Presentazione
CERCHIO FIRENZE 77 Oltre l'illusione --------------------------------------------------------- Dalle apparenze alla Realtà Oltre
l'illusione delle forme, oltre il mondo delle
ombre, ....oltre l'eterno divenire dei cosmi,
sta il Supremo Perché di tutto questo, sta
l'Eterno, l'Infinito, l'Immortale, il Perfetto,
l'Assoluto. Oltre... oltre...
KEMPIS Tu
che possiedi questo libro sappi che puoi possedere molto di più che carta
stampata; Tu
che lo leggi, puoi comprendere molto di più di quanto è scritto; Tu
che lo comprendi e lo accetti, possiedi molto di più della conoscenza, perché
hai trovato quel filo di Arianna che conduce fuori dal labirinto dell'apparenza
e dell'illusione.
DALI Prefazione
del prof. Giulio Cogni (Orientalista,
Docente Universitario di filosofia e lettere presso università italiane,
francesi, tedesche). Quando
ebbi in mano per la prima volta alcuni ciclostilati che mi erano stati inviati
con la precisa indicazione che si trattava di comunicazioni medianiche, mi
accinsi a leggerli con la premessa di trovarmi di fronte, nella migliore delle
ipotesi, a quelle frasi che la quasi totalità della cosiddetta arte medianica
produce. Un'arte che anche quando presenta caratteri enigmatici e iniziatici
non ha grande valore artistico. Ma fin dalle prime pagine, pur nella necessariamente frastagliata forma dell'esposizione, il valore filosofico ed anche espositivo dei testi mi apparve indiscutibile. Entrai così in relazione con il gruppo che si sigla Firenze 77 e
di cui fanno parte anche noti personaggi, presi parte ad alcune riunioni, potei
ascoltare nastri registrati e leggere quasi tutta la loro produzione.
Questo
volume raccoglie senza correzioni o varianti una parte di questi messaggi. Il
fisico dott. Alfredo Ferraro, noto studioso di fenomeni parapsicologici, ne ha
scritto più
Il caso di Firenze 77 infatti, secondo noi, non è che un esempio di un'alta facoltà creatrice, che si sviluppa in un'immersione supernormale del medium, attraverso un'obliterazione dell'io, nell'impersonalità e universalità dell'Essere, che - unicamente per fare un esempio che possa venire inteso anche da profani - la scienza fisica potrebbe anche chiamare energia, intesa, come nelle filosofie orientali, nel senso dell'Uno Divino, onnipresente e identico, di cui tutto ciò che normalmente vediamo è rifrangenza, spettacolo della divina Lila; come del resto accade in ogni profonda esperienza artistica e del pensiero cosiddetto creatore, e in ogni istante di amore integrale.
Proprio
seguendo la filosofia, in sé molto elevata, esposta nelle varie sedute,
soprattutto da parte dell'entità Kempis, non si può non arrivare alla
conclusione che il medium, che appare anche alla vista un temperamento mansueto
e armonioso eminentemente portato alla dissoluzione dell'io e alla dimenticanza
di sé nel sonno medianico, diventa in quegli istanti un "genio", nel
cui lucido sogno o, se si vuole, pensiero non certo riflessivamente pensato ma
vissuto in senso - per dire con Aurobindo - supermentale dalla totalità
dell'Essere, non esistono più veramente, quali separate entità, né lui né alcun
altro personaggio terrestre o celeste, se non come simboli da cui parla
l'Essere stesso impersonale del mondo.
Le
pagine che vengono fuori da queste lezioni pronunciate in fluente esposizione
quasi senza pentimenti né errori, sono spesso molto belle e di una profondità
che attende di essere debitamente apprezzata. Svolgono una visione del mondo
che è sostanzialmente quella stessa del pensiero orientale, giungendo alle
conclusioni più alte, quali si trovano nell'Advaita Vedanta, o Vedanta non
duale, di Shankara. In
questo senso è come se un pensatore venisse ogni volta da ambiente indiano o
buddista a svolgere una lezione, senza richiami alla terminologia sanscrita, in
linguaggio occidentale e talvolta cristiano. Il
pensiero delle pagine di questo volume è talvolta profondamente creativo e così
che si sarebbe tentati - se non si conoscesse la situazione - di credere che il
medium abbia semplicemente mandato a memoria pagine di qualche grande maestro.
Personalmente, dicono, non si è mai dedicato a studi filosofici e tanto meno di
filosofia orientale. Qualunque ne sia la sorgente, è certo che ci si trova
davanti ad un fenomeno di altissima sapienza, libera da dogmi, condizionamenti,
pregiudizi, limitazioni, generalmente avvertibili in quasi tutte le relazioni
di sedute medianiche. Qui parla realmente un grande Maestro, del tipo di Sri
Aurobindo, Ramana Maharshi, Ramakrishna o simili.
Anche
gli interlocutori minori, qualunque problema trattino, spesso anche
scientifico, dicono cose interessanti con scorci d'intelligente penetrazione
non disgiunta da una chiara consapevolezza, anche terminologica, dei problemi
della scienza, della vita e della società attuale. Ecco alcune frasi di Claudio
e del Fratello Orientale: "Il vero significato dell'insegnamento dei
Maestri traspare dalla constatazione che il senso dell'io, prodotto dalla
limitazione, è destinato a cadere per lasciare il posto a una consapevolezza
che non conosce frontiera, in cui non vi è più qui-là, ora-dopo". Cioè
non vi sono più le limitazioni dello spazio e del tempo, verissime quale
spettacolo cinematografico del mondo, ma false se ritenute assolute. Cos anche
"essere altruisti non significa stare dalla parte opposta dell'egoismo, ma
superare il senso dell'io": vivere cioè l'impersonale vita universale ed
essere perciò anche tutte le persone e cose.
Questa
è la Via a Dio, Impersonale Persona, cioè Essere puro. "Quando vedrai
senza occhi e udrai senza orecchie e più non sarai prigioniero delle creature e
dell'illusione, né schiavo del tuo "io", sarai la bellezza ed il
bello, l'ammirazione e l'ammirato, l'amante e l'amato. Tu vivrai, esisterai
realmente". Difficilmente possono leggersi parole più alte. "...
tu sei un frammento della coscienza assoluta...oltre l'illusione sta il tuo
vero essere, l'Essere unico ed assoluto... Come
pianta o come animale, come uomo o come donna, come soldato o come regnante,
qui o altrove, oggi o domani, tu vivi". Queste
parole ricordano una shloka della Bhagavad Gita: E
Claudio: "...se raggiungete la convinzione che la vostra vita non può né
deve essere contenuta dal senso dell'io, voi raggiungete la vostra
liberazione". Oltre ogni dualità. Il
discorso si farebbe lungo: invitiamo a leggere il testo (2). GIULIO COGNI (1)
Bhagavad Gita, cap. VI - Interpretazione lirica secondo i ritmi originali e
Introduzione di Giulio Cogni - Ceschina, Milano 1973. (2)
Per una più ampia panoramica intorno a questo "caso" vedi il nostro
scritto "Un'alta visione del mondo enunciata per via medianica: Cerchio
Firenze 77" apparso sul n. 1-2 de "La Cultura nel Mondo", Roma
1977, da cui è tratto questo cenno introduttivo (note di G. Cogni). PARTE PRIMA CASISTICA
DEI FENOMENI (Presentazione, Manifestazioni varie,
Relazioni Presentazione
Sono
passati molti anni dal giorno in cui la medianità di colui che doveva essere il
tramite di queste comunicazioni si è rivelata: egli non aveva ancora sedici
anni e sia lui sia le persone che furono i primi testimoni dei fenomeni che
accadevano, non avevano alcuna dimestichezza con tal genere di esperienze. Da
allora, con una rapida evoluzione, noi partecipanti - che nulla sapevamo di
spiritismo - conoscemmo per diretta constatazione i vari fenomeni indicati nei
manuali come i più rilevanti. Non
possiamo ricordarli tutti se non per specie, tanto numerosi si sono prodotti e
continuano a prodursi: dalle prime levitazioni del tavolo, alle scritture
automatiche con l'esatta riproduzione della grafia dei trapassati comunicanti.
Dagli apporti, subito numerosissimi, alla trance profonda con voci identiche a
quelle conosciute in vita; dalla levitazione del medium, alla sua
smaterializzazione (una sola
Che
dire delle premonizioni? Ma sopra ogni cosa, che dire dell'intelligenza e
dell'amore che ispirano le manifestazioni? Ogni fenomeno, infatti, non è fine a
se stesso, ma accade perché è necessario a qualcuno di noi, necessario per il bene spirituale. Questo è l'argomento
centrale che volevamo toccare, perché - se sono convincenti i fenomeni
obiettivi e meravigliosi dei quali siamo continuamente testimoni - ciò che ci
colpisce di più è la grandezza dell'opera sapiente che, a poco a poco,
inavvertitamente, ci ha formati nell'intimo.
Non
molto sapevamo di religione, nulla di filosofia: ebbene, lentamente ma
sicuramente, con una scuola che tale assolutamente non appare ma che dura da
circa trent'anni, conosciamo verità che forse solo le filosofie più astratte
riescono ad accennare. E questa conoscenza non è un insieme di cognizioni
raccolte in tanti anni di comunicazioni, bensì costituisce un quadro generale
che illustra esaurientemente molti dei "perché" che religione,
filosofia e scienza lasciano senza risposta. Le Verità che ci furono rivelate
prima di quelle illustrate in questo volume, sono state da noi raccolte in una
precedente pubblicazione; questo libro ha lo scopo di andare oltre,
c'insegna a capire quello che è incomunicabile: la natura di Dio.
Attirando
su questo argomento la nostra attenzione e
riflessione, stimola l'intuizione rivelandoci la Verità ed il reale
significato di principi, che conosciamo per enunciazione ripetuta, quali
"ama il prossimo tuo come te stesso" che così ci appaiono nella loro
trionfante, luminosa logica. Ci insegna a capire come il divenire del mondo che
conosciamo
Le
riunioni avvengono in una casa privata nei dintorni di Firenze: l'ambiente è un
comune pranzo-soggiorno che contiene a malapena le trenta persone che ci è
stato consentito di ospitare per ogni seduta. All'inizio di ogni riunione viene
riletta l'ultima lezione che è stata per noi tema di meditazione nei giorni che
separano una seduta dall'altra: ne segue una discussione, uno scambio di idee.
