessi avuto modo di assistere, in precedenza, a sedute di ogni genere, mai avevo provato un così vivo senso d'intima partecipazione quale potei sentire nella seduta di cui qui riferisco, veramente straordinaria per la varietà e il grado dei fenomeni che si verificarono e per il senso di "comunione" con l'intero Cerchio che si prova allorché vi si è accolti.

Quella sera, oltre il medium, erano presenti trenta persone.

 

Mi fu gentilmente concesso di sedermi in prossimità del medium stesso, affinché potessi con miglior agio osservare quanto si sarebbe verificato. Immediatamente alla destra del medium era l'editore Gianni Canonico, il quale ne teneva, appunto, la mano destra; accanto a lui, leggermente arretrato, era il fisico Alfredo Ferraro, che molti studi ha dedicato al fenomeno. Quindi venivo io, seguito, alla mia destra, dall'amico Sergio Lucchini, ospite anch'egli per la prima volta del Cerchio e al quale sarebbe poi andato un apporto. Accanto a lui era Amedeo Rotondi, fervente spiritualista e noto autore-libraio della capitale.

Rotondi, Lucchini ed io avevamo fatto insieme il viaggio in auto da Roma a Firenze, e naturalmente per tutto il percorso non si era parlato che degli argomenti di comune interesse e della seduta alla quale eravamo diretti. Questo particolare non è senza importanza, poiché alcune delle questioni da noi dibattute - talora con pareri diversi - durante il viaggio, trovarono una precisa risposta, anche se indiretta, nelle comunicazioni date nella seduta.

Nonostante la gioia che mi derivava dal poter finalmente assistere ad una seduta del Cerchio, mi imposi, come d'abitudine, di osservare i fenomeni con la massima tranquillità d'animo e serenità di giudizio. La mia posizione, a non più di un metro di distanza dal medium, mi consentì, peraltro, di seguire molto bene quanto accadde e di registrare poi le mie impressioni con la massima chiarezza.

Formata la catena, venne spenta la luce.

Appena assuefatti gli occhi all'oscurità, ebbi una strana impressione visiva: mi sembrò che un velo nero, più buio del buio, scendesse lentamente nell'ambiente, come una nera, impalpabile lavagna, sulla quale si sarebbero poi "disegnati" gli avvenimenti della seduta. Si trattò, naturalmente, di una semplice impressione soggettiva, ma io l'avvertii "realmente".

Quasi immediatamente, il medium fu in trance, e tre gioiosi battiti di mani annunciarono l'arrivo di Lilli. Lo scoppiettio delle mani battute rapidamente una contro l'altra proveniva dal centro della stanza, dove il medium si era nel frattempo spostato in levitazione.

 

Lilli salutò festosamente tutti i presenti, soffermandosi in particolare sui nuovi, e fece anche a me una gentile  carezza sul viso, con una mano fresca e intensamente profumata. Quindi passò agli altri, rispondendo con prontezza e con gaiezza tipicamente infantili alle domande che le venivano poste.

I suoi motti provocarono anche qualche sorriso, e ne  dedussi che probabilmente la sua presenza all'inizio delle sedute ha, tra l'altro, lo scopo di distendere l'atmosfera e rasserenare gli animi, predisponendo i presenti ad una più proficua partecipazione, mentre le varie energie si vanno amalgamando.

Ad alcuni sussurrò qualche parola nell'orecchio, ad altri rispose a voce alta. Infine, salutò tutti (questa volta tenni per un momento la sua mano tra le mie) e andò via. Intanto, un intenso profumo si diffondeva nell'ambiente e dei punti luminosi, come lucciole, apparivano nella stanza.

A Lilli seguì la Guida fisica del medium, che ci raccomandò di concentrarci, poiché vi sarebbero stati degli apporti.

 

Dopo un breve preambolo, il fenomeno ebbe inizio: una  piccola massa fosforescente, "viva", fluida e densa (ciò che la nostra immaginazione si rappresenterebbe per oggettivare l'espressione "energia-materia") cominciò lentamente a formarsi, come levitando, sulle palme delle mani del medium, che teneva le braccia tese davanti a sé. Nel giro di due o tre minuti raggiunse le dimensioni di un orologio da polso mentre i due pollici continuavano a muoversi sull'oggetto, tenuto dalle altre dita. Vi fu poi un'ultima fase di "lavorazione" in seguito alla quale la massa, simile a lava fluida, continuando a conservare la sua luminescenza, prese la sua forma e consistenza definitive.

