Mi chiedesti cosa fosse amore.
Io tacqui.
Ma il silenzio mio era il silenzio di chi ha troppe cose da dire per poter parlare.
E rovistai tra i miei pensieri e le mie emozioni.
Lo incontrai in un'infinitą di gesti, parole, sensazioni. E lo riconobbi.
Ma come potevo spiegare a te quello che ogni uomo porta dentro se?
Forse l'amore ha bisogno di essere spiegato per essere amore?
Allora mi chiedesti se ti amavo.
E io di nuovo tacqui.
Seppi di averti amato mille volte e pił,
senza che mai la parola "amore" fosse uscita dalle mie labbra.
Non potevo averti amato pił di qualunque uomo al mondo abbia mai amato,
senza averti mai detto "t'amo"?
Forse l'amore non sarebbe amore se avesse il nome
di un fiore, di un bambino, di una stagione?
Infine mi chiedesti come potevi amarmi.
E io ancora tacqui.
Vidi le tue paure, i tuoi dubbi, le tue incertezze. Vidi dentro te e dentro me stesso.
Ti sentii vicina come non eri stata mai, e l'animo mio sorrise.
Credevi che io non avessi gioito di ogni singolo istante passato insieme a te,
che non avessi goduto di ogni tuo gesto, di ogni tuo pensiero, di ogni tua parola?
Forse l'amore ha bisogno di urlare per essere udito?
E tu, in silenzio, interpretasti i miei silenzi.
E, sfiorandomi le labbra, mi chiedesti di tacere.
Ed io tacqui... stringendoti a me.
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