Dai nostri interrogativi, dalle nostre incomprensioni, gli Istruttori
disincarnati - che evidentemente ci ascoltano - traggono elementi e motivi per
le precisazioni e l'esposizione dei nuovi concetti che
seguiranno. Poi il medium si predispone alla trance e successivamente gli
Istruttori si manifestano. Spesso
essi commentano le frasi da noi pronunciate nella prima parte della serata,
sempre pronti a cogliere la domanda giusta, a chiarire l'incertezza, ad
approfondire il concetto. L'argomento
centrale di questa raccolta fu presentato "L'illusione
del movimento di una proiezione cinematografica è data dai susseguirsi dei
fotogrammi e dalla persistenza delle immagini sulla retina dell'occhio; questo
v'insegna la vostra scienza. In realtà, la visione di un film è un lavoro
mentale, perché
è un fenomeno che avviene nel veicolo mentale dell'individuo. Se qualcuno vi
dicesse che tutto quanto quello che voi vedete è simile all'illusione
accennata, voi prendereste quel Nel
piano fisico voi avete cognizione dello spazio perché chiusi in una forma
densa, per raggiungerne un'altra, una delle due deve spostarsi entro l'agente
che le separa. Nell'astrale è il desiderio o la volontà che possono rendervi
presenti laddove desiderate o dove volete. Nel
mentale è il pensiero che vi dà l'immediata sensazione di un reale contatto fra
voi e l'oggetto del vostro pensiero. Nello
spirituale, al di fuori di ogni limitazione, si ha coscienza dell'Eterno
Presente e dell'infinita presenza di ognuno e di ogni cosa. Un oceano si può considerare un insieme di
gocce; pure ciascuna goccia esiste solo nell'attimo in cui viene prelevata
dalla massa dell'oceano e, solo allora, si può dire che ne sia vicina o
lontana. Allo
stesso modo, se voi risalite alla radice dell'essere vostro, comprendete di
essere uno nel Tutto e che lo spazio è del piano relativo, perché solo lì si ha
l'illusione che esso esista. Come
il movimento è una successione di punti, il tempo ne è una di attimi, in
ciascuno dei quali vi è una particolare disposizione degli oggetti
dell'universo. La vostra mente, passando da un attimo all'altro, secondo una
successione convenzionale, con il ricordo crea l'illusione del movimento, del
cambiamento, del tempo (Kempis)”. Ci
sono voluti vent'anni perché noi provassimo interesse al concetto allora
presentato, ed i nostri Istruttori, pazientemente, sapientemente, dicendoci
prima tante altre verità che non conoscevamo, ci hanno condotto a scoprire la
necessità che ci fosse illustrata quella realtà che rappresenta il corollario
di tutto l'insegnamento. Quanto
è contenuto dalla seconda parte in poi del presente volume, è tratto
letteralmente e direttamente dalle comunicazioni con i nostri Istruttori
disincarnati, senza alcuna elaborazione da parte di coloro che hanno curato la
stesura del libro, stampato in edizione privata nel 1973 col titolo di
"Sintesi". Elaborazione che non sarebbe stato possibile effettuare in
quanto gli argomenti esulavano dalla formazione culturale di tutte le persone
che, allora, costituivano il cerchio. Ricordiamo
che i nomi delle Entità comunicanti - sulle quali abbiamo dato brevi
delucidazioni nel nostro precedente volume - sono fittizi, né mai ci è stata
rivelata l'identità assunta nel loro passaggio terreno. Fino
a tre anni fa non abbiamo fatto conoscere le nostre esperienze oltre lo stretto
ambito di familiari ed amici che ci seguono da circa trent'anni. Non abbiamo
mai costituito un gruppo organizzato, seguendo in questo le indicazioni dei nostri
Maestri: "...
Noi non abbiamo la pretesa di portarvi la Verità; la Verità è una conquista del
singolo: nessuno può comprendere per voi... Chi è giunto alla Verità,
contrariamente a quanto si crede, non può trasfonderla negli altri; può dare
solamente delle indicazioni, ma non si debbono confondere le indicazioni con la
Verità, le parole con la comprensione. Così, non organizzatevi per diffondere
la Verità, la Verità è e basta! E non organizzatevi per diffondere le
indicazioni, se questo significa diffondere l'organizzazione. Ogni
organizzazione finisce sempre con l'essere più importante delle idee che
professa, così, per non nuocere all'organizzazione, si giunge a rinnegare i
principi sui quali essa si è fondata. L'organizzazione è simile a colui che vuole
sfamare gli affamati parlando loro di cibo. Non cristallizzatevi sulle parole,
ma cercate di comprendere. Le parole e le indicazioni per essere valide,
cioè per essere un valevole intermediario fra l'uomo e la Verità, debbono
mutare con i tempi e con i popoli: non debbono insegnarvi a cercare negli altri
ciò che solo in voi stessi potete trovare. Non debbono parlarvi dell'aldilà
senza insegnarvi a comprendere l'aldiquà (Dali)". Da
quando ci è stato permesso di far conoscere anche ad altri ciò che accade nelle
nostre riunioni e di rendere noti alcuni messaggi, abbiamo accolto altre
persone nella nostra cerchia, seguendo però, nell'accettare nuovi partecipanti,
alcuni accorgimenti dettati dal buon senso. Cerchiamo cioè di scegliere, fra le
tante richieste di partecipazione, persone che da tempo s'interessano di queste
ricerche e non per semplice curiosità, che non desiderino venire per fare
domande personali, e che siano più interessate agli argomenti trattati ed al
contenuto delle comunicazioni, che non all'eccezionalità dei fenomeni fisici.
Così adesso, fra i nuovi partecipanti e fra coloro che sono in corrispondenza
con
Una
domanda che spesso anche noi ci facciamo è questa: perché proprio a noi questo
insegnamento? A noi che non avevamo particolare attitudine o preparazione su
simili profondi concetti? Che siamo persone molto comuni, che non possediamo
nessuna facoltà paranormale all'infuori di quelle
che possiede il nostro medium, lo stesso e l'unico in tutti questi anni!
Possiamo tentare di rispondere: forse proprio per il fatto che noi non avevamo
nessuna idea preconcetta da demolire e perché - pur essendo nati nella
religione cattolica - eravamo aperti a qualunque tipo d'insegnamento religioso
e spirituale; forse perché, anche se ci consideriamo fortunati di poter
attingere a questa inesauribile fonte di conoscenze, siamo anche consci di non
aver nessun merito speciale e non ci sentiamo investiti da celeste missione:
forse perché, e questa è la spiegazione più valida, in fondo siamo stati noi
stessi strumenti del manifestarsi di queste comunicazioni che sono avvenute sia
per noi, sia per coloro che le apprendono indirettamente.
Dopo
avere pubblicato qualche articolo sulle nostre esperienze abbiamo dovuto dare
un nome al nostro gruppo,
Adesso
abbiamo una denominazione, ma continuiamo ad essere un consesso di persone
libere da ogni dogmatismo, senza statuti né regolamenti, n‚, cosa
importantissima, quote di partecipazione o altro genere di contributi. Le spese
vengono sostenute da chi può e vuole sostenerle, ognuno lavora come può per far
giungere, a chi le richiede, le parole delle nostre Guide. Lo
stesso nostro medium, non solo non ha mai voluto accettare compensi di sorta,
ma è sempre stato sentitamente contrario a farsi conoscere come il tramite di
questi fatti meravigliosi di cui ognuno vorrebbe essere strumento. Egli ha
dedicato la sua giovinezza al compito che il dono della sua medianità gli
indicava, conducendo una vita semplice e riservata, tanto che nel suo ambiente
di lavoro nessuno conosce questa sua peculiarità. E
per questa sua scelta consapevole le nostre parole non
potranno mai esprimere quanto il cuore "ci detta dentro". Come non
potremo mai ringraziare abbastanza i nostri Istruttori disincarnati per
l'insegnamento spirituale che ci viene impartito con tanta pazienza, dedizione
ed infinito amore. Manifestazioni
varie Durante
le nostre comunicazioni con gli Istruttori disincarnati avvengono sempre
fenomeni fisici di un certo interesse: alcuni di questi fenomeni sono già stati
descritti in una nostra precedente pubblicazione (vedi "Dai mondi
invisibili", Edizioni Mediterranee) e tanto è stato l'interesse che hanno
suscitato, da invitarci a segnalarne altri avvenuti recentemente e a ricordarne
alcuni avvenuti durante i lunghi anni delle nostre esperienze in campo
spiritico, sempre con lo stesso eccezionale medium. Le
comunicazioni avvengono per trance ad incorporazione ed anche le
estrinsecazioni di ordine fisico avvengono mentre il medium è in profonda
trance, per cui egli non ha la minima percezione di quanto accade. Solo una
volta l'Entità che sovrintende alla realizzazione dei fenomeni fisici dette la
possibilità al medium di rendersi conto di quanto accadeva durante la sua
trance. Pregò due partecipanti, sedute su di un divano, di lasciare tra loro il
posto per una
Mentre per bocca dello
strumento in trance, seduto in poltrona, parlava L'Entità Dali che era
succeduta alla Guida fisica, le partecipanti che avevano fatto posto sul divano
percepirono chiaramente che "qualcuno" si sedeva tra loro e per tutta
la durata della seduta poterono anche percepire il respiro della misteriosa
presenza che rimase fino a quando, terminata la seduta, a poco a poco si
dissolse.
Al
suo risveglio il medium ci disse di avere assistito "Solitamente
non ho alcun ricordo di quanto accade durante la trance né ho idea di quanto
tempo trascorra. Addirittura
qualche volta non mi sono neppure accorto che si è svolta la seduta. Colgo
l'occasione per precisare che al di fuori dei fenomeni che accadono nelle
nostre riunioni e dei quali, come ho
detto, non ho alcuna cognizione, la mia vita è normale: non ho particolari
sensibilità o intuizioni e, meno che mai, visioni. Se non fosse per quello che
raccontano gli amici e che posso riascoltare dal registratore, potrei giurare
di non essere medium.
Quella
sera in cui avvenne il fenomeno accennato mi La
spiegazione di questo fenomeno crediamo consista nello sdoppiamento fra il
corpo fisico del medium che in quel momento serviva alla comunicazione fra noi
e le entità, ed il suo corpo astrale materializzato per consentirgli di
assistere alla comunicazione medianica stessa: fenomeno che accade nei casi di
bilocazione. Nel
caso invece che segnaleremo adesso è avvenuta un vera e propria
smaterializzazione e rimaterializzazione del corpo fisico del medium. Di
sera, all'inizio di un'estate di molti anni fa, eravamo nella casa di campagna
di certi nostri amici, nei dintorni di Firenze. Eravamo in nove, ed era la
prima volta che ci Dopo
cena ci sedemmo attorno ad un piccolo tavolo nel giardino. La calma ed il
silenzio intorno a noi erano
Dopo un breve messaggio di
Lilli, l'entità di una piccola amica che si presenta sempre alle nostre
riunioni, si manifestò l'entità del nonno del padrone di casa, parlò con i suoi
congiunti ricordando episodi della loro vita, e la seduta ebbe termine. Il
medium si svegliò ed accese una sigaretta; era seduto su una panchina di legno
tra due amici. Una debole luce elettrica, affissa al muro della villa,
rischiarava la zona dove eravamo riuniti; ogni altra parte del giardino era
nell'ombra. In lontananza, in basso, brillavano nitide le luci di Firenze.
Improvvisamente,
lo strumento scattò in piedi, gettò la sigaretta e lo vedemmo innalzarsi all'altezza
della spalliera della panchina, con due o tre salti successivi raggiunse la
zona d'ombra e scomparve agli occhi di tutti noi. Mal superando l'effetto della
sorpresa e in uno stato d'animo di viva inquietudine, ci ponemmo alla sua
ricerca. Il cancello era ancora chiuso a chiave; all'interno della recinzione
(oltre due metri di altezza) non ci fu possibile trovare lo scomparso. Ci
facemmo aprire, e le nostre ricerche furono estese all'esterno, sulla strada e
nella macchia del bosco al di là della strada. La nostra inquietudine di attimo
in attimo aumentava mutandosi in ansia. A
questo punto il bosco sembrò svegliarsi sotto l'effetto di una subitanea folata
di vento; le foglie frusciarono, alcuni uccellini cominciarono a pigolare e la
capinera fece sentire il suo canto. Il fatto singolare, data la calma assoluta
della notte, durò forse meno di un minuto, ma contribuì ad aumentare la nostra
paura.
Mezz'ora
più tardi - dopo forti e ripetuti richiami -
potemmo udire in lontananza la voce del medium; poi, chiamandosi
vicendevolmente, due dei ricercatori e lo strumento s'incontrarono nel bosco.
Rientrati
in casa, con un senso indicibile di sollievo, ma ancora scossi dallo sgomento
provato, le signore fecero osservare che gli abiti e le scarpe del medium erano
perfettamente Il
medium ci narrò di essersi destato in prossimità dell'aia di una casa colonica,
di aver visto le luci di Firenze di essersi orientato con queste finché, da una
piccola altura aveva rivisto la villa degli amici e sentito le voci che lo
stavano chiamando. Egli
non ricordava niente di quello che era avvenuto durante questa improvvisa
trance, ma in una susseguente riunione avemmo la spiegazione di quanto era
accaduto. Si
era trattato di una trasposizione del corpo del medium, necessario al
compimento di una missione. Ci
sono stati altri casi in cui il corpo fisico del medium è stato adoperato in un
raggio più ampio della stanza in cui si svolgeva la seduta. Una sera -
terminata la comunicazione di una delle nostre Guide e in una pausa di silenzio
- lo strumento si alzò dalla poltrona, attraversò la stanza, aprì la porta che
dava nel corridoio, e, avvicinatosi al telefono sollevò il microfono e compose
un numero. Alla persona che rispose alla chiamata si rivolse con voce femminile
dolcissima, dicendo: "Sono Paola, sto bene, non soffrire. Non
è stata colpa tua! Pensami con affetto ma con serenità!". Nell'assoluto silenzio e nelle pause era possibile percepire, se non proprio le parole, il tono quanto meno drammatico con cui la persona chiamata reagiva.
