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Note

Titolo originale:  Far from Heaven - Nazione:  Usa/Francia - Anno:  2002 - Genere:  Drammatico/Romantico - Regia: Todd Haynes - Cast:  Julianne Moore, Dennis Quaid, Dennis Haysbert, Patricia Clarkso

Trama:

Cathy (Julianne Moore) è una perfetta moglie e casalinga degli anni '50. Ragazzi in salute, marito di successo e una rilevante posizione sociale. Una notte sorprende suo marito amoreggiare con un altro uomo, da quel momento tutte le certezze che aveva le crollano addosso. Frank (Dennis Quaid / The Rookie), dirigente delle vendite di un'importante industria di elettrodomestici, Cathy (Julianne Moore / Un Marito Ideale), sua moglie e due bei figlioli, un maschio ed una femmina ovviamente. Frank è un uomo molto impegnato, ma questo non è assolutamente un problema, perché Cathy non solo organizza la casa come un orologio, ma riesce a trovare il tempo per intrattenere tutte le relazioni sociali di buon vicinato necessarie ad avere una vita da vetrina nella bigotta provincia americana dell'epoca.

Sotto lo smalto della perfezione di una casa-bomboniera e di vestiti sempre coordinati, si cela un groviglio di emozioni represse. Il rapporto tra Cathy e Frank è in profonda crisi a causa dell'omosessualità di quest'ultimo. Cathy, tra l'altro non ha il coraggio di confidarsi con le sue amiche sapendo che diventerebbe il pettegolezzo preferito della città. Disperata trova inaspettatamente una spalla su cui piangere nel suo giardiniere, di colore, Raymond (Dennis Heysbert / Il Tredicesimo Piano), ovviamente questo non fa che peggiorare le cose, facendo gridare allo scandalo per una presunta relazione interrazziale tra i due.

Commento

Il film racconta una storia  ambientata nel 1957, ma è scorretto dire che il film racconta una storia del 1957; dovremmo dire,  con più rigore,  che sembra un film girato nel 1957. L’approccio del regista è quello di avvicinarsi ad un modello di cinema, che era il melodramma degli anni 50, un modello che  in America aveva raggiunto la perfezione, anche se non sempre fatto  da registi americani, ma da registi che erano arriva in America da fuori: Elia Kazan (La valle dell’eden), Douglas Sirk tedesco (Magnifica ossessione, Come le foglie al vento - molto richiamato in questo film – Lo specchio della vita). Che cos’era il melodramma: erano storie  molto forti di amori impossibili, grandi passioni che non possono compiersi, che sono in qualche modo impedite

Il film è leggibile a due livelli.

Lo possiamo leggere come opera filologica:  il regista ricostruisce in maniera maniacale lo stile, il linguaggio, le inquadrature, i personaggi  dei film degli anni 50, in modo così perfetto  da essere più vero dei veri film di allora.

Ma lo possiamo leggere  anche nella sua autonomia, con una sua morale che ci permette di fare anche alcuni appunti di tipo sociologico, legati al costume. Lontano dal paradiso ci fa capire non come è cambiato il cinema, ma quanto è cambiata la  mentalità,  la cultura, il costume. Quello che un tempo veniva nascosto, camuffato, alluso, oggi si può mostrare, anche se il regista lo fa con una certa  misura e garbo  e, soprattutto, con una grandissima pietà.

Le due chiavi di lettura finiscono per integrarsi  a vicenda. Perché Todd Haynes ha fatto  questa rilettura? Per una ragione puramente filologica o perché  vuole dirci qualcos’altro? Il cinema degli anni 50, che si presentava come una specie di summa, di riassunto della vita,  non poteva dirci tutto, c’erano dei tabù, si poteva  solo alludere a tematiche molto forti  (ne La valle dellEden, ad esempio,  era sfiorato il tema dell’incesto). Temi come  l’omosessualità, il razzismo negli anni 50 erano tenuti nascosti.

