William Shakespeare


SONETTO LII

Il ricco io sono, cui beata chiave condurre può al suo dolce tesoro; ma d'aprirlo sovente egli si guarda, chè piacere sottil raro si sfiora. Così sacre e solenni son le feste che rare stellano il giro dell'anno, quasi pietre discoste in un diadema o le gemme che raggiano più alte. Per me lo scrigno è il tempo che ti chiude, guardaroba che ricca veste celi a far più lieta un'ora non comune disserrando i suoi fasti prigionieri. Tanto vali, che sempre puoi donare: se vieni, gioia; speranza, se manchi.

Testo Originale

 
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