Questa deve
avere dichiarato che se si trattava di uno scherzo, era di pessimo gusto. Al
che l'entità comunicante, per dare prova all'ignoto interlocutore che non
scherzava, descrisse minutamente dove egli era e che cosa stava facendo in quel
momento: "Sei nel tuo studio, seduto alla scrivania e stai cercando di
rispondere ad una lettera di Enrico di Milano. Davanti
alla mia fotografia ci sono delle violette. Credimi, sono Paola! Non avere
rimorsi. Non è stata colpa tua. Ti sono vicina. Pensami serenamente". I
giornali dell'epoca, esaminati dai partecipanti dopo il Nella
nostra cerchia di amici vi è un gruppo di persone di Brescia che hanno sempre
seguito le nostre esperienze, anche se solo saltuariamente sono potuti venire a
Firenze ad assistere ai nostri colloqui con i Maestri disincarnati. Nel
corso di un incontro a Firenze, durante una seduta, uno di questi amici, di
professione orafo, mostrò alla piccola Lilli un anello che egli desiderava
lasciare in dono. L'entità rispose che non poteva prenderlo, almeno per il
momento, poiché non sapeva se ne era autorizzata: infatti, il nostro medium -
per un suo principio - desidera che dalle proprie prestazioni non gli derivi
alcun utile né economico, né di altro genere. L'amico di Brescia lasciò Firenze riportandosi via l'anello, un poco spiacente che il dono non fosse stato accettato. Nella riunione successiva egli non era presente, ma Lilli si manifestò dicendo che era stata autorizzata a ricevere il regalo e che avvertissimo l'amico di Brescia di non cercarlo, poiché ella stessa era andata a prendere l'anello. "Ecco - aggiunse - lo lascio qui allo strumento".
Quando la luce fu accesa, a Informammo
subito il nostro amico ed egli ci disse di La
comunicazione di questa entità - un inglese che si è fatto chiamare Alan - è
particolarmente interessante perché cerca di ridimensionare l'importanza dei
fenomeni fisici in confronto al contenuto dei messaggi, che costituiscono il
vero scopo delle comunicazioni medianiche. "La
mia ultima incarnazione fu nel secolo scorso, quando l'India era una colonia
dell'Impero Britannico: allora ebbi modo di osservare molti guru, molti
istruttori, maestri indiani. Erano La
prima impressione - e credo sia un'impressione comune a tutti gli uomini - è
che quando si vede un fenomeno strano si crede che la persona in grado di
produrre quel fenomeno sia in possesso della conoscenza, della Verità.
Osservando, per esempio, un fachiro che riesce a far crescere e sviluppare
celermente una pianta, si pensa che sicuramente debba conoscere la Verità. Ma
non è così. Quelli sono fenomeni inconsueti (naturalmente parlo di fenomeni
veri, non di giuochi di prestigio) ma molto spesso chi li produce non sa come
essi avvengano. Sono, per esempio, retaggio di altre incarnazioni nelle quali
quella entità ha eseguito certe pratiche, certi esercizi che sviluppano questi
poteri occulti: poi, nell'incarnazione successiva, per qualche ragione karmica
- certamente non per caso - riaffiorano. Ed ecco che la nuova personalità si trova
con questi poteri e automaticamente li adopera, produce fenomeni strani,
inconsueti ed anche belli, senza sapere come e perché.
Vorrei
portarvi un esempio: nel caso di un bravissimo atleta che sapesse sollevare un
grave peso che gli altri uomini non riescono a sollevare, non pensereste certo
che quell'atleta conosce la Verità, non è vero? Lo stesso vale per certi
fenomeni, questi poteri che certi viventi hanno. E le Entità stesse che li
possiedono, non sempre li producono perché sono a conoscenza delle Verità più
nascoste. Dicendo questo noi siamo al di fuori di ogni sospetto, poiché nelle
nostre riunioni questi fenomeni fisici avvengono e non potremmo essere accusati
di deprezzare i fenomeni fisici solo perché noi non li sappiamo provocare. Se
vi diciamo questo è per spiegarvi come stanno le cose, ripetendo quello che
sempre vi hanno detto i nostri maestri: e cioè di vagliare attentamente ciò che
viene detto, e valutarlo. Il resto sono cose meravigliose, interessanti, non
v'è dubbio, ma non Anche
l'entità che presiede alla manifestazione dei fenomeni fisici che accadono
durante le nostre riunioni ci ha dato alcune spiegazioni su come si possono
produrre alcuni fenomeni e sul fatto che non tutte le entità sono in grado di
produrli, pur manifestandosi attraverso lo stesso medium che in altre occasioni
ha avuto estrinsecazione di fenomeni importanti. La nostra Guida fisica spiega: "Occorre che l'entità che sovrintende ai fenomeni fisici abbia la capacità di espletarli e abbia avuto modo di esercitarsi. Vi sono delle entità che possono tornare indietro nel tempo e captare il pensiero di un vivente o di un trapassato: io ho anche la possibilità di porre in contatto l'automatismo che sovrintende alla parola del medium, con questi pensieri del passato, come farò tra poco. Allora voi udrete parlare, ma vi sarà una differenza dalle normali altre manifestazioni di disincarnati: il medium parlerà con la sua voce, il suo frasario. Cioè tradurrà quei pensieri con i quali è stato messo in contatto nel suo modo consueto di esprimersi. Direte voi: allora può uno spirito, un'entità, usando lo stesso metodo, farsi passare per un altro? Certo che può, ma si tratta di rientrare in un codice etico: sarebbe assurdo che noi venissimo da voi a parlare di onestà, di rettitudine, di moralità e poi ci facessimo passare per altri. Ne convenite? Ma vi sono anche delle entità che non conoscono questo codice etico e se riescono a mettersi in contatto col passato, attingono notizie di un dato personaggio e si presentano fornendo elementi precisi, spacciandosi per questo; però sempre entità sono. Ecco allora spiegata la
funzione dello Spirito Guida: non permettere la manifestazione di entità
menzognere. Teoricamente
anche un vivente che abbia la possibilità di muoversi autonomamente nel piano
astrale può mettersi in contatto con situazioni del passato e del futuro. Ma
non crediate che tutti coloro che riescono a sdoppiarsi, o tutti i trapassati,
possano avere questa autonomia. Il piano astrale è un labirinto: la sua
essenza, che continuamente si plasma sotto l'azione del desiderio e del
pensiero, costruendo delle forme che sembrano reali,
può trarre in inganno ed è facilissimo credere di essersi posti in contatto con
il passato, con il futuro, o con un dato essere e porsi invece in contatto con
la propria immaginazione. Da
dove trarre allora la prova che quello che noi enunciamo è attendibile! Lo
ripetiamo ancora una volta: giudicando chi siamo. Analizzare, chiedete,
vagliate, soppesate il discorso complesso che vi facciamo: e questo non può
essere fatto in una sola seduta, in una sola riunione ma, come voi state
facendo, in anni e anni di studio e di osservazione. Adesso
metterò in contatto l'automatismo che guida la parola del medium con il
pensiero di un essere che appartiene al passato, da non confondere però con un
guscio astrale, vi prego. E'
un viaggio nel tempo; vedrò di porvi in contatto con pensieri che possono
fornire elementi precisi per una verifica da parte vostra. State silenziosi e
non fate domande, perché non è un dialogo: voi state ascoltando un
monologo". "...
Che freddo! O Dio che freddo, mamma mia! Tutta quell'acqua... Che confusione!
Cerchiamo di riordinare le idee. Prima
di tutto chi sei, come ti chiami? Ti chiami Teresia Antonio, classe... o Dio,
non me ne ricordo più. Sono nato... Ho fatto vent'anni l'altro mese. Ah sì,
Teresia Antonio, nato il 22 gennaio 1897. Ma cos'è successo? Ho fatto il
compleanno l'altro mese! Quant'è? Un mese no, perché oggi è il 15 febbraio
1917. O
che esplosione! Giuseppe, Giuseppe, mi senti? Giuseppe Pruniti, sono io, sono
Antonio. Guglielmo, Guglielmo Sparàno, rispondimi. Sparàno, quello di Napoli.
Dio che spavento! Il piroscafo affondato, un'esplosione credo. Eravamo
nell'Adriatico, piroscafo Minas. Sissignore... Io sono il soldato Teresia
Antonio, non capisco più nulla. E' affondato il piroscafo, Signore. Quanta
acqua, freddo... Sono della Sicilia, ma eravamo tre amici insieme. Dove
sono gli altri due? Non li vedo. Uno si chiamava Giuseppe e l'altro
Guglielmo... Che confusione. Che confusione...". La
voce, dai toni sempre più drammatici, a questo punto tacque. Purtroppo non
siamo ancora riusciti ad appurare se i dati rivelati da questa comunicazione
corrispondano da un fatto reale. Un nostro amico ha interessato alla ricerca
una persona del Ministero della Marina. Gli elementi sono abbastanza precisi:
piroscafo Minas, affondato nell'Adriatico il 15 febbraio 1917. A bordo dovevano
esserci soldati con questi nomi: Giuseppe Pruniti, Guglielmo Sparàno, Antonio
Teresia: quest'ultimo nato in Sicilia (o proveniente dalla Sicilia) il 22
gennaio 1897 (1). (1)
Mentre il presente volume era in corso di stampa, abbiamo ricevuto una lettera
dall'Ufficio Storico del Ministero della Marina, in cui si conferma che
"il piroscafo "MINAS" partì da Napoli il 13 febbraio 1917 diretto a Salonicco con 58 persone
d'equipaggio e con un carico di truppe e materiali di guerra. Alle
ore 12,30 del 15 febbraio, il piroscafo, stante in latitudine 36ø 25' N e
longitudine 18ø 24' E, fu silurato da un sommergibile nemico. Il siluro colpì l'unità al centro e precisamente nel locale caldaie e la fece sbandare leggermente; un secondo siluro colpì il "MINAS" che affondò in pochi secondi. Dall'elenco del personale scomparso, in seguito all'affondamento del predetto piroscafo, si rilevano i sottonotati nominativi: -
soldato TERESIA Antonio, cl. 1897, appartenente alla 5' Compagnia
automobilisti, -
caporal maggiore SPARANO Guglielmo, cl.1880, del 63ø fanteria, - soldato PRUNETTI LOTTI Giuseppe (non Pruniti Giuseppe) cl. 1889, del 63ø Reggimento Fanteria, 35a Divisione". Molti
altri casi d'identificazione si sono risolti in maniera positiva ed abbiamo
potuto verificare che i dati forniti dai trapassati, sconosciuti a tutti i
presenti, corrispondevano in pieno alla realtà dei fatti. Non
possiamo negare che a volte per noi è stato piuttosto imbarazzante comunicare
alle famiglie i messaggi che avevamo ricevuto: abbiamo sempre cercato di farlo
con molta cautela e riservatezza. D'altra
parte, come già abbiamo spiegato, nelle nostre richieste. Fino
dai primi tempi delle nostre riunioni spiritiche si è presentata un'entità che,
per il fatto di averci parlato una prima volta della massoneria, era stata da
noi chiamata "Fratello Massone". Egli parla con una strana voce
gutturale, con difficoltà di pronuncia e un tono molto basso: spesso sintetizza
con poche frasi il tema che si è sviluppato durante la conversazione con i
nostri Istruttori disincarnati, ma con termini così efficaci da rendere
senz'altro più assimilabili i concetti a volte rimasti un po' difficili. Recentemente
si è manifestato in una serata in cui erano presenti molte persone, fra cui due
nuovi osservatori; non credo però che fra noi ci fossero appartenenti alla
Massoneria. Ci ha rivolto un accorato messaggio, sempre con la sua pronuncia
imperfetta, la sua voce un po' afona; nel corso della comunicazione ci ha svelato
il martirio che aveva subito ed abbiamo così capito quanto questo aveva inciso
nella sua psiche, sì da limitarne ancora la dizione nel momento in cui riassume
una dimensione umana per comunicare con noi attraverso il medium. Facciamo
notare a coloro che spiegano i fenomeni spiritici
Ecco
il testo del messaggio del massone: Voi
mi conoscete come Fratello Massone. Nel linguaggio comune un nome serve a
designare qualcuno o qualcosa; non ha quel significato occulto che gli sogliono
attribuire i cabalisti. L'appellativo con cui voi mi conoscete non è né un nome
né sostanzia quello che io fui. Allorché professai le Verità alle quali ero
stato iniziato, la Massoneria non era ancora nata ufficialmente; era
un'associazione libera e segreta nel vero senso. Ogni Fratello lavorava alla
costruzione del Tempio, tutto dando senza nulla ricevere. O meglio, ricevendo
offese, dileggio, persecuzione e non di rado la morte. Questo fu il mio
destino: ricevetti in gola una buona dose di piombo fuso per avere professato
delle idee che, allora, erano considerate delle eresie.