L’America è un paese costruito su due paure: le streghe(la trasgressività) e l’omosessualità sulla quale ha costruito molto della sua letteratura e del suo cinema. Non si dimentichi che l’America nasce dalle navi che trasportavano i puritani dall’Inghilterra, dove erano perseguitati. L’America non ha  mai ammesso questa paura, l’ha trasformato in un tema poetico: l’amicizia virile. Nel western si racconta spesso una amicizia tra uomini, pura, cristallina, s’intende. In un film  del 79di Robert Aldrich, dal titolo  originale The Frisco kid (il titolo italiano è  Scusi, dov’è il west?);cioè il  frescone, lo stupidotto questo,  si racconta la storia di un rabbino che lascia l’Europa e va nel west per aprire una comunità ebraica a San Francisco; ad un certo punto incontra un bandito che diventa il suo maestro e gli insegna l’alfabeto del West. In una sequenza, durante un viaggio, su una montagna c’è una tormenta e i due si abbracciano; il rabbino guarda perplesso il suo compagno di viaggio e gli dice:”Ma lo facciamo solo perché fa freddo, eh?” Siamo nel 79, ma non si può ancora parlare di certi temi; bisogna ancora nasconderli o, come qui, trasformarli in un chiave comica.

I film degli anni 50, se vogliamo fare un confronto con la letteratura,  erano come il romanzo dell’800 (Guerra e Pace, Anna Karenina, Davide Copperfield), dove c’è tutto:  l’universo dei sentimenti, dei valori, la storia, gli ideali, la politica, i sogni, i sogni che s’infrangono, l’ambiguità dell’animo umano. Ma non c’è la sessualità. Moravia diceva: “Dopo il romanzo dell’800 lo scrittore non ha più nulla da dire; il romanzo dell’800 ha già detto tutto. Di che cosa può parlare  uno scrittore se non della sessualità, che in quella letteratura era tenuta nascosta (Per questo Moravia ha scritto un libro che si intitola Io e lui e si può capire chi sia quel “lui”, visto che il romanzo è una storia di esplicita sessualità).

Todd Haynes  con Lontano dal paradiso  rifà il cinema degli anni 50; lo fa con quel fascino, con quel rigore  di allora, ma questa volta  mette in scena in modo esplicito quello che quel cinema nascondeva.

Il regista si rifà al melodramma, ma le cose nascoste  di allora qui vengono svelate. Per questo Lontano dal paradiso dà sì vita ad un film preziosissimo da un punto di vista della scrittura - ma meno emozionante dei film degli anni 50, perché  erano quelle cose che si nascondevano  creare  le emozioni, come avviene col sospetto sussurrato, il pettegolezzo bisbigliato – ma propone anche una riflessione sul costume e sui mutamenti della società.

La regia di Todd Haynes è perfetta nel riprodurre il cinema degli anni 50,  anzi più perfetta del modello a cui si ispira o che vuole imitare: la scenografia, il colore, l’alternarsi  ritmico del giorno e della notte tutto ci riportano a quel cinema: siamo di fronte ad una operazione di  filologia cinematografica pura, anzi si tratta di archeologia cinematografica, come se il registra avesse scoperto questo film in fondo un vecchio magazzino  degli anni 50 e ce lo ripresentasse . C’è solo una inquadratura che non sarebbe apparsa nel cinema degli anni 50: una  inquadratura obliqua (disinquadratura) che allora non era usata, perché la macchina da presa stava sempre di fronte ai personaggi. Non si tratta di un errore del regista, ma una  sua sottolineatura  per avvertirci che in quello momento stiamo vedendo ciò che negli anni 50 non si poteva vedere, ciò che in quel cinema era assolutamente impensabile: il marito che bacia un uomo.

Ma Todd Haynes  non fa solo un’operazione di carattere filologica,  finalizzata all’analisi del costume. Se noi guardiamo un film degli anni 50 in cui la drammaturgia era molto forte e dove si piangeva molto di più, ci accorgiamo che in quel cinema, i personaggi, dopo aver vissuto tragedie inenarrabili,  alla fine rimanevano come all’inizio, nessuno cambiava, tutti rimaneva se stessi, ognuno col suo ruolo (che erano ruolo canonici: la cameriera di colore, ad esempio, presente anche qui – per inciso: lo spettatore più attento si sarà accorto che sta leggendo un libro di Margaret Mitchell, l’autrice del best seller da cui è tratto il film Via col vento -. In questo film c’è invece una novità: mentre il regista mette in scena ciò che il cinema degli anni 50 alludeva soltanto,  i personaggi si mettono in movimento.

