Freccia-sx4.jpg (2157 byte)      ACCORDI E DISACCORDI   
Regia:
Woody Allen – Interpreti: Seam Penn (Emmett Ray, il chitarrista), Samantha Morton (Hattie, la piccola muta), Uma Thurman (Blanche, la moglie di Emmett), – Durata 92 – Origine: USA – Anno 1999
Un critico di jazz, uno storico di questa musica, un autore di un trattato sulla chitarra, il filmaker e l’autrice di un libro sui "re della chitarra", raccontano ciò che sanno di Emmett Ray, un bravo chitarrista jazz degli anni 30 dalla vita disordinata. Molto di tale esistenza è avvolto nel mistero, alcuni fatti sono controversi. Dalle testimonianze rese veniamo a sapere che arrotondava i guadagni di musicista facendo il "protettore" di alcune prostitute e che quando si presentava l’occasione rubacchiava. Le sue esecuzioni erano eccellenti, talvolta così originali da sconcertare il pubblico e da scontentare i proprietari dei locali dove si esibiva......
In Accordi e disaccordi inventa Woody Allen inventa un musicista jazz degli anni 30 e lo inventa inserendolo in una struttura quasi da documentario tale che uno spettatore distratto potrebbe anche pensare che questo musicista sia esistito realmente, che abbia composto realmente delle canzoni. In realtà non è così. Ma, come accade sempre, dietro l’invenzione c’è una verità profonda, quasi autobiografica: che rapporto c’è tra l’opera e l’autore? È possibile che l‘opera sia raffinata, sensibile, che ci tocchi e ci commuova e che l’autore sia un personaggio ignobile? Woody Allen sconfessa la mitologia romantica dell’artista, secondo la quale, per il fatto che l’artista produce un’opera eccezionale, è anche uomo eccezionale e straordinario. Woody Allen ci dice che un conto è la creazione artistica, che ha una sua autonomia, una sua bellezza, una sua qualità, un conto è la condizione umana, la miseria che ogni uomo si porta dietro. E afferma ciò forse pensando a se stesso. Nascondendosi dietro la costruzione di una maschera, di un alter ego, di un personaggio immaginario, con un certo candore, quasi con timidezza, sembra dirci: "Guardate i miei film, ma scusatemi per quel che sono".    

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