Partire, condividere, donare

Campo estivo per la parrocchia di Sala Baganza

Giovanissimi giovani adulti

2002

 

Ecco, manda me (Is 6,1-8)

(il mio sì a Cristo nella Chiesa)

 

Alcuni suggerimenti collettivi per vivere la vacanza come esperienza di preghiera e ascolto

Meditazione(lectio divina ) : introduzione ad un metodo

 

PARTIRE

 

(l’icona biblica: la vocazione di Abramo Gn 12)

Inizio dell’incontro: Salmo 62 : la ricerca di Dio

O Dio, Tu sei il Dio della mia vita,

appena sveglio penso a te;

il mio cuore sente il bisogno di lodarti,

la mia mente di meditare la tua parola.

 

Come terra screpolata dalla siccità

È la mai vita nella durezza del quotidiano,

per questo ogni mattina cerco te

l’acqua via dello Spirito.

 

Veramente il tuo amore , Signore,

e la luce e la forza della Parola

sono i doni più grandi della vita;

non smetterò mai di ringraziarti.

 

Ti loderò e ti benedirò, Signore

fino all’ultimo palpito del mio cuore,

con gioia e riconoscenza crescente

canterò inni e salmi di lode.

 

E ancor più nel tuo giorno di festa,

il giorno del riposo e della lode,

il giorno in cui si riunisce la comunità

sento il bisogno e la gioia di contemplarti.

 

La tua Parola è cibo abbondante,

l’Eucarestia un banchetto di comunione;

celebrarla assieme ai fratelli

mi è sostegno per l’intera settimana.

 

GIOVANISSIMI

    1. L’infanzia alle spalle per vivere l’avventura più emozionante
    2. Stiliamo una carta di identità del cristiano e poi confrontiamole

 

GIOVANI

Scoperta della propria vocazione

Il sì a Cristo

 

GRUPPO SPOSI

    1. Matrimonio nella cultura del postmoderno…Il matrimonio sacramento come esplicitazione della vocazione battesimale. Identità del m. cristiano
    2. 2. Partire per l’amore vero. Credere significa seguire Cristo

    3. Il desiderio

ADULTI

    1. Antropologia del post moderno (piste positive per l’annuncio cristiano)
    2. Il desiderio e il suo altro. L’esperienza: Tanti desideri . Verso l’alto e verso il basso. Dov’è diretto il desiderio di ogni uomo
    3. Dalle cose alle persone, dall’io agli altri
    4. Rifondazione(partire dall’atto di fede e dal battesimo)
    1. L’iniziativa di Gesù Mc i,16,20 Mc2,13 – 14 Mc 8,27-36
    2. L’appello di Cristo ha una nota urgenza
    3. L’appello di Cristo esige un distacco. L’iniziativa di Cristo non chiama ad un distacco, bensì al seguire
    4. Il cristiano è colui che segue Cristo: Gesù è vero uomo, è vero Dio, è una persona
    5. Chi segue Cristo fa ama la Chiesa(Mc 3,35)
    1. Suggerimenti del vescovo per vivere un vero Esodo nell’anno della missione:

Nella Pentecoste il rogo delle nostre chiusure

preghiamo e speriamo senza lamentele

Scopriamo i nostri idoli e buttiamoli via

Veglia su di te per essere libero

Ascoltare è vincere narcisismo e distrazione

Il dialogo non tattica ma rispetto della verità

Peccatori salvati: solo così si ascolta

 

 

In una celebrazione al campo (lodi o vespri) rinnovare gli impegni battesimali ( a mo’ d’esempio)

Preghiera

Dio solo può dare la fede

Ma tu puoi offrire la tua testimonianza

Dio solo può dare la speranza

Ma tu puoi dare fiducia ai tuoi fratelli

Dio solo può dare l’amore

Ma tu puoi insegnare agli altri ad mare

Dio solo può dare la pace

Ma tu puoi creare l’unione

Dio solo è la via

Ma tu puoi indicarla agli altri

Dio solo è la luce

Ma tu puoi farla brillare agli occhi di tutti

Dio solo è la vita

Ma tu puoi dare agli altri il gusto di vivere

Dio solo può fare l’impossibile

Ma tu potrai fare il possibile

Dio solo basta a se stesso

Ma preferisce contare su di te

Opp. Rinnoviamo la nostra fede in Cristo con le parole di Madre Teresa

 

"Voi chi dite che io sia?" (Mt 16,15)

Tu sei Dio

Tu sei Dio nato da Dio

Tu sei generato non creato

Tu sei il Figlio del Dio vivente

Tu sei il Figlio Diletto nel quale il Padre si compiace

Tu sei il Figlio di Maria, concepito dallo Spirito Santo nel grembo di Maria

Tu sei nato a Betlemme

Per la gente di Nazaret, tu sei il figlio di Giuseppe il falegname.

Per dotti d’Israele, tu sei un uomo senza molta cultura

Chi è Gesù per me?

Gesù è la Parola fatta carne

Gesù è il pane della vita

Gesù è la Parola da pronunciare

Gesù è la verità da dire

Gesù è la luce da accendere.

