Freccia-sx4.jpg (2157 byte)    Commedia sentimentale
Quando ci si avventura a parlare dei generi è difficile fare un discorso esaustivo, perchè la creatività, ma più spesso la mancanza di genio che sconfina nella stravaganza, nella voglia di stupire ad ogni costo, il bisogno di ubbidire alle esigenze del mercato portano i registi a delle contaminazioni e a degli ibridi che escono dagli schemi classici.
Proviamo tuttavia a semplificare il discorso mettendo a fuoco un solo tipo di commedia: quella sentimentale, che è il genere più gettonato e più popolare.
Tre tipi di commedia
Grosso modo e con molta elasticità si possono distinguere tre tipi di commedia:

La commedia sentimentale che descrive come si forma la coppia. Un sottogenere di questa commedia è la commedia sofisticata in cui agisce un’umanità fatua, leggera, bella, aristocratica (si tratta della media borghesia in cui il "vuoto" è nascosto dalle manieri eleganti e dai dialoghi virtuosi).
La commedia sociale (come l’inglese Full Monty di Peter Cattaneo, come quelle del nostro Monicelli: Parenti serpenti, Speriamo sia femmina).
Commedia volgare (come le prime di Chaplin), una commedia cattiva aggressiva, dispettosa, in cui aleggia una comicità fondata sui bisogni primari, una comicità rozza, greve, surreale, sconcia.

Il primo tipo di commedia sfocia a volte nel melodramma, quando l’amore non riesce a risolversi in una felice conclusione. Gli ultimi due invece si contaminano a volte con la comicità o col grottesco, quando la conclusione o le vicende interne sovvertono le nostra aspettative e la realtà, creando un mondo "altro", diverso.
L’educazione dei sentimenti
Il fine della commedia sentimentale è quello di educare i sentimenti, i buoni sentimenti del popolo, quelli della saggezza e del senso comune. Per questo la commedia è conservatrice: fa vincere il buono e fa perdere il cattivo. Tutto va come deve andare, secondo le attese dello spettatore: il lieto fine. La commedia quindi è il genere dell’ottimismo. Non c’è ribellione ai luoghi comuni, ai sentimenti diffusi. La commedia non esprime mai idee rivoluzionarie, come in genere avviene per il genere drammatico e per la tragedia.
Nella tragedia in particolare c’è lo scontro tra la libertà dell’uomo e il destino imposto dagli dei o dalla vita con temi desunti dalla mitologia o dalla filosofia; mentre nella commedia ci sono piccole storie di uomini, storie comuni e di tutti i giorni.
La formazione della coppia
Se all’inizio la condizione umana dei protagonisti appare divaricata, sofferente, dolorosa per la separazione, la lontananza, i contrasti, le incomprensioni, alla fine tutto torna alla normalità e spesso la commedia si conclude con il matrimonio o con la formazione di una nuova coppia: una soluzione che porta nella normalità due personaggi che prima, per una ragione o per l’altra, erano ai "margini", erano separati, erano lontani.
Nella commedia americana c’è di solito il triangolo: lui – lei – l’altro/a. In quella degli "anni trenta" di Hollywood questo era prevalentemente basato su un gioco sentimentale a tre: l’ereditiera-cattiva, la cenerentola-buona e lui. Naturalmente a vincere era sempre la cenerentola buona e la sconfitta era l’ereditiera cattiva.
Al centro della vicenda c’è sempre "lei"
In ogni caso però al centro della vicenda c’è il personaggio femminile, che in altri generi è spesso emarginato e trascurato. È la sua rivincita. Si pensi al ruolo secondario, marginale, complementare della donna nel film western dove campeggia la figura sceriffo o del cow-boy e dove la donna conta quanto un cavallo e forse anche meno. Qui invece è lei che governa la situazione e l’uomo ha spesso un rilevo secondario, scialbo, sfocato; a volte addirittura è messo in ridicolo. Anzi se c’è una lotta nella vicenda, tra i sessi vince sempre la donna.
Nelle commedie in fine occorre fare molta attenzione ai personaggi secondari, che spesso "dicono" (cioè simboleggiano) valori ed esprimono le idee del regista, più di quanto dicano i protagonisti.
Ci si potrebbe chiedere perchè questo genere ha avuto ed ha ancora tanto successo. La spiegazione potrebbe essere questa: il sentimento ci aiuta a vincere la solitudine, a vincere il pessimismo, a dimenticare i dolori e le tristezze. Si tratta di una forma di evasione che ci consola del duro vivere quotidiano.

Freccia-su.jpg (2534 byte)