Freccia-sx4.jpg (2157 byte)     The dreamers – I sognatori

Note

Titolo originale:  The Dreamers - Nazione:  Italia/GB/Francia/ - Anno:  2003 - Genere:  Drammatico - Durata:  130' - Regia:  Bernardo Bertolucci - Cast:  Michael Pitt, Louis Garrel, Eva Green, Robin Renucci, Anna Chancellor, Florian Cadiou

Trama

Rimasti soli a Parigi mentre i genitori sono in vacanza, Isabelle e suo fratello Theo invitano nel loro appartamento Matthew, un giovane americano incontrato alla Cinémathéque. I tre ragazzi si chiudono in casa stabilendo delle regole di comportamento e arrivano a una conoscenza reciproca, dopo aver esplorato emozioni, erotismo, in un crescendo di giochi mentali sempre più estremi.

Matthew (Michael Pitt) è un ragazzo americano giunto a Parigi per motivi di studio. È la voce narrante del film. Da lui apprendiamo di come, frequentando la Cinematheque di Parigi, conosce Theo (Louis Garrel) e Isabell (Eva Green), fratello e sorella, studenti di cinema, parigini. I suoi monologhi descrivono l'appartamento dei due ragazzi francesi, i quali, invitano Matthew a trasferirsi da loro allorquando i genitori partono per un mese. Un grande appartamento parigino, antico, vetusto, malandato, con intricati corridoi nei quali si aprono stanze disordinate e sconclusionate. Così come sconclusionate e bizzarre devono sembrare le strane abitudini dei due fratelli come quella di dormire nudi abbracciati in una stretta sensuale. Mentre fuori si odono gli slogan delle manifestazioni, i tre ragazzi intraprenderanno un percorso di reciproca conoscenza, intellettuale, profonda, carnale, intima fino agli umori più riposti, che li condurrà ad un a presa di coscienza, interiore e politica, che, inevitabilmente, dividerà le loro strade che così profondamente, per quattro intense settimane, avevano camminato sovrapponendosi tra loro. Il loro è un gioco delle parti. Si scambiano i ruoli, ora punitori ora penitenti (atmosfera resa magistralmente nella scena in cui i tre ragazzi fanno il bagno assieme: in un complesso gioco di specchi le tre figure si trovano diametralmente opposti alle loro posizioni, mentre dietro di loro un altro specchio riflette il quadrettato pavimento del bagno). Il loro è un gioco, sistematicamente ribadito dai continui quiz sul cinema che i tre si pongono senza tregua.

Commento

Bernardo Bertolucci è un regista raffinato, ma a volte usa questa raffinatezza  su materiali un po’ evanescenti (Io ballo da sola);  altre volte  si muove su un ammasso tale di materiali da far perdere a questa sua raffinatezza il necessario rigore, la necessaria pulizia

Figlio di Attilio Bertolucci, uno dei grandissimi della poesia del 900, morto solo qualche anno fa,  che ha scritto un romanzo in versi che si intitola La camera da letto, la storia di un viaggio dalla Toscana alla Emilia Romagna dove i Bertolucci vanno a vivere.

Poi Bertlucci ha incontrato un maestro di vita,  un personaggio discusso, controverso, scandaloso,  come  Pier Paolo Pisolini, che frequenta la sua casa e ama la poesia di suo padre. Bertolucci  esordisce  al cinema facendo l’aiuto regista di Pisolini. I primi film di Bertolucci (Prima della rivoluzione, La comare secca) sono intrisi della poetica di Pisolini, dell’amore di Pisolini per gli umili, gli ultimi; si tratta di film affascinanti, anche se sono opera di un ragazzo molto vanitoso, un po’ pieno di sé, molto esuberante. Poi arrivano i film della maturità e il suo cinema diventa quasi un classico : Strategia del ragno e , specialmente, Il conformista che segna il vertice della sua poetica cinematografia.  A questo punto della  carriera  arriva Novecento, un’opera ambiziosa che vuole raccontare 50 anni di storia italiana (le origini del fascismo, la II guerra mondiale, la resistenza). Ma Novecento è più un film di Vittorio Scolaro, direttore della fotografia, che di Bertolucci. Si tratta di un’opera dal contenuto  molto farraginoso, ma dalla fotografia stupenda, dominata da una luce dolcissima e tenera. Poi Bertolucci si impegna in una serie di film esagerati, ipertrofici, molto sovraccarichi, pensati per il mercato americano (La luna, Il piccolo Buddha, L’ultimo imperatore). Segue una caduta artistica: il regista  comincia a raccontare l’isolamento (Io ballo da sola, ma soprattutto L’assedio);  come se si sentisse fuori tempo, fuori spazio, un po’ retro;  è il momento della depressione, della tristezza, della malinconia.