Quindi, il medium porse l'apporto a Sergio Lucchini, deponendolo tra le nostre mani unite in catena, con le parole: "Lo do a te, ma è per voi tutti". Sapemmo  successivamente che tali parole si riferivano al nostro gruppo di ricerca spirituale. L'apporto, che ha anche un significato simbolico, è una splendida miniatura su porcellana, racchiusa in una cornice ovale d'argento finemente lavorata in filigrana, sormontata da un anellino, ed ha un diametro di sei centimetri e mezzo. Vi è rappresentato un battesimo: due donne presentano un bambino al fonte battesimale; il sacerdote somministra il sacramento aspergendo l'acqua, mentre legge la formula di rito da un messale che un chierico tiene aperto standogli a lato (foto n. 16).

 

Avendo seguito il fenomeno dell'apporto molto da vicino, avevo potuto constatare che le sue modalità di estrinsecazione erano state analoghe a quelle già descritte da tutti gli altri osservatori. Nel vedere la massa luminescente che si accresceva rapidamente tra le mani del medium, ebbi la sensazione che le "particelle" che componevano l'apporto "arrivassero" quasi ad una ad una, in rapidissima successione. Qualcosa di paragonabile, in senso lato, alla nostra galvanoplastica. Inoltre, durante tutta la durata del fenomeno avvertii un inconfondibile odore di ozono, mentre la luminosità fosforescente della massa sembrava palpitare. Da essa si levavano volute bianco-azzurrine, simili a fumo o gas, ma appena visibili per il fatto che la sola fonte luminosa nell'ambiente era la luminescenza irradiata dall'apporto in formazione.

Un sommesso "sfrigolio"di tipo elettrico accompagnava il realizzarsi dell'apporto: lo stesso che si può udire nelle esperienze con la Foto Kirlian. Anzi, tutti gli effetti (luminoso, olfattivo e sonoro) mi sono sembrati molto simili a quelli che si verificano con la Kirlian. Valutai il tempo di realizzazione del fenomeno in quattro, cinque minuti.

Successivamente vi fu un altro apporto, destinato ad una partecipante alla seduta, e tutto avvenne in maniera completamente simile alla precedente. Si trattava, anche in questo caso, di un ciondolo metallico, a forma di cuore. Sul retro di esso si può leggere una frase, composta in maniera singolare. La Guida spiegò, a questo riguardo, che se qualcuno riesce a leggere da sé - senza suggerimenti - tale frase, ciò può essere interpretato come un segno che la persona è dotata di facoltà paranormali. Alla fine della seduta molti vollero tentarne la lettura e alcuni vi riuscirono (foto n. 15 e 17). La frase contenuta nella forma dell'apporto è: "Tutto mi parla di te".

Venne quindi il Fratello Orientale. Seduto in posizione yoga al centro della stanza, parlò con voce dolce e melodiosa, come recitando un mantra:

 

"E' ormai risaputo che ognuno, con la stessa facilità con cui giudica gli altri, scusa se stesso. Non sia così anche per te, fratello caro! Sii consapevole che i difetti che tu rimarchi nei tuoi simili, spesso ti appartengono.

Considera come tu esiga che i tuoi simili siano giudicati severamente e come invece tu non sopporti neppure un'osservazione.

Considera come tu pretenda che i tuoi simili seguano scrupolosamente ogni regolamento e come invece tu non sopporti nessun nuovo obbligo.

Considera come tu vorresti che i tuoi simili cambiassero  a tuo piacimento; così ti adoperi perché essi mutino il loro modo di pensare e di vivere, e non ti accorgi che neppure tu stesso riesci ad essere quale vorresti. Come puoi pretendere che lo siano i tuoi fratelli?

Considera come tu ricerchi nei tuoi fratelli la perfezione e quanto poco, invece, tu faccia per rappresentare quell'ideale che ricerchi nei tuoi simili. Ricorda: nessuno è immune da difetti; con la stessa misura con cui tu giudichi, sarai giudicato; nessuno basta a se stesso, perciò, dovendo dipendere gli uni dagli altri, è necessario che vi aiutiate, vi sopportiate e vi sorreggiate a vicenda.

Molto raramente tu fai queste considerazioni perché tu vivi solo per te stesso e la tua attenzione è interamente rivolta al mondo esterno.

Quando non ti senti soddisfatto, anziché ricercare la causa nell'intimo tuo, ti lasci trasportare dal pensiero che la felicità sia in qualche luogo della Terra. V'è forse in qualche posto qualcosa che duri perennemente, che non sia illusione che trascorre in se medesima?

Se anche l'intero Cosmo fosse dispiegato innanzi ai tuoi occhi, tu non potresti vedere che una mera immagine. Considera come la realtà del tuo essere interiore ti sia sconosciuta e quanto, invece, sia importante per te che il tuo intimo non ti serbi segreti.

