GEOMORFOLOGIA
La Val Chiusella, lunga 25 chilometri, si incunea profondamente nelle propaggini delle Alpi Graie fra la bassa Val d'Aosta a nord est e le valli Orco-Soana a sud ovest. Alla sua testata spicca, inconfondibile, la bella piramide del Monte Marzo al quale fanno corona diverse cime che superano i 2500 metri. La maggiore, il Monfandi, tocca i 2820 metri. Numerosi e facili valichi hanno permesso nei secoli passati gli scambi commerciali e culturali con le vallate limitrofe. La Val Chiusella, come moltissime valli, prende il nome dal torrente, che la percorre, il Chiusella: esso nasce dal Monte Marzo 2756 metri, si dirige verso sud est e si ipotizza che prima delle grandi glaciazioni dovesse raggiungere la Dora Baltea nella zona attualmente occupata dal territorio di Banchette. Durante le quattro principali glaciazioni alpine il grande ghiacciaio della Dora Baltea discese nella pianura canavesana e allargandosi a ventaglio sospinse le morene della destra orografica verso ovest, costringendo così il Chiusella ad arretrare e a cambiare direzione. II torrente si scavò allora un alveo in direzione di Baldissero e Castellamonte diventando probabilmente un affiuente dell'Orco. Dopo l'ultima glaciazione (Wurm), con la ritirata del ghiacciaio valdostano un corso d'acqua minore che scorreva fra le colline moreniche e scendeva verso Ivrea intaccò, tra Quagliuzzo e Strambinello, L'argine morenico andando a "catturare" il Chiusella fra Vidracco e Baldissero e lo condusse nel suo alveo. Si spiega così il brusco cambiamento di direzione, verso est, detto appunto "gomito di cattura", che caratterizza il corso inferiore del Chiusella. Aprendosi la strada attraverso la morena il Chiusella intaccò ancora il substrato prepleistocenico portando alla luce, nella suggestiva forra del Ponte dei Preti, fossili marini del Pliocene piemontese (5-3 milioni di anni). E presso Vistrorio, allo sbocco del Savenca, il maggiore affluente del Chiusella, si può notare un vero e proprio anfiteatro morenico in miniatura. Recenti studi (F. Carraro, F. Petrucci) hanno stabilito che i depositi wurmiani sono assai ridotti, e quindi le morene visibili dell'anfiteatro morenico d'lvrea sono rissiane. L'alta valle dal tipico profilo a V è intagliata negli scisti cristallini della zona Sesia-Lanzo e conserva bene i lineamenti di valle glaciale con circhi e ripiani alcuni occupati da piccoli laghi (Lago Liamau 2337 metri, Laghetti della Buffa 2176 metri, Laghi della Furce 2165 metri ed altri minori). L'ambiente fisico si basa su una formazione rocciosa piuttosto uniforme a gneiss minuti e micascisti, con un banco di rocce dioritiche (gli esperti parlano di diorite quarzifera biotitica anfibolica) che si estende a est della valletta che dalla Punta Biolley scende su Traversella. L'azione metamorfica di contatto della massa emergente di diorite con gneiss e micascisti ha dato luogo, tra Vico e Traversella, alla formazione di molti minerali anche rarissimi, noti ai collezionisti di tutto il mondo, nonché ad estesi giacimenti metalliferi di magnetite, pirite e calcopirite, secondo la tradizione già noti ai Salassi. Le rocce che costituiscono il substrato, dure e difficilmente disgregabili, non hanno potuto dar luogo a terreni spessi, per cui emergono ovunque, specialmente in alto, bancate rocciose, oppure si estendono ammassi anche imponenti di brecciame grossolano che forma grosse "ciaplére" o "cassére". In qualche valletta, e soprattutto sul più dolce versante destro orografico, la maggiore presenza dei boschi di un tempo e la conseguente meno intensa erosione hanno dato suoli meno pietrosi, più umiferi ed evoluti, dove le colture hanno potuto trovare terreno più propizio. II paesaggio presenta dunque indubbi caratteri di asprezza, però con un suo fascino particolare, addolciti dall'alternarsi di fasce erbose e balze rocciose con ampie aree a prato nel fondovalle e a pascolo alle quote più alte.

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