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HUNKA MUNKA
IL "BIG" TIMIDO
di Vittorio Spada (da Ciao 2001 n. 37 del 15 settembre 1971)
Finalmente
entriamo nella stanza adibita a studio. E' una stanza molto grande ma,
nonostante questo, dobbiamo strisciare tra il muro e lo strumento per
poter vedere il nostro amico nascosto tra una canna e l'altra. Gilberto
ci dice di non disturbarlo dato che sta provando un nuovo accorgimento e
vuole vedere subito i risultati. Ci sediamo buoni buoni in un angolo e
aspettiamo che finisca. Nel frattempo mi guardo intorno ed anche qui
vedo che la meccanica e l'elettricità imperano, ovunque fili e
cacciaviti, canne, amplificatori, ecc.
In
questo momento la musica è finita e possiamo parlare con lui. Dopo le
solite presentazioni è ansioso di presentarci la sua creazione e subito
si butta in un discorso tecnico a noi, profani, incomprensibile, l'unica
cosa che posso riportare è l'immensità di questo organo. Hunka Munka
suona letteralmente contornato dalle canne e le tastiere fanno invidia a
quelle di una cattedrale. Finalmente riusciamo a strapparlo
dall'ammirazione che ha per questo strumento e riusciamo, sebbene a
fatica, a farci raccontare qualcosa di lui. Mentre parla, le sue mani
continuano a scorrere nervosamente sulla tastiera, oppure giocano con un
elastico e, fra un "do" e un "la", riusciamo a sapere
che ha venticinque anni, che è nato a Varese, che è sposato ed è
appena diventato padre per la seconda volta. Ha iniziato così per caso:
da un incidente aereo (è pilota) a cantante. Quattro anni fa, durante
un volo ebbe un incidente, riuscì a cavarsela riportando solo
ferite non gravi. Solo le mani ebbero la peggio e, su consiglio del
medico che lo aveva in cura, prese a fare degli esercizi al piano per
rimettere in moto le articolazioni. Fu così che, Roberto Carlotto,
questo è il suo vero nome, cominciò a suonare il piano. I primi passi
furono difficoltosi ma, a poco a poco, cominciò a provare gusto e si
dedicò con passione a quella che un tempo era stata terapia, ora
divenuta hobby. Questo fu il suo inizio. Poi, un po' per passatempo, un
po' per passione iniziò a suonare con i "Big 66", un
complesso che si esibiva nei dintorni di Varese. In breve cominciò a
farsi notare e passò ai "Cuccioli" e con loro vinse qualche
premio. Alla fine passò come organista ufficiale dell'Anonima Sound e
divenne anche cantante. Con questo complesso rimase fino allo scorso
anno, riscuotendo successo in molti clubs, fra i quali l'Altro Mondo di
Rimini. A questo punto Hunka Munka interrompe il suo discorso, è
ansioso di farci ascoltare il pezzo che presenterà al Festival di
Vittorio Spada
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