Freccia-sx4.jpg (2157 byte) La figlia del generale   
Titolo originale: The General's Daughter. Regia: Simon West. Soggetto: dal romanzo omonimo di Nelson DeMille.. Interpreti: John Travolta (Paul Brenner), Madeleine Stowe (Sarah Sunhill) James Cromwell (il generale Campbell), Timothy Hutton (il colonnello Kent), Leslie Stefanson (Elisabeth Campbell) Durata: 116'. Origine: Usa, 1999.
Il sergente Paul Brenner, detective militare, si trova alla base di Savannah per indagini sui traffici d'armi quando viene trovato ucciso il capitano Elisabeth Campbell, figlia del generale Campbell, comandante uscente della base. Il modo in cui viene trovato il corpo fa pensare a un rituale di stupro, ma le analisi dimostrano che non c'è stato nulla di tutto ciò. Si tratta solo d'omicidio. Brenner viene incaricato delle indagini e gli viene affiancata la psicologa Sarah Sunhill, sua vecchia fiamma con cui ha ancora conti sentimentali in sospeso.
Le indagini si rivelano subito intricate e delicate. Il generale fa capire a Brenner che i risultati non dovranno danneggiare gli interessi dell'esercito ...
È un film che piacerà a chi ama il cinema classico, con una storia ben costruita e ben narrata (i quattro momenti classici del giallo, i flashback, la lentezza quasi solenne del procedere, i colori che diventano forti solo nelle scene madri, ovviamente con il prevalere del rosso perchè si tratta di una storia di morte e in un certo senso di passione, il prevalere della sequenze notturne sulle sequenza diurne, ecc.), con un intrigo abbastanza coinvolgente e abbastanza fascinoso. Sarebbe tuttavia riduttivo pensare a questo film solo come un giallo. Questo film è importante perchè la vicenda poliziesca si svolge in un contesto preciso, che è il mondo militare e diventa per questo una riflessione sull’istituzione militare, sulla sua rigidità, sulla sua freddezza e sulla sua glacialità. Anche qui, come nel più famoso e bene più efficace film Orizzonti di gloria, di Kubrick , l’istituzione miliare ne esce polverizzata, ne viene fuori come una istituzione che ha come unica funzione: quella di generare e di rendere inevitabile la violenza. Al di là di questa riflessione, tutto sommato scontata, se ne deve fare un’altra, cioè che l’istituzione, qualsiasi istituzione, si mette quasi sempre prima e al di sopra dell’individuo. Paul, il poliziotto, è allo stesso tempo soldato e poliziotto e in lui si contrappone l’istituzione (il soldato) e l’individuo (il poliziotto). In questo momento storico particolare in cui il peso dell’individuo è sempre minore, vale la pena sottolineare che il valore dell’individuo, della vita umana è una valore che vale più di ogni altro, che non ha "alcun" prezzo. L’istituzione deve ritornare ad essere un servizio per l’individuo, per la persona.  

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