Vicente Aleixandre


A te, viva

Quando contemplo il tuo corpo disteso come un fiume che non cessa mai di passare, come un limpido specchio dove cantano uccelli e dà gioia sentire il giorno come albeggia. Quando guardo i tuoi occhi, profonda morte o vita che mi chiama, canzone da un profondo che sospetto; o vedo la tua forma, la tua fronte serena, pietra lucente ove i miei baci brillano, come rocce che specchiano un sole che non cala. Quando accosto il mio labbro a quell'incerta musica, al rumore di quanto è sempre giovane, dell'ardore terrestre che canta in mezzo al verde, umido corpo in perpetuo trascorrere come amore felice che va e torna Sotto di me sento il mondo girare, girare lieve con virtù eterna di stella, con generosità lieta di astro che non chiede neppure un mare ove riflettersi. Tutto è sorpresa. Il mondo scintillante sente che un mare a un tratto è la tremulo, nudo, che è quel petto avido, febbrile, che chiede solo il brillio della luce. La creazione fulge. Resa quieta la gioia passa come un piacere che non tocca il suo colmo, come fulminea ascensione d'amore dove il vento circonda le fronti più cieche. Contemplare il tuo corpo alla tua sola luce, con la vicina musica che concerta gli uccelli, le acque, il bosco, il palpito in catene di questo mondo pieno che sento sulle labbra.


 
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