Mission: impossibile 2
Scheda
Regia: John Woo - Interpreti: Tom Cruise (Ethan Hunt), Dougray Scott
(Sean Ambrose), Thandie Newton (Nyah Nordolf-Hall), Rade Serbedzija (dottor Nekhorvich),
Anthony Hopkins (Swanbeck) - Origine: USA - Anno: 2000 - Durata: 123
Trama
A Sydney, nei laboratori del colosso farmaceutico Biocyte, un
anziano scienziato russo, il dottor Nekhorvich, ha creato in provetta un potente
antivirus, Bellerofonte, e contestualmente un altrettanto letale virus, Chimera. Il suo
collega muore per effetto del virus. Il dottor Nekhorvich su un volo di linea per gli
Stati Uniti viene ucciso insieme a tutti i passeggeri da Sean Ambrose, un ex-agente
segreto che ha indossato una maschera di Ethan Hunt, ingannando lo scienziato.
Lobiettivo di Sean Ambrose è di impossessarsi del virus dellantivirus per
rivenderlo alla Biocyte, diventandone socio di maggioranza.....
Il regista
Il regista John Woo è cinese, ma un cinese cresciuto ad Hong Kong
(una città ponte tra oriente e occidente) quindi dentro a modelli culturali vicini
alloccidente. Fa il suo esordio nel cinema facendo sì filmacci, ma filmacci che
raccontano la lotta, una lotta che ha molta attenzione per il corpo, per i movimenti del
corpo, per la gestualità (anche se non cè molta attenzione alla mimica facciale).
Questi film hanno tutti un ritmo incalzante, ritmo che John Woo, che è uno straordinario
montatore, come in questo momento pochissimi registi sanno fare, ottiene con il montaggio.
È tale la maestria di questo regista che viene chiamato in America dove gira una serie di
film che sono legati ancora alla sua prima matrice cinese, ma che sono anche condizionati
dalla legge del botteghino. Anche questo film, dal titolo inconfondibile (Mission:
impossibile 2) è un sequel, come tanti altri film di questi ultimi ventanni. Che
cosè un sequel? Un film che ne riprende un altro di un grande successo di pubblico
per cui i produttori ritengono che possa essere lucroso riproporre quella storia o il
seguito di quella storia.
Filmografia
The killer (1989), Hard boiled (1992), Senza tregua (1993), Nome in
codice: Broken Arrow (1996), Face/Off due facce di un assassino (1997)
Alcune note di commento
Non si tratta certo di un capolavoro. Ma qualsiasi film, se visto in
modo non passivo, può dirci qualche cosa. Ci sono due atteggiamenti per vedere questo
film. Un primo atteggiamento è quello di una sana regressio in uterum, cioè un sano
ritorno allinfanzia, un atteggiamento in cui lo spettare si mette davanti allo
schermo come un bambino che va a vedere il grande circo del cinema, in modo spensierato,
per soddisfare il suo bisogno di evadere dalla realtà. Ecco lo spettatore può vedere
questo film stando seduto sulla poltrona (magari in posizione fetale), lasciandosi
trascinare dal ritmo dellazione, dal piacere del film e affidandosi al flusso delle
immagini.
Un altro atteggiamento è quello che cerca di porsi di fronte al film in modo, più
raffinato, più culturale.
Ecco assumendo questo atteggiamento si esce dalla passività per cogliere nel film, anche
in questo film che certamente ubbidisce alla legge del botteghino, unimmagine della
realtà, che non è quella dellevasione, ma è unimmagine più problematica,
che ci fa riflettere più profondamente sulla nostra natura e sul nostro rapporto col
mondo. Così scopriamo che questo film, come molti del cinema americano di questi ultimi
anni, è cinema "astratto", un cinema che non si interessa alla storia da
raccontare, ma fa un discorso sul linguaggio, un cinema che vuole raccontare il
"concetto" di cinema. Che cosè il cinema se non immagine in movimento,
realtà in movimento, divenire.? In questo film certamente cè una storia, una
storia inverosimile, raffazzonata, ma al regista di questo film importa poco o niente
della storia. Quel che interessa al regista è mostrare il movimento, cioè mostrare il
cinema e la sua magia nella sua essenza, che è descrizione della realtà in movimento,
che è rappresentazione del divenire..
Nel cinema classico il linguaggio, le inquadrature, i movimenti di macchina, la
scenografia, il montaggio sono la forma, il modo di raccontare una storia. La storia
invece è il contenuto. Questo film fa esattamente loperazione opposta. La storia
diventa il contenente e la forma diventa il contenuto. Nessuno può pensare che questo
film abbia una storia di un certa consistenza. La storia è tutta nelle prime battute del
film ("Se vuoi un eroe, deve trovare un cattivo"). Ma la storia qui è un
pretesto, fa da forma. Il vero contenuto del film è la forma. Questo film è definito
cinema astratto, perchè è svuotato di ogni contenuto, perchè la storia è ridotta a
forma e invece la forma diviene il vero contenuto del film.
In questa ottica scopriamo che il vero tema di questo film è il movimento. Questo film
dice che il cinema, come la vita, è movimento puro. Non importa quello che si muove. Il
regista ha una grande cura del movimento, soprattutto del movimento del corpo umano che
studia in tutti i suoi accadimenti, in tutta la sua gestualità, in tutta la sua gamma, in
tutte le concatenazioni. Ma qui il movimento non è acrobazia. Il regista crea una
equivalenza: cinema uguale immagine e scrittura del movimento; cinema immagine e scrittura
della vita. La logica conclusione della vita come movimento è la lotta, la violenza.
Cè un segno che attraversa tutto il film, come un ritornello, ed è quello del
fuoco. I primi filosofi cercano lorigine delle cose in vari elementi naturali. Una
dei più importanti filosofi presocratici è Eraclito che dice che tutto diviene, tutto è
in movimento, la vita è movimento e prende come immagine del divenire il fuoco. E il
fuoco è presente lungo tutto larco del film. Che ci sta a fare quel fuoco dentro il
film? Sta a dirci che tutto diviene che la vita è continuo movimento, che solo ciò che
si muove è vita e che il cinema, se vuole raccontare la vita, non deve preoccuparsi tanto
di raccontare storie (come fa il cinema narrativo), ma deve riprodurre questo movimento.
Nel finale i due protagonisti, quando escono dal film, quando escono dal movimento, escono
dalla vita (Lui dice alla fine in un clima tranquillo e idilliaco: "Scompariamo
..")