In particolare  qui è descritta  con grande acume psicologico, ma anche con rigore cinematografico, la trasformazione della protagonista femminile.

La descrizione del  cambiamento è disegnato sul ritmo delle tre stagioni:

-           l’autunno (il film , tra l’altro, inizia proprio con le foglie dell’autunno che il vento muove per 2/3 del racconto): in questa stagione  Cathy /Julianne Moore  è la tipica donna degli anni 50, madre della  cosiddetta famiglia/carosello, donna perfetta, inappuntabile dalla scelta dei vestiti ai fiori che mette nel vaso, all’immagine sociale, la donna che l’America sognava di essere:  perfetta all’apparenza, così irreprensibile  da essere scelta come donna americana dell’anno. Una apparenza felice, ma in realtà autunnale (come le foglie al vento…)

-           l’inverno:  questa stagione mette in scena il viaggio dentro il dolore in cui Cathy vive  la presa d’atto della fine del matrimonio. È la stagione dell’ amarezza, dell’infelicità.

-           la primavera (la protagonista sfoglia il calendario, come si faceva negli ani 50, fino al mese di marzo):  qui compare il maestro di vita, il giardiniere di colore che non è solo il personaggio del feuilleton che lei ama,  è  anche il motore del cambiamento È questa la stagione della rinascita (le foglie dell’autunno sono diventate gemme della nuova vita)

Julianne Moore, l’attrice protagonista, è eccezionale, da premio Oscar, assolutamente impeccabile,  non solo nel riproporci un personaggio così tipico, così caratteristico degli anni 50, ma è anche,  e soprattutto,  impareggiabile nel passare da un personaggio tutto apparenze e superficialità  ad un personaggio che fa un’esperienza diretta della dimensione del dolore e poi torna a rivivere in maniera autentica e più vera.

 

Todd Haynes - Filmografia

Lontano dal paradiso  (regista,sceneggiatore) 2002

Velvet Goldmine  (regista) 1998

 Safe  (regista) 1995

La valle dell’Eden

Anno: 1955 - Nazione: Stati Uniti d'America - Durata: 115' - Regia: Elia Kazan

Cast: Lois Smith, Albert Dekker, Jo Van Fleet, Richard Davalos, Burl Ives, Julie Harris, Raymond Massey, James Dean

Trama

California 1917: Cal, figlio disamato di Adam, si ribella al padre severo, rivaleggia col fratello Aron e scopre che la madre, creduta morta, dirige un bordello. Da una parte del romanzo East of Eden (1952) di John Steinbeck, adattato da Paul Osborne, è una parafrasi (o un'interpretazione?) in chiave psicanalitica della storia di Caino e Abele dove il primo non è malvagio, ma disperato e cerca di trovare nell'amore la salvezza. 1 film a colori di Kazan e il suo 1 in Cinemascope (genialmente usato) e da lui prodotto. E anche il 1 film di J. Dean protagonista e rimane tuttora soprattutto come il suo ritratto. Oscar a J. Van Fleet nella parte della madre.

Magnifica ossessione

Anno: 1954 - Nazione: Stati Uniti d'America - Durata: 108' - Regia: Douglas Sirk - Cast: Rock Hudson, Barbara Rush, Agnes Moorehead, Otto Kruger, Jane Wyman

Trama

Un playboy, indirettamente responsabile della morte di un medico e della cecità di sua moglie, diventa un chirurgo, la opera, le restituisce la vista e la sposa. Rifacimento di Al di là delle tenebre di J.M. Stahl (1935). D. Sirk è un maestro del melodramma stilizzato. Attori, messinscena, fotografia impeccabili. "Un misto di Kitsch, follia e letteratura dozzinale" (D. Sirk), riferendosi al romanzo di Lloyd C. Douglas. "E il primo mélo in cui prende corpo l'estetica sirkiana ... esemplare per la tensione intellettuale, che elude le trappole del fotoromanzo ... e la complessità linguistica che ne deriva" (A. Castellano).

