Che cerchi?
Che vai frugando
in me?
Mi credi
forse un veggente,
ch'io sia
depositario
d'insoluti misteri,
che sappia
della pietra filosofale
o dove
si trova la fonte
dell'eterna giovinezza?
O maliarda,
non ti basta
inocularmi,
con perentori strali,
la soave ambrosia,
e il lezioso,
tenero
stupōre
delle tue
orientali,
albeggianti notti?
Ah quante volte,
su sfarzōsi
divāni
mollemente
adagiāto,
ho ambėto
riposarmi in te!
Placide brame
all'indifferente
monotonėa,
alla turbolenta
irriverenza
che ci
travolge.
Da moreschi
abbandoni
intorpidėto,
mille scintėlle
in me ristagnano,
ingiusto spreco,
neutralizzāti acciarėni,
resi innōcui
e dimčssi
dalla tua
incommensurabile
anima.
Ormonali disarmonėe,
quale migliore
antėdoto
al mio diabetico
spirito,
se non
fumigānti tisane
di cruenti amarezze?
Sgridami dunque,
schiaffeggiami,
trafiggimi
sėno
a farmi
sanguinare,
non dev'essere
solo un raggėro,
sarō stōico
alla tua efferatezza,
ma non
guardarmi cosė,
coi tuoi punti
di domanda,
non rifondere
un cuore
appena rodāto,
non ferirlo
impunemente
con le tue lusėnghe.
Ammčtto d'amarti
ma non so quanto,
ti amo alla follėa
ma poco alla volta,
Amore,
amore a prima
vėsta,
amore che conquėsta,
amore contro tutti,
incompreso,
fatto di rimbrōtti
perchč
mi sono arreso,
amore indifeso,
stizzėto,
insultato,
amore frastornato,
concupėto,
romantico,
amore senza amplčsso,
fatto di solo sčsso,
amore gāmico,
platonico,
amore ipocondrėaco,
amore viscerāle,
chiaro come
il giorno,
buio come
un temporāle,
nei pensieri
oscčno,
lisergico arcobalčno,
virgėnale
d'un amico fratčrno,
amore ch'č insieme
paradėso
e infčrno,
amore senza speme,
amore indecėso,
incomparabile,
indissolųbile,
d'uno spasimānte
amore straripānte,
incoerente,
amore che vivrā,
miraggio della mente,
nell'irėdea
fissitā
dell'eternitā.
Perduto amore,
alla derėva,
quella volta
che
per non arrossėre
alla pacāta
insolenza del
mio prėmo
sguārdo,
irreprensėbile vestāle
sei
scappata via,
lasciandomi
a macerāre
come uno sbrindellāto
naufrago,
in balėa
d'un bulėmico
mare,
che annaspa
a due passi
dai solāri apprōdi
di un' "Isola che non c'č";
a beccheggiāre,
festōso
e un po' incuriosėto,
come un delfėno
ammaestrāto
che invāno
la chėglia
ha inseguėto
d'una chimerica nāve.
Ed ogni sguārdo
d'una storia č prōdromo,
e sempre ci sarā
un fremito,
un sussulto,
una nave, un'isola
che sfųgge,
e da ogni bocca
una parola sola
vorrā uscėre,
e sarā Amore;
un naufrago, un delfėno,
una mčta in fondo al cuore
che col tempo si raggiųnge,
sempre ci sarā
colči a cui tōcca
esaudėre
il sogno di un uomo,
o il desiderio d'un bambėno.
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