Giuseppe


Viaggio

(ad Anna Falchi)

Ti concepì la notte dei desideri? Dentro la vita cadesti, ma la caduta non smorzò il tuo astrale fulgore. Scanzonata silfide, sirena incantatrice, chi fra la marina gente, che di donne se ne intende, non vorrebbe tesserti le lodi? Ed io seguàce d'ibride beltà? Vivida stella che splende, tu che normanni lidi evochi alla mente, illumina il mio cuore; fuga le tenebre, dove derelitto e appassionato palpita invano, nel tuo alòne di luce guidalo, rischiaragli la rotta, fino alle schiuse tue labbra, sospiroso porto d'amore. Solo allora, a seducenti coràlli attraccàto, l'àncora potrà gettare, finalmente, nei tuoi lacùstri specchi, fìnniche gèmme trasparenti, e sostarvi, nel magico ricordo, per sempre.


 
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