Freccia-sx4.jpg (2157 byte)La macchia umana

Note

Titolo originale:  The human stain - Nazione:  Usa - Anno:  2003 - Genere:  Drammatico - Durata:  106' - Regia:  Robert Benton - Cast:  Anthony Hopkins, Nicole Kidman, Ed Harris, Gary Sinise, Jacinda Barrett

Trama:

Coleman Silk (Anthony Hopkins),  un afroamericano ebreo, viene accusato di razzismo verso altre persone di colore per aver usato il termine "spook"  (Zulù) verso alcuni suoi allievi che brillavano per le loro costanti assenze. Al di la del fatto in se stesso, il motivo del tutto risiede nella vita che Coleman ha deciso di vivere. Una vita all'insegna del segreto e della vergogna poiché, nato con una malformazione genetica, è si figlio di afroamericani, ma anche incredibilmente bianco.

La decisione di dichiararsi bianco è la sua macchia che rimane segreta,  finché non deve presentare la sua fidanzata alla madre. La bella, e biondissima, Steena (Jacinda Barrett) non regge il colpo, così Coleman decide di tagliare i ponti con il passato e di "fare il bianco" per il resto della sua vita, il che non solo comporterà la scelta cosciente di non avere figli (come spiegare un nero in casa?), ma anche quella di non vedere più i fratelli e la madre.

Trenta anni dopo, accusato di razzismo appunto, non potrà difendersi con la verità distruggendo così il castello di bugie che è ormai la sua vita e si ritirerà sconfitto. Un'esistenza senza più stimoli che viene rischiarata da due soli bagliori, l'amicizia con lo scrittore Nathan Zuckerman (Gary Sinise) e l'amore di Faunia (Nicole Kidman), anche lei una sopravvissuta. L'incontro tra queste due anime tormentate porterà Coleman alla consapevolezza che solo la verità può rendere veramente liberi.

Commento

Il film è tratto da un libro di Philip Roth: La macchia umana  che è l’ultima parte di una trilogia (le altre  due parti sono intitolate: Pastorale americana, Ho sposato un comunista). Il romanzo è problematico e quindi non agevole da filmare, perché fa delle riflessioni sulla storia americana, sul difficile rapporto tra razze diverse. La macchia umana di Roth è una grande riflessione sull’America e sulla difficoltà in America di avere un’identità. Il personaggio di Coleman è una anomalia umana, ma è l’anomalia-America. Un paese in cui è difficile avere una identità, perché è un crogiolo di razze (nero-bianco-ebreo-ariano) dentro la quale è così difficile trovare un’identità. C’è anche una grande riflessione sulla difficoltà dell’intelligenza, perché Faunia, il personaggio femminile, è in qualche modo la natura, rappresenta l’America selvaggia (quella domata dalle tute blu, quella rappresentata dagli indiani), quell’America che Coleman vuole in qualche modo educare, domare, istruire, ma trova l’ostacolo della classe dirigente (gli ex-colleghi docenti, l’avvocato, ecc.). Questo è il significato del libro che riesce a legare la vicenda personale del professore con quella dell’America.

Il film tradisce questi temi o meglio lascia solo  intravedere la ricchezza della storia di Roth. Già il voler trarre un film dall’ultima parte di una trilogia è di per sé riduttivo. Ci sono due o tre battute su Clinton nel tentativo di legare la storia personale di Coleman con la storia dell’America.Un tentativo patetico. Qua e là affiorano spunti che ci fanno vedere di sfuggita che sotto la vicenda narrata c’è uno spessore, che dentro ci sono degli interrogativi e quanto questi interrogativi siano profondi e appassionanti, ma questi interrogativi nel film si sgretolano (non bastano i flashback per introdurci nelle tematiche profonde del libro, efficaci sono per spiegarci il mistero del nero/bianco, ma per il resto ininfluenti). Il narratore (lo scrittore Nathan Zuckerman) è il personaggio più debole del film, evanescente. Nei film il narratore deve essere invece un personaggio forte, risolutivo per spiegarci il mistero della vicenda. Ne La macchia umana  il narratore invece entra nel racconto quasi casualmente, entra e poi esce; solo nel finale diventa un narratore persuasivo.

