Freccia-sx4.jpg (2157 byte)     La finestra di fronte 

Note

"Titolo originale:  La finestra di fronte  - Nazione:  Italia - Anno:  2002 - Genere:  Dramatico – Regia: Ozpetek . Cast:  Giovanna Mezzogiorno, Raoul Bova, Massimo Girotti, Filippo Nigro.

Trama

Giovanna, una giovane donna sposata e con due figli, si ritrova in casa un uomo molto anziano che ha completamente perso la memoria. Cercando di ricostruire la sua identità e il segreto del suo passato, Giovanna con l'aiuto di Lorenzo, che abita nel palazzo di fronte, scopre piano piano che lei stessa ha smarrito il ricordo dei propri sentimenti e delle proprie passioni. L'indagine su quell'uomo misterioso diventa così per Giovanna una vera e propria indagine su se stessa, in un mondo che sta perdendo la capacità di riconoscere la forza dei sentimenti più profondi.

Commento

Regista: Ferzan Ozpetek, turco ambientato in Italia (Il bagno turco), un diverso tra noi, forse per questo il suo tema preferito è la diversità, l’emarginazione che essa produce.

Nel film sono presenti molti temi tra loro concatenati

  1. la crisi della coppia, un tema presente in tanti film italiani, che trattano questo argomento in modo un po’ piagnone, rassegnato (la coppi alla fine si sfalda). Qui il tema è trattato in modo positivo e  propositivo: alla fine la coppia trova una sua vitalità, una sua energia, un suo ordine (si ricordi la battuta della bambina sull’ordine) per salvare il proprio presente. La finestra potrebbe essere il luogo dell’evasione, dell’adulterio. Qui invece è vista come uno specchio (luogo di riflessione) nel quale Giovanna ritrova la propria verità, la verità del proprio presente (da casa di Lorenzo è lei che guarda la propria finestra). Che cosa impedisce a Giovanna di sprofondare in un sogno alienante, un amore che, vero o falso che sia, scardinerebbe il proprio presente? L’apparizione del vecchio Davide, folle e omosessuale. E qui si entra nel secondo tema del film

  2. l’emarginazione. Davide (ultima interpretazione di Massimo Girotti;  il primo grande impegno fu Ossessione di Luchino Visconti) è, non solo un folle, ma anche un omosessuale (tema caro al regista: Le fate ignoranti). Ma Davide è anche il simbolo della memoria. E qui si entra nel terzo tema del film

  3. la memoria. Il vecchio Davide, che pure ha perso la memoria, è nell’economia del film il simbolo della memoria, una memoria che però è dolorosa (tanto è vero che Davide ne diventa folle). Ma la memoria è necessaria (si ricordi il monologo che chiude il film), senza di essa l’uomo non trova la vitalità, non trova la forza di trasformarsi e di divenire fecondo (Davide fa le torte  - la dolcezza del ricordo? - e Giovanna poi diventa pasticciera

  4. lo sguardo . Richiama La finestra sul cortile. La finestra qui è il simbolo della comunicazione; è l’occasione per un altra prospettiva verso il futuro: chi chiude gli occhi non ha futuro; chi guarda prima o poi sente il bisogno di toccare, di abbracciare. Questo tema si ricollega al primo: quello della crisi della coppia, risolta, dal regista, in modo positivo

Alcune note tecniche

Il film contiene molti primi piani; il primo piano è quello delle “affezioni” (come dicono i francesi), dei sentimenti, degli affetti. E nell’economia di questo film il primo piano è utilizzato per mostrare come la memoria faccia recuperare i sentimenti. Questo recupero avviene nell’interiorità ed è per questo che il film abbonda di interni,che sono il simbolo dell’intimità, della riflessione.

All’inizio la crisi della coppia è narrata, più che con le parole e i gesti, con la scenografia, le architetture: il chiuso di uno squallido appartamento

Il film non è privo di difetti.

I flash back sono inutili, come quello improbabile sulla  Roma del ’43 (anche Le fate ignoranti si svolge a Roma, la Roma di oggi). Sarebbero state sufficienti, per  ricordar il passato,  gli sguardi e, soprattutto le inquadrature, come quella sul numero segnato sul braccio di Davide (una metonimia, la parte per il tutto)

Un altro difetto è quello del commento musicale che accompagna la descrizione dei sentimenti con ritmi classicheggianti che sottolineano in modo retorico, e quindi inutile, quello che le immagini (i primi piani) dicono già con sufficienza.

Ferzan Ozpetek

Nato a Istanbul nel 1959, Ferzan Ozpetek si è trasferito in Italia alla fine degli anni '70 per studiare Storia del Cinema all'Università "La Sapienza" di Roma. Poi ha frequentato i corsi di Regia all'Accademia d'arte drammatica "Silvio D'Amico", quindi ha lavorato come assistente alla regia, collaborando con Massimo Troisi, Maurizio Ponti, Sergio Citti, Marco Risi ed altri ancora. Nel 1997 ha finalmente diretto il suo primo lungometraggio Il bagno turco - che ha avuto un grande successo di pubblico e critica in Italia e all'estero.Nel 2000 ha ottenuto uno straordinario successo con Le fate ignoranti e poi ha confermato il suo incredibile talento e la sua sensibilità con il successivo La finestra di fronte (2002).