Gesù è la vita vivere

Gesù è l’amore da amare

Gesù è la gioia da condividere

Gesù è la pace da dare

Gesù è il Pane della vita da mangiare

Gesù è l’Affamato da sfamare

Gesù è l’Assetato da dissetare

Gesù è l’indesiderato da desiderare

Gesù è il Mendicante al quale sorridere

Gesù è l’alcolizzato da ascoltare

Gesù è il piccolo da abbracciare

Gesù è il Drogato da soccorrere

Gesù è la Prostituta da strappare al pericolo e da aiutare

Gesù è il carcerato da visitare

Gesù è il Vecchio da servire

CONDIVIDERE

 

(l’icona biblica: Abramo accoglie i tre ospiti Gn 18)

Inizio dell’incontro: essere Chiesa Sl 149

 

Lodiamo il Signore con gioia

Per la Chiesa, Popolo di Dio,

comunità dei credenti nell’Altissimo.

 

Rinnoviamo i nostri canti e preghiere,

la liturgia e il senso della festa

perché la lode scaturisca dal cuore.

 

Lodiamo per questi anni di rinnovamento,

per i segni e le abbondanti parole

che ne hanno tracciato il cammino.

 

Lodiamolo per il dono della Parola

Che è tornata a risuonare con forza

Stimolando scelte di coerenza.

 

Lodiamolo per i poveri e gli ultimi,

per gli emarginati e gli esclusi della società,

primi custodi della buona notizia.

 

Lodiamolo per giovani Chiese

Impegnate a ripensare la fede

Nella cultura e problemi dei loro popoli.

 

Lodiamo per il movimento ecumenico

E il lavoro dei teologi e dei credenti

Che si fanno costruttori di unità

 

Lodiamolo per i laici responsabili,

per i movimenti e i gruppi,

per le nuove vocazioni e ministeri.

 

Lodiamolo per l’arricchimento insperato

Venuto alla fede delle comunità

Dagli autentici valori dell’uomo.

 

Lodiamolo per i servitori della verità

E i difensori dei diritti dei deboli

Fedeli fino al dono del sangue.

 

Lodiamolo per i gesti e le parole

Sgorgate dal cuore dei credenti

Che amano e costruiscono la pace.

 

Lodiamo il Signore con gioia

Perché da sempre guida la sua Chiesa

E la ama con amore esigente

 

GIOVANISSIMI

Ciò che è solo mio e ciò che condivido con gli altri

Lo specchio della mia identità riflette me stesso, gli altri, valori importanti da sempre, …

Condividere con chi, che cosa

Quanto è importante appartenere alla comunità che ha una storia di 2000 anni

GIOVANI

Riflessioni su essere chiesa e fare chiesa

 

GRUPPO SPOSI

Ospitalità nella vita della coppia

Esperienze particolari di condivisione: l’affido…

ADULTI

Responsabilità

Condivisione riflessioni ed esperienze

raccontiamo la nostra gioia

 

Programmare un deserto(Paolo rimane per tre anni nel deserto prima di iniziare la sua opera di predicazione del Vangelo) e /o una celebrazione penitenziale comunitaria(sentirsi comunità perdonata per condividere la propria gioia)

( le confessioni individuali sono lasciate a modi e tempi voluti dai singoli)

DONARE

(l’icona biblica: Abramo offre il figlio Gn 22)

inizio dell’incontro: Sl 126: il fondamento della vita

 

Se il fondamento di una famiglia non è l’amore,

serve a poco costruirsi una bella casa.

Se il fondamento di una comunità non è una la fede,

serve poco fare grandi progetti o iniziative.

Se il fondamento di una società non è la giustizia,

serve a poco rafforzare le misure di polizia.

 

E’ vano affannarsi per il guadagno,

fare un doppio lavoro

o perdere il sonno o la pace per la preoccupazione.

Serve solo a rincorrere l’illusione

Di un vivere valutato dai soldi.

 

Il senso vero della vita Dio lo sa dare

E molto spesso lo intuisce

Proprio chi è povero e nella disgrazia.

Amarsi fra persone, capirsi,

dialogare in fiducia e pazienza

fra sposi e con i figli

questo è fonte di sicurezza per un uomo.

 

Felice chi l’ha capito e lo vive;

non avrà paura per il futuro.

Questa sarà la sua forza

Di fronte a qualunque difficoltà.

 

 

 

 

GIOVANISSIMI

Crescere nella vita di gruppo: amicizia e responsabilità

Amare è donare. Che cosa?

Andare a Messa: perché? Problemi, difficoltà

GIOVANI

Responsabilità

GRUPPO SPOSI

Come lavorare insieme con le altre famiglie

Vivere la liturgia: difficoltà problemi

ADULTI

a. L’impegno "politico" della famiglia cristiana

Verso i poveri e gli emarginati

Quale forma di volontariato?

b. Suggerimenti del vescovo: Cantare in chiesa, agire fuori

Saper vedere i segni della speranza

La strada del discepolo passa per la croce

In mezzo alla gente con spreco di generosità

Mostriamo Cristo con la nostra vita

Parma ha bisogno di occhi nuovi

 

c. crescere come Chiesa a partire dalla liturgia

IL MANDATO

Consegna simbolica di un oggetto…o preghiera o pagina biblica che ricordi l’impegno preso

La missione continua andate in pace…….rendiamo grazie a Dio

 

Incontri

Il punto di partenza:

Credere significa aderire a Gesù

  1. Quale concezione dell’uomo oggi? Antropologia del postmoderno
  2. Non chiederci la parola

    Che squadri da ogni lato

    L’animo nostro informe,

    e a lettere di fuoco

    lo dichiari e risplenda come un croco

    perduto in mezzo a ad un polveroso prato.

