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Note

Regia: Anthony Minghella - USA, 2003  - Durata: 155' - Personaggi e interpreti:  Inman: Jude Law; Ada Monroe: Nicole Kidman; Ruby Thewes: Renée Zellweger; Rev. Monroe: Donald Sutherland; Veasey: Philip Seymour Hoffman
La trama
Nel 1860, la Guerra Civile americana scrive una delle pagine più truculente della sua lunga parabola: nella Battaglia di Petersburg, in Virginia, cadono impietosamente seimilatrecento uomini, tra soldati confederati ed unionisti. Questa spettacolare scena, che apre “Ritorno a Cold Mountain”, è l’unica testimonianza di una guerra che avvolge storia e personaggi senza avere rilevanza alcuna oltre a quella di mero contesto, di casualità. Separati dal conflitto, i due protagonisti, il cui amore è suggellato da dialoghi affastellati e sguardi fuggevoli, insufficienti ad alimentare l’aspettativa di uno spettatore pur distratto, intraprendono entrambi un lungo viaggio (corporeo o spirituale) per ricongiungersi. L’uno, Inman, ferito in battaglia e stremato dal combattere “dietro ad una bandiera e ad una menzogna” che non gli appartengono, percorre da disertore un tragitto di quattrocento chilometri, inciampando nella disperazione, nella tentazione della lussuria come in numerosi ed improbabili coprotagonisti; mentre l’altra, Ada, abbandonata a se stessa dalla morte del padre, si vede costretta a riporre gli abiti signorili per imbracciare il badile, istruita all’arte della sopravvivenza da una disillusa bracciante, Ruby.
Commento
Poiché il cinema è movimento, il tema del viaggio diviene il tema tipico di molti film (hanno calcolato che oltre la metà ha come tema il viaggio).
Questo è anche il tema di Ritorno a Cold Mountain.
Ci sono due tipi di viaggio:

  1. il viaggio verso l’ignoto (2001: odissea nello spazio)

  2. il ritorno verso casa (che è il tema dell’Odissea di Omero)

Nel viaggio/odissea il protagonista perde la sua identità (qui la diserzione durante una guerra a cui non crede) e poi la ritrova, la recupera col ritorno a casa.
Nel viaggio verso l’ignoto il protagonista deve cambiare identità, assumere un’identità nuova, che cambierà il destino dell’individuo e spesso anche quello della storia (Il viaggio di Colombo verso le Indie)
Il tema del film di Anthony Minghella (Il paziente inglese) è quello dell’Odissea. Come Ulisse che disperde la sua identità (l’incantamento, la maga Circe), ma poi ritorna a casa sia pure mascherato, anche il protagonista Inman percorre da disertore un tragitto di quattrocento chilometri, inciampando nella disperazione, nella tentazione della lussuria per poi tornare alla sua Penelope/Ada. Ci sono perfino i “Proci” che angariano le povera donna di Inman/Ulisse.
Il film ha dei pregi da un punto di vista spettacolare, ma dei limiti sotto l’aspetto narrativo.
Prima di tutto il ritmo del racconto è fiacco e lento e non aiuta il coinvolgimento  emotivo dello spettatore.
La sceneggiatura del film poi si presenta convenzionale e statica. Il tema ci fa venire in mente Fratello dove sei dei Fratelli Coen: anche lì c’è il tema del ritorno trattato però con spirito ed ironia e certamente con una maggiore intelligenza narrativa.  Quella di Ritorno a Cold Mountain è un’occasione mancata: il tema affascinante del viaggio avrebbe potuto essere calato in un racconto molto più coinvolgente,  in cui l’avventura e l’epica fossero l’occasione per disegnare i personaggi e la loro trasformazioni, per calare la psicologia dentro la storia.  A parte il fatto che in questo film l’epica  poco per volta si sfarina in un western (ma lo stereotipo maschilista del western è qui rovesciato: alla fine  viene prefigurata una società al femminili) , resta comunque la presentazione rigida dei due personaggi protagonisti, che pure sono interpretati da due bravi attori: Ada è colei che, imbalsamata nell’attesa, aspetta; Inman è colui che ritorna. Nessuna evoluzione psicologica. Figure statiche entrambe, per quanto in lui la rigidità schematica sia meno accentuata e attenuata dagli orrori della guerra. Non per nulla il personaggio di Ruby, l’amica di Ada (l’attrice ha vinto l’Oscar  per la migliore interpretazione come attrice non protagonista), finisce col diventare la figura centrale del film:  un personaggio vivace, quello che si evolve maggiormente nel corpo del racconto: all’inizio arriva come  una specie di  maschio  autartico e alla fine  la ritroviamo fiorita nella sua femminilità. Ed è per questo che la sceneggiatura appare  anche sbilanciata: la co-protagonista finisce per essere il personaggio più interessante..
Restano comunque alcuni aspetti  parzialmente positivi.La bellezza della natura, con una fotografia autunnale, invernale, sepolcrale, è il vero commento alla vicenda, alla  crudeltà della storia. Ma anche qui il rapporto tra uomo e natura ( che è il vero incantamento del western) è zoppo, perché i personaggi  di Ritorno a Cold Mountain, che dovrebbero rappresentare il contro canto del quadro, sono un po’ scialbati.
Anche la presenza insistente e non marginale degli animali ha una sua funzione. Tutti gli animali del film hanno uno spessore simbolico: animali che profetizzano, animali che anticipano le fecondità, animali che muoiono e muoiono compiangendo dentro di sé la condizione umana. Ma anche qui un regista più attento avrebbe lavorato di più sulla congiunzione , sul legame tra il mondo animale e il mondo umano

 

2001: Odissea nello spazio
Anno: 1968 - Nazione: Gran Bretagna / USA - Durata: 141'- Genere: fantascientifico - Regia: Stanley Kubrick
Un gruppo di scimmie antropoidi, che segnano il principio della civiltà umana, trova un monolite. Vi si accostano diffidenti, poi lo toccano con singolare rispetto e qualcosa accade in loro: si accorgono per la prima volta che un osso abbandonato può diventare una clava, uno strumento utile. Si è accesa la scintilla dell'intelligenza. Nell'anno 2001, sulla Luna, un gruppo di esploratori trova un identico monolite, che denuncia un'anzianità di quattro milioni di anni e che genera attorno a sé un forte campo magnetico.
Anthony Minghella  - Filmografia
 - Ritorno a Cold Mountain  (regista,sceneggiatore)  - 2004
- Il talento di Mr Ripley  (regista,sceneggiatore)  - 1999
- Il paziente inglese  (regista) - 1996
Mister Wonderful  (regista) 1992
- Il fantasma innamorato  (regista) 1990
Il paziente inglese
Anno: 1996 - Durate 162’- Nazione: Stati Uniti d'America – Regia Anthony Minghella
Cast: Naveen Andrews, Juliette Binoche, Jurgen Prochnow
Toscana, verso la fine della guerra 1939-45: Hana (J. Binoche), infermiera canadese innamorata di un artificiere indiano (N. Andrews), accudisce un misterioso paziente inglese (R. Fiennes) dal viso sfigurato di cui si rievoca in flashback l'illegittima e tragica passione per Katharine (K. Scott-Thomas), incontrata in Egitto, prima della guerra, durante una missione geografico-militare per il governo britannico. Da un romanzo (1992) di Michael Ondaatje, un filmone a grande spettacolo dal passo lungo, ma non hollywoodiano: europeo come gusto, timbro e persino a livello tecnico. Ci si può trovare un po' di tutto: Lean, Bertolucci, l'Indiana Jones di Spielberg, il bellico hollywoodiano, i melodrammi del corpo e del cuore di Sirk, spionaggio, amore interrazziale, nazisti cattivi, inglesi con self-control (ma ribollenti dentro), erotismo, esotismo, suspense, emozioni d'arte figurativa (graffiti preistorici nel Sahara, affreschi di Piero della Francesca), il Sahara, i colli toscani e il Cairo. 9 premi Oscar: film, regia, attrice non protagonista (J. Binoche), fotografia (John Seale), scenografia, costumi, montaggio, colonna sonora drammatica, sonoro.
Fratello dove sei?
Durante la grande depressione tre prigionieri fuggono in catene da una prigione lungo il Mississippi: Everett Ulysses McGill, Delmar e Pete. Senza aver nulla da perdere, i tre si lanciano in un'avventura alla ricerca della libertà (e di casa), braccati da Cooley, misterioso e astuto poliziotto che cerca di riportarli in prigione. Tutti insieme danno vita a una sorta di moderna "Odissea".
Anno: 2000 - Nazione: Stati Uniti d'America - Durata: 106' Regia: Joel Coen - Sceneggiatura: Joel Coen Ethan Coen
Cast: Pete Hogwallop John Turturro - Penny Holly Hunter - Governor Pappy O'Daniel Charles Durning -
Everett Ulysses McGill George Clooney - Delmar O'Donnell Tim Blake Nelson - Big Dan Teague John Goodman