Giuseppe


Ode allo sguardo

Che cerchi? Che vai frugando in me? Mi credi forse un veggente, ch'io sia depositario d'insoluti misteri, che sappia della pietra filosofale o dove si trova la fonte dell'eterna giovinezza? O maliarda, non ti basta inocularmi, con perentori strali, la soave ambrosia, e il lezioso, tenero stupōre delle tue orientali, albeggianti notti? Ah quante volte, su sfarzōsi divāni mollemente adagiāto, ho ambėto riposarmi in te! Placide brame all'indifferente monotonėa, alla turbolenta irriverenza che ci travolge. Da moreschi abbandoni intorpidėto, mille scintėlle in me ristagnano, ingiusto spreco, neutralizzāti acciarėni, resi innōcui e dimčssi dalla tua incommensurabile anima. Ormonali disarmonėe, quale migliore antėdoto al mio diabetico spirito, se non fumigānti tisane di cruenti amarezze? Sgridami dunque, schiaffeggiami, trafiggimi sėno a farmi sanguinare, non dev'essere solo un raggėro, sarō stōico alla tua efferatezza, ma non guardarmi cosė, coi tuoi punti di domanda, non rifondere un cuore appena rodāto, non ferirlo impunemente con le tue lusėnghe. Ammčtto d'amarti ma non so quanto, ti amo alla follėa ma poco alla volta, Amore, amore a prima vėsta, amore che conquėsta, amore contro tutti, incompreso, fatto di rimbrōtti perchč mi sono arreso, amore indifeso, stizzėto, insultato, amore frastornato, concupėto, romantico, amore senza amplčsso, fatto di solo sčsso, amore gāmico, platonico, amore ipocondrėaco, amore viscerāle, chiaro come il giorno, buio come un temporāle, nei pensieri oscčno, lisergico arcobalčno, virgėnale d'un amico fratčrno, amore ch'č insieme paradėso e infčrno, amore senza speme, amore indecėso, incomparabile, indissolųbile, d'uno spasimānte amore straripānte, incoerente, amore che vivrā, miraggio della mente, nell'irėdea fissitā dell'eternitā. Perduto amore, alla derėva, quella volta che per non arrossėre alla pacāta insolenza del mio prėmo sguārdo, irreprensėbile vestāle sei scappata via, lasciandomi a macerāre come uno sbrindellāto naufrago, in balėa d'un bulėmico mare, che annaspa a due passi dai solāri apprōdi di un' "Isola che non c'č"; a beccheggiāre, festōso e un po' incuriosėto, come un delfėno ammaestrāto che invāno la chėglia ha inseguėto d'una chimerica nāve. Ed ogni sguārdo d'una storia č prōdromo, e sempre ci sarā un fremito, un sussulto, una nave, un'isola che sfųgge, e da ogni bocca una parola sola vorrā uscėre, e sarā Amore; un naufrago, un delfėno, una mčta in fondo al cuore che col tempo si raggiųnge, sempre ci sarā colči a cui tōcca esaudėre il sogno di un uomo, o il desiderio d'un bambėno.


 
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