Saverio Rotondi |
CARO DIRETTORE...
Una biografia 'presentata' di Saverio Rotondi
Carissimo
Luca, Eppure Rotondi è stato presto dimenticato, ed è un oblio che si protrae negli anni. Almeno un premio per la pubblicistica di settore poteva essergli intitolato, o una qualsiasi iniziativa di commemorazione, o pur semplicemente un ricordo come quello che segue, ma su pagine adeguatamente più autorevoli. In verità, molti sarebbero i debiti di riconoscenza nei suoi confronti. Senza Saverio Rotondi e la "sua" rivista le cose non avrebbero mai potuto essere quelle che poi sono state: tanti artisti e gruppi pop, oggi entrati nel mito, sarebbero rimasti dei semplici "cantanti" e "complessi musicali"; quella musica e quei dischi sarebbero stati inghiottiti dal commerciale avvicendarsi delle mode effimere; tutta un'industria culturale legata a quel fenomeno non avrebbe potuto azzardare quelle produzioni discografiche o organizzare quei concerti. Questo per parlare, pur parzialmente, del concreto. Poi, non ultimi, ci saremmo noi, i lettori, che ci siamo visti rappresentati in quelle pagine, che erano specchio della cultura in cui ci siamo formati e intorno alla quale ancora oggi ci aggiriamo. Allora quando sono arrivate dal figlio Luca le seguenti notizie biografiche, così discrete, prive di note enfatiche e di trionfalismi, ho deciso di presentarle così come mi sono giunte, mantenendo fuori da quel decoroso riserbo ogni qual motivato, condiviso giudizio di merito. Come una sorta di rispetto, quasi a non violare quella eredità sottile che lo scritto intimamente, nello stile, tramandava: ovvero quella serietà, quella modestia, quella riservatezza lontana da ogni protagonismo, che hanno contraddistinto in tanti anni di appassionato impegno il lavoro di Saverio Rotondi, per tutto il periodo che gli è stato dato di essere alla direzione del giornale da lui creato. Luigi
FRANCESCO
SAVERIO ROTONDI
nasce
a Benevento il 6 novembre 1933 da madre casalinga e padre costruttore
– di nome Maria Grazia e Giovanni – amatissimo decimo figlio di
undici fratelli (usando un linguaggio calcistico amava definirsi, per
questa ragione, “mezz’ala”). Svolge
i suoi studi tra Benevento e Roma dove, presso il liceo Virgilio,
consegue la maturità scientifica. Si laurea a Roma in Scienze
Politiche, nel 1957. Coltiva
lo sport – sarà arbitro di calcio regolarmente iscritto per alcuni
anni – e la musica, sia lirica che sinfonica che moderna sentendo un
particolare trasporto, dovuto alle sue origini, per tutta la cultura
partenopea, classica e popolare. Durante
il periodo universitario è elemento di spicco nel Coro Polifonico
dell’Università di Roma diretto dal Maestro Franco Maria Saraceni con
il quale partecipa a numerosi concerti in Italia e all’estero. Sposa
nel 1961 una collega universitaria, Luigia, anch’essa coreuta, ed ha
due figli, Giovanni e Luca. Dopo
la laurea, nel 1958, diventa collaboratore del Capo Redattore de “Il
Messaggero” quotidiano di Roma, Prof. Luigi D’Amato, che affianca
dal 1959 quale Direttore Amministrativo nella redazione del settimanale
di politica ed attualità, “Vita”. Vi rimane per dodici anni circa.
Poi la svolta: la scelta di dedicarsi ancora al giornalismo ma in un
ramo che sente più congeniale ovvero quello musicale. E’
nominato Direttore Responsabile del settimanale “Ciao 2001”
nell’ottobre 1970 che diventa, in breve tempo, la più importante e
diffusa pubblicazione del genere in
Italia. Successivamente
dirige altri due mensili e periodici, “Lo Sport”, “Music”, “PosterStory”,
“SuperStar”, ma Ciao 2001 rimane la sua “creatura” a cui dedica
passione ed energie perché sente in modo particolare il legame con i
suoi giovani lettori ai quali, come paterno amico, cerca di trasmettere
attraverso il giornale messaggi sui valori ed il senso della vita. Ciao
2001
cresce e, affermandosi, regala al suo direttore molti ed importanti
riconoscimenti nazionali ed internazionali. Emblematica la motivazione
del Premio Internazionale “OSCAR ITALY 1973”, attribuito alle
personalità più qualificate della vita associativa che recita: “Saverio Rotondi, giornalista , direttore del settimanale Ciao 2001,
attraverso il giornale che dirige, è l’amico e il consigliere dei
giovani d’oggi che guardano al domani. La sua personalità moderna,
estroversa, precorritrice ha attinto la prodigiosa capacità di far
vivere il presente come conquista attuale del futuro”. Nel
1983, il 2 dicembre, la sua vita termina per una grave malattia. Ha 50
anni e lascia un vuoto ancora oggi incolmabile nella sua famiglia e in
coloro che lo hanno conosciuto. Sulla sua scrivania, l’agenda è
aperta sugli appuntamenti già fissati per il giorno seguente,
preludenti a nuovi progetti che hanno l’obiettivo di un giornale
sempre in cammino. In
questi cenni, c’è la sintetica storia di un ragazzo del sud che, come
tanti altri, riesce a “farsi strada” da solo in una grande città, e
che all’età di 50 anni, amava dire di sé di avere avuto la fortuna
di vedere realizzate le proprie aspirazioni, sia in campo affettivo che
in quello lavorativo, oltre ogni aspettativa tanto da non potere
desiderare di più. L’augurio
è che il contenuto di queste righe possa essere motivo di speranza e di
fiducia per tutti coloro che non hanno sostegni su cui contare se non la
propria capacità e la propria volontà.
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