     

    Ah l’uomo che se va sicuro,

    agli altri e a se stesso amico,

    e l’ombra sua non cura che la canicola

    stampa sopra uno scalcinato muro!

     

    Non domandarci la formula

    Che mondi possa aprirti

    Si qualche storta sillaba

    E secca come un ramo.

    Codesto solo oggi possiamo dirti,

    ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

    (Eugenio Montale)

    (Disorientamento per un pluralismo di valori – Individualismo etico – età del frammento

Quali sono le difficoltà a credere oggi nel mondo degli adulti?

Qual è il significato più corrente di fede?

1 Il Signore disse ad Abram:

"Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria

e dalla casa di tuo padre,

verso il paese che io ti indicherò.

2 Farò di te un grande popolo

e ti benedirò,

renderò grande il tuo nome

e diventerai una benedizione.

3 Benedirò coloro che ti benediranno

e coloro che ti malediranno maledirò

e in te si diranno benedette

tutte le famiglie della terra".

4 Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore,

Partire per

"Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il Vangelo di Dio e diceva: Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo" Mc 1,14-15

 

L’annuncio di ciò che Dio sta per fare è la bella notizia

L’uomo deve rispondere con la conversione e la fede

 

Il tempo è compiuto: è finito il tempo dell’attesa. Il tempo delle promesse è giunto al termine. Quello che sperate è qui. La storia è a una svolta.

 

Il regno di Dio è qui

Il Regno di Dio non è una istituzione religiosa. E’ l’agire salvifico di Dio che si fa presente nella persona di Gesù. Dio Salvatore è qui. Quasi afferrabile, e bussa alla tua porta

 

Convertitevi

E’ volgere le spalle a tutto un passato di non vita; è riorientare la propria vita su una nuova direzione. E’ un capovolgimento radicale. È cambiare mentalità e vita

 

Credete al Vangelo

Credere non è solo sapere. Credere è aderire alla persona di Gesù, e dirgli di sì; è fidarsi di lui perché è il Figlio di Dio fatto uomo. E’ accogliere Gesù come guida all’esistenza, è giocare la propria vita su lui. Credere è essere coinvolti nell’avventura di Gesù, persona viva.

 

C. Condizioni per l’atto di fede

 

Come vivo il mio rapporto personale con Dio?

Sento il bisogno del silenzio?

Come coppia non potremmo aderire a iniziative di spiritualità proposte dalla diocesi?

Partire per seguire

D. Credere significa professare

 

Non è solo conoscere delle verità ma incontrare Cristo e dirgli di sì.

"Son 18 secoli da quando G C camminava quaggiù: ma questo avvenimento non è come gli altri che, una volta passati, entrano nella storia e che, trascorso gran tempo, cadono nell’oblio. No, la sua presenza quaggiù non diverrà mai un fatto passato, né, di conseguenza, un fatto sempre più passato, se la fede esiste ancora sulla terra: ove e non appena manchi, la vita terrena di Cristo diventerebbe un fatto remotissimo. Ma fintanto che esiste un credente, bisogna che, per esser divenuto tale, egli sia stato, e che , come credente, sia contemporaneo alla presenza del Cristo né più né meno della generazione a lui contemporanea: contemporaneità che è condizione della fede, o meglio, è la fede stessa. Signore Gesù, ci sia concesso di diventare tuoi contemporanei, vederti come e dove realmente passasti sulla terra, e non nella deformazione di un ricordo vuoto. Vederti qual sei, fosti e sarai fino al tuo ritorno in gloria, segno di scandalo e oggetto di fede, uomo umile eppure salvatore e redentore dell’umanità, venuto sulla terra per amore e cercarvi gli smarriti, a soffrire e a morire, Concedi a noi di vederti così e di non scandalizzarci di te" (Soren Kierkegaard, incontri e scontri col Cristo)

 

La fede non può restare nascosta e muta in fondo al cuore o nel segreto della propria coscienza. "Se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore e crederai col tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per ottenere la salvezza" Rm 10,9-10

Senza questa caratteristica la fede non potrebbe dare origine alla comunità dei credenti e neppure confrontarsi con gli uomini e con la storia. La fede deve essere professata all’esterno.

Perché è tabù parlare di fede col coniuge e con i figli?

Perché non aiutarsi con un buon catechismo per parlare ai figli?

Perché non prendere in mano il catechismo della Chiesa cattolica o quello degli adulti?

Dedico un momento per la preghiera in famiglia?

Cosa cerco quando vado alla messa?

Chiesa mi delude maggiormente?

 

Terzo incontro: Donare, mandati

 

L'inno all'amore

Ora vi insegno qual è la via migliore:

1 Se parlo le lingue degli uomini

e anche quelle degli angeli,

ma non ho amore,

sono un metallo che rimbomba,

uno strumento che suona a vuoto.