Come le foglie al vento

Anno: 1956 - Nazione: Stati Uniti d'America - Durata: 99' - Regia: Douglas Sirk Cast: Lauren Bacall, Dorothy Malone, Rock Hudson, Robert Stack,

Trama

Corteggiata da figlio beone di un industriale e da onesto geologo, Lucy sposa il primo, ma la sua perversa cognata la calunnia presso il fratello. Quasi una tragedia. Melodramma con la M maiuscola ma, per chi ama il genere, bellissimo per il disegno dei personaggi, la scansione dei fatti, l'eleganza della scrittura. D. Malone vinse l'Oscar di attrice non protagonista. Tratto dal romanzo di Robert Wilder, è di un Kitsch così irresistibile, anche se riscattato dallo stile, che sicuramente ha ispirato gli ideatori di Dallas e Dynasty.

Lo specchio della vita

Anno: 1959 - Nazione: Stati Uniti d'America - Durata: 124' - Regia: Douglas Sirk - Cast: John Gavin, Susan Kohner, Dan O'Herlihy, Sandra Dee, Lana Turner, Troy Donahue, Juanita Moore, Robert Alda

Trama

In un'attrice vedova le ambizioni professionali hanno la meglio sulle ragioni del cuore. Rinuncia al matrimonio con un giovane fotografo e trascura la figlia, affidandola a una governante nera la cui figlia, anch'essa per far carriera, si spaccia per bianca e diventa spogliarellista. Ultimo film hollywoodiano di D. Sirk e il suo più grande successo commerciale. Rispetto al romanzo (e al film di Stahl), le modifiche sono radicali "nell'ottica del fallimento, dell'insuccesso, dell'ambiguità" (A. Castellano), trasformandolo decisamente in un melodramma declinato al femminile. J. Moore (la governante) e S. Kohner (sua figlia) ebbero una nomination all'Oscar. "Per la prima volta grazie a Sirk mi sono sentita attrice e non una donna utilizzata per la sua bellezza" (L. Turner).

Scusi, dov'è il West?

Regia: Robert Aldrich - Nazione: Stati Uniti d'America - Anno: 1979 - Durata: 122' - Cast: Ramon Bieri, , Gene Wilder, Harrison Ford, Val Bisoglio

Trama

Nel 1850 durante un movimentato viaggio verso San Francisco, terra di missione, un rabbino polacco fa amicizia con un incallito rapinatore, ma entra in crisi quando per salvarlo deve uccidere un uomo. La supererà. Definito il primo western ebraico, è il tentativo, soltanto in parte riuscito, di commedia da parte di un R. Aldrich che non prende più niente sul serio, nemmeno la violenza.

Moravia

Io e lui

Il protagonista è uno yuppie di New York che si sorprende a dialogare con il suo organo sessuale che gli propone una scalata al successo e alle donne, senza porsi più alcuna remora morale. Lo yuppie gli dà ascolto.

Via col vento

Anno: 1939 - Anno: 1939 - Nazione: Stati Uniti d'America - Durata: 222' - Regia: Victor Fleming

Cast: Leslie Howard, Hattie McDaniel, Thomas Mitchell, Victor Jory, Laura Hope Crews, Jane Darwell, George Reeves, Clark Gable,Ward Bond, Olivia de Havilland, Vivien Leigh, Barbara O'Neil

Trama

Un'egocentrica fanciulla del Sud sopravvive alla guerra di Secessione e a due mariti, ma perde il solo uomo di cui era innamorata. Deve rimandare al domani il proposito di riconquistarlo. Il film-fiume più famoso della storia del cinema, campione assoluto d'incassi in dollari fino agli anni '70 (ma rimesso poi al 1 posto della classifica per numero di spettatori paganti), girato in Technicolor, melodramma e affresco insieme, firmato da V. Fleming, ma diretto anche dallo scenografo Cameron Menzies con contributi di George Cukor e Sam Wood. Il suo vero autore è il produttore David O. Selznick. Tratto dal best seller (1936) di Margaret Mitchell, ebbe 8 Oscar (più 2 premi speciali) ma C. Gable non fu premiato. E probabilmente il film che ha dato origine al più alto numero di libri sulla sua lavorazione.