Stremato vado affrettandomi al letto,
riposo caro al viaggio travaglioso,
ma un altro corso mi comincia in testa,
spossa la mente, or che le membra posano.
I pensieri dalla remota stanza
tendono pellegrini verso te,
le palpebre malchiuse mi spalancano
su quel buio, ove ficca gli occhi il cieco.
Se non che l'anima immagina e vede
e ai ciechi sguardi la tua porge,
quale gioiello in notte orrida pende
e, vecchia e nera, la fa bella e giovane.
Cosė la mente a notte, il dė le membra
per te, per me, non san trovare quiete.
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