2 Se ho il dono d'essere profeta

e di conoscere tutti i misteri,

se possiedo tutta la scienza

e anche una fede da smuovere i monti,

ma non ho amore,

io non sono niente.

3 Se do ai poveri tutti i miei averi,

se offro il mio corpo alle fiamme,

ma non ho amore,

non mi serve a nulla.

4 Chi ama

è paziente e generoso.

Chi ama

non è invidioso

non si vanta

non si gonfia di orgoglio.

5 Chi ama

è rispettoso

non cerca il proprio interesse

non cede alla collera

dimentica i torti.

6 Chi ama

non gode dell'ingiustizia,

la verità è la sua gioia.

7 Chi ama

tutto scusa

di tutti ha fiducia

tutto sopporta

mai perde la speranza.

8 L'amore non tramonta mai:

cesserà il dono delle lingue,

la profezia passerà,

finirà il dono della scienza.

9 La scienza è imperfetta,

la profezia è limitata,

10 ma verrà ciò che è perfetto

ed esse svaniranno.

11 Quando ero bambino

parlavo da bambino,

come un bambino

pensavo e ragionavo.

Da quando sono un uomo

ho smesso di agire così.

12 Ora la nostra visione è confusa,

come in un antico specchio;

ma un giorno saremo a faccia a faccia

dinanzi a Dio.

Ora lo conosco solo in parte,

ma un giorno lo conoscerò

come lui mi conosce.

13 Ecco dunque le tre cose che contano:

fede, speranza, amore.

Ma più grande di tutte è l'amore.

(1Cor 13)

Riflessioni:

Come?

A. Responsabilità

 

" Non sopravvalutatevi più di quanto è conveniente valutarsi, ma valutatevi in maniera ad avere di voi una giusta valutazione, ciascuno secondo la misura di fede che Dio A ha dato. Poiché come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima funzione, così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e ciascuno per la sua parte siamo membra gli uni degli altri" (Rm., 12, 3-5).

 

" Ma Dio ha composto il corpo. conferendo maggior onore a ciò che ne mancava, perché non vi fosse disunione nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme: e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte Cor 12,24-27

 

 

Uno spettacolo insolito. Mi fermavo ad ammirarlo ore intere. Succedeva a pochi chilometri dalla capitale del Tògo , Africa occidentale. Sulla riva dell’oceano, due gruppi, molto folti, tiravano la rete. Erano pescator1.

Il fatto straordinario dipendeva da due elementi. Prima sorpresa: i due gruppi stavano molto lontani tra loro. Sembrava si ignorassero, non avessero alcun rapporto. Ognuno svolgeva il proprio lavoro, indipendentemente dall’altro. Perfino in concorrenza, a prima vista.

A mano a mano, però, che procedeva il lavoro, ci si rendeva conto che erano impegnati nella stessa operazione.

Infatti, non soltanto la rete veniva tirata verso la riva, ma i due gruppi si accostavano lino a riunirsi, e recuperare con un ultimo, decisivo strattone, la rete gonfia di pesci.

Era la stessa rete.

Seconda sorpresa: ogni gruppo aveva una composizione piuttosto eterogenea. Uomini, donne, bambini, persone molto anziane, giovani robusti. Insomma, tutto il villaggio era sulla spiaggia, al lavoro. Tutti attaccati a quella fune. Tutti, nessuno escluso, a tirare in proporzione delle proprie forze.

Mi è accaduto più volte di vedere qualche marmocchio inciampare, a motivo della foga, e ruzzolare nella sabbia rossiccia. La persona che stava dietro lo aiutava immediatamente a rimettersi in assetto di lavoro con un calcio nel... fondo della schiena. E il ragazzino che aveva ceduto balzava in piedi sollecitamente e tornava ad aggrapparsi alla corda.

Alla fine, tutti partecipavano alla spartizione. E riguadagnavano le loro capanne coi grossi cesti in testa, colmi del pesce catturato nelle ore di pesca comune.

 

Ecco, la tua responsabilità nella Chiesa e nel mondo si può tradurre con questa immagine.

Sei aggrappata alla fune della tua giornata, del tuo lavoro, del tuo impegno quotidiano.

Probabilmente scorgi soltanto il pezzetto di corda che tieni in mano. Ti pare che tutto finisca li, a quella modesta occupazione, quell’incontro, quel discorso, quei pensieri, quelle preoccupazioni.

Tutto limitato al tuo piccolo orizzonte.

Ma la fune non è interrotta dopo la presa delle tue mani.

La corda... continua. it afferrata da miliardi di mani. Nel lavoro sono impegnati indistintamente tutti gli abitanti di quel grosso villaggio che è il mondo.

Non puoi rifugiarti nell’anonimato.

Quella fune è sensibilissima.

Trasmette a tutti i compagni di lavoro il tuo sforzo, ma anche le tue resistenze. La tua tenacia, ma anche la tua inerzia. Il tuo impegno, ma anche il tuo rifiuto. Il tuo slancio, ma anche i tuoi " scarti ".

Non serve giustificarsi:

— Intanto, cosa vale?... Chi si accorge di me, di quello che faccio?... Cosa conta la mia fatica?...

Bada che tutti avvertono, concretamente, la tua generosità, come pure la tua stanchezza.

Tutti " sentono ", il tuo apporto, come pure il tuo "lasciarti andare ".

Non sei sola attaccata a quella corda, anche se in certi momenti provi un senso di solitudine.

La rete è di tutti. ~ popolata di innumerevoli presenze.

~ importante ciò che fai e come ti comporti con quella corda che ti gratta le mani, anche se, sovente, provi un senso di inutilità.

Il tuo posto è essenziale per la vita di tutto il villaggio.

No. Quella fune non è soltanto la corda ruvida di un orario, delle solite occupazioni, dei soliti giorni tutti eguali, che ti lega alle " solite cose ".

~ la corda che ti lega a miliardi di persone.

E ciò che fai di buono, non rimane circoscritto all’ambito della tua minuscola soddisfazione personale, del tuo successo, ma va a vantaggio di tutti.

E la tua fiacchezza non è soltanto tua, ma contagia inesorabilmente gli altri.

Non c’è niente nella tua vita — nel bene come nel meno.., bene — che riguardi esclusivamente te.

Ciò che fai, ciò che sei, ciò che pensi, ciò che provi, riguarda gli abitanti del villaggio intero.

La tua grandezza ha il potere di far crescere la statura altrui.

E la tua meschinità appiattisce anche gli altri.

Miliardi di persone avvertono il contraccolpo delle tue defezioni.

E miliardi di persone risentono il beneficio dell’aria pulita che metti in circolazione.

I tuoi cedimenti pongono in difficoltà anche gli altri compagni.

E la tua tenacia, la tua costanza è forza anche per i più deboli.

La tua povertà interiore impoverisce il mondo.

E il tuo " raccolto " è una ricchezza per tutti.

Alla fine, sarà Lui a fare la distribuzione.

Infatti, anche se non te ne sei accorta, ai due capi della corda c’era Lui che sY sobbarcava la parte più gravosa.

E, di fatto, ha le mani scorticate dalla fune. Anzi, addirittura forate, passate da parte a parte.

Proprio con quelle mani forate darà " a ciascuno il suo ". Giorno per giorno. In base alle necessità reali. Ogni giorno ci sarà la distribuzione del raccolto.

E i più deboli, gli ultimi, saranno ovviamente privilegiati. Otterranno una razione supplementare, grazie anche al " di più " che ci avrai messo tu.

Forza, dunque, mettiti al tuo posto, aggrappati alla corda delle " solite cose ".

Nessuno deve andarsene a mani vuote, o avere una razione da fame, o essere debole per colpa tua.

(Pronzato)

B. Sentinelle

1.osservare

Poiché, così mi ha detto il Signore: Va, metti una sentinella che annunzi quanto vede. La vedetta ha gridato: ‘Al posto di osservazione, Signore, io sto sempre, tutto il giorno, e nel mio osservatorio sto in piedi, tutta la notte" (lsaia 21, 6.8).

 

Il primo brano presenta una sentinella posta dal Signore per annunziare quanto vede. Sta al posto di osservazione giorno e notte, in piedi, in attesa di cogliere i segni di ciò che il Signore ha previsto. E importante qui il verbo osservare, osservare in piedi, con costanza, giorno e notte, scrutando il giorno e la notte. A voi chiedo anzitutto di osservare i segni dei tempi nel mondo giovanile, mondo confuso, irrequieto, Un po’ amorfo, spesso indifferente, ma insieme ricco di valori entusiasta, pieno di speranze, di illusioni. Osservate domandandovi: che cosa cercano in fondo questi giovani? che cosa vogliono? Che cosa si nasconde sotto la superficie?

 

2. ascoltare

Oracolo sull’ldumea. Mi gridano da Seir: "Sentinella, quanto resta della notte? Sentinella, quanto resta della notte?". La sentinella risponde: "Viene il mattino, poi anche la notte; se volete domandare, domandate, convertitevi, venite! "" (lsaia 2!, 11-12).

 

Il secondo testo è tratto I ancora dal capitolo 21 di Isaia ed è un oracolo tra i più enigmatici dell Antico Testamento. Sembra imitare un canto che le sentinelle cantano nella notte per non cadere assonnate: "Sentinella, quanto resta sembra dire: ma che ora è? Oppure: questa notte non finisce mai! Segue un invito a cercare: se volete domandare, domandate, convertitevi, venite! Dunque nella notte dello scenario della storia, la sentinella cerca di penetrare l’oscurità, e dal momento che non si vede nulla, invita a domandare di nuovo perché è sempre pronta all’ascolto. A voi chiedo una seconda azione per i prossimi mesi, quella di ascoltare le domande profonde vostre e altrui, le domande che salgono dal cuore, le domande dei vostri amici, sia le domande del mattino (le più chiare, limpide, facili a leggersi) sia le domande della notte (tre volte nel testo si parla di notte e una volta sola del mattino). Quelle notturne sono infatti le domande più enigmatiche, più provocatorie, che sovente intendono il contrario di ciò che esprimono

3. confortare,

"Come sono belli sui monti i piedi del messaggero di lieti annunzi che annunzia la pace, messaggero di bene che annunzia la salvezza, che dice a Sion: "Regna il tuo Dio". Senti? Le tue sentinelle alzano la voce, insieme gridano di gioia, poiché vedono con gli occhi il ritorno

del Signore in Sion. Prorompete insieme in canti di gioia, rovine di Gerusalemme, perché

il Signore ha consolato il suo popolo, ha riscattato Gerusalemme"

(Isaia 52, 7-9).

Il terzo è un brano di gioia, il canto del ritorno del popolo dall’esilio a Gerusalemme. Le sentinelle guardano e vedono il popolo che sta per tornare, per cui gridano. si rallegrano, evangelizzano. E il vangelo di Isaia che proclama:"Il Signore ha consolato) il suo popolo", esultiamo di gioia. Bisogna leggere le domande intravedendo dietro di esse l’agire del Signore che regna e salva. Non si tratta di annunci di sventura, non si tratta di moltiplicare le lamentazioni sterili sulla gioventù di oggi, bensì di capire il progetto positivo sulla nostra società. A voi chiedo di compiere quest’opera di lettura gioiosa, evangelizzante, che sa vedere il bene anche nel male, anche nelle realtà dolorose o amare. Si è tanto parlato, tempo fa, della bomba messa sul nostro Duomo: è stato certamente un fatto increscioso e però ci offre l’occasione di essere più uniti, più coraggiosi, più incisivi nell’educare alla pace, più forti nel contrastare la violenza, sapendo trarre, come fa Dio, il bene dal male.

 

evangelizzare

a volte ci vuole anche il buio.

Un giovane riconobbe Gesù che deponeva un mazzo di fiori di campo sulla tomba di una ragazza morta in un incidente stradale. "Qui non c’è nessuno, Signore", protestò, "e tu lo sai". lì Signore lo guardò, ne ebbe compassione, e lo amò. "Lo so. Lo so che non c’è nessuno. Semplicemente perché il tuo cuore è morto su quella strada.

 

Semplicemente perché nei tuoi occhi c’è solo il ricordo di quelle immagini di morte. Una morte che, ormai, ti ha avvolto così profondamente che non ti permette più di vedere oltre il buio, Seguimi".

Si era fatta sera. Gesù lo condusse in cima a un’altura e, indicandogli il cielo, gli chiese:

"Cosa vedi?". Il giovane rispose: "Un cielo stellato". Gesù replicò: "Queste stesse stelle ci sono anche di giorno, ma non sempre basta la luce per vedere ciò che realmente c’è. Per vedere lontano e oltre, ci vuole il buio".

(Realizzato dai Gruppi 80-81)

 

4. Intercedere

 

"Sulle tue mura Gerusalemme, ho posto sentinelle; per tutto il giorno e tutta la notte non taceranno mai. Voi, che rammentate le promesse al Signore, non prendetevi mai riposo e neppure a lui date riposo, finché non abbia ristabilito Gerusalemme e finché non l’abbia resa il vanto della terra" (lsaia 62, 6-7).

 

il quarto verbo è intercedere, supplicare. E l’impegno a pregare per tutte le tentazioni che ci stanno intorno, per tutti i giovani fragili e demotivati, stanchi o esaltati o devianti che noi incontriamo. A voi chiedo, quindi qualcosa di più di gesti esteriori: vi chiedo di essere intercessori per i vostri compagni e amici. Spesso ci lamentiamo (li tanti comportamenti di cui siamo spettatori; ma preghiamo per queste persone. Le prendiamo a cuore nella nostra supplica? Pregare, intercedere finché il Signore non abbia ristabilito Gerusalemme, cioè fino alla restituzione di ogni persona alla sua dignità.

e insieme si allontanarono dalla riva

Un giovane non credente, in procinto di sposarsi, era stato quasi obbligato al matrimonio religioso dalla fidanzata. ((Già che mi avete incastrato - disse a Gesù - fammi almeno da testimone e dimmi: ma perché devo promettere che questo amore sarà per sempre?". Gesù rispose: "Un vecchio sedeva in riva al lago e tutte le sere aspettava il tramonto. Ripensava spesso a quando, bambino, seduto su un sasso, veniva invitato dagli altri bambini a giocare. Accettava entusiasta l’invito ma, non appena cominciava a perdere, si allontanava con qualche scusa. Da ragazzo, sentendo la musica delle feste vicine, vi si recava incuriosito con la voglia di partecipare e divertirsi. Ma scoraggiato dalle difficoltà delle danze, tornava a sedersi in riva allago. Passò la giovinezza cercando l’amore, ma per ogni ragazza che conosceva, ne incontrava un’altra più affascinante.

Divenuto adulto, gli offrirono un lavoro come pescatore, ma alla rima tempesta, si spaventò e tornò a riva.

E una sera, ormai anziano, salutò il sole al tramonto dicendo: "Ho tante storie da raccontare, ma non ne ho vissuta fino in fondo neanche una". Detto questo, Gesù tacque. A quel punto il giovane si alzò e Gesù gli disse:

"Allora, mi vuoi ancora come testimone?". E insieme si allontanarono dalla riva.

(Realizzata dal Gruppo n. 65)

5. ammonire

((O figlio dell’uomo, io ti ho costituito sentinella per gli Israeliti; ascolterai una parola dalla mia bocca e tu li avvertirai da parte mia"

(Ezechiele 33, 7).

Il profeta Ezechiele ci propone il verbo avvertire, ammonire. Ti ho costituito sentinella… Ascolterai una parola dalla mia bocca e tu li avvertirai da parte mia. Il Signore ci dona la forza di pronunciare parole giuste, forti anche, anzitutto per la nostra comunità cristiana, affinché si svegli e, poi, per la società, per tutti i giovani. Il Signore vi ispirerà queste parole nel corso del cammino, vi farà intravedere i pericoli che corrono oggi i vostri coetanei, i falsi sentieri, le pendici ghiacciate su cui non devono avventurarsi (pensiamo a chi ha perso la vita nei giorni scorsi proprio per il ghiaccio delle montagne: non sarebbe accaduto se qualcuno li avesse avvisati!), così che possiate ammonirli, avvertirli. È una grazia saper prevedere i pericoli.

 

…anche se fossimo in tre

Un giovane prete sostava in chiesa deluso e scoraggiato, dopo che all’ultima catechesi per i giovani erano venuti soltanto in due. Gesù gli venne incontro con un sorriso, ma il giovane prete protestò: "Diciamo cose superate, Signore! Non te ne rendi conto?!". Gesù gli si sedette accanto, gli cinse le spalle con un braccio e gli disse: "Ma tu mi ami davvero?". Don L. rispose: "Ma non è questo il punto! Tu lo sai, cerco dì volerti bene e di esserti fedele, ma sembra che ai miei giovani questo non importi affatto! Come posso far capire che le tue parole non passeranno?". Gesù gli chiese di nuovo: "Tu mi ami davvero?". Don L. tacque perplesso. Poi aggiunse: "Signore, è difficile amare come te... Però so che sono qui perché tu mi hai amato per primo e io ho sentito che il tuo progetto su di me era quanto di più bello potessi fare della mia vita...". Gesù gli chiese con dolcezza:

"Questo lo hai mai detto ai tuoi giovani?". Don L. replicò: "È vero, spesso nella catechesi si parla di regole, di norme, di doveri.., e poco dite! Ma come parlare un linguaggio che tocchi i miei ragazzi, che sembrano cosi superficiali, sempre sulla difensiva?". Gesù riprese: "Prova a entrare nella loro vita, a interessarti della loro quotidianità, a far vedere loro, con la tua gioia e anche con le tue debolezze, che tutti i loro desideri trovano in me la risposta più vera!". Don L. rispose: "Tanti mi volteranno le spalle...". Gesù concluse: "Sappi che anche se non potrai convincere tutti, non è questo che ti chiedo - non è riuscito neppure a me -, ma anche se foste solo in tre, io non mi stancherei mai di amare". (Realizzata dalGruppo n. 86)

 

6. discernere

"Mi metterà di sentinella, in piedi sulla fortezza, a spiare, per vedere che cosa mi dirà, che cosa risponderà ai miei lamenti. Il Signore rispose e mi disse: "Scrivi la visione e incidila bene sulle tavolette perché la si legga speditamente. E’ una visione che attesta un termine, parla di una scadenza e non mentisce; se indugia, attendila, perché certo verrà e non tarderà""

(Abacuc 2, 1-33).

L’ultimo oracolo, il sesto, è di Abacuc. Il profeta è di sentinella, spia per vedere che cosa dirà il Signore, cerca di intuire il futuro che verrà. Il verbo che Sintetizza questo atteggiamento è discernere A voi chiedo di discernere il piano di Dio per il futuro, di cercare di comprendere quali sono le priorità per il futuro dei giovani, della nostra Chiesa quali le vie da seguire, i cammini nuovi da tracciare. Il discernere è un dono dello Spirito Santo, un atto di intelligenza spirituale e io mi aspetto anche da voi la capacità di discernere per aiutarmi a leggere il cammino ecclesiale da compiere.

7. Lasciatevi

guidare dallo spirito

 

Vi ho espresso le mie richieste e ora sento sorgere la domanda: come faremo? il vescovo non ci sta chiedendo troppo?

La mia risposta è semplicissima: ho fiducia in voi e nello Spirito Santo che vi conduce. Vivete il lavoro che vi viene suggerito con scioltezza e con gioia, quasi con leggerezza, lasciatevi muovere dallo Spirito, pregate intensamente, leggete il vangelo, e tutto sarà possibile.

A voi chiedo quindi qualcosa di più di gesti esteriori: vi chiedo di essere intercessorj per i vostri compagni e amici.

 

Card. Cado Maria Martini

 

C. Raccontare Cristo

Kerigma:

ti sembra di aver avuto in modo chiaro il primo annuncio della fede? Prova ad elencare in breve i pilastri fondanti?

Catechesi:

hai mai fatto un cammino di approfondimento teologico? Sai collegare i vari aspetti della fede in un tutto armonico? Sai vedere le implicanze della fede sulla tua vita?

Testimonianza

Essere se stessi senza menzogna

Credere nelle vere possibilità interiori e nella capacità di rapportarsi in modo costruttivo con gli altri

Raccontare vuol dire mettere a nudo quello che stai vivendo nella tua storia personale nel cammino di fede senza smancerie, ipocrisie o falsi pudori.

Generalmente è meglio accettato come amico chi non fa reticente sulle proprie convinzioni

C’è più bisogno di compagni veri che fanno strada con te nella vita che amiconi sempre pronti per la pizza.

La fede l’hai avuta per la testimonianza e la comunichi con la testimonianza

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Secondo incontro:

 

L’ospitalità. Condividere. Essere e Fare Chiesa

 

Il percorso: dire il sì a Cristo per dare senso alla vita e per rispondere alla ricerca di felicità. Il Cristo concreto lo trovo nella Chiesa comunità che mi chiama alla ospitalità e alla condivisione, parole diverse per dire carità. Mi realizzo come persona prendendo coscienza da dove sono partito, in rapporto con gli altri che mi riconoscono come persona e vivendo la mia vita come dono e missione

A.

Abramo alle querce di Mamre è chiamato a condividere, ad esercitare l’ospitalità e lì conosce il suo Signore come una comunione di persone(episodio icona della Trinità)

Sodoma e Gomorra non vengono distrutte per abusi sessuali ma perché non hanno saputo accogliere il Signore negli ospiti

L’ospitalità nella Bibbia (vari episodi degli Atti degli apostoli, il discorso sulla missione, vari episodi nell’A.T. , Maria, l’episodio di Betania)

L’ospitalità come base della vita famigliare

Il sacramento viene a rafforzare ciò che è veramente umano

La famiglia aperta

Vie nuove dell’ospitalità nel mondo attuale che vanno contro alla mentalità e alla concezione individualistica dell’uomo postmoderno (l’affido, l’aiuto alle associazioni di volontariato che aiutano l’altro semplicemente perché fratello…)

 

L’ospitalità come supporto all’accettazione dell’altro nella comunità ecclesiale

B.

 

Come è vista la Chiesa nel tuo ambiente di vita?

Che cosa non viene accettato?

Quali sono gli aspetti che capisci ed apprezzi di più?

Quali insegnamenti ti sembrano inattuali?

 

Fare Chiesa è saper accettare l’altro nella propria vita

L’altro è Cristo: "venne nella sua casa e non l’hanno accolto ...a quanti però l’hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio"

Come accogli i tuoi amici nella tua compagnia?

Hai stima di tutti?

Hai mai detto parole da amico vero?

Sei attento ai momenti difficili delle persone del tuo gruppo?

Ti senti responsabile verso " i più piccoli" oppure vuoi solo mettere in mostra la tua potenza?

Cerchi di stare anche con gli ultimi arrivati oppure stai bene solo con i soliti?

Quale è il tuo rapporto con le persone dell’altro sesso?

Come vivi il rapporto ragazzi e ragazze? Attenzione, stima, fiducia, apprezzamento, interiorità oppure solo l’immagine esterna?

Cerchi di capire cosa sta al di là del look?

La Chiesa nelle pagine del nuovo testamento

 

 

Mt 18 E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. 19 A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli".
Perché non mi è possibile vivere la fede solo per mio conto?

Per me la Chiesa è sempre e comunque la gerarchia oppure mi sento Chiesa?

Come sento la mia appartenenza all Chiesa?

Perché non potrò mai dire "si arrangino"?

Il mio stile di vita aiuta gli altri a ricercare i veri valori della vita?

Mi riesce difficile passare attraverso i sacramenti della Chiesa(confessione, eucarestia, ascolto della Parola, liturgia domenicale?

Come posso condividere la fede col mio prossimo? Con le altre famiglie?

Quale opera di volontariato mi è più congeniale per dare il mio contributo fattivo per la crescita della comunità?

 

La Chiesa realtà di condivisione

32 La moltitudine di coloro che eran venuti alla fede aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune. 33 Con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti essi godevano di grande simpatia. 34 Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l'importo di ciò che era stato venduto 35 e lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno.(Atti)

42 Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. 43 Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. 44 Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; 45 chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. 46 Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, 47 lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo. 48 Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.(Atti)

 

1 - La chiesa sacramento di Cristo

La chiesa è in Cristo come sacramento, cioè segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano,… Le condizioni del nostro tempo rendono più urgente questo dovere della chiesa, affinchè tutti gli uomini, oggi più strettamente uniti da vari vincoli sociali, tecnici e culturali, possano anche conseguire una piena unità in Cristo.

…La chiesa perciò, fornita dei doni del suo fondatore e osservando fedelmente i suoi precetti di carità, di umiltà e di abnegazione, riceve la missione di annunziare e instaurare in tutte le genti il regno di Cristo e di Dio, e di questo regno costituisce in terra il germe e l'inizio. Intanto, mentre va lentamente crescendo, anela al regno perfetto e con tutte le sue forze spera e brama di unirsi col suo re nella gloria. (Lumen gentium)

Fai il tuo esame sulla condivisione? Che cosa metti in comune: il tuo tempo libero, i tuoi soldi, la tua fede, le tue risorse,…?

 

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