Il film non è dunque un quadro della storia americana. Il regista ha preso in mano una storia più grande di lui, piena di interrogativi, di grandi problemi, attraversata dal  tema affannoso, tragico della identità e non è riuscito a portarlo fino in fondo. Dei grandi temi del libro di Roth il film conserva solo la storia d’amore: l’invagamento di un vecchio professore per una ragazza vissuta, così diversa, così lontana da lui culturalmente, la storia di una passione amorosa, che  avrebbe dovuto avvicinare i protagonisti alla pienezza della vita, li porta invece alla morte (amore e morte, sesso e morte). Il film ci regala un po’ di psicologia, ma manca il passaggio dalla psicologia alla storia, la riflessione sull’essere e sulla condizione umana.

Un film mancato, che promette molto, ma non riesce a realizzarsi. Ottimi attori, bravo regista, buona la fotografia, ma pessima sceneggiatura. Resta un ritratto felice di un amore senile e un personaggio femminile che ha dentro di sé  tutta l’irregolarità e il carattere selvaggio della natura. Ecco  alla fine il film è l’incontro tra l’intelligenza e la natura; tra una intelligenza che non sa definirsi (Sono ebreo? Sono bianco? Sono nero?) e che quindi è impotente, incapace di addomesticare la natura, ad addolcirne il carattere selvaggio. Il film finisce là dove incomincia (l’incidente) ed è propria questa circolarità che dice dell’impossibilità di questa educazione

Una curiosità. Il primo film sonoro (Il cantante di jazz) ha come protagonista un ebreo che si finge nero; è simbolo di tutta la storia americana: un crogiolo di razze dentro la quale è così difficile trovare la propria identità, dentro la quale è cos’ difficile essere positivi, essere salvifici

Robert Benton

Filmografia

La macchia umana  (regista) 2003

La vita a modo mio  (regista) 1994

Billy Bathgate - A scuola di gangster  (regista) 1991

Nadine - Un amore a prova di proiettile  (regista) 1987

Le stagioni del cuore  (regista) 1984

Una lama nel buio  (regista) 1982

Kramer contro Kramer  (regista) 1979

L'occhio privato  (regista) 1977

Cattive compagnie  (regista) 1972

Philip Roth

Philip Roth è nato nel 1933 a Newark, nel New Jersey. Ha studiato alla Bucknell University, prima di trasferirsi alla Chicago University per completare il corso di laurea in letteratura anglosassone. Si è quindi dedicato all'insegnamento, arrivando a insegnate scrittura creativa e storia della letteratura alla Iowa e a Princeton. L'esordio narrativo è avvenuto con Goodbye, Columbus, sei racconti in cui Roth ha sfoderato da subito uno stile ironico, coltissimo, imbevuto delle suggestioni culturali a cui è andato sempre soggetto: la psicanalisi, il laicismo di matrice ebraica, la satira del contemporaneo. Il capolavoro viene sfoderato da Roth al terzo titolo. Portnoy's Complaint (Il lamento di Portnoy) è al tempo stesso una tragedia e una commedia personale, recitata da Alexander Portnoy, un paziente ossessivamente monologante sul lettino, preda di una nevrosi inestricabile a sfondo maniacalmente sessuale. Dopo il Lamento, Roth è riuscito a emanciparsi dalla gabbia di genere in cui si era magistralmente cacciato col suo capolavoro, ed è riuscito a inanellare una serie di titoli che, indubitabilmente, costituiscono una delle punte di diamante della letteratura contemporanea americana. Particolarmente felice, la saga che al centro ha il personaggio di Nathan Zuckerman (My Life As a Man, The Ghost Writer, Zuckerman Unbound, The Anatomy Lesson e The Counterlife). Imprevisto e roboantemente epico, l'ultimo sviluppo della narrativa di Roth: con Pastorale americana, un romanzo dal New Yorker definito "epocale" e con Ho sposato un comunista, Roth passa dall'allegoria alla cronaca letteraria della storia dell'intera nazione americana. Roth si è aggiudicato una serie impressionante di National Book Award for Fiction, mentre nel '98 gli è stato assegnato il Pulitzer per Pastorale americana

