La Corona Boreale è costituita da un archetto di sette stelle a cui in precedenza fu assegnata una varietà di nomi: Corona di Arianna, Corona di Vulcano, Corona Cretica, la Ghirlanda di Fiori, la Figliuola di Minoi, come Dante la descrive nel Paradiso, mentre Virgilio la chiamava "la cnosia stella della fulgida Corona", dove "cnosia" significa "del signore di Cnosso", ovvero di Minosse.
Secondo il mito, la corona che brilla in cielo sarebbe stata quella indossata da Arianna, colei che s'innamorò di Teseo e che l'aiutò a compiere la sua straordinaria impresa.
Come ci racconta il mitografo Arato, Teseo uccise il Minotauro, creatura metà uomo e metà toro, frutto dell'unione clandestina tra Pasifae, moglie di Minosse (il Re di Creta), e un toro delle stalle regali. Per nascondere la nefandezza il Re Minosse imprigionò il mostro in un labirinto che venne costruito dal geniale Dedalo: una prigione intricata da cui nessuno, Minotauro compreso, era mai stato in grado di uscire.
Un giorno il forte ed impavido Teseo si presentò alla corte di Minosse per sfidare il Minotauro e conquistò il cuore di Arianna, figlia legittima del sovrano nonché quindi sorellastra dello stesso Minotauro. Questa, consultatasi con Dedalo, aiutò il suo amato fornendogli una matassa di spago che, srotolata lungo il percorso del labirinto, fu essenziale a Teseo per raggiungere la terribile creatura, uccisa da lui a mani nude, e a ritrovare la strada del ritorno.
Compiuta l'impresa, l'eroe abbandonò Creta con la principessa cretese che aveva voluto seguirlo. Giunti durante il viaggio nell'isola di Nasso, Teseo l'abbandonò crudelmente. La profonda disperazione della donna perdurò sino a quando ella non conobbe Dioniso, che divenne suo sposo poco più tardi: Afrodite diede ad Arianna come dono nuziale una corona di gioielli, che Dioniso per l'entusiasmo dopo la cerimonia lanciò al cielo, dove rimase per l'eternità.
La stella più luminosa è Gemma ("gioiello" in latino) o Alphecca: quest'ultimo nome deriva dalla parola araba che significa "la brillante della ciotola", dal momento che gli arabi vedevano l'intera costellazione come una ciotola