Poco dopo il 1700 la Massoneria nacque ufficialmente e seguì la sorte di tutte le organizzazioni; lentamente, nel tempo, si spense il primitivo ardore. I
"distinguo" divennero fazioni e poi riti diversi. La lotta fra le
Logge ripete la degradazione dei Padri Kados. L'ammissione al comando e al
potere avvelena ogni istituzione ed ogni organizzazione, come i vostri occhi fin
troppo possono vedere. Che cosa accadrebbe di un corpo se tutte le sue membra
lottassero fra se stesse? Il caos, la morte, cioè l'abbandono dello spirito.
Oh! Fratelli Massoni, che cosa è oggi la Massoneria? Un'associazione che non
trae più la sua forza dalle sole idee che professa, ma la trae dalla
disponibilità e dalla potenza dei suoi membri, molti dei quali sono Massoni
solo quando si tratta di ricevere e non lo sono più quando si tratta di dare e
di fare.
Oh!
Fratelli Massoni, voi giuraste di mantenere dei segreti che non sono più tali.
Gelosamente custodite le Verità che vi rivelarono i Maestri come in un archivio
in cui più nulla possa essere collocato, e dimenticate che la conoscenza del
vero non può avere fine. In fatto di dottrina voi confrontate e misurate i
nuovi messaggi con il metro di ciò che sapete, e li accettate solo se
corrispondono a ciò che conoscete. Così rifiutate le nuove Verità e determinate
la cristallizzazione della dottrina. La raffigurazione della Realtà che avete è
ancora quella adatta ad altri tempi e ad altre menti. Che cosa sapete di più
del Grande Pace
a voi". Alla
fine della manifestazione il nostro spirito Guida, Dali, si è rivolto a noi con
questi termini: "Voi
avete compreso che questo messaggio non è diretto particolarmente a voi, è
vero? Ci siamo serviti di un tramite per far giungere a chi di dovere il
messaggio del fratello che avete ascoltato".
Anche
la manifestazione che segue è avvenuta recentemente: il tono della voce
dell'entità che si presentava rivelava una così intensa sofferenza che pure in
noi presenti ha procurato emozione assai viva. "
"... della cui identità io, notaio, sono certo". Quante volte, quante
volte ho sottoscritto questa dichiarazione! "... e della cui identità io,
notaio, sono certo", ed ero certo anche quella volta. Era
venuta da me, si era presentata come... come "lei"!... io non avevo
motivo di dubitare. Fece alcuni passaggi di proprietà e ne fece altri, fece
degli acquisti. Era "lei", produceva dei documenti la prima volta,
poi non aveva più bisogno di farsi identificare, ormai la conoscevo. Sapevo chi
era quella signora, era una nobildonna; che motivo avevo di dubitare? "...
della cui identità io, notaio, sono certo". Poi un giorno disse: "Io
voglio vendere il mio patrimonio". Ed io mi adoperai per farglielo
vendere. Che motivo avevo di dubitare? Aveva fatto altri acquisti, altre
vendite, piccole cose, ma chi poteva dubitare che non era "lei", che
mi aveva dato un'identità falsa? Ho venduto tutto Abbiamo
fatto alcune indagini ed è risultato che in una
Questa
manifestazione ci portò a discutere sul suicidio ed a ricordare ciò che i
nostri Istruttori disincarnati ci avevano detto su tale argomento. Conoscendo
l'esistenza dei vari corpi dell'individuo (fisico, astrale, mentale, akasico)
sappiamo che il corpo astrale è quel veicolo che rivela all'individuo tutte le
sensazioni ed emozioni, perciò quando il corpo fisico viene abbandonato,
l'individuo vive nel piano astrale e percepisce quelle sensazioni necessarie
alla sua purificazione, al risveglio della sua coscienza, fino a che pure il
corpo astrale viene abbandonato, disintegrato. Così
coloro che si suicidano per sfuggire alle sofferenze fisiche o morali non
raggiungono lo scopo, in quanto che il corpo astrale riflette le stesse pene
fino a che non è esaurito il karma doloroso. Solo
nei casi di puro slancio altruistico il suicidio non è una viltà: nelle guerre,
ad esempio, vi sono state creature che si sono uccise perché, catturate,
temevano di rivelare sotto tortura fatti, nomi e notizie che avrebbero
danneggiate altre creature. Oppure
vi sono casi di malati che si suicidano per non essere più di peso ad altre creature, sapendo che la malattia che
li mina è inguaribile. Comunque, noi non possiamo disporre di elementi bastanti
per giudicare le azioni dei nostri simili: oltre il principio, va sempre
considerato il caso particolare. Il
fatto che narreremo adesso, oltre che valore notevole quale estrinsecazione di
fenomeno fisico, ha soprattutto un profondo significato spirituale come - del
resto - ogni comunicazione della quale siamo stati testimoni. Di
questa manifestazione vogliamo dare due testimonianze: l'una, obiettiva
descrizione di ciò che è avvenuto (volutamente mantenuta fredda esposizione dei
fatti per chi pensa che l'entusiasmo possa falsare l'osservazione degli
"La
sera del 3 maggio 1972 eravamo ventisette persone riunite in casa del Signor
G.C., disposte in cerchio nel soggiorno; chi scrive occupava il posto
all'immediata destra del medium. Spente
le luci, abbiamo fatto catena prendendoci per le mani l'un l'altro; con la mia
mano sinistra toccavo la destra dello strumento o - più precisamente - la sua
mano destra teneva, tra i polpastrelli ed il palmo, il palmo della mia mano
sinistra. Prima
che si presentasse Dali non ho avuto modo di riscontrare alcunché di anomalo:
durante la presenza di questa Guida le dita dello strumento erano invece molto
calde (la sensazione era ed è chiara nel ricordo); dopo l'intervento di Dali,
allorché è giunta L'Entità Kempis, la corrispondente temperatura si è abbassata
in modo molto rapido e bene avvertibile, fino a dare vera e propria sensazione
di freddo.
Successivamente,
dopo Lilli, si è presentata un'Entità non identificabile, la quale ha
pronunciato due brevi frasi che potrebbero essere tratte da uno dei Vangeli ed
il cui testo che più si avvicina, pur se non identico, è quello che si legge in
Luca, capo 22, versetto 19 e 20. Terminata la comunicazione ed accesa la luce,
è stato visto sul tappeto, davanti allo strumento, un tovagliolo e sopra di
esso una focaccia grande come il palmo della mano: accanto alla focaccia un
bicchiere con più di due dita di vino rosso, piuttosto scuro. Superato
lo stupore e l'emozione, i padroni di casa hanno riconosciuto come propri sia
il tovagliolo, sia il bicchiere, mentre sono risultati non noti il pane e il
vino, e ciò sia come tipo che come sapore. Ed
ecco la lettera della nostra amica. "Miei
carissimi, questa
volta sarete in tre a ricevere copia di quanto sto per scrivervi. Ho il tempo
contato, ma desidero comunicarvi La
raccomandazione iniziale di Dali di stare concentrati più che a tutte le altre
riunioni e la spiegazione che Loro desideravano ringraziarci per la
collaborazione al lavoro del libro, e che la riunione di quella sera doveva
segnare una "tappa" nella serie di tutte le altre riunioni, mi aveva
fatto pensare a comunicazioni eccezionali, ma nessuno poteva certo immaginare
di che cosa si sarebbe trattato.
Durante
la comunicazione di Lilli, per prima cosa essa Poco
dopo una voce assolutamente nuova, per noi, profonda, dolce ed accorata
insieme, pronunciò le parole della Cena, quelle con le quali il Cristo istituì
L'Eucarestia. "...prese
il pane e lo spezzò, lo diede ai Suoi discepoli e disse: "Prendete,
mangiatene tutti". E dopo la Cena prese il calice del vino e disse:
"Bevetene tutti, fate questo in memoria di me. Così questa Comunione vi
unisca nel trionfo del vero, del giusto, dell'amore, dell'esistenza". E
dopo una pausa: "Pace, Pace a voi"". Per
il tono, la vibrazione musicale, la tristezza di quella voce e le pause tra
frase e frase che davano il senso di un attimo infinito, mi parve di
"sentire" un'altissima presenza. Subito
dopo, Dali disse le parole che leggerete nella lezione che vi unisco, ed anche
la Sua voce era... come posso dire?... velata: "Ciò
che dovrete fare lo capirete. Chi vorrà farlo, s'intende. La
pace sia con voi". Riaccesa
una debole luce, davanti alla poltrona occupata dal medium, a terra,
distinguemmo a fatica, non credendo ai nostri occhi, una tovaglietta
rettangolare con due degli angoli opposti rimboccati in sotto così da farla
diventare esagonale - forse un simbolo - e posati su di essa un Tovaglietta,
tovagliolino e bicchiere appartenevano ai padroni di casa, ma il pane ed il
vino costituivano i più eccezionali apporti che si potessero immaginare. Riuscite
ad intuire che cosa abbiamo provato? Un
forte profumo orientale si era diffuso nell'ambiente durante la presenza
dell'Entità sconosciuta comunicante. Che
cosa ne dite? Non ci sono parole, è vero? Non c'è che stare in ginocchio, con
l'anima colma di gratitudine fino... alle lacrime. Vostra N. ". Se
pensiamo che tanti uomini percorrono migliaia di miglia, incontrano centinaia
di persone, spendono tutta la loro vita alla ricerca di ciò che noi abbiamo
trovato nella nostra stessa casa; se pensiamo a quelli che non hanno visto a
centesima parte di ciò che noi abbiamo osservato, che non hanno udito la
millesima parte di ciò che noi abbiamo conosciuto, veramente il cadere in
ginocchio e sentirsi indegni di tutto ciò viene spontaneo. Come viene spontaneo
chiederci: "Perché noi?". Ma le nostre Guide ci rispondono ed
assicurano che chiunque cerchi con semplicità ed innocenza la Verità non per
accrescere se stesso, ma perché convinto che quello è ciò che ciascuno deve
fare, la troverà. In
una forma o nell'altra troverà ciò che lo renderà intimamente adulto. Rinnoviamo
l'augurio che questo accada presto per i nostri lettori.
