Freccia-sx4.jpg (2157 byte) Il dottor  T  e le donne    
Regia: Robert Altman. Interpreti: Richard Gere (il dottor Sullivan Travis), Helen Hunt (Bree), Farrah Fawcett (Kate), Laura Dern (Peggyi), Shelley Long (Carolyn), Tara Reid (Connie), Kate Hudson (Dee Dee). Durata: 121'. Origine: Usa. Anno: 2000.
Il dottor Sullivan Travis è il ginecologo preferito dalle signore dell'alta società di Dallas. Le sue qualità umane e professionali, la sua discrezione assieme ad una certa eleganza naturale fanno sì che il suo studio sia costantemente pieno. .....
Altman nei suoi film ha una predilezione per gli scenari meridionali e in particolare per la provincia meridionale. (dove vizi e difetti di quel paese emergono in modo puro) Raramente il regista ha scelto la grande metropoli americana a teatro dei suoi film: Qui siamo a Dallas.
Un altro aspetto del cinema di Altman è quello della coralità, della molteplicità dei personaggi, di voci, luoghi e vicende. Una coralità ed una molteplicità che anche in questo film appare subito chiara nel piano-sequenza di apertura quando la mdp nell’anticamera del dott. T passa in rassegna decine di donne che entrano, si muovono, incrociandosi, salutandosi, parlandosi mentre sono in attesa di essere ricevute e visitate dal ginecologo. Anche la colonna sonora ci fa sentire un crescendo di voci che si moltiplicano, che variano di volume e di ritmo. Quest’inizio ci dice subito che nel film hanno un ruolo schiacciante le donne e ci preannuncia il crescendo di eventi che vedremo presto abbattessi sul povero protagonista.
Il dottor T è una specie di Giobbe sul quale si rovescia una serie di sfortune. La moglie bella e adorata è ormai tra le braccia della follia e deve essere internata in una casa di cura: Una delle due figlie sta per sposarsi, ma il dottore viene a sapere che è lesbica. In questo quadro familiare preoccupante si inseriscono altri problemi secondari: la cognata alcolizzata e stupidella, le pazienti ipocondriache, la ragazza di cui si innamora che non ha alcuna intenzione di legarsi a lui e si dà anche ad altri. Il dottor T (è questa è una novità nel cinema di Altman) passa per tutte queste esperienze con umana pazienza, con umiltà, con dolore e pena, ma con umana dolcezza. Insomma un personaggio che fa di tutto per rendere la vita facile agli altri, ha una parola gentile per tutti. Quando si trova di fronte ad una signora piangente in preda alla menopausa sa trovare le parole giuste per confortarla ben al di là del suo dovere clinico e vi aggiunge un tocco di signorilità offrendo alla donna la visita gratuita. È la prima volta che Altman si avvicina tanto ad un personaggio e lo osserva in primo piano, lo tallona da vicino, analizzandone ogni minimo scarto e reazione in relazione agli avvenimenti che vive.
Nel quadro della filmografia di Altman ha una grande importanza la malattia mentale. Anche qui la si vede nella descrizione bellissima e tenerissima della figura della moglie; ma anche in quella della sorella di questa e nelle due figlie e naturalmente nell’ipocondria della caterva di signore che attendono nell’anticamera del ginecologo. Il dott. T è l’unica persona sana in un enorme manicomio, diverso da tutti gli altri, un po’ come il ricettacolo e la coscienza infelice del gruppo sociale a cui appartiene.
Alla fine dopo il matrimonio infausto, frustrato dalla pioggia e dal vento, della figlia (che anzichè unirsi al suo ragazzo, manifesta a tutti apertamente il suo amore per l’amica), il ginecologo emerge dall’uragano (culmine e immagine delle sventure che si abbattono sul povero dottore, ma anche simbolo di una terra piena di errori, di contraddizioni e profonde insoddisfazioni) approdando in una terra di fantasia, un luogo magico, diverso, che corrisponde alla sua segreta aspirazione ad una vita più vera, libera e serena, un paradiso senza dolori, senza difficoltà e nel quale, appena giuntovi, fa nascere l’ennesimo bambino della sua carriera professionale: un maschio!
Altman antifemminista? Nel racconto i pochi uomini che compaiono (tra l’altro conosciamo solo al momento del mancato matrimonio il ragazzo della figlia) non vi figurano affatto meglio della controparte femminile. E poi non è vero che le donne siano tutte delle caricature. La gonfista, ad esempio, è una donna libera che ha il coraggio, per poter seguire la sua strada, di rinunciare alla ricchezza che le offre il dottor T. Che cosa poi significa la follia della moglie, dovuta ad fantomatico complesso di Estìa, proprio perchè trattata con troppo cura e adorazione? Altman sembra volerci dire che il rispetto per le donne sta nel trattarle da persone e da pari. E questo non è antifemminismo
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