The Dreamers ci riporta a L’ultimo tango a Parigi, il film di maggiore successo,  il film che ha più scandalizzato, che si muove  nei dintorni del  68. Anche The Dreamers  riprende il tema del 68 parigino, del maggio francese, il tema di una stagione in cui sembrava non proibito sognare (“l’immaginazione al potere” era una slogan di allora). La critica ha detto che Bertolucci con questo film vuole rileggere il 68, quella stagione così importante per il suo cinema. Ma in realtà il tema chiave di questo film è l’adolescenza e, sovrapposto a questo tema, c’è quello della sessualità. Che rapporto c’è tra l’adolescenza e la sessualità? La sessualità aiuta l’adolescente a crescere o ne frena la maturazione?

In The Dreamers c’è la sessualità impedita dei due fratelli, potremmo dire “riflessa”, perché muore su di sé (La presenza di numerosi specchi nella casa è il simbolo di come vivono i due giovani la sessualità: cioè, per così dire, in modo riflesso). È una sessualità che rimane infantile e in un certo senso morbosa e perversa, che non sa uscire da se stessa, che non sa incontrare l’altro, non sa riconoscerlo, non sa abbandonarsi all’altro. Bertolucci ci dice: questa sessualità non aiuta a crescere, non porta  i giovani fuori dall’adolescenza, non fa entrare dentro la maturità.  Anche Matthew  inizialmente viene assorbito dalla sessualità dei due fratelli e sta per esserne annullato. Ma mentre Theo e Isabell  restano immobilizzati nella loro contemplazione,  Matthew cresce durante il film: la sua è una sessualità che fa crescere, che spinge verso la maturità. Matthew è il personaggio positivo del film. Il ragazzo sa riflettere anche sulla storia, è il primo ad avvertire il senso del cambiamento. Non a caso è il narratore del film. I due fratelli non possono narrare, perché per narrare occorre ammettere un interlocutore, mentre loro sono solo specchio di se stessi. Nel finale Bertolucci aggiunge che la sessualità matura porta alla non violenza. E qui il film mette sul tavolo anche la relazione tra sessualità e società, tra sessualità e politica. Quando dalla strada entra in casa quel sasso e Isabel dice “la strada è entrata in casa”, in realtà è la storia che irrompe nel chiuso del loro isolamento. I tre ragazzi escono. Ma i due fratelli escono per esercitare la loro sessualità non compiuta, la loro immaturità, che sfocia nella violenza; mentre Matthew,  che si separa da loro perché più maturo con una sensualità più attiva, più donativa, non può condividere la loro strategia della violenza. Qui quindi  nel film c’è un personaggio positivo. Ne L’ultimo tango a Parigi i due protagonisti si perdono entrambi: lei uccide lui e lei è diventata un’assassina in qualche modo cinica.