Filmografia 

Le fate ignoranti  (sceneggiatore,regista)  - 01 marzo 2000

Harem Suare  (regista)  - 01 gennaio 1999

Il bagno turco - Hamam  (regista) 01 ottobre 1997

Le fate ignoranti

Regia: Ferzan Ozpetek. Con: Margherita Buy, Stefano Accorsi, Serra Yilmaz, Andrea Renzi, Erica Blanc - Colore -  Durate 110’. Origine: Italia 2000

Un quadro, "Le fate ignoranti", un po' surreale, dà il via alla storia. Lo trova in casa la giovane dottoressa Antonia, da poco rimasta vedova e, siccome ha sul retro una lunga dedica rivolta al marito, punta da curio-sità, ma morsa dal sospetto di un tradimento, va a restituirlo a chi l'ha donato. Pensa a una donna, ovviamente. Si troverà di fronte, sbigottita, a un giovanotto che vive in una comunità, in un caseggiato del quartiere ostiense,  fatta di donne e uomini dell'altra “sponda” (forse non tutti) accomunati da una solare giocosità.  "Un amante" senza apostrofo. La borghese Antonia, entrata dapprima sgomenta, nella stramba società, finirà col capire e con l'accettare. Anzi andrà addirittura a viverci, innamorata dell'ex rivale e impegnata, come dottoressa, a curare un malato di Aids che giace in casa..

Il bagno Turco

Anno 1997 - Nazione: Italia/Spagna/Turchia - Regia: Ferzan Ozpetek - Cast: Carlo Cecchi, Serif Sezer,  Francesca D'Aloja, Mehmet Gunsur, Halil Ergun, Alessandro Gassman – Durata: 97’

Logorato dal lavoro e da un matrimonio stanco senza figli con Marta, compagna e socia nella professione, Francesco, giovane architetto romano, va a Istanbul dove ha ereditato una vecchia casa da un'eccentrica zia materna. Il soggiorno gli cambia la vita, facendogli scoprire nuovi valori tra cui quelli dell'Eros. Giovane turco che ha studiato e vive a Roma, F. Ozpetek ha esordito, grazie alla Sorpasso Film di Marco Risi e Maurizio Tedesco con un film puntiglioso nel disegno psicologico dei personaggi, attento alle sfumature dove il recupero dell'istintualità diventa una conquista di libertà. Musiche dei Trancedental (i genovesi Pivio e Aldo De Scalzi). 3 Globi d'oro a Roma, 1 Mela d'oro in Turchia.

Massimo Girotti

Nato il 18 maggio del 1918 a Mogliano, in provincia di Macerata, Massimo Girotti si distingue durante l'adolescenza per la sua abilità come nuotatore, poi il futuro 'bello' del cinema italiano abbandona lo sport per iscriversi alla facoltà di legge, fino a quando non viene scelto per una piccola parte nel film di Mario Soldati Dora Nelson (1939). A lanciarlo però è Alessandro Blasetti con La corona di ferro (1941), mentre il film che lo consacra tra le star del cinema italiano è Ossessione (1943), pellicola d'esordio del maestro Luchino Visconti. Nel dopoguerra, Massimo Girotti ottiene un grande successo con Caccia tragica (1946) di Giuseppe De Santis, e soprattutto con In nome della legge (1949) di Pietro Germi, grazie al quale per la sua notevole interpretazione del giovane magistrato conquista un Nastro d'argento. Nel 1950 Michelangelo Antonioni gli affida il personaggio di Guido nel suo primo film, Cronaca di un amore (1950), poi Girotti interpreta Roma, ore11 (1952) di Giuseppe De Santis, opera chiave dell'ultimo neorealismo, e quindi impersona il patriota Ussoni nel capolavoro di Luchino Visconti, Senso (1954). Negli anni successivi recita con Lizzani, Bolognini e Cottafavi, poi nel 1968 interpreta il borghese che fugge nudo per il mondo nell'originale Teorema di Pier Paolo Pasolini e nel 1972 compare nei panni dell'amante nello scandaloso Ultimo tango a Parigi diBernardo Bertolucci. Dagli anni Settanta in poi Massimo Girotti alterna gli spettacoli televisivi alle apparizioni cinematografiche, interpretando tra gli altri Il mostro (1994) di Roberto Benigni.Il suo ultimo film, che chiude una carriera lunga oltre sessanta anni, è La finestra di fronte, diretto da Ferzan Ozpetek. Poche settimane dopo la fine delle riprese, il 6 gennaio 2003, Massimo Girotti muore a Roma per una crisi cardiaca.

Ossessione

Anno 1943, regia di Luchino Visconti, interpreti: Massimo Girotti, Clara Calamai.

Malmaritata ad un uomo più vecchio di lei, una donna induce un giovane vagabondo di cui è diventata l’amante, ad uccidere il consorte in un incidente automobilistico truccato

La finestra sul cortile

USA 1954 di A. Hitchcock con J. Stewart, G. Kelly. Fotoreporter costretto all’immobilità per la frattura ad una gamba inganna il tempo spiando i vicini. Convinto di avere scoperto un assassino nella casa dirimpetto, riuscirà con l’aiuto della fidanzata a far luce sul delitto. E a rompersi l’altra gamba.

Metonimia

Nella letteratura la metonimia (o metonimia) consiste nell'usare il nome della causa per quello dell'effetto, la parte per il tutto.  Es. bevo un bicchiere