MODERNITA', CRISI e INFORMATION TECHNOLOGY

Prolusione

LE ARCHITETTURE DELLA CRISI

 

Prima di addentrarci nell'ampio tema del corso, bisogna fare chiarezza su alcuni termini e sull'ambito nel quale ci muoveremo

 

Concetto di Modernità

 

Per moderno non intendiamo nè il periodo storico che segue la scoperta dell'America, nè il momento che coincide con la rivoluzione francese e con quella industriale. Tantomeno ci interessa l'ambito che usa il termine con aggettivazione positiva, come rottura in termini di contenuto con il passato (Boudelaire). L'ambito del nostro interesse si sposa con la crisi: per capire il concetto di modernità dobbiamo relazionarci con essa e con i suoi limiti, i suoi problemi.

<<La Modernità cambia le Crisi in Valori>> Bruno Zevi

Questo è il campo della nostra ricerca: si individua nella crisi il problema e lavorando su questo lo si trasforma. La crisi suscita così un'estetica di rottura e di cambiamento.

 

Architetture della crisi

L'avvento della prospettiva, nei primi decenni del Quattrocento fiorentino, genera un nuovo paesaggio mentale che si incarna nell'architettura e nell'arte del tempo. Artisti come Donatello, Brunelleschi, Masaccio creano una nuova spazialità, distruggendo il paradigna architettonico precedente, che non era assolutamente prospettico. Si rimodula l'intero paesaggio, cercando un sistema normalizzato che dia forza alla prospettiva: l'ordine classico.

Borromini in seguito da una nuova risposta alla crisi. Cambia ancora un volta il paesaggio mentale: il sistema diventa antiprospettico, antirinascimentale; l'anamorfosi e la rotazione degli elementi disegnano le architetture.

Con la nascita dell'industria si aprono nuovi panorami e nuove crisi: cambia la struttura sociale, cambia il lavoro, cambia la struttura e la compagine della città. In architettura modifiche forti si avranno circa cento anni più tardi, con il Bauhaus. Sarà necessario più tempo per collocare storicamente l'evento della crisi e per comprenderne criticamente l'entità.

Terragni affronta le crisi del suo momento storico crando un'architettura che è una vera e propria opera d'astrazione; riassume nei suoi edifici le risposte alla rivoluzione industriale, alla nuova ideologia politica, senza perdere il contatto con il territorio nel quale opera.

Gehry, con il suo Guggenheim di Bilbao, incarna il nuovo paesaggio mentale: l'informazione, che sostituisce il mondo industriale, diviene il nuovo terreno fertile su cui lavorare

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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