Riversa , cuore, la tua pena
dove non si possa vederla,
per superbia, e per non essere
motivo di pena altrui.
Io ti amo, verso amico,
perché quando sento il petto
ormai troppo oppresso e disfatto,
divido il peso con te.
Tu mi sopporti, tu reggi
nel tuo grembo amoroso
tutto il mio amore doloroso,
tutte le mie ansie e pene.
Tu, affinchè io possa nella calma
amare e agire bene, acconsenti
a intorbidire le tue correnti
con quanto mi opprime l'alma.
Tu, affinché io passi fiero
per la terra, e senz'odio, e puro,
ti trascini, pallido e duro,
mio amoroso compagno.
La mia vita così si incammina
al cielo limpida e serena,
e tu porti la mia pena
con la tua pazienza divina.
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