Freccia-sx4.jpg (2157 byte) Il dolce rumore della vita   
Regia: Giuseppe Bertolucci. Sceneggiatura: Lidia Ravera e Giuseppe Bertolucci. Interpreti: Francesca Neri (Sofia), Rade Serbedzija (Bruno Maier), Claudio Biscione (Bruno a cinque anni), Nicolņ Senni (Bruno a quindici anni), Rosalinda Celentano (Lolita), Olimpia Carlisi (la prostituta), Alida Valli (la nonna). Origine: Italia. Anno: 1999. Durata: 92’
La giovane attrice Sofia scopre l’omosessualitą e il tradimento del regista-maestro di cui č innamorata. Abbandona perciņ compagnia e spettacolo e, sul treno dove essa č salita per la sua fuga notturna, trova un neonato lasciato sanguinolente nel lavandino della toilette. La madre? Sofia l'ha appena intravista, abbastanza perņ per notare la farfalla tatuata sulla sua mano. Sofia decide di tenere il bambino con sč. Nell’immediato ottiene l’aiuto di una prostituta buona; in seguito potrą contare sulla nonna. Il bambino si chiama Bruno, come l’uomo da cui Sofia č fuggita. Quando l’uomo si presenta, cinque anni dopo, la ragazza cerca di vendicarsi, attribuendogli la paternitą del piccolo. Il Bruno adulto morirą poi di AIDS. Il Bruno adolescente rimprovera alla madre di averlo allontanato...
Quantunque Bertolucci abbia affermato di aver voluto fare un film che ha come obiettivo finale un bersaglio di tipo estetico (l’emozione del teatro, l’emozione della maternitą, quella della menzogna e poi quella della veritą) contro la polverizzazione dei valori (tutti i valori, anche quelli etici, politici, ecc.) operata dai media, senza implicazioni di carattere psicologico nč sociologico, non sfugge allo spettatore comune che anche qui la storia porta a pensare al tema della maternitą e dell’abbandono dei bambini. La sorpresa per il taglio sghembo di certe inquadrature e per i colori forti di certi ambienti scompare di fronte al piacere di abbandonarsi alle sensazioni e alla condivisione delle emozioni dei personaggi che anche qui hanno una evoluzione positiva: Sofia diventa madre per caso, senza slanci nč enfasi, ma poi da attricetta alle prime armi, soggiogata da un regista dispotico e fascinoso, cresce come artista e nello stesso tempo come donna, mentre (o proprio perchč) accanto a lei cresce il "suo" bambino, con i suoi bisogni, le sue necessitą quotidiane e le richieste di affetto e di veritą.   

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