INFORMAZIONI TURISTICHE

La città monumentale o centro storico è una bella scultura in pietra lavorata dal tempo, la pioggia e molte mani indurite dal scalpello. Nell’anno 1940 Santiago de Compostela è stata riconosciuta come Insieme Storico Artistico e Monumento Nazionale. Nel 1940 l’UNESCO l’ha dichiarata Patrimonio Culturale dell’Umanità.
L’architettura del centro storico percorre il cammino d’un lungo pellegrinaggio. I diversi stili dell’architettura (prerromanico, romanico, gotico, barocco, neoclassico...) si mescolano e si sovrapongono. La trasformazione degli edifici attraverso il tempo è continua, nonostante il risultato finale dell’insieme architettonico ci sorprenda per l’armonia conseguita. Una delle poche cose che rimane inalterabile, in una città che secondo Valle Inclán 'è più eterna che antica', è l’utilizzazione dello stesso genere di pietra (granito) lungo le diverse tappe artistiche.
La cattedrale è il seme di Santiago, il punto di riferimento per cominciare il nostro percorso per la feconda architettura di questa città monumentale. Fatta costruire per ospitare i resti dell’Apostolo, è stata oggetto di numerose riforme. La grandiosa facciata barocca fatta nella metà del XVIII secolo è un ornato velo che nasconde la delicata faccia dela cattedrale romanica più significativa del mondo cristiano. Dietro la sublime facciata s’innalza il capolavoro del romanico, il Pórtico da Gloria, fatto dal Mestre Mateo nel XII secolo. La cattedrale è circondata da cinque piazze: l’Obradoiro, le Praterías, la Quintana, l’Inmaculada e l’Acibechería; le tutte magicamente strutturate per arminizzare ed esaltare l’insieme della cattedrale.
La piazza dell’Obradoiro è una piazza di transito, aperta e circondata da quattro bellissimi edifici. Di fronte alla faciata della cattedrale troviamo il palazzo di Raxoi, di stile neoclassico. Dal centro della piazza e guardando verso la facciata della cattedrale, scopriamo, a sinistra, il Hostal dos Reis Católicos (Albergo dei Reis Católicos). Questo edificio combina maestosamente lo stile rinascimentale con il plateresco. Di fronte all’ Hostal possiamo contemplare un interessante esempio dell’architettura civile, il palazzo di San Xerome. La piazza dell’Obradoiro tocca la perfezione estetica, e non senza meriti è considerata una delle più belle del mondo.
La piazza Praterías ha questo nome (praterias: argenterie) dai numerosi laboratori di argentieri anticamente ubicati in questa piazza. In centro s’innalza una fontana, la Fonte dos Cabalos. Scendendo le scalinate della piazza si apre davanti a noi l’unica porta esterna di stile romanica che conserva la cattedrale. Sulla porta s’innalza la snella Torre do Reloxo (reloxo: orologio) o Berenguela.
La piazza delle Praterías ci comunica con la fascinanti e enigmatica piazza della Quintana. La facciata dorsale della cattedrale, riccamente ornata, percorre uno dei laterali della piazza. Questa facciata permette l’accesso alla cattedrale attraverso della Porta Santa, che soltano rimane aperta durante gli Anni Santi. All’altro laterale sorprende la semplicità e sobrietà del Convento de San Paio. Sulla parte alta delle scalinate che dividono la piazza è la Casa da Parra, costruita nel XVII secolo. Nella parte bassa della piazza è situata un’altra casa, quella della Conga, chiamata anche Casa dos Bispos (casa dei vescovi). La Quintana dos Mortos (Quintana dei morti), citata da F.G. Lorca su uno dei suoi poeme, è silenzio, un spazio atemporale dove a volte si sente il palpito della morte.
Come remate del contorno della cattedrale arriviamo alle piazze dell’Inmaculada e Acibechería. Ambedue formano un ampio luogo decorato con curati giardini. Un gran edificio, il monastero di San Martiño Pinario guarda dall’alto l’ultimo accesso alla cattedrale.
Come gli corrisponde al prototipo di città medioevale le vie principale scorreno in parallelo. Fra tutte, quattro ne meritano una menzione speciale: la Rúa do Vilar, la Rúa Nova, il Franco e la Rúa das Orfas. La meglior maniera di percepire l’essenza della città è percorrere con calma tutte le sue vie. Ogni edificio del centro storico ci trasmette con veracità una parte della storia di questa fascinante città-museo. Le sue vie medioevale sboccano in piazze. La vita d’altri secoli traspira fra le pietre con echi di nuove orme. Come raccoglie qualche verso di Salvador García Bodaño:
Compostela é unha rúa longa
Na memoria
Onde vagan os nomes e as horas
Quen cada quen recorda...
(Compostela è una via lunga / Nella memoria / Dove vagano i nomi e le ore / Che ognuno ricorda...)

La zona nuova della città circonda quella storica, un altro cammino che sveglia dal sepolcro riaffermandosi nella modernità. Come tutta città inquieta, Santiago cerca di trovare il suo luogo nel presente. Le attuali costruzioni pubbliche integrano l’avanguardia con la cultura autoctona. Le nuove edificazioni si complementano con spazi verdi dove la scultura dialoga con la natura. Il Centro d’Arte Contemporanea e l’Auditorio di Galizia sono esempi dell’interazione e sincronia del tempo.