Relazioni
e testimonianze degli intervenuti Riportiamo
adesso le descrizioni di alcuni fenomeni fisici fatte direttamente da alcuni
partecipanti o da persone intervenute come osservatori: in genere, questi
ultimi vengono fatti sedere accanto al medium, proprio perché possano seguire
bene tutte le fasi dei vari fenomeni. Anche se le estrinsecazioni fisiche non
sono lo scopo principale delle comunicazioni medianiche, pure esse hanno un
effetto molto suggestivo su coloro che intervengono per le prime volte e che
non hanno ancora un particolare interesse per le comunicazioni intellettive. Relazione
dell'ing. Silvio Viezzoli "Anche
questa sera siamo convenuti numerosi in casa dei coniugi C. Per molti di noi si
tratta di un incontro particolare: si
compiono 30 anni dalla prima manifestazione Dopo
la lettura di alcuni passi dei precedenti messaggi, non
è seguita la consueta discussione ed il medium si è predisposto per la trance. Le
comunicazioni vengono iniziate da Dali, a lui seguono Lilli ed altre entità,
tra queste la Guida fisica dello strumento che, rivolgendosi alla persona alla
mia sinistra (il dott. Gastone De Boni), lo prega di dargli le mani e quindi
chiede concentrazione da parte di tutti. Poco dopo, scorgo una piccola
luminescenza che ritengo localizzata sulle mani dello strumento; in breve detta
luminescenza aumenta di dimensioni fino a coprire, in modo evidente, buona
parte del palmo delle mani del medium, e aumenta anche d'intensità, tanto che
posso intravedere alcuni tratti del volto del mio vicino, chino sopra le mani
dello strumento. La
luminescenza, di colore bianco azzurrino, sembra Il
mio vicino mi sussurra che la Guida fisica gli pone nelle sue mani un oggetto:
forse un cucchiaino, con un estremo concavo e l'altro che finisce nel nulla. Io
mi faccio più da presso e contro un fondo scuro contornato da qualche barbaglio
di luminescenza, scorgo un'esile barretta incandescente, della lunghezza di
circa cinque centimetri, con uno degli estremi allargato in una piccola forma
ovale. Ritengo che l'oggetto si trovi nel cavo delle mani di Gastone De Boni a
loro volta tenute in quelle del medium; la forma dell'oggetto non mi sembra ben
definita.
Si
verificano momenti di palese affaticamento da parte dell'entità (o del medium?)
e contestualmente una diminuzione della luminosità delle mani. La Guida fisica
domanda un bicchiere d'acqua, e, mentre il padrone di casa si accinge a
porgerlo, chiede che quest'acqua venga bevuta da lui Alla
Guida fisica seguono altre entità; più tardi, a più riprese, il mio vicino mi
mostra il cucchiaino che conserva la propria luminosità a lungo, fino a quando
avremo il risveglio dello strumento. Il
tempo occorso per la materializzazione dell'apporto, Osservato
alla luce, l'apporto misura circa cinque centimetri, la parte concava è di un
centimetro e mezzo, il manico è costituito da una barretta che, con un certo
garbo, assume la forma, in rilievo, di un gruppo di tre o quattro rose disposte
ad arte" (foto n. 2). Questa
relazione dell'ing. S. Viezzoli fu trasmessa a cura del dott. A. Ferraro, che
non era stato presente alla manifestazione, al dott. G. De Boni per una
conferma dei fatti esposti. Il dott. De Boni così rispose: "Caro
Ferraro, come da sua richiesta le confermo che nel corso della seduta del 29 maggio 1976, tenutasi al Cerchio Firenze 77, un cucchiaino d'argento si è materializzato fra le mani del medium e le mie. Pertanto, avendo percepita la formazione lenta dell'oggetto (che poi mi è rimasto in dono) posso garantire nel modo più oggettivo la realtà del fenomeno e l'assenza di ogni trucco. firmato: Gastone
De Boni ". Relazione
del dott. Christian Paciscopi "Il
giorno 20 novembre 1976, alle ore 22 circa, seduto alla sinistra del medium ho
potuto osservare a poche decine di centimetri da dove il fenomeno si produceva,
la materializzazione lenta di una spilla in metallo con superficie
madreperlacea e maschera sovrapposta al centro. Il
medium aveva le braccia protese in avanti e le mani unite rivolte in alto.
Queste plasmavano fra le dita una massa ectoplasmatica luminescente, della
grandezza di un batuffolo di cotone (due, tre centimetri per lato), lo
manipolavano come materiale plastico (pongo) particolarmente con i pollici, gli
indici e i medi, trattenendo con le altre la sostanza nel palmo delle mani. La
punta delle dita e un terzo di queste apparivano con un alone luminescente che
ne evidenziava perfettamente la Il
movimento delle dita era abbastanza veloce, continuo e morbido, fluente, se
così si può definire. Dopo un minuto o due prendeva corpo una piccola massa
rotondeggiante più scura al centro e luminescente all'intorno, massa sempre
plastica che s'ingrandiva lentamente, fino a raggiungere la dimensione
dell'oggetto apportato. Nel frattempo, il dott. Alfredo Ferraro scattava delle foto con pellicola ultrasensibile senza lampo. La Guida fisica lo invitava ad usare la massima apertura dell'obiettivo. Dietro nuova richiesta di fotografare con lampo, la Guida invitava a fare presto perché non poteva prolungare oltre l'esperimento e infatti subito dopo il lampo (durante il quale ho potuto intravedere l'oggetto materializzato fra le dita aperte del medium, con una superficie particolarmente brillante, superficie di madreperla che evidentemente aveva riflesso il lampo) la Guida ha pronunciato alcune parole: "Basta, basta, l'oggetto si smaterializza, concentratevi" (foto n. 3). Il medium era proteso in avanti e piegato verso la sua destra, notevolmente in tensione; la muscolatura del braccio sinistro, che io toccavo, contratta; sembrava molto affaticato e impegnato in uno sforzo di notevole intensità. Le sue mani continuavano a plasmare l'oggetto, non più visibile
perché completamente racchiuso fra le dita come a proteggerlo; Ho toccate ripetutamente queste "particelle" lucenti, senza modificarne né la luminosità - piuttosto netta e intensa - né la dimensione. Dopo alcuni minuti sono scomparse del tutto come una luce che si spengesse". Relazione
del dott. Alfredo Ferraro "Alla
seduta del 17 dicembre 1977, mia moglie e io abbiamo portato a Firenze un'amica
di Genova; la professoressa Nuccia Ghezzi. L'esperienza acquisita nel corso di
qualche anno e l'inatteso invito dovuto all'imprevista assenza di un'altra
persona del Cerchio, ci avevano fatto ritenere che l'ospite sarebbe stata la
destinataria del metodico apporto, che ha luogo durante ogni riunione. Ne ero
tanto sicuro, per cui dissi all'amica: "Vedrai, Nuccia, che l'apporto di
questa sera sarà per te"; la risposta fu: "Magari! se così fosse
gradirei che questo avesse un significato per mia figlia Orietta". Le
modalità di estrinsecazione del fenomeno furono quelle cui siamo ormai
abituati. Comunque, mi fu possibile avere nuova conferma del formarsi graduale
dell'oggetto apportato, completatosi a poco a poco, partendo da un lato, verso
quello opposto. Anzi, quella volta mi resi conto che materializzazione ebbe
termine nelle mani della destinataria, Si
trattava di un ex-voto d'argento bulinato, di quelli che - almeno un tempo -
venivano offerti a Santa Lucia, a seguito di guarigioni da malattie riguardanti
la vista. In sostanza, una maschera costituita dalla parte del volto
comprendente gli occhi, contornata da fregi. Ricordando il desiderio
dell'amica, le chiedemmo se questo era stato esaudito, ma essa ci rispose di
non ravvisare nel dono alcun nesso con attività o con fatti riguardanti la
figliola (foto n. 4). Ritornata
a Genova, la professoressa Ghezzi mostrò a questa l'apporto, chiedendole se le
ricordasse qualcosa. La giovane rimase particolarmente colpita. Poco tempo
prima, nel corso di una funzione religiosa, il sacerdote aveva informato che
una donna povera rischiava di perdere la vista, non potendo essere sottoposta a
un'indispensabile operazione, per mancanza di mezzi finanziari. Ai fedeli venne
chiesta un'offerta.
La
particolare sensibilità di Orietta l'indusse a vuotare la borsetta di quanto
aveva: non molto, tuttavia un'offerta non trascurabile, se la si pensa diretta
a una sconosciuta e più con le peculiarità dell'elemosina che non
dell'elargizione. Ovviamente
non è possibile ravvisare un sicuro legame fra il simbolo dell'apporto e
l'accaduto, tuttavia un nesso in probabilistico penso non possa non essere
ravvisato. Sebbene fuori argomento, ricordo come, nella stessa Relazione
della signora Nuccia Ghezzi "La
mia disposizione d'animo era strana, quella sera del 17 dicembre 1977. Per una
circostanza fortuita mi trovavo a far
parte del Cerchio Firenze 77. Da anni l'amico Alfredo Ferraro me ne aveva
parlato, e anche se la fiducia reciproca mi aveva sempre impedito di porre in
dubbio le sue parole circa i fenomeni che si producevano attraverso il medium,
la mia attesa era grande. Non si trattava di semplice curiosità: anni di
ricerca nel campo del paranormale hanno approfondito la mia fede ed il
desiderio di conoscenza tende soprattutto a rendere più salda questa fede. Non
avevo mai assistito a sedute con effetti fisici, ma sentivo che se un apporto
ci fosse stato, quello doveva essere mio. L'entità
che si presenta come una scherzosa bambina di nome Lilli, mi aveva accarezzato
il volto ripetendomi con la sua vocetta un po' petulante: "Le senti le mie
manine, le senti?" Io le avevo effettivamente sentite e - cosa strana a
ripensarci - mi era sembrato del tutto naturale il toccarle. L'avevo
mentalmente chiamata dicendole: "Lilli sta vicina a Orietta" (mia
figlia) e immediatamente mi ero di Era
arrivata poi la Guida fisica e le mani del sensitivo si erano illuminate di uno
strano bagliore intermittente che permetteva di distinguerle nitidamente, nel
buio, in tutti i loro movimenti. Queste
mani che si muovevano nell'aria come per plasmare il vuoto, si dirigevano verso
le mie che già in precedenza tenevo giunte e dischiuse. Sapevo che avrei
ricevuto qualche cosa. La voce nel buio mi disse: "Prendi, chiudi bene
strette le tue mani e non aver paura". Un
qualche cosa di freddo, di sottile e di molto allungato, si trovava ora fra le
mie palme: le avevo strette con forza e quel qualche cosa crepitava, si
riscaldava e mi faceva l'impressione che si accorciasse. Quanti
pensieri si agitassero in quel momento nella mia mente, non saprei dire;
ricordo che il cuore mi batteva Altre
voci, altre entità vennero successivamente. Non Improvvisamente
mi venne il desiderio di schiudere le mani e di guardare nel buio fra le palme:
l'intento era tutto una luce, un vero splendore. Richiusi in fretta, conscia
che qualche cosa si stava completando. Aspettai un poco, poi guardai di nuovo;
lo splendore era sempre intensissimo. Alla
fine della seduta, molte persone mi attorniarono per vedere ciò che era
arrivato. L'oggetto
che tenevo fra le mani conservava ancora due punti luminosi ma di una
luminosità intermittente, come se palpitassero di vita propria. Mi sembrò,
all'inizio, una maschera d'argento cesellata, in cui sbalzati si vedevano distintamente
due occhi. Non capivo che cosa potesse essere, né il suo significato. Mi
dissero che doveva trattarsi di una comune forma di ex-voto, probabilmente
dell'800, dedicato alla Santa della vista, S. Lucia. Di questa Santa avevo un
nostalgico ricordo: nella regione in cui sono nata, noi bambini attendevamo i
doni più che a Natale, il 3 dicembre, la notte di S. Lucia. Al mattino,
trovavamo i regali in fondo al lettino, e questa Santa mi era stata, allora,
particolarmente cara; successivamente, l'età adulta ed il cambiamento di
regione, me l'avevano fatta dimenticare completamente. Sforzandomi,
in seguito, di dare un significato all'apporto ricevuto, oltre a quello
trascendente di "luce", "seconda vista", incitamento ad
aprire gli occhi su di una realtà non contingente, sguardo su di me e sul mio
cammino terreno, mi venne fatto di pensare ad un episodio raccontatomi da mia
figlia alla quale sono profondamente legata e per la quale avrei ben voluto
fosse l'apporto. Trovandosi in chiesa, una domenica, e avendo ascoltato la
richiesta del sacerdote di un'offerta per una donna poverissima che stava
perdendo la vista, d'impulso Orietta aveva vuotato il borsellino di tutto il
danaro che conteneva. Il