Il valore di ciò che tu fai sta nella tua intenzione; perciò, se anche tu donassi tutti i tuoi beni, o spendessi l'intera tua esistenza ad aiutare i tuoi fratelli o, asceta, ti ritirassi dal mondo, tu non avresti ancora capito la vita, se tu non fossi morto a te stesso".

 

Seguirono le altre entità che abitualmente intervengono nel Cerchio. L'insegnamento elargito fu quello che appare più avanti, sotto il titolo "La morale ideale", dove il testo, per il suo contenuto etico e spirituale, trova la sua naturale collocazione.

In questa circostanza ebbi modo di rilevare un particolare curioso. Allorché Kempis parlava, quasi all'inizio della sua comunicazione, pronunciò due parole, che poi corresse subito. Ciò mi fece pensare al lapsus di un oratore il quale stia leggendo un testo preparato in precedenza e, terminato un foglio, per disattenzione continui la lettura su un foglio fuori posto, anziché su quello immediatamente successivo; o che, sollevati gli occhi dal testo, riprenda a leggere saltando un paragrafo. Infatti, lo stesso inizio di frase ("Questo modo...") seguì alcuni periodi dopo.

Le voci di Kempis e di Claudio si alternavano, succedendo quasi immediatamente l'una all'altra, ciascuna densa di toni e di sfumature del tutto personali e individuali.

Il testo è però un tutt'uno, come se fosse stato - appunto - preparato in precedenza e letto da due attori sotto una perfetta regia. L'insegnamento finale, poi, sembrò riprendere e concludere il discorso del Fratello Orientale, oltre quello immediatamente precedente di Kempis.

 

Un ulteriore fenomeno di tipo fisico si verificò verso la fine della seduta: un'improvvisa pioggia di foglie d'olivo (alcune delle quali caddero sull'amico Rotondi) si riversò al centro della stanza. Le foglie, cadendo sul pavimento, produssero un rumore simile a quello di minuti sassolini lanciati dall'alto: fu un vero scroscio, come di grandine. Erano foglie freschissime e umide di pioggia, che emanavano un profumo intensissimo. Raccolte, alla fine della seduta, riempirono una tazza. Tre di queste, che presi con me a ricordo di quella seduta e che conservo in una scatolina, a qualche mese di distanza sono ancora intensamente profumate.

 

Infine, vi fu il messaggio conclusivo, il più bello ed il più elevato, l'irraggiungibile meta di noi uomini sulla Terra.

Annunciata da Kempis con le parole "Ascoltate reverenti", una voce dolce e severa proveniente dall'alto - essendo evidentemente il medium in levitazione - ci donò l'altissimo insegnamento:

 

"Perciò, tu avrai capito la vita... non quando amerai i tuoi simili, ma quando tu stesso sarai i tuoi simili e l'amore".

 

Ripartimmo da Firenze con la sensazione di aver vissuto un'esperienza meravigliosa, un avvenimento certamente importante per la nostra vita spirituale.

 

Sarebbe facile e sbrigativo concludere questa relazione con le parole: "ed ora, alla scienza l'ardua sentenza!". Tuttavia, una semplice riflessione non me lo consente.

Il mio naturale interesse per il mondo del paranormale, la mia assidua ricerca della Verità e le mie trascorse esperienze mi hanno portato in contatto - contatto vivo, diretto - con la più ampia gamma di fenomeni paranormali. Nessuno di essi, tuttavia, io ho mai respinto a priori. Ho preferito in ogni caso sperimentarli, nel senso di "viverli".

Dalle sedute medianiche di ogni tipo ad Uri Geller e ai guaritori filippini, ho avuto il modo (forse la fortuna)  di osservarli tutti. E li ho accettati tutti, vagliando - ovviamente - quelli che a parer mio erano genuini da quelli che non lo erano. Ma il fatto importante, secondo me, è che io li avessi accettati come "possibili" ancora prima di averli potuti constatare.

Ma la scienza, e per essa lo scienziato, che cosa ci potrebbe dire circa tali fenomeni?

Pensiamo solo per un momento che tutti gli strumenti scientifici dei quali disponiamo sono fatti "a misura d'uomo": sono stati ideati, costruiti, tarati e registrati dall'uomo sulla base dei propri sensi e della propria capacità intellettiva. Noi abbiamo, in sostanza, accettato e codificato soltanto tutto ciò che siamo in grado di percepire normalmente ciò che, a parer nostro, è osservabile, ripetibile e dimostrabile. In breve, ciò che riusciamo a "capire".

