La Chiesa Nel Rinascimento

Girolamo Savonarola

La morte di Savonarola

 

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INTRODUZIONE

 

Savonarola, Girolamo (Ferrara 1452 - Firenze 1498), predicatore e riformatore italiano. Nato in una famiglia nobile, nel 1474 entrò nell'ordine dei domenicani a Bologna e nel 1482, chiamato da Lorenzo il Magnifico, iniziò l'attività di predicatore presso il convento di San Marco, a Firenze. Le sue prediche, accolte con grande entusiasmo dai fedeli, avevano come bersaglio il clero e la società corrotta del tempo, e in particolar modo i membri e i sostenitori della famiglia dei Medici.

 

 

 

 

 

 

 

Ritratto di Girolamo Savonarola (Museo di San Marco, Firenze), opera di fra' Bartolomeo (1472 circa - 1517). Il pittore fiorentino, al secolo Baccio della Porta, si fece monaco domenicano nel 1499, scosso dalla vicenda del frate riformatore, scomunicato e messo a morte dalla Chiesa nel 1498.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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IL PREDICATORE POLITICO

 

 

Nel 1493 la sua proposta di riforma dell'ordine domenicano in Toscana fu approvata dal papa Alessandro VI, che lo nominò primo vicario generale. Da quel momento le sue prediche si concentrarono sulla politica, preannunciando l'invasione delle truppe francesi guidate dal re Carlo VIII; in tale occasione, nel 1494, Savonarola prese parte all'incontro con il sovrano e Firenze fu risparmiata. L'anno successivo i Medici furono cacciati e venne costituita una repubblica governata da Pier Antonio Soderini, della quale Savonarola divenne, sebbene senza poteri politici, il simbolo e la guida spirituale. Egli era in grado di esercitare una notevole influenza sul popolo, ma le sue capacità, indubbiamente geniali, andavano di pari passo con il fanatismo estremo delle sue teorie che predicavano l'ascetismo; la Repubblica di Firenze, secondo il suo disegno, doveva diventare il modello di una comunità cristiana perfetta e quindi ogni forma di lusso e di usura venne duramente repressa con una nuova legislazione.

 

 

 

 

Acceso predicatore contro lo spirito paganeggiante del Rinascimento, antimediceo e avversario di papa Alessandro VI, il frate domenicano Girolamo Savonarola (1452-1498) fu accusato di eresia, scomunicato, processato dall’Inquisizione e condannato a morte. In questo dipinto di autore ignoto (Museo di San Marco, Firenze) viene rappresentata la scena del supplizio, tenutosi il 23 maggio 1498: Savonarola e due membri dell’ordine da lui creato sono impiccati e arsi sul rogo, in piazza della Signoria a Firenze.

 

 

 

 

 

 

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IL DECLINO

 

 

Le sue critiche contro la decadenza e la corruzione dei costumi non risparmiarono neppure il papa Alessandro VI che, nel 1495, lo chiamò a Roma per ottenere spiegazioni sulle sue presunte facoltà profetiche e sulla sua stravagante interpretazione delle Scritture, accusandolo di eresia. Savonarola si rifiutò di presentarsi presso la sede pontificia e il papa lo interdisse dall'attività di predicatore, revocando l'autorizzazione che gli aveva permesso di costituire un ordine indipendente. In seguito, Savonarola rifiutò i tentativi di riconciliazione del pontefice e continuò a non rispettare i divieti che gli giungevano da Roma. Nel frattempo la situazione a Firenze si era aggravata: il partito dei Medici si organizzò nella fazione dei Palleschi, rappresentanti dell'antica oligarchia, mentre cinque membri del gruppo dei cosiddetti Arrabbiati venivano assassinati per scatenare la reazione contro Savonarola, accusato di essere il mandante della strage, e contro i suoi seguaci, chiamati spregiativamente Piagnoni.

Nel 1497 Savonarola fu scomunicato, ma contestò la scomunica e continuò a predicare; l'anno successivo venne dichiarato eretico e scismatico e fu condannato a morte; la sentenza del processo, inviata a Roma, venne confermata dalla commissione apostolica. Savonarola, con altri due membri del suo ordine, fu impiccato e il suo cadavere arso sul rogo il 23 maggio 1498 fra un tumulto di popolo in piazza della Signoria a Firenze. Tra le sue opere, oltre alle Prediche, si ricordano il Trattato circa il reggimento e governo della città di Firenze (1498) e il Trionfo della Croce.

 

 

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