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Data ultima modifica 21/01/03

Il cinema è immagine in movimento, che prima di essere tale  è immagine fissa. Quindi soprattutto pittura. Ecco l'analisi di alcune opere di grandi pittori. Un dono per i visitatori di questo sito.

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Giacomo Cerutti
Il portarolo
Pinacoteca di Brera

Cerutti dipinge, con commovente semplicità e partecipazione,  molte tele che raffigurano la vita quotidiana del popolo. Ma la sua attenzione verso i ceti umili non ha nulla di miserabilistico. Il ragazzo rappresentato non ha per nulla la faccia smunta o patita; è un tipo umano con un suo stile ed una sua sopra eleganza. Le galline e la suntuosa cesta di uova che porta con sè  la dicono lunga sulla sua condizione di popolano dignitoso come lo era il Renzo del Manzoni. Anche il cesto portato sulle spalle e dipinto con mirabile verosimiglianza, se pur coi segno dell'uso quotidiano, non è frusto e sbrindellato. 


Veronese
Cena in casa di Simone
Pinacoteca di Brera

Sono famose le cene di Veronese. Il pretesto era sempre un episodio della Bibbia, la lo scopo  vero era quello di dipingere i grandi banchetti pubblici di Venezia. Anche qui Gesù, inviato a pranzo in casa del fariseo Simone dove incontra Maddalena, la peccatrice pentita che bagna di lacrime e di unguenti i suoi piedi,  rimane relegato al margine sinistro del quadro. Al centro del quadro invece c'è la veduta di un giardino con un portale classico e a destra ci sono i banchettanti che guardano un po' distratti a quel che avviene tra Gesù e la peccatrice. Anche Simone, pure sorpreso per l'accaduto, sembra sul punto di voler riprendere ad assaggiare le abbondanti portate, che vengono messe in tavola da un inserviente con un copricapo arabo, rappresentante della Venezia cosmopolita e capitale del mediterraneo al tempo di Veronese.  


Domenichino
La caccia di Diana
Galleria Borghese

Non si tratta di una caccia, ma di una gara di tiro con l'arco tra le ninfe di Diana, probabilmente ispirata da Virgilio che descrive i giochi organizzati da Enea in onore del padre.  La Dea mostra i premi nelle sue mani (un arco, un cerchio d'oro e una faretra), mentre accanto una ninfa mostra i premi minori. Gareggiano cinque ninfe che hanno come bersaglio un uccello legato ad un palo. Domenichino ci mostra la gara nel suo svolgimento dinamico: l'arco ancora tesa delle ninfe, un cane tenuto a fatica. Nascosi a destra due pastori ammirano le ninfee nude cariche di  un erotismo raffinatissimo.


Andrea del Sarto
Madonna col Bambino

Galleria Borghese

Due diagonali attraversano il quadro: una dai toni smorzati attraversa la figura della Madonna, l'altra più luminosa passa per le figure dei due bambini. All'interno di questa struttura  i personaggi sono posti, dagli sguardi in dinamica   e significativa relazione tra loro: Giovanni ( sorridente, in alto) guarda Gesù (in basso col volto contratto in un sorriso drammatico), Maria, assorta, fissa il vuoto, in basso, quasi presa da un dubbio assillante. I corpi dei bambini sono forzati a torsioni innaturali che danno al quadro una espressività violenta, che un po' contrasta con il dolce viso di Maria. Ad ispirare il volto della Madonna fu Lucrezia Fede, che Andrea del Sarto sposò più tardi. Il Vasari dice che Andrea sarebbe stato più grande "se non avesse trascurato sé e i suoi prossimi, per lo appetito di una donna che lo tenne sempre povero e basso".

              

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