Elio


Neve

Sei apparsa come la neve di primavera e quel bacio ti consegna all'eterno desiderio di averti tra lo specchio e il letto di una stanza , nell' ingannevole dolcezza di un calice, troppo amaro per le cantilene di un bambino alla ricerca, ancora, del suo aquilone. E tu ridi, benedetta ed immortale illusione dell'uomo, tu ridi, pietoso ed effimero inganno di te stessa, e mi chiedi, proprio tu, la speranza e la scintilla, la notte e il gioco della luna. Taci, anima mia razionale, taci pianissimo. Non c'è rimpianto nella mia bocca per la fuggevole giovinezza o per l'accorata solitudine di un amore virtuale che vola nel cielo rosso della sera attraverso l'estasi di un senso. Sei apparsa come la neve di primavera ed ora il tuo corpo palpita sospeso sul filo d'oro di un fiato ansimante, mentre io e te corriamo, si noi corriamo veramente come sonnambuli che odorano di ragia in un mondo deserto e d'acqua... Sei apparsa come la neve di primavera e la pelle riporta l'odore del muschio dopo la pioggia d'estate, l'amore o la sofferenza, lo spasimo o l'incanto nelle occasioni di un tempo immutevole ove fiorisce persino quel sentimento che non piace al cielo. Mi stringi forte la mano, strana infermiera del piacere, e le nostre dita coprono i nostri anni, il nostro coraggio di vivere, la nostra attesa di una reale e dipinta solitudine. Sei apparsa come la neve di primavera e le tue movenze leggere riannunciano l'altro mistero buffo della fantasia, quando il mio strano ed antico amore si scioglie sul tuo seno nudo che danza, danza e di nuovo scompare dietro la porta del sogno e del vuoto... Ritorniamo indietro nel tempo! La mia finzione è la tua ed ammanta l'argento dei capelli, il pallore dei volti, gli spasimi degli amanti infedeli, le carezze svogliate di un bacio, purtroppo, svenduto. Sogna, anima mia incantata! Sogna! Anche noi sogniamo, nell'ovattata ed incolore parete d'albergo, nel mondo che ruota piangendo, nella pietosa promessa di una luce di sera, nell'ottusa ricerca di quello che non siamo mai stati.


 
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