Certo, lo so, esisterà da qualche parte
la tua porta, e se busso tu mi aprirai -
ma pian piano, cauto - è già quasi trascorsa
quest'altra mia più morta vita, dai secoli
in buio d'astri - ed io non ho più
i lineamenti allora amati, non ho più
nè voce nè canto - ma di certo tu ricorderai
la pioggia, i riflessi dei lampioni
ed il gran freddo che faceva quell'inverno -
avevi allora un soprabito di lana, grigio
e ruvido come allora si usava, così caldo
che mi ci scaldavo anch'io – tu di certo
come me, dall'oblìo, ricordi ancora tutto questo -
e la nostra stanza, l'ultima, la più sicura,
dove di notte, inermi, noi due ci stringevamo
perdutamente come naufraghi su un'isola
in mezzo alla bufera, credendoci al riparo -
fino all'ineluttabile, ai passi per le scale:
fu lì, all'alba, che la tenebra ci colse.
|