L'ARCHITETTURA RURALE
Le abitazioni di contadini e pastori, le stalle e i ricoveri per il bestiame, le chiesette e le cappelle, conferiscono con la loro spontanea rusticità una nota inconfondibile al paesaggio della valle. Raggruppati in piccoli nuclei, o sparsi isolatamente sui pascoli al limitare dei boschi, questi edifici hanno caratteristiche architettoniche tipicamente locali che, in questa sede, sarebbe troppo lungo esaminare dettagliatamente. Inconfondibili sono le case che presentano la facciata con lobbiati ad arco, imbiancati a calce o in pietra viva; sono frequenti soprattutto nelle zone della valle dove il clima è più mite. Tali case, rivolte con la facciata a mezzogiorno, sembrano voler fare entrare, attraverso l'ordinata geometria delle ampie arcate, quanto più sole e luce possibile all'interno dell'abitazione, favorendo altresì l'essiccamento del fieno, delle castagne e di altri prodotti agricoli. Dove il clima si fa più rigido questi archi tendono a rimpicciolirsi fino a scomparire, visto che l'abitazione deve farsi più compatta e le finestre ristrette per non disperdere il calore interno. La casa colonica della Val Chiusella, nella sua forma più tipica, è formata da un piano terreno adibito a stalla; mediante una scala esterna in pietra si accede al piano superiore formato da un'ampia balconata al coperto e da alcuni vani adibiti in parte ad abitazione e in parte a fienile e deposito per attrezzi. Le case a due o più piani sono meno diffuse e denotano forme di abitazioni maggiormente signorili. Gli alpeggi degli alti pascoli sono rustici e spartani; costruiti interamente in pietra viva e con i tetti a lose, denotano una consumata abilità nel disporre solidamente i blocchi squadrati senza l'uso di calce o cemento che non era possibile, un tempo, far giungere fin lassù. Quest'arte nel costruire muri a secco sembra ormai perduta, come pure altre che, dalla lavorazione artigianale della pietra e del legno, conferivano un pregevole aspetto a numerosi particolari architettonici di balconi, scale, comignoli, fontane e abbeveratoi. La conformazione del terreno favorisce, specie nelle località più alpestri, la possibilità di sfruttare anfratti naturali delle rocce onde ottenere ricoveri per il bestiame, depositi di attrezzi agricoli, o anche per ricavare un vano in più per abitare; usufruendo di una struttura rocciosa preesistente  è  infatti possibile limitarsi a costruire solo una parte delle pareti in muratura, Gli alimenti, e particolarmente i formaggi destinati alla stagionatura, vengono conservati nei cosidetti “crotin”. Ve ne sono di tutte le forme e dimensioni: affondati in fresche e umide fenditura oppure costruiti in prossimità di sorgenti le cui acque permettono di refrigerare l'ambiente. Sulle facciate di molte case appaiono affreschi di natura religiosa, meridiane o stemmi di famiglia. Lo spirito genuinamente religioso, specie della popolazione di un tempo, si manifesta anche nelle cappellette e nei piloni votivi (che il più delle volte sono ex-voto per grazia ricevuta) che si incontrano con frequenza lungo le mulattiere o la traccia dei sentieri. Si tratta nel complesso di un cospicuo patrimonio architettonico che, se alcune volte è stato rispettato e preservato mediante opportuni restauri, in molti casi è stato abbandonato all'incuria e al degrado del tempo; è spiacevole constatare che il progresso e la cosiddetta civiltà, che inesorabilmente avanza dal fondovalle, spesso non fa nulla per rispettare le preziose e insostituibili testimonianze delle passate generazioni.
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