Si tratta di film di grande impegno spettacolare, costruito col fine di
avvincere il pubblico. Michael Mann vince una doppia scommessa. La prima è quella di
misurarsi con il cinema classico, quello dellimpalcatura classica del cinema
hollywoodiano degli anni 40 e 50: un cinema ben costruito, con una storia forte, che gioca
molto sulla qualità degli interpreti, sul rigore del racconto e sulla tensione che questo
va tessendo; un cinema che ha lamore per la descrizione (primi e primissimi piani
che accarezzano i personaggi) dei personaggi che hanno forti passioni, ostinazione e
tenacia nel perseguire i loro scopi. Questo film fa tutto questo senza tenere conto delle
grandi novità del cinema di oggi (effetti speciali, cinema digitale, ecc. che abbiamo
visto ne Il gladiatore, in Mission: impossibile due). La seconda scommessa è quella di
essere riuscito a fare un thriller senza il serial killer, senza il poliziotto, ma basato
su un fatto di cronaca, e di essere riuscito a essere nello stesso tempo fortemente
avvincente.
Il film ha due livelli di lettura:
1. da un lato appartiene al filone del
cinema civile (un genere che in Italia è del tutto scomparso: ora noi facciamo cinema
minimalista, basato su piccoli sentimenti, su piccoli conflitti), il cinema di denuncia,
(qui cè laccusa alle multinazionali del tabacco di avere addizionato al
tabacco sostanze che danno la dipendenza)
2. dallaltro lato prende di mira i mass media, la televisione in
particolare, il rapporto tra televisione e democrazia, tra televisione e verità,
offrendoci una radiografia estremamente rigorosa di un mondo a cui noi diamo molto
autorevolezza, ma che è ben lontano dallessere trasparente, obiettivo, privo di
contraddizioni e che invece troppo spesso si mostra pieno di confusioni e di ambiguità,
di condizionamenti e di asservimento ai poteri di varia natura e poco fedele alla verità.
Quando si fa cinema civile cè sempre il rischio di fare delle opere retoriche. Nel
cinema di questo genere cè spesso la contrapposizione tra due caratteri diversi e
lontani. Anche questo film ha un eroe, che è il giornalista, che corrisponde un po
alleroe tradizionale, al cavaliere impavido e senza paura. Non a caso il regista gli
riserva il prologo e il finale del film. Il giornalista (Lowell Bergman), interpretato da
Al Pacino, ci riproporre leroe americano che va alla ricerca della verità con
ostinazione Accanto alleroe, cè un altro personaggio, ben più ricco di
umanità, ma meno eroico o, se si vuole, un eroe del quotidiano (da ricordare la sequenza
in cui Wigan è nella camera dalbergo ed ha alle sue spalle un gigantografia che
rappresenta un cavaliere antico, un eroe tradizionale: poco dopo questa gigantografia si
scompone e lui vede, come in sogno, sullo sfondo le sue bambine), pieno di paure, per
nulla intrepido e avventuroso come il giornalista, più vicino a noi. Lo scienziato
Jeffery Wigan (interpretato da Russell Crowe, lo stesso protagonista de Il gladiatore, ma
qui attore molto ricco - non mummificato come là - che sa rendere con grande sensibilità
le ambiguità, le paure e lincertezza di questo personaggio) è un personaggio molto
più bello, molto più "lavorato". Tutta storia si impernia attorno alle figure
di questi due uomini, attorno alla loro difficile amicizia, due uomini che riescono a
trovare tra loro un legame che non sta solo nella ricerca della verità, ma anche nella
profondità delle loro emozioni e dei loro sentimenti. Al di là della denuncia e dentro
la tensione del thriller cè dunque anche una storia di rapporti umani. Anche la
recitazione è diversa: cè quella un po sopra le righe di Al Pacino e quella
ricca e intensa di Russell Crowe.
Il regista ha un grande amore per i personaggi; il suo è un cinema antropocentrico.
Mentre le sequenza diurne si stendono in grandi spazi, specialmente in riva al mare;
quelle notturne risentono del clima del poliziesco (la storia, infatti, come si è detto,
viene raccontato come un thriller) con le insegne, i dettagli. La macchina da presa prima
disegno lo spazio e poi dentro lo spazio si muove sempre per andare a raggiungere
luomo, i suoi sentimenti, il suo bisogno di verità e questo avviene non solo per i
protagonisti, ma anche per i personaggi secondari. Questa ricerca delluomo è
certamente laspetto più bello di questo film, certamente più interessante della
denuncia civile.