Continua il viaggio di Philip Roth nell'America moralista e puritana degli anni Novanta, in bilico tra la political correctness e i dettagli piccanti dello scandalo Lewinsky. A concludere la trilogia aperta da Pastorale americana e Ho sposato un comunista è ora l'amara vicenda di Coleman Silk, stimato docente di lettere classiche in un'Università del New England, la cui vita viene sconvolta da un'imprudenza linguistica: l'aver definito spooks, terribile insulto riservato ai neri, due studenti assenteisti che la sorte rivela essere ragazzi di colore. Allontanato dalla cattedra, l'anziano professore aggiunge scandalo alla scandalo, intrecciando una relazione amorosa con la trentaquattrenne Faunia Farley, una bidella quasi analfabeta segnata da un doloroso passato. La loro storia suscita la condanna di tutti: del collerico ex-marito della donna, dei figli di Coleman, degli amici. Tra questi ultimi c'è anche Nathan Zuckerman, l'alter ego di Roth che, come nei precedenti romanzi, è la voce narrante dell'intera vicenda. È lui che raccoglie la testimonianza di Coleman e la narra con partecipazione e cruda ironia fino al drammatico epilogo, svelando il terribile segreto che l'uomo ha celato per oltre cinquant'anni.

Pastorale americana

Seymour Levov è alto, biondo e atletico. Malgrado sia di origine ebraica al liceo lo chiamano "lo Svedese". Negli anni '50 sposa miss New Jersey, avviandosi ad una vita di lavoro nella fabbrica del padre. Cittadino esemplare, rispettoso della legge e orgoglioso di essere americano, Seymour incarna un sogno di ordine, prosperità e pace. Ma un giorno le contraddizioni esplodono nel Paese e arrivano fino alla soglia del rifugio di Seymour, spazzando via sicurezza e tranquillità. Siamo alla fine degli anni sessanta, la guerra nel Vietnam è al suo culmine. In questo scenario la figlia Merry, che sta per terminare il liceo, inaspettatamente compie un drammatico gesto terroristico.

Ho sposato un comunista

Stati Uniti, anni Cinquanta. Iron Rinn (all'anagrafe Ira Ringold) è un attore radiofonico. Attivista sindacale e comunista, Iron sposa una celebre attrice, Eve Frame, ma il matrimonio scade in fretta dall'idillio romantico al fallimento. E quando, in pieno maccartismo, Eve rivela in un libro che suo marito fu una spia dell'Unione Sovietica, il dramma privato diventa scandalo nazionale. L'uomo deve lasciare la radio, rinunciare alla politica e concentrarsi sulla vendetta. Cinquant'anni dopo il fratello di Iron, Murray, racconta tutti i dettagli segreti della tragedia che ha cambiato il volto del paese e il destino della sua famiglia.

La macchia umana

Coleman Silk è un professore di lettere antiche stimato e rispettato. E' stato persino preside. La sua carriera di colpo s'interrompe il giorno in cui, per indicare due studenti che non si presentano mai a lezione, usa la parola "spooks" (spettri), desueto termine spregiativo riferito alle persone di colore. Quel che Coleman non sa è che i due studenti sono appunto dei neri. Costretto a dimettersi per evitare un "processo" pubblico, il professore vede la sua vita andare lentamente ma inesorabilmente a rotoli. Si lega a una giovane inserviente del college all'apparenza analfabeta, e per questo riceve lettere anonime che lo accusano di "abusare sessualmente" di una donna in difficoltà. Ma Coleman ha anche un terribile segreto: anche se l’aspetto non lo rivela è di razza nera.

Il Cantante Di Jazz

Anno: 1927 - Nazione: USA - Durata: 89' - Genere: musicale

Trama

Il primo film sonoro (più musica che parlato) della storia del cinema. Dall'omonima pièce teatrale (1925) di Samson Raphaelson. Il figlio di un cantore religioso ebreo ha la passione del jazz e lascia la famiglia per far carriera, truccato da nero, nel mondo dello spettacolo. È il primo film parlato (e cantato) della storia del cinema.