THE
MEXICAN
Regia: Gore Verbinski - Sceneggiatura: J.H. Wyman - Con: Brad Pitt, Julia
Roberts, James Gandolfini, Bob Balaban, J.K. Simmons, David Krumholtz Fotografia:
Dariusz Wolski - Montaggio: Craig Wood - Scenografia: Cecilia Montiel - Costumi: Colleen
Atwood - Musica: Alan Silvestri Durata: 125' - Origine: Usa, - Anno: 2000
Protagonista una pistola, denominata 'The Mexican'. L'antichissima e preziosa arma,
secondo la leggenda, è maledetta. E infatti non porta granché bene a Jerry Welbach (Brad
Pitt), apprendista criminale senza nessun futuro. Inviato dai suoi capi in Messico a
recuperare l'arma, in quattro e quattr'otto riesce a perdere tutto: arma, macchina a
noleggio, mulo e fidanzata Samantha (Julia Roberts). Quest'ultima, poco fiduciosa nelle
sue qualità criminali, si è rotta di aspettare. Ed ha deciso di mollarlo per andare a
Las Vegas a cercare lavoro in qualche Casino. Ma nel viaggio verso la città del gioco
l'aspetta un sicario Leroy (James Gandolfini) che la sequestra, tenendola in ostaggio a
mo' di 'assicurazione' perché la pistola giunga a destinazione. Leroy è un duro dal
cuore tenero, e ben presto tra vittima e rapitore nascerà una singolare quanto esilarante
amicizia. Samantha e Jerry si ritroveranno, infine, per consegnare la super pistola a chi
di dovere. E torneranno verso la strada di casa, perdutamente innamorati e inguaribilmente
litigiosi.
Si chiamano "quest", cioè "ricerca" tutte quelle storie -
ne conosciamo tante fin dalla letteratura più antica - che sono fondate sulle ricerca di
un oggetto. Spesso questo oggetto ha radice molto alte, molto nobili: dall'Arca
dell'Alleanza al "Gral", sulla ricerca del quale sono state costruite tante
storie e tanti film. Se l'oggetto da cercare è un oggetto alto, oltre tutto legato alla
sfera del religioso e del sacro, chi si metterà alla ricerca di questo oggetto dovrà
essere un eroe, un eroe alto. una
legge inevitabile: più è alto l'oggetto da cercare, più nobile deve essere l'eroe.
Anche The Mexican è basato su una ricerca, ma l'oggetto che bisogna ricerca non è
nè il Gral , nè l'arca dellalleanza: è una pistola (The mexican, appunto), una
pistola famosa, una pistola preziosa, una pistola fata e fatale, ma soltanto una pistola.
E l'eroe che va alla ricerca di questa pistola è un eroe scalcagnato (anche se ha la
faccia nobile o famosa di Brad Pitt), cioè è un perdente, un "loser",
un truffatore da quattro soldi. Basso loggetto da cercare, basso l'eroe che si mette
alla sua ricerca. Tutto il film è costruito su questo tema: la ricerca è un momento
nobile, fa parte della mitologia eroica, ma al centro della storia non c'è un eroe, ma un
personaggio che di fatto è un fallito, in fuga da se stesso e in fuga dagli altri. Ma
questo, ovviamente, non sarebbe bastato a costruire una storia. Bisognava mettere dentro a
questa storia un altro tema. Allora quest'eroe ha una ragazza. Anche questa ragazza pone
all'eroe dei limiti che nascono da una storia d'amore contrastata o discussa.
Il regista non è famoso. Questo è il suo secondo film (Il primo ha per titolo - pensate
un po! - : Un topolino sotto sfratto, 97). Perchè è stato scelto
questo regista? Per un fatto molto semplice: lui è un mago della pubblicità, vincitore
di una serie di festival del cinema pubblicitario. Nel film si vede quanto sia presente
l'influenza del mondo della pubblicità e dei linguaggi degli spot. Il cinema di questi
anni sta andando a legarsi sempre di più alla pubblicità e al linguaggio della
pubblicità, che è un linguaggio di grande velocità, di grande ritmo. Si pensi che in un
film di lunghezza media ci sono 600 - 700 inquadrature; uno spot pubblicitario di 40
secondi riesce ad avere fino a 65 inquadrature. Il film non è un capolavoro, ma è
sicuramente un test esemplare per capire dove va il cinema.
Il film ad un certo punto si divide in due storie, che non hanno molta armonia tra loro.
La storia che vede protagonista Jerry Welbach è un succedersi di gag comiche: ogni
volta che è vicino al ritrovamento Jerry viene beffato. L'altra storia ha un certo
tessuto sentimentale: la fuga di Samantha comincia con uno dei due che cerca di fare da
maestro all'altro e poi c'è linversione: alla fine lallievo diventa il
maestro.
Linquadratura iniziale e finale ci mostrano un semaforo. Nella prima inquadratura il
semaforo non funziona; nellultima arrivano gli operai ad aggiustare il semaforo.
Questo oggetto è il segno chiave di tutto il film. Il semaforo gioca coi proprio colori,
passa da un colore all'altro, rispettando dei tempi e delle regole prefissate. Anche il
film è come un gioco. Ci sono due storie separate. Quando si ricongiungono? Quando
arrivano gli operai ad aggiustare il semaforo. Prima il semaforo guasto ha divise le due
storie, adesso il semaforo riparato le riunisce.
come dire che il semaforo coi suoi giochi regolari è come la legge del racconto. Nel
racconto ci sono i movimenti, le entrate, le uscite, gli allontanamenti, gli incontri dei
personaggi. Alla fine però i personaggi vanno verso linevitabile conclusione.
Soltanto nel momento in cui viene aggiustato il semaforo quando cioè il semaforo comincia
a funzionare secondo le regole prestabilite, la coppia si forma o si riforma: tutti i
meccanismi hanno ripreso a funzionare a dovere, secondo le regole del cinema. Sarebbe
sciocco andare a cercare in questo film altri messaggi. Lunico messaggio é questo:
il cinema è un gioco, un gioco sofisticato, funziona se rispetti le regole, se non
rispetti le regole non funziona, se non rimetto a posto le regole, se non rimetto a posto
il semaforo, le due storie, che si sono disgiunte, e che sono - come già detto -
sproporzionate (una storia comica con un personaggio che sembra Jerry Lewis e una commedia
sentimentale che è per di più sorprendente perchè il personaggio del killer si
rivelerà poi un personaggio ricco di sentimenti, ecc.) possono ricomporsi e andare verso
l'inevitabile conclusione di ogni racconto
Unultima curiosità. In America il film è stato vietato ai minori di 18 anni
(sic!). Nella traduzione in italiano i distributori hanno addolcito molto il linguaggio
originale del film, che era un linguaggio molto pensante, specialmente nei riferimenti
alla sessualità.