A tali strumenti, basati su tali principi, noi abbiamo delegato la nostra conoscenza; ad essi ci affidiamo ciecamente, ergendoli a giudici di noi stessi. Il pensiero umano ha circoscritto se stesso.

Molto più logico sarebbe il pensare che l'uomo e il mondo in cui egli vive sono "costruiti", in maniera reciprocamente complementare: la realtà materiale è costituita in modo da essere percepita da noi, e noi, perfettamente integrati in essa, siamo a nostra volta fatti in maniera che essa "ci appaia". Le nostre capacità percettive sono limitate a ciò che è utile e opportuno alla nostra sopravvivenza, in funzione del mondo in cui viviamo. Noi, ad esempio, non vediamo l'aria, ma essa c'è: il vederla ci impedirebbe certamente una chiara visione degli oggetti; non udiamo gli ultrasuoni e gli infrasuoni, cosa che ci preserva dal vivere in un ininterrotto ed assillante caos sonoro, e così di seguito.

Tutto ciò ci porta ad immaginare che la nostra non sia l'unica realtà, ma solo quella parte di essa che ci è dato comprendere. Pertanto, affidandoci a sensi e strumenti talmente limitati da riuscire a contenere solo una goccia dell'oceano del Reale, non possiamo presumere di capire e giudicare "il tutto"; né è ragionevole negare a priori ogni altra realtà che non sia la nostra.

Realtà materiale e realtà paranormale potrebbero essere definite due entità incommensurabili: l'uomo non dispone dei mezzi, degli strumenti, delle unità di misura e della forma mentis idonei a "misurare" la dimensione paranormale. Tentare di farlo sarebbe assurdo come il voler misurare le distanze in grammi.

Alcuni fenomeni possono soltanto essere "accettati" da chi sia spiritualmente in grado di farlo, ma non essere  affidati a scienziati perché li giudichino, dal momento che i parametri e le costanti della fenomenologia paranormale sono "al di fuori" della scienza, appartenendo ad una dimensione alla quale noi riusciamo ad accedere soltanto occasionalmente ed eccezionalmente.  Gli scienziati, in quanto tali, hanno l'obbligo, il dovere e i limiti di servirsi dei mezzi che la scienza stessa concede loro. Da ciò nascono la facile ricusazione e l'ovvia negazione dei fenomeni stessi.

 

Molto a proposito si dice, in questo campo, che a chi crede non occorrono prove, mentre per chi non crede nessuna prova è sufficiente.

Ciò rende anche sterile e inutile la polemica tra coloro che credono e coloro che non credono. Parlando due linguaggi diversi, essi non riusciranno mai ad intendersi; ovvero, muovendosi su piani diversi, non s'incontreranno mai.

Onesto ed equilibrato è da considerare lo scienziato che affermi: "Questi fenomeni sfuggono alla nostra scienza, ma non è detto per questo che "non esistano". Limitiamoci pertanto ad ammetterli come possibili, in attesa di poter disporre - se un giorno lo potremo - di mezzi e strumenti idonei ad esaminarli e a catalogarli secondo principi scientifici".

Dobbiamo notare, infine, come, pur variando la fenomenologia paranormale nelle sue diverse manifestazioni, e pur avendo noi dato nomi diversi ai fenomeni stessi, dividendoli e classificandoli secondo i nostri canoni mentali, essi derivino, in sostanza, da una matrice comune, siano riconducibili ad un'unica fonte, ad una realtà fuori di noi, ad una dimensione che non è la nostra, o almeno non è quella dei nostri sensi e della nostra mente: si tratta di diverse espressioni di un'unica energia.

Finché non sarà aperta la porta che ci divide oggi da tale dimensione, la spiegazione vera delle facoltà ESP e delle manifestazioni paranormali ci sfuggirà continuamente.

I fatti paranormali sono totalmente avulsi dai fattori tempo-spazio-materia, che sono invece le caratteristiche proprie della nostra apparente realtà; non è lecito, quindi, affidare al vaglio della scienza un fenomeno che - per sua stessa definizione - sfugge alla normalità come viene comunemente intesa. Domani, forse, ciò sarà possibile, ma è la scienza che deve cambiare cercando di adeguarsi ai fatti, e non il contrario.

In tal senso, questo libro sconvolgente, ricco di alti contenuti, spiega come il divenire altro non sia che una parvenza dell'Essere, e supera tutte le verità contingenti, relative e transitorie per portare a tutti la Verità Assoluta. Esso costituisce un prezioso mezzo per avvicinare tra loro il mondo visibile e quelli invisibili.

 

Continua