Certo c’è anche un secondo tema. The Dreamers  è un film di amore per il cinema: sequenze di film, manifesti di film, discorsi sul cinema. Il film inizia un po’ prima del maggio francese,  quando il direttore della cineteca francese viene sospeso dal suo incarico e tutti i grande registi francesi (Truffaut, Rohmer, Godard, Chabrol)  scendono in piazza a manifestare a favore del direttore. Bertolucci  colloca la sua storia a ridosso di questo avvenimento e ne approfitta per dirci il suo grande amore per il cinema e quali sono  i suoi miti cinematografici, le sue preferenze, i suoi gusti, quali i  registi che in qualche modo lo hanno formato, lo hanno innamorato del cinema. Come il film racconta due sessualità, racconta anche due concezioni del cinema: il cinema cattivo, visto come aggressivo (“il regista è un voyeurista”, cioè uno che guarda dal buco della serratura), è il cinema che serve ai due fratelli per rafforzare la loro immagine di sessualità chiusa; essi usano il cinema come sostituto della vita, il sostituto della vita che loro non hanno. Per loro il cinema è un aiuto a non crescere a  rimanere nel  bozzolo, Per Matthew il cinema invece è una specie di bilancio nei confronti della realtà, è uno mezzo per imparare ad amare, per imparare a capire la realtà. È  chiaro che Bertolucci accetta tutte e due le concezioni del cinema. Confessa  con sincerità  ed onestamente di essere stato  anche lui un regista voyeurista, con la tentazione di non guardare più la realtà,  con dei compiacimenti fini a se stessi. Si confessa doppio: il mio cinema può essere quello di Matthew che esplora una sessualità attiva che diviene dono all’altro, ma forse a volte è stato  anche il cinema di Theo e Isabell , il cinema della chiusura.

In questo film così serio  che ci invita a delle riflessioni,  affiora qua e là  anche una concezione del cinema come gioco. Bertolucci gioca spesso in questo film e c’è un maestro di gioco che è François Truffaut.  I tre ragazzi costituiscono un terzetto come in Jules e Jim La musica che si sente all’inizio è quella di Baci rubati di Truffaut, che è una storia di iniziazione alla vita, che racconta la storia di un ventenne che si appresta a scegliere se vivere o rinunciare a vivere  e lui, come la coppia dei fratelli, rinuncerà a vivere e  a non scegliere lo slancio del cuore, la tensione, la partecipazione magari sofferta alla realtà.

Bernando Bertolucci

 Figlio del celebre poeta e critico letterario Attilio Bertolucci, Bernardo nasce il 16 marzo 1941 nei dintorni di Parma, a pochi chilometri dalla tenuta dove abitò Giuseppe Verdi.

Filmografia

The Dreamers - I Sognatori  (regista) 2002  - La ragione di un sogno  (attore) 2001 - Il trionfo dell'amore  (sceneggiatore) 2000 - L'assedio (regista) 1999  - Io ballo da sola  (regista) 1996  - Piccolo Buddha  (regista) 1993 - Lo spirito dell'esilio  (attore) 1991  - Il tè nel deserto  (regista) 1990  - La tragedia di un uomo ridicolo  (regista) 1981 - La luna  (regista) 1979 -  - Novecento  (regista) 1976 - Ultimo tango a Parigi  (regista) 1972

Il conformista  (regista) 1970  - La strategia del ragno  (regista) 1970 - Amore e rabbia  (regista) 1969  -Partner  (regista) 1968  - Prima della rivoluzione  (regista) 1964 - La commare secca  (regista) 1962

Attilio Bertolucci

Attilio Bertolucci è nato a San Lazzaro (1911, Parma) da una famiglia della borghesia agraria. Dopo la laurea in Lettere ha insegnato per molti anni storia dell'arte a Parma; nel dopoguerra si è trasferito a Roma dove ha svolto una fitta opera di organizzatore culturale con collaborazioni a Rai Tre, consulenze editoriali e redazione di riviste letterarie come «Nuovi Argomenti», «Paragone», «L'Approdo letterario». Va anche segnalato il lavoro di traduttore, specie di narratori di lingua inglese, nonché l'antologia Poesia straniera del Novecento, da lui curata, che informa anche sulla sua poetica. Una delle sue grandi passioni, il cinema, ha trovato sbocco in una saltuaria attività di documentarista ed è stata trasmessa al figlio, il noto regista Bernardo.

L'attività di lirico di Attilio Bertolucci risale già agli anni prima della seconda guerra mondiale ed è raccolta nelle sillogi Sirio del 1929 e Fuochi di Novembre del 1934; l'opera che lo ha definitivamente introdotto nel panorama della grande poesia contemporanea, La capanna indiana, è del 1951. A questa è poi seguita, nel 1971, Viaggio d'inverno.

Titolo Film

Prima della rivoluzione

Anno: 1964 - Nazione: Italia - Durata: 112' - Regia: Bernardo Bertolucci

Trama

Storia di un amore impossibile: il ventenne Fabrizio, figlio di un'agiata famiglia di Parma, ama, riamato, Gina, giovane e nevrotica sorella di sua madre, ma non ha il coraggio (la maturità) di andare fino in fondo e si adatta a un matrimonio borghese di convenienza, rinunciando anche all'impegno politico di iscritto al PCI: "Per gente come me è sempre prima della rivoluzione". Esiste nel film la materia di un romanzo che coniuga passione con ideologia, materia che il 23enne Bertolucci, dopo l'esordio in La comare secca (1962), dispone in blocchi lirici puntando a esprimere la vibrazione poetica degli avvenimenti più che a rappresentare gli avvenimenti stessi. E un film profondamente musicale sia in senso figurato come musica interna alle immagini sia in senso concreto come uso della musica (Ennio Morricone), dalle canzoni di Gino Paoli al Macbeth di Verdi nel sottofinale. Si aggiunga la vibrante interpretazione di A. Asti. Uno dei due o tre migliori esempi del giovane cinema italiano negli anni '60.

La commare secca

Anno: 1962 - Nazione: Italia - Durata: 98' - Regia: Bernardo Bertolucci

Trama

Sul greto del Tevere si rinviene il cadavere di una mondana assassinata. Sono sospettati un ladruncolo, un pappa, un soldatino, due teneri adolescenti. Ciascuno ha un alibi e racconta la propria storia. L'assassino è altrove. Primo film di B. Bertolucci, il più giovane esordiente del cinema italiano (ventun anni). Il soggetto è di Pasolini, ma il film non è pasoliniano nello stile. Gusto, fantasia e due momenti di poesia.

La strategia del ragno

Anno: 1970 - Nazione: Italia - Durata: 100' Regia: Bernardo Bertolucci - Tra gli interpreti: Tino Scotti, Alida Valli

Trama

Athos Magnani, figlio e omonimo di un eroe antifascista, torna trent'anni dopo a Tara, il suo natio paese della Bassa, e, scoperta la verità sulla morte del padre, non può più uscirne. Ispirato a Tema del traditore e dell'eroe, è una favola problematica, leggibile a due livelli, politico e psicanalitico, è un'altra interrogazione di B. Bertolucci su sé stesso, sulla sua condizione di intellettuale borghese e marxista.

Il conformista

Anno: 1970 - Nazione: Italia/Francia/RFT - Durata: 110' - Regia: Bernardo Bertolucci - Cast: Pierre Clementi, Dominique Sanda, Enzo Tarascio, Stefania Sandrelli, Yvonne Sanson, Gastone Moschin, Milly, Fosco Giochetti, Jean-Louis Trintignant

Trama

Il desiderio di normalità trasforma Marcello Clerici in sicario del regime fascista. Va a Parigi a uccidere un suo ex professore fuoriuscito. Il 25 luglio 1943 fa una tremenda scoperta. E il più inventato e liberamente critico dei film tratti da Moravia, di raffinata eleganza figurativa e di trascinante invenzione stilistica, pur con qualche compiacimento. Il sesso e il fascismo sono i suoi due poli. Restaurato nel 1993 con l'aggiunta di un episodio scartato al montaggio.

Io ballo da sola

Anno: 1996 - Nazione: Italia/Francia/Stati Uniti d'America/Gran Bretagna - Durata: 118' - Regia: Bernardo Bertolucci

Trama

Orfana di madre, la diciottenne Lucy è mandata dal padre in Italia per una vacanza estiva, ospite di una coppia di inglesi, vecchi amici di famiglia che abitano in una villa in Toscana.  Alla fine del soggiorno Lucy avrà avuto felicemente la sua prima esperienza sessuale e scoperto senza traumi l'identità del proprio padre biologico. I temi, i problemi individuali e collettivi sono numerosi e sono congeniali a un cineasta che non ha mai nascosto l'inclinazione al melodramma e ai conflitti tra passione e ideologia, ma qui sono espressi o suggeriti nei modi della leggerezza, della malinconia, della serenità.

L'assedio

Anno: 1999 - Nazione: Gran Bretagna/Italia - Durata: 93' - Regia: Bernardo Bertolucci

Trama

A Roma l'africana Shandurai si mantiene agli studi di medicina, facendo la cameriera in casa di Mr. Kinski, pianista e compositore inglese. Per comprare la liberazione del marito di Shandurai, in carcere per ragioni politiche, Kinski vende i preziosi oggetti antichi che possiede, pianoforte compreso. Conquistato dalla sua generosa dedizione, la giovane contraccambia il suo amore. Storia d'amore, impregnata e trainata dalla musica, è un film - inizialmente girato per la TV - che procede per opposizioni: Africa/Europa, povertà/agiatezza, vitalità/nevrosi, cantilena africana/pianismo europeo, cinema classico/cinema moderno, leggerezza/intensità.

Novecento

Anno: 1976 - Nazione: Italia/Francia/RFT - Durata: 310' - Regia: Bernardo Bertolucci - Cast: Dominique Sanda, Burt Lancaster, Laura Betti, Robert De Niro, Stefania Sandrelli, Alida Valli, Gérard Depardieu, Romolo Valli, Francesca Bertini

Trama

Atto I: in una fattoria dell'Emilia crescono insieme Olmo, figlio di contadini, e Alfredo, erede del padrone, nati nello stesso giorno del 1900. Dopo i primi scioperi nei campi e la guerra 1915-18, il fascismo agrario dà una mano ai padroni. I due giovani si sposano. Atto II: negli anni '30 le strade di Olmo e Alfredo si separano. Il primo, vedovo, fa il norcino e continua la lotta; il secondo si rinchiude nel privato. Il 25 aprile 1945 si processano i padroni, e i due si ricongiungono. Fondato sulla dialettica dei contrari: è un film sulla lotta di classe in chiave antipadronale. È un melodramma politico in bilico tra Marx e Freud che attinge a Verdi, al romanzo dell'Ottocento, al mélo hollywoodiano degli anni '50.

La luna

Anno: 1979 - Nazione: Italia - Durata: 140' - Regia: Bernardo Bertolucci - Tra gli interpreti: Laura Betti, Roberto Benigni, Alida Valli, Carlo Verdone

Trama

Dopo la morte del secondo marito, cantante italo-americana parte da New York per l'Italia col figlio adolescente Joe, quasi alla ricerca delle proprie radici, cercando vanamente di proporle a Joe perché ci si aggrappi. A Roma scopre che il ragazzo si droga e, nel disperato tentativo di recuperarlo, ha con lui un rapporto incestuoso. Incontro finale col padre del ragazzo. Film sul rapporto madre-figlio e sulla pulsione incestuosa che ne è il sottofondo fantastico, è fondato sul tema della mancanza (della figura paterna, ma anche materna, dunque dell'amore. La sua tessitura melodrammatica ha il suo contrappunto in una corposa dimensione umoristica e ironica.

Piccolo Buddha

Anno: 1993 - Nazione: Francia/Gran Bretagna - Durata: 135' - Regia: Bernardo Bertolucci

Trama

Film a 2 versanti: la favola moderna di Jesse, bambino nordamericano di Seattle che, scortato dal padre, è portato dal Lama Norbu nel Bhutan (versante sud dell'Himalaya) perché potrebbe essere il tulku, la reincarnazione del Lama Dorje, morto otto anni prima; e la favola antica del principe Siddharta Gautama (ca. 565-486 a.C.) detto il Buddha, il Risvegliato, che s'avvicenda con la 1^, letta su un libro illustrato ora da questo, ora da quel personaggio. Primo film di Bertolucci senza conflitti drammatici, tormenti, trasgressioni.

L'ultimo imperatore

Anno  1987 - Titolo originale  The last emperor - Durata  160 - Origine  Francia/Gran Bretagna/Italia - Genere:  drammatico - Regia:  Bernardo  Bertolucci –

Trama

Nel 1908 a Pechino nella città proibita, l'anziana Imperatrice vedova, prossima a morire, si fa portare Pu-Yi, un fanciullo di tre anni, strappandolo alla madre e lo designa suo successore. Ultimo della dinastia Ching passerà la sua infanzia nella mitica Città, signore e padrone assoluto di uno sterminato Impero. Nel 1912, Sun-Yat-Sen proclama la Repubblica, ma il fanciullo resta là come un simbolo, prigioniero ma onorato (e inoffensivo). Successivamente, divenuto adulto va a vivere in un'altra città del Paese con le due mogli, l'istitutore scozzese Sir Reginald Johnston e alcuni fedeli, in un esilio dorato, che lo vede anche in Occidente. Poi la volontà di governare prende il sopravvento e lo spinge a compromessi: avendo nel frattempo il Giappone, spinto da mire espansionistiche, invaso e occupato la Manciuria, terra natia di Pu-Yi, questi sale sul trono di tale regione, ribattezzata Manciukuo, destinato al ruolo di re fantoccio, collaborando con Tokio, che ne condiziona a fini bellici l'effettivo potere. Finita la guerra e caduto in mano sovietica Pu-Yi trascorre, dopo la seconda guerra mondiale, cinque anni in Siberia; poi nel 1949 la Cina di Mao ne chiede il rimpatrio come criminale di guerra. Dopo un decennio di rieducazione politica, l'ex Imperatore viene rilasciato dal campo in cui, con molti altri, è stato confinato: ora è un uomo comune, ha riconosciuto le sue colpe (reali o presunte) e lavora da umile giardiniere nell'orto botanico di Pechino. E nel 1967, nel momento in cui coloro che lo hanno rieducato proveranno gli insulti e le vessazioni della rivoluzione culturale Pu-Yi muore.

Ultimo tango a Parigi

Anno: 1972 - Nazione: Francia/Italia -Durata: 131' - Regia: Bernardo Bertolucci -Cast: Massimo Girotti, Marlon Brando, Maria Schneider

Trama

Un americano di mezza età, vedovo da poche ore, e una giovane parigina si rinchiudono per fare l'amore in un appartamento vuoto di Passy che è caverna primitiva, cella d'isolamento, zattera per naufraghi. Epilogo sanguinoso. Osannato o disprezzato (sequestrato, condannato "al rogo", liberato negli anni '80), questo film "scandaloso" suggerisce con violenza di prendere sul serio (sul tragico) la verità dell'erotismo.

Baci rubati

Anno: 1968 - Nazione: Francia - Durata: 90' - Regia: Francois Truffaut

Trama

Finito il servizio militare, Antoine Doinel, assunto in un'agenzia investigativa, s'innamora di una signora che dovrebbe sorvegliare. Lei gli si concede, facendogli promettere che non cercherà più di vederla. Diventato riparatore di televisori, incontra il suo primo amore. E il 3° dei 5 film della saga Doinel, forse il più divertente e gaio, soltanto sfiorato dalla malinconia. Tenero, semplice, commovente come la canzone di Trenet "Que reste-t'il de nos amours?".

Jules e Jim

Anno: 1962 - Nazione: Francia - Durata: 110' - Genere: drammatico - Regia: Francois Truffaut

Trama

Nella Parigi del 1907 Catherine (Jeanne Moreau) s'innamora di due studenti, un francese e un austriaco, molto amici. Sposa il secondo da cui ha una bimba, diventa l'amante del primo e tenta un'impossibile vita a tre che ha un finale tragico. Dal romanzo di Henri-Pierre Roché. E, forse, il film più felice di Truffaut, certamente uno dei più rappresentativi con Jeanne Moreau nel suo personaggio più mitico. L'originalità e la stessa crudeltà della storia vi sono raccontate col massimo di pudore e di misura in dialettica contrapposizione fra trasgressione e norma. Dolce, nitido, di aerea leggerezza e armoniosa costruzione. La canzone "Le tourbillon", che ebbe un certo successo, è cantata da Jeanne Moreau.