Vector Peter
 
 

Per capire parte dell'opera di Eisenman, bisogna capire qual'è il terreno nel quale si forma. Colin Rowe è parte di questa formazione: la sua analisi dell'architettura dal punto di vista linguistico, sintassi e composizione, attrae molto Eisenman; inoltre la ricerca nei campi meno dichiarati, meno famosi dell'architettura, che divengono centrali nella trattazione architettonica, lo influenzerà molto. L'operazione che Rowe fa su Terragni, lascerà il giovane Peter folgorato dalle sue opere: le riflessioni sul cubo, sulle trasformazioni dinamiche di questo, sui codici sintattici che lo generano.

Le prime opere risentono fortemente di tali studi: è il momento delle House (I,II,III...)che nascono dalle lezioni di Terragni; lavora su assunti di tipo sintattico, alla ricerca di un sistema di regole da poter applicare nel proprio operare. Opere fondamentali che studia sono "La casa del fascio"e "Casa Giuliani-Frigerio": nella prima Terragni lavora per erosione, per stratificazione verso l'interno; nella seconda invece parte da un nocciolo di base e poi procede dall'interno verso l'esterno, con un processo di esplosione. Tali opere si muovono esattamente in maniera opposta. Con House II Eisenman sintetizza i due modelli: crea un procedimento di implosione, ovvero un esplosione contenuta entro alcuni confini fisici.

E' forte dunque il lavoro sulle modalità formative.

 

Dopo la scomparsa della grandi personalità che avevano segnato l'architettura funzionalista, come Wright, Le Corbusier, l'architettura sente la necessità di cambiare il suo statuto. Si abbandona la pratica dell'architettura sintetica precedente, che riuniva le caratteristiche architettoniche nate dalla rivoluzione industriale. per aprire nuove prospettive e nuove modalità di indagine: il nuovo punto di partenza è il linguaggio, e in particolare la sintassi che struttura le opere.

Ogni architetto inizia a percorrere nuove strade e a tentare nuove sperimentazioni. Anche l'arte dà il suo contributo, con la conceptual art: un'arte fatta con armi testuali, che gioca con il testo, come nei rebus.

L'architettura diviene dunque un testo: acquista valore sintattico, come un codice. E si ritaglia uno spazio per un riconoscimento di valore; non dimentichiamo che siamo nel mondo dei mass media, della comunicazione e tutto ciò non può che favorire uno sviluppo in questo senso.

Ed è in questo momento che nascono i New York Five, un gruppo di architetti non operativo, ma concettuale. E' una vera e propria operazione di autopromozione: gli architetti cercano visibilità e richiamo e si uniscono in un gruppo che ha una omogeneità concettuale di base per poter promuovere ognuno il suo lavoro.

L'opera di Eisenman vedrà in questi anni una svolta radicale: è il momento di House X, che si apre a nuovi e più complessi ragionamenti. L'architettura entra in dialogo con il contesto, con il terreno; le case precedenti erano inserite in un territorio piatto, dove l'edificio diveniva oggetto. Ora il sito diviene il punto di partenza, con il suo pendio che si muove lungo tutto il percorso centrale, sul quale si innestano quattro quadranti, ognuno con le sue funzioni particolari. I materiali sottolineano le differenze tra i vari ambiti.

Intorno al '78 entrano in crisi una serie di certezze. Innanzitutto i presupposti che continuavano ad esistere dopo la morte dei grandi funzionalisti entrano in crisi: il postmodern, onnicomprensivo, inclusivo, diviene per Eisenman un grande problema. Nello stesso periodo il commettente di House X si tira indietro e Eisenman va addirittura in analisi.

La riflessione a questo punto si sposta sui problemi stessi, per lavorarli e trasformarli. La chiