Abbacināto,
un'āpe sfrigolāta
dai bagliori
del tuo ineffābile
sguardo,
in una pollėnea
polvere
io cāsco,
tramortėto.
Profumāto fiore,
tu allora
un po' contrėta,
mi sollevi,
le ali fra le dita,
e dolcemente
mi pōsi,
rivestėto
di feconditā,
sulla tua filigranāta
pčlle.
Voluttuoso,
impalpabile delėquio!
Agonizzānte,
il mio spėrito
lentamente
si ridčsta;
rōnza
il dilčtto,
s'imbarda
la gioconditā,
insaziāto
pųngolo
di mielāti
panorāmi,
di volitėve
pallādie nuditā.
O da crepitānti meteore
strināta nōtte!
...E quando
giungerā il momento,
quando capirō
che scocciāta
sarāi
del mio librārmi
in volo,
imbronciāto Icaro,
nelle tue
limpide brāci,
mari incandescčnti,
mi tufferō,
e sepolcrāli
onde di lųna,
e alghe
di lacrimāle
stėlla,
rinfrescherānno
l'ustionāto
mio sudārio.
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