La Chiesa Nel Rinascimento

Lorenzo Ghiberti

 

(Nato a Firenze 1378, Morto a Firenze 1455)

1   INTRODUZIONE

Ghiberti, Lorenzo Pseudonimo di Lorenzo di Bartolo, scultore, orafo, architetto e scrittore italiano, tra i più grandi artisti del primo Rinascimento fiorentino.

2   LA FORMAZIONE E LE PRIME OPERE

Ghiberti compì la sua formazione artistica come orafo; passò tuttavia presto alla scultura, raggiungendo già nelle sue prime opere esiti di grazia lirica, perfezione tecnica e classico equilibrio di volumi. Nel 1401 partecipò con la formella Il sacrificio di Isacco (Museo del Bargello, Firenze) al concorso per la decorazione della seconda porta bronzea (porta nord) del Battistero di Firenze (la prima era stata realizzata tra il 1330 e il 1336 da Andrea Pisano), imponendo la sua candidatura su quella di Filippo Brunelleschi e Jacopo della Quercia. La porta, alla quale lavorò più di vent'anni (1403-1424) con l'aiuto dei suoi allievi (tra i quali Donatello e Paolo Uccello), è ricoperta da 28 formelle con Storie del Nuovo Testamento, gli Evangelisti e i Padri della Chiesa, inserite in cornici quadrilobate. Benché l'opera riveli chiaramente la sua matrice gotica, i rilievi più tardi mostrano un crescente interesse per l'arte classica e una nuova concezione della profondità spaziale: l'espressione e lo spessore umano delle figure tendono inoltre ad assumere un ruolo prioritario rispetto alla decorazione e al drappeggio. Caratteri stilistici, questi, che portano chiaramente verso gli stilemi rinascimentali, e ritornano nelle tre statue bronzee realizzate tra il 1412 e il 1429 per Orsanmichele (San Giovanni Battista, San Matteo e Santo Stefano).

3   LA MATURITÀ ARTISTICA: LA PORTA DEL PARADISO

Le formelle eseguite per il fonte battesimale di Siena (1417-1427) e il suo capolavoro, la terza porta bronzea per il Battistero di Firenze (o Porta del Paradiso, come fu chiamata da Michelangelo), completata nel 1452 e composta di dieci scene con Storie bibliche, aggiungono a tutto ciò una matura riflessione sulla prospettiva, nella rappresentazione di uno spazio dinamico, in cui si muovono soggetti idealizzati.

4   LE OPERE TEORICHE: i Commentarii

A partire dal 1425 Ghiberti si dedicò a un attento lavoro di teorizzazione della propria arte. La sua opera ebbe un ruolo importante nel processo di divulgazione delle teorie dell'Umanesimo, soprattutto con i tre libri dei Commentarii, iniziati nel 1447-48 e rimasti incompiuti a causa della morte dell'autore. Dopo aver riconosciuto nell'arte antica il modello cui riferirsi (Libro I), Ghiberti passa ad analizzare in un'ampia trattazione la storia e i caratteri della pittura toscana del Trecento, inserendo un commento sul suo personale contributo (Libro II); l'ultima parte del trattato è dedicata ai fondamenti tecnici dell'arte, con annotazioni sull'ottica, sulla prospettiva e sull'anatomia (Libro III). La precisione delle informazioni e la lucidità delle definizioni teoriche fanno dei Commentarii un valido aiuto alla comprensione della stessa opera del loro autore. Inoltre, per il tentativo di individuare la continuità storica tra le diverse esperienze artistiche, il trattato ghibertiano può essere considerato uno dei primi esempi di moderna storia dell'arte.

 

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