ringraziamento per questo suo atto, era forse arrivato Relazione
della signora Zoe Alacevich Zoe
Alacevich (studiosa nota ai cultori ed appassionati Le
persone che vedevano il fenomeno ben illuminato La
mano completamente materializzata, prima di dirigersi verso il medium seduto
nella sua poltrona in profonda trance, diede vari colpetti amichevoli sulla
testa di una Sempre
della signora Zoe Alacevich riportiamo ora una nota. "Leggo
ora un articolo con questo titolo sulla notissima rivista americana New
Realities (ex Psychic) e mi vengono in mente le levitazioni del nostro medium
del Cerchio 77 di Firenze. Confronto il vario modo in cui tale fenomeno avviene
e il tempo di durata delle levitazioni. Ciò mi induce a farne una breve
sintesi. In
Africa, tra il Togo e il Dahomey, si esibisce uno stregone ottenendo circa
dieci secondi di levitazione con effetti che a noi occidentali sembrano
teatrali, ma che in fondo arrivano a qualche risultato. Tra gli spettatori ci
sono quelli che hanno la convinzione che lo stregone, Naua Owoka, riesca
realmente a levitarsi (anche se per soli dieci secondi) con il suo strano
digrignare di denti, mentre si concentra e si rivolge al dio del lago, e dopo
una parte preparatoria molto lunga. Altri
osservatori, più diffidenti, esigono prove cosiddette "scientifiche"
per poi spiegare tutto, come al solito, con la frode e la suggestione. Io
penso al nostro grande medium che ha il potere di Terminato
l'insegnamento, l'entità abbandona il medium Teresa
si manifesta con una certa frequenza e quasi sempre in levitazione più o meno
alta, parlando di argomenti spirituali e profondendo un forte odore di rose
(... forse il suo fiore preferito mentre era ancora in vita). Una
sera, era in bassa levitazione, pose una magnifica rosa bianca appena colta
sulla poltrona dove generalmente Poi
salendo in alta levitazione, Teresa sparse su tutti i presenti una pioggia di
freschissimi petali bianchi, sempre di rosa! In
un'occasione, mentre le mani del medium erano tenute in catena da due signore
del gruppo, questi andò in levitazione alta, tanto che le signore citate
dovettero alzarsi e allungare al massimo le braccia per poterlo seguire e,
quindi, Mio marito, durante una seduta, se ne stava accanto al medium, il quale si levitò e, passando sopra di lui, gli sfiorò la fronte con una scarpa". Relazione
della dottoressa Paola Giovetti Sabato
22 gennaio 1977 ho partecipato per la prima Nell'ampio
salotto della famiglia che ospita i partecipanti alla seduta, una trentina di
persone sedevano in cerchio. Mi venne assegnato un posto accanto al medium,
alla sua destra e ciò mi consentì di seguire perfettamente le varie fasi delle
manifestazioni. Sui
contenuti dei messaggi delle varie Entità che si susseguirono, lascio ad altri
il compito di riferire: quello che riporto sono invece le mie impressioni personali, con particolare riferimento ai
fenomeni fisici. Quando
fu buio, il medium cadde in trance con estrema facilità e rapidità: solo il
respiro più profondo testimoniava il suo diverso stato di coscienza. Si
manifestarono subito le Entità: numerose, con voci diversissime l'una
dall'altra, voci maschili e femminili, profonde o squillanti. Quando si
manifestò Lilli (e poi Teresa) il medium balzò in piedi e nel buio assoluto
della sala si moveva tra i presenti, scherzando con tutti, scompigliando a
qualcuno i capelli, accarezzando altri, rivolgendo ad ognuno una parola, senza mai
un gesto sbagliato, come se vedesse perfettamente. Ho l'impressione nettissima
che il medium, mentre si spostava nella stanza, fosse in levitazione, perché la
sua voce mi arrivava da un'altezza notevole; inoltre, all'atto di rimettersi a
sedere accanto a me, mi fece alzare la mano e la trovò con sicurezza nel buio,
e facendo pressione su questa (e su quella
Ma
il momento culminante fu forse quello della materializzazione: come durante le
altre sedute, anche quella sera si manifestò la "guida fisica", che
annunciò subito che avrebbe fatto un "dono" a qualcuno e che pertanto
aveva bisogno di aiuto da parte nostra: catena e massima concentrazione. A me,
che tenevo la mano destra del medium, e alla persona che gli teneva l'altra
disse di mettere le mani sui polsi dello strumento e di non lasciarlo. Il
medium era in camicia, con le maniche rimboccate fin oltre i gomiti. Appena gli
lasciammo le mani, le unì davanti a sé e cominciò a muoverle, come se
manipolasse qualcosa. Gradualmente, nel buio assoluto della sala, il palmo
delle mani si illuminò di una luce azzurrina, che sembrava provenire dalle mani
stesse. E
in questa luce azzurrina cominciò ad evidenziarsi qualcosa di rotondo, che mi
sembrò una moneta. Non so perché, il movimento delle mani del medium mi
ricordava un poco quello delle mani dei chirurgici filippini, quando
intervengono su un paziente. Mi
sembrò anche di vedere una leggera nube biancastra all'interno delle mani, che
continuavano a muoversi ed a lavorare intorno alla "moneta", che
diventava sempre più grande e più consistente.
La
trance del medium, prima tranquillissima, divenne poi più affannosa: ansimava,
parlava a fatica, era sudato e curvo su se stesso. Credo che il tutto sia
durato più di tre, quattro minuti: infine lo strumento si drizzò e la voce -
tornata normale - della "Guida fisica" mi disse: "Questo è per te, figlia Paola":
sentii che lo strumento mi aveva messo nella mano destra un oggetto ovale, piuttosto
grande, metallico e pungente. Lo tenni stretto fino al termine della seduta e,
solo quando si riaccesero le luci, vidi di che cosa si trattava: un medaglione
antico di filigrana, una reliquia: al centro infatti, sotto il vetro, c'era un
pezzettino di tessuto celeste, con la scritta "Ex Velo SS. Virg. M."
foto n. 5 e foto n.6). Relazione della signora Gemma Lasta 11
giugno 1977. "Nel
viaggio che mi conduceva a Firenze, per assistere ad una seduta medianica del
"Cerchio 77", riandavo col pensiero alle relazioni della signora
Luciana Campani, che sempre avevo letto su una rivista mensile, chiedendomi
ogni volta se anch'io un giorno avrei potuto partecipare. Ora
il giorno era finalmente arrivato ed ero ansiosa e gioiosa, non solo perché
potevo assistere, ma anche perché l'invito era stato esteso ad un mio amico, il
dott. Zanone, il quale - dopo lunghe ricerche teoriche - avrebbe constatato de
visu fenomeni paranormali garantiti dalla serietà e indiscutibile correttezza del
medium e dei partecipanti. Giungemmo
a Firenze, a casa del medium, alle 20,30 di sabato 11 giugno. Lì ci unimmo ad
altri amici giunti da Nella
sala che ci accoglie siamo circa trenta persone. Ci Facciamo
catena con le mani, mentre il silenzio è profondo ed ognuno di noi cerca di
concentrarsi il più possibile. Dopo
poco la catena si scioglie e le Entità cominciano Per
primo si manifesta Dali: saluta affettuosamente i presenti compresi coloro che
- come me - assistono per la Segue
Kempis, che svolge un elevato tema di etica: sul comportamento umano,
sull'antica contrapposizione tra bene In seguito si presenta un piacevolissimo ed originale personaggio: un antico pievano toscano, che racconta i gustosi dispetti tra lui ed un suo collega. (N.d.R.- Pievano Arlotto, al secolo Arlotto Mainardi (Firenze 1396-1484).)
Stupefacente lo stile: sembra di ascoltare un autentico novellatore che adopera
la tipica sintassi latineggiante col verbo alla fine. Ancora
silenzio. Ma, improvvisamente, ecco un batter gioioso di mani. E' Lilli,
l'immancabile amica Lilli che si muove in mezzo al nostro cerchio, rivolgendosi
ora all'uno ora all'altro dei presenti con la sua voce infantile. Saluti e
gioiose risatine, simpatici scherzi: scambio di occhiali tra me ed il dott.
Zanon. Infine
la voce di una nuova Entità. Ci comunica che è la "Guida fisica" del
medium; ci saluta e, come ormai è
In
pochi istanti le mani del medium divengono visibili, di una luce argentea,
luminescente. Poi un'aura ben distinta sfavilla palpitando vivissima intorno
alle dita. Io ho la fortuna di osservare il fenomeno da brevissima distanza,
perché sono seduta al secondo posto, alla destra del medium. Intanto
le dita luminose si muovono, sembrano plasmare Le
persone presenti fissano attonite il mio braccio illuminato da quella scintilla
che crepita sommessamente (direi "frigge", perché quello è il rumore
a cui più assomiglia). L'odore
di ozono continua ancora, mentre attraverso le fessure delle dita cerco di
osservare cosa succede nel cavo chiuso delle mie mani: intravedo la "cosa
luminosa" che palpita e sprizza scintille di luce, ma non oso aprire per
timore che il "dono" si smaterializzi. Al
termine della seduta, quando le luci della sala si In
seguito, osservando attentamente la pietra, mi sono accorta che ad un lato
della stessa manca una piccola scheggia... Forse il frammento luminoso cadutomi
sul braccio! Esperienze
indimenticabili, innegabili, anche se al di fuori delle leggi fisiche
conosciute. Di fronte a tali fenomeni, l'uomo dalla mente gretta nega, il saggio medita con umiltà e l'autentico scienziato (quello che ricerca la Verità per la Verità) trae motivo ed entusiasmo per la ricerca in un nuovo ed affascinante campo del sapere". Relazione
del dott. Luigi Lapi "I
fenomeni verificatisi nel corso della seduta del 14 maggio 1977 sono stati
numerosi, ed io li ho potuti seguire con particolare attenzione essendo alla
destra del medium, tenendo il suo polso destro con la mia mano sinistra. Li Profumi: varie entità si sono presentate con comparsa di odori, e si deve notare - cosa importante - che un odore si annullava con la comparsa di un altro. Gli odori sono stati tutti del tipo cosiddetto "dolce", non ben identificabili da me che non sono preparato in questa materia, ma con il carattere di un'intensità particolare.
Ora essendo l'odore dovuto a sostanze volatili capaci di
solubilizzarsi a livello delle cellule olfattive della parte alta del naso,
esse avrebbero dovuto "saturare l'ambiente" e quindi i vari odori
avrebbero dovuto mescersi tra loro, anziché sostituirsi l'un l'altro. Il
secondo fatto importante - che in parte contraddice la precedente osservazione
- è stato il persistere nel
Apporti:
l'apporto più significativo è stato di un cammeo che ho visto formarsi a poco a
poco nelle mani del
Accesa Quindi,
l'apporto in sé è stato accompagnato da un'impressione acustica secondaria non
legata all'oggetto apportato, ma facente parte di quel sottofondo sonoro nel
quale si manifestano le voci. Del resto, nella precedente seduta vi era stata
una grandinata di foglie di olivo, contrassegnata da un rumore molto intenso
come se realmente si trattasse di grandine. Levitazione:
come ho detto, tenevo saldamente il polso del medium con la mano sinistra a
circa due centimetri dal polso vero e proprio in senso prossimale: i nostri
avambracci quindi convergevano con un angolo valutabile in circa venti gradi;
ad un tratto, ho sentito che l'avambraccio di lui si alzava e, rimanendo io
seduto, l'angolo di convergenza si è rapidamente aperto fino ad oltre i 90
gradi. Ho seguito l'elevazione fino a che ho dovuto lasciare la presa pur
essendo sulle punte dei piedi: il fenomeno si è verificato verticalmente, senza
alcun altro spostamento. Dopo il distacco, si è avuta l'impressione che il
medium girasse per la stanza all'altezza
del soffitto, senza urtare - si badi bene - contro il microfono sospeso sulla
poltrona e senza battere nel lampadario appeso in mezzo alla stanza. Infine vi
è stato un rumore di caduta come se il medium fosse precipitato (forse sulle
natiche) da un'altezza di forse un metro: la caduta per quanto rumorosa non
sembra aver prodotto conseguenze (neppure il risveglio dallo stato di
allo-coscienza). Al
termine della seduta il medium era in ordine e mostrava soltanto tracce di
sudorazione alle ascelle. Il fenomeno del non urtare contro gli ostacoli
presenti potrebbe fare supporre anche a uno stato di smaterializzazione; un
controllo sarebbe possibile, tendendo attraverso la stanza dei sottili fili in
direzioni incrociate. Fra l'altro, l'eventuale smaterializzazione sembra essere
contrastata dal fatto che il braccio Lettera
del filosofo prof. Ugo Dèttore Il
prof. Ugo Dettore ci manifestò il desiderio di assistere ad una nostra seduta.
Le sue impressioni sono esposte nella seguente lettera, oltreché in un articolo
da lui scritto su Gli Arcani (n. 7-8 - luglio-agosto 1977): "S. Margherita,
11 maggio 1977 Gentilissima
Signora, E
quella sera ebbi l'impressione netta che l'ambiente, compreso ovviamente il
medium, era genuino: così che ho accettato senz'altro la genuinità di tutta la
fenomenologia. Due elementi mi hanno particolarmente interessato. Il primo è
stato il livello delle comunicazioni, decisamente elevato e filosoficamente
valido (fatto questo confermato dalle letture, che ho potuto fare in seguito,
di comunicazioni precedenti). Sono
idee che circolano da tempo negli ambienti spiritisti e che si ricollegano
evidentemente al neoplatonismo, ma che trovano nelle esposizioni Dali e Kempis
una loro forma originale e molto matura. Quale sia la loro provenienza non so:
il medium, probabilmente, non ha mai letto Plotino nemmeno indirettamente, ma
basta un piccolo seme gettato in uno psichismo per suscitare singolari
germinazioni. Io, per fare un esempio, a vent'anni, vidi per caso un disegnetto
stilizzato in un particolare modo che immediatamente mi suggerì una tecnica di
disegno, del tutto diversa, e mi diede un gran desiderio di attuarla. Non avevo
mai disegnato e non so disegnare. Ma per circa due mesi disegnai con grande
fervore riempiendo un album di schizzi molto originali che Credo
che qualche cosa di simile possa avvenire in tutti i campi.
Il
secondo fatto fu il fenomeno luminoso che potei osservare benissimo perché si
manifestò a meno di cinquanta centimetri dai miei occhi una sorta di disco o di
globo fosforescente, venato di luci in movimento e nel quale si agitavano ombre
oscure serpentiformi; si formò da un punto luminoso e scomparve quasi
improvvisamente quando il medium si alzò per portare l'apporto alla persona a
cui era dedicato (foto n. 9). Non si trattava della mano del medium, che era da
me tenuta sopra il bracciolo della poltrona, e credo che sarebbe stato
impossibile ottenerlo artificialmente. L'apporto, la levitazione, il lancio di
foglie li olivo, il profumo che invase da ultimo tutta la stanza e che io
continuai a sentire nelle mie mani anche il giorno dopo (lo avvertirono anche
mia moglie e mio figlio) potrebbero benissimo, da un punto di vista puramente
critico, essere stati contraffatti; ma, considerando la fenomenologia nel suo
complesso e la buonafede di tutti, li ritengo anch'essi genuini. A
mio parere queste sedute private, prive di valore scientifico, hanno una loro
precisa giustificazione non solo come fatto umano ma anche per il
parapsicologo: sono sedute non falsate e quindi presentano il fenomeno nella
sua spontaneità e nella sua completezza. Bisogna tenerne conto. Quanto
a quello che c'è dietro, ripeto, non si può rispondere e penso che, in sede
scientifica, non si potrà mai rispondere perché la scienza, in quanto tale, può
dire solo come avviene un fenomeno, ma non può dire che cosa il fenomeno è. E
forse è bene che sia così. Schelling diceva: Se mi offrissero di scegliere tra
la possibilità di cercare eternamente la verità senza mai trovarla e quella di
conoscerla interamente e di colpo, sceglierei
la prima". Grazie
dunque, ancora, dell'esperienza che mi ha offerto e voglia credermi, gentile
Signora Suo Ugo
Dettore".
In
riferimento alla lettera del dott. Ugo Dettore, presente alla seduta del 16
aprile 1977, vogliamo specificare in quale cornice è avvenuto il fenomeno della
pioggia di foglie di olivo, fenomeno analogo alla caduta di petali di rosa
descritta dal dott. Luigi Lapi. L'Entità che presiede ai fenomeni fisici ci
aveva raccomandato di stare particolarmente concentrati dopo la comunicazione
del Maestro Kempis. Infatti, noi tutti cercammo di stare immobili e più
concentrati di sempre. Nel
silenzio perfetto, in quell'atmosfera di fervida attesa, piano piano un profumo
intensissimo pervase l'ambiente; poi sentimmo che il medium si alzava in piedi
e si dirigeva verso il centro della stanza; udimmo una voce giungere dall'alto,
non da un punto fisso, ma da un punto che si spostava ora qua ora là: era una
voce che abbiamo sentito poche altre volte e che non sappiamo a quale Entità
appartenga. Il
medium era in levitazione: chi descrive ha sentito sfiorare le sue ginocchia
dai piedi del medium sollevati "Avete
udito che vi fu detto di perdonare settanta volte sette, ma tu invochi la
giustizia Divina sugli altri e la misericordia su te stesso, o ipocrita! Credi
forse che se l'ora della giustizia venisse al tuo comando, in te non si
troverebbe iniquità alcuna? Preoccupati di essere giusto, prima d'invocare la
giustizia. "Mio
è il giudizio", dice il Padre. In Verità in Verità ti dico che sarai
perdonato solo quante volte tu perdonerai. E
perché ti scandalizzi per la corruzione e levi la tua protesta, ipocrita?! Con
che diritto invochi l'onestà dei tuoi simili, quando tu stesso sei corrotto?
Credi forse che i tuoi simili ti debbano la loro onestà? In Verità in Verità ti
dico che quanto pretenderai dagli altri da te si pretenderà. E
perché credi che ai tuoi simili spetti fare in modo che tutto funzioni per il
meglio, e a te spetti solo godere i frutti dell'altrui fatica, ipocrita?!
Comincia col fare tutto intero il tuo dovere se vuoi il meglio. In Verità in
Verità ti dico che se non senti tuo il mondo in cui vivi, esso non sarà mai
quale lo vorresti. E
perché ti scandalizzi quando odi bestemmiare il Padre, ipocrita?! Non lo
bestemmi tu stesso quando credi che vi sia qualcuno o qualcosa che possa essere
non amato dal Padre, qualcuno o qualcosa che possa dispiacerGli od essere da
Lui preferito? Che il Padre vada in collera e che castighi gli uomini? In
Verità in Verità ti dico che neppure chi opera prodigi è più amato dal Padre o
a Lui più vicino. Forse
che solo chi ha gli occhi belli vede bene? Preoccupati di santificare il nome
del Padre con ciò che fai e con ciò che credi. Col perdonare di più i tuoi
simili che, come te, hanno bisogno d'essere perdonati. Col non pretendere dagli
altri più di quanto sei in grado di pretendere da te stesso. Col fare qualcosa
di più che accontentarti di stare al mondo, col convincerti che Alla
fine del messaggio abbiamo sentito cadere una pioggia che al rumore sembrava di
chicchi di riso o di grani di collana. Il corpo del medium, quasi
contemporaneamente, è crollato pesantemente a terra. Quando è stato possibile
accendere la luce, abbiamo visto che il pavimento della stanza, all'interno
della cerchia, era ricoperto di foglie di olivo freschissime e profumate di uno
strano profumo orientale, così intenso che
tutti l'abbiamo portato a lungo sui nostri abiti. Con
lo stesso procedimento di materializzazione lenta, chiaramente osservata da chi
si trovava vicino al medium, sono avventi altri apporti di oggetti molto
graziosi, consegnati direttamente nelle mani delle persone a cui le Entità li
destinavano. Tutti coloro che hanno avuto in dono un apporto hanno notato lo
stesso fenomeno di luminosità dell'oggetto apportato, luminosità che si
estingueva piano piano e che durava circa mezz'ora. Per tutto quel tempo e fino
alla fine della seduta, gli oggetti erano tenuti stretti nel palmo delle mani
del destinatario, come l'Entità aveva raccomandato. Alcune
persone hanno avvertito anche una specie di pulsazione dell'oggetto stesso. Particolarmente
bello un ciondolino d'oro che sembra il pendaglio di un antico orecchino, una
croce ansata d'argento, una piccola croce d'oro, uno specchietto antico in
argento, con il manico e il retro lavorato a sbalzo, della dimensione di dodici
centimetri, la testina in rilievo di un leprotto, una rosa in filigrana (foto
n. 10, foto n.11, 12, 13, foto
n.14 e foto n.18). Se
per quanto riguarda i fenomeni della luminescenza, dei profumi e degli apporti, la storia della metapsichica non è priva di altri esempi, del tutto originale è la manifestazione dei punti luminosi intermittenti. Essi sono come piccole lucciole che si possono manifestare sugli apporti, sullo strumento, come sulle mani di chi è venuto a contatto con questi. In merito non è possibile formulare alcuna ipotesi scientifica, seppure estremamente vaga. NEL
CERCHIO - Relazione di Romualdo D'Alessandro L'interesse
che da lungo tempo nutro per il paranormale Pur
nella convinzione che in questo campo ognuno debba fare le proprie esperienze,
vivendole direttamente per poterle assimilare, penso anche, tuttavia, che i
vissuti altrui possano servire come informazioni, o come modelli, o come
tracce, sempre ricordando peraltro che molte sono le vie e che l'una non
esclude l'altra. Per
tale motivo ritengo questa mia testimonianza utile e doverosa: una piccola
pietra per l'edificazione della dimora spirituale dell'uomo di domani. Benché
avessi avuto modo di assistere, in precedenza, Quella
sera, oltre il medium, erano presenti trenta persone.
Mi
fu gentilmente concesso di sedermi in prossimità del medium stesso, affinché
potessi con miglior agio osservare quanto si sarebbe verificato. Immediatamente
alla destra del medium era l'editore Gianni Canonico, il quale ne teneva,
appunto, la mano destra; accanto a lui, leggermente arretrato, era il fisico
Alfredo Ferraro, che molti studi ha dedicato al fenomeno. Quindi venivo io,
seguito, alla mia destra, dall'amico Sergio Lucchini, ospite anch'egli per la
prima volta del Cerchio e al quale sarebbe poi andato un apporto. Accanto a lui
era Amedeo Rotondi, fervente spiritualista e noto autore-libraio della
capitale. Rotondi,
Lucchini ed io avevamo fatto insieme il viaggio in auto da Roma a Firenze, e
naturalmente per tutto il percorso non si era parlato che degli argomenti di
comune interesse e della seduta alla quale eravamo diretti. Questo particolare
non è senza importanza, poiché alcune delle questioni da noi dibattute - talora
con pareri diversi - durante il viaggio, trovarono una precisa risposta, anche
se indiretta, nelle comunicazioni date nella seduta. Nonostante
la gioia che mi derivava dal poter finalmente Formata
la catena, venne spenta la luce. Appena
assuefatti gli occhi all'oscurità, ebbi una strana impressione visiva: mi
sembrò che un velo nero, più buio del buio, scendesse lentamente nell'ambiente,
come una Quasi
immediatamente, il medium fu in trance, e tre
Lilli
salutò festosamente tutti i presenti, soffermandosi in particolare sui nuovi, e
fece anche a me una gentile carezza sul
viso, con una mano fresca e intensamente profumata. Quindi passò agli altri,
rispondendo con prontezza e con gaiezza tipicamente infantili alle domande che
le venivano poste. I
suoi motti provocarono anche qualche sorriso, e ne dedussi che probabilmente la sua presenza all'inizio delle sedute
ha, tra l'altro, lo scopo di distendere l'atmosfera e rasserenare gli animi,
predisponendo i presenti ad una più proficua partecipazione, mentre le varie
energie si vanno amalgamando. Ad
alcuni sussurrò qualche parola nell'orecchio, ad altri rispose a voce alta.
Infine, salutò tutti (questa volta tenni per un momento la sua mano tra le mie)
e andò via. Intanto, un intenso profumo si diffondeva nell'ambiente e dei punti
luminosi, come lucciole, apparivano nella stanza. A
Lilli seguì la Guida fisica del medium, che ci raccomandò di concentrarci,
poiché vi sarebbero stati degli apporti.
Dopo
un breve preambolo, il fenomeno ebbe inizio: una piccola massa fosforescente, "viva", fluida e densa
(ciò che la nostra immaginazione si rappresenterebbe per oggettivare
l'espressione "energia-materia") cominciò lentamente a formarsi, come
levitando, sulle palme delle mani del medium, che teneva le braccia tese
davanti a sé. Nel giro di due o tre minuti raggiunse le dimensioni di un
orologio da polso mentre i due pollici continuavano a muoversi sull'oggetto,
tenuto dalle altre dita. Vi fu poi un'ultima fase di "lavorazione" in
seguito alla quale la massa, simile a lava fluida, continuando a conservare la
sua luminescenza, prese la sua forma e consistenza definitive. Quindi,
il medium porse l'apporto a Sergio Lucchini,
Avendo
seguito il fenomeno dell'apporto molto da vicino, avevo potuto constatare che
le sue modalità di estrinsecazione erano state analoghe a quelle già descritte
da tutti gli altri osservatori. Nel vedere la massa luminescente che si
accresceva rapidamente tra le mani del medium, ebbi la sensazione che le
"particelle" che componevano l'apporto "arrivassero" quasi
ad una ad una, in rapidissima successione. Qualcosa di paragonabile, in senso
lato, alla nostra galvanoplastica. Inoltre, durante tutta la durata del
fenomeno avvertii un inconfondibile odore di ozono, mentre la luminosità
fosforescente della massa sembrava palpitare. Da essa si levavano volute
bianco-azzurrine, simili a fumo o gas, ma Un
sommesso "sfrigolio"di tipo elettrico accompagnava il realizzarsi
dell'apporto: lo stesso che si può udire Successivamente
vi fu un altro apporto, destinato ad una partecipante alla seduta, e tutto
avvenne in maniera completamente simile alla precedente. Si trattava, anche in
questo caso, di un ciondolo metallico, a forma di cuore. Sul retro di esso si
può leggere una frase, composta in maniera singolare. La Guida spiegò, a questo
riguardo, che se qualcuno riesce a leggere da sé - senza suggerimenti - tale
frase, ciò può essere interpretato come un segno che la persona è dotata di
facoltà paranormali. Alla fine della seduta molti vollero tentarne la lettura e
alcuni vi riuscirono Venne
quindi il Fratello Orientale. Seduto in posizione yoga al centro della stanza,
parlò con voce dolce e melodiosa, come recitando un mantra: "E'
ormai risaputo che ognuno, con la stessa facilità con cui giudica gli altri,
scusa se stesso. Non sia così anche per te, fratello caro! Sii consapevole che
i difetti che tu rimarchi nei tuoi simili, spesso ti appartengono. Considera
come tu esiga che i tuoi simili siano giudicati severamente e come invece tu
non sopporti neppure un'osservazione. Considera
come tu pretenda che i tuoi simili seguano scrupolosamente ogni regolamento e
come invece tu non sopporti nessun nuovo obbligo. Considera
come tu vorresti che i tuoi simili cambiassero
a tuo piacimento; così ti adoperi perché essi mutino il loro modo di
pensare e di vivere, e non ti accorgi che neppure tu stesso riesci ad essere
quale vorresti. Come puoi pretendere che lo siano i tuoi fratelli? Considera
come tu ricerchi nei tuoi fratelli la perfezione e quanto poco, invece, tu
faccia per rappresentare quell'ideale che ricerchi nei tuoi simili. Ricorda:
nessuno è immune da difetti; con la stessa misura con cui tu giudichi, sarai
giudicato; nessuno basta a se stesso, perciò, dovendo dipendere gli uni dagli
altri, è necessario che vi aiutiate, vi sopportiate e vi sorreggiate a vicenda. Molto
raramente tu fai queste considerazioni perché tu vivi solo per te stesso e la
tua attenzione è interamente rivolta al mondo esterno. Quando
non ti senti soddisfatto, anziché ricercare la causa nell'intimo tuo, ti lasci
trasportare dal pensiero che la felicità sia in qualche luogo della Terra. V'è
forse in qualche posto qualcosa che duri perennemente, che non sia illusione
che trascorre in se medesima? Se
anche l'intero Cosmo fosse dispiegato innanzi ai tuoi occhi, tu non potresti
vedere che una mera immagine. Considera come la realtà del tuo essere interiore
ti sia sconosciuta e quanto, invece, sia importante per te che il tuo intimo
non ti serbi segreti. Il
valore di ciò che tu fai sta nella tua intenzione; perciò, Seguirono
le altre entità che abitualmente intervengono nel Cerchio. L'insegnamento
elargito fu quello che appare più avanti, sotto il titolo "La morale
ideale", dove il testo, per il suo contenuto etico e spirituale, trova la
sua naturale collocazione. In
questa circostanza ebbi modo di rilevare un particolare curioso. Allorché
Kempis parlava, quasi all'inizio della sua comunicazione, pronunciò due parole,
che poi corresse subito. Ciò mi fece pensare al lapsus di un oratore il quale
stia leggendo un testo preparato in precedenza e, terminato un foglio, per
disattenzione continui la lettura su un foglio fuori posto, anziché su quello
immediatamente successivo; o che, sollevati gli occhi dal testo, riprenda a
leggere saltando un paragrafo. Infatti, lo stesso inizio di frase Le
voci di Kempis e di Claudio si alternavano, succedendo quasi immediatamente
l'una all'altra, ciascuna densa di toni e di sfumature del tutto personali e
individuali. Il
testo è però un tutt'uno,
Un
ulteriore fenomeno di tipo fisico si verificò verso la fine della seduta:
un'improvvisa pioggia di foglie d'olivo (alcune delle quali caddero sull'amico
Rotondi) si riversò al centro della stanza. Le foglie, cadendo sul pavimento,
produssero un rumore simile a quello di minuti sassolini lanciati dall'alto: fu
un vero scroscio, come di grandine. Erano foglie freschissime e umide di
pioggia, che emanavano un profumo intensissimo. Raccolte, alla fine della
seduta, riempirono una tazza. Tre di queste, che presi con me a ricordo di
quella seduta e che conservo in una scatolina, a qualche mese di distanza sono
ancora intensamente profumate. Infine,
vi fu il messaggio conclusivo, il più bello ed il Annunciata
da Kempis con le parole "Ascoltate reverenti", "Perciò,
tu avrai capito la vita... non quando amerai i tuoi simili, ma quando tu stesso
sarai i tuoi simili e l'amore". Ripartimmo
da Firenze con la sensazione di aver vissuto un'esperienza meravigliosa, un
avvenimento certamente importante per la nostra vita spirituale. Sarebbe
facile e sbrigativo concludere questa relazione con le parole: "ed ora,
alla scienza l'ardua sentenza!". Tuttavia, una semplice riflessione non me
lo consente. Il
mio naturale interesse per il mondo del paranormale, la mia assidua ricerca della
Verità e le mie trascorse esperienze mi hanno portato in contatto - contatto
vivo, diretto - con la più ampia gamma di fenomeni paranormali. Nessuno di
essi, tuttavia, io ho mai respinto a priori. Ho preferito in ogni caso
sperimentarli, nel senso di "viverli". Dalle
sedute medianiche di ogni tipo ad Uri Geller e ai guaritori filippini, ho avuto
il modo (forse la fortuna) di
osservarli tutti. E li ho accettati tutti, vagliando - ovviamente - quelli che
a parer mio erano genuini da quelli che non lo erano. Ma il fatto importante,
secondo me, è che io li avessi accettati come "possibili" ancora
prima di averli potuti constatare. Ma
la scienza, e per essa lo scienziato, che cosa ci potrebbe dire circa tali
fenomeni? Pensiamo
solo per un momento che tutti gli strumenti scientifici dei quali disponiamo
sono fatti "a misura d'uomo": sono stati ideati, costruiti, tarati e
registrati dall'uomo sulla base dei propri sensi e della propria capacità
intellettiva. Noi abbiamo, in sostanza, accettato e codificato soltanto tutto
ciò che siamo in grado di percepire normalmente A
tali strumenti, basati su tali principi, noi abbiamo delegato la nostra
conoscenza; ad essi ci affidiamo ciecamente, ergendoli a giudici di noi stessi.
Il pensiero umano ha circoscritto se stesso. Molto
più logico sarebbe il pensare che l'uomo e il mondo in cui egli vive sono
"costruiti", in maniera reciprocamente complementare: la realtà
materiale è costituita in modo da essere percepita da noi, e noi, perfettamente
integrati in essa, siamo a nostra volta fatti in maniera che essa "ci
appaia". Le nostre capacità percettive sono limitate a ciò che è utile e
opportuno alla nostra sopravvivenza, in funzione del mondo in cui viviamo. Noi,
ad esempio, non vediamo l'aria, ma essa c'è: il vederla ci impedirebbe
certamente una chiara visione degli oggetti; non udiamo gli ultrasuoni e gli
infrasuoni, cosa che ci preserva dal vivere in un ininterrotto ed assillante
caos sonoro, e così di seguito. Tutto
ciò ci porta ad immaginare che la nostra non sia l'unica realtà, ma solo quella
parte di essa che ci è dato comprendere. Pertanto, affidandoci a sensi e
strumenti talmente limitati da riuscire a contenere solo una goccia dell'oceano
del Reale, non possiamo presumere di capire e giudicare "il tutto";
né è ragionevole negare a priori ogni altra realtà che non sia la nostra. Realtà
materiale e realtà paranormale potrebbero essere definite due entità
incommensurabili: l'uomo non dispone dei mezzi, degli strumenti, delle unità di
misura e della forma mentis idonei a "misurare" la dimensione
paranormale. Tentare di farlo sarebbe assurdo come il voler misurare le
distanze in grammi. Alcuni
fenomeni possono soltanto essere "accettati" da chi sia
spiritualmente in grado di farlo, ma non essere affidati a scienziati perché li giudichino, dal momento che i
parametri e le costanti della fenomenologia paranormale sono "al di
fuori" della scienza, appartenendo ad una dimensione alla quale noi
riusciamo ad accedere soltanto occasionalmente ed eccezionalmente. Gli scienziati, in quanto tali, hanno
l'obbligo, il dovere e i limiti di servirsi dei mezzi che la scienza stessa
concede
Molto
a proposito si dice, in questo campo, che a chi crede non occorrono prove,
mentre per chi non crede nessuna prova è sufficiente. Ciò
rende anche sterile e inutile la polemica tra coloro che credono e coloro che
non credono. Parlando due linguaggi diversi, essi non riusciranno mai ad
intendersi; ovvero, muovendosi su piani diversi, non s'incontreranno mai. Onesto
ed equilibrato è da considerare lo scienziato che affermi: "Questi
fenomeni sfuggono alla nostra scienza, ma non è detto per questo che "non
esistano". Limitiamoci pertanto ad ammetterli come possibili, in attesa di
poter disporre - se un giorno lo potremo - di mezzi e strumenti Dobbiamo
notare, infine, come, pur variando la fenomenologia paranormale nelle sue
diverse manifestazioni, e pur avendo noi dato nomi diversi ai fenomeni stessi,
dividendoli e classificandoli secondo i nostri canoni mentali, essi derivino,
in sostanza, da una matrice comune, siano riconducibili ad un'unica fonte, ad
una realtà fuori di noi, ad una dimensione che non è la nostra, o almeno non è
quella dei nostri sensi e della nostra mente: si tratta di diverse espressioni
di un'unica energia. Finché
non sarà aperta la porta che ci divide oggi da tale dimensione, la spiegazione
vera delle facoltà ESP e delle manifestazioni paranormali ci sfuggirà
continuamente. I
fatti paranormali sono totalmente avulsi dai fattori In
tal senso, questo libro sconvolgente, ricco di alti contenuti, spiega come il
divenire altro non sia che una parvenza
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