Ti concepì
la notte dei desideri?
Dentro la vita
cadesti,
ma la caduta
non smorzò
il tuo astrale fulgore.
Scanzonata silfide,
sirena incantatrice,
chi fra la marina gente,
che di donne se ne intende,
non vorrebbe tesserti
le lodi?
Ed io seguàce
d'ibride beltà?
Vivida stella
che splende,
tu che normanni lidi
evochi alla mente,
illumina
il mio cuore;
fuga le tenebre,
dove derelitto
e appassionato
palpita invano,
nel tuo alòne di luce
guidalo,
rischiaragli la rotta,
fino alle schiuse
tue labbra,
sospiroso porto
d'amore.
Solo allora,
a seducenti coràlli
attraccàto,
l'àncora
potrà gettare,
finalmente,
nei tuoi lacùstri specchi,
fìnniche gèmme trasparenti,
e sostarvi,
nel magico ricordo,
per sempre.
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