Freccia-sx4.jpg (2157 byte) Ovosodo      
Regia di Paolo Virzì Interpreti: Eduardo Gabbriellini (Piero), Marco Cocci (Tommaso), Regina Orioli (Lisa), Nicoletta Braschi (la professoressa), Claudia Pandolfi (Susy) Genere: commedia Durata: 99’ Anno: 1997 Origine: Italia - Gran premio speciale della giuria alla mostra di Venezia
Il protagonista si chiana Piero, chiamato Ovosodo, perchè è nato nell’omonimo quartiere di Livorno.. La madre è morta durante la sua infanzia, il fratello è un ritardato mentale, il padre è uno sbandato che divide la sua esistenza tra galera e Mara, la sua nuova compagna. Lui è curioso, bonario, ma un po’ debole e sper questo si lascia trascinare nelle varie esperienza che gli propongono gli amici. Durante l’ultimo anno di liceo Piero conosce Tommaso, un ragazzo ricco e irrequieto che si diverte a fare il pezzente, e tra i due nasce un’amicizia. Comincia a legare con le donne (prende una sbandata per la cugina di Tommaso, Lisa, ed ha una cocente delusione),si fa una cultura (sostenuto in questo anche dalla sua vecchia professoressa delle medie) e comincia ad interessarsi di politica. Bocciato alla maturità, Piero parte per il militare, quindi va a lavorare nella fabbrica del padre di Tommaso. Ritrova casualmente Susy, una coetanea che abita nel suo palazzo. Tra i due nasce una storia. Poi il matrimonio. Ovosodo, ora marito, padre e operaio, si trova sistemato.
Rapido e svelto con un impianto narrativo solido, tenuto saldamente in mano dalla voce fuori campo del protagonista, il film alterna le gustose gag di un divertente ritratto d’ambiente operaio alla tenerezza del romanzo di formazione, alle pause poetiche, ai primi incanti amorosi. Il protagonista, nonostante i molti guai personali e familiari appare pieno di gioia di vivere, disponibile alla vita; la sua è una adolescenza lieve e gaia, anche se non priva di dispiaceri e di dolori. Forse per questo la lieve leggerezza della sua adolescenza spicca su uno sfondo psicologico velato di malinconia, una malinconia che non abbandona mai il protagonista ed è "come un uovo sodo, che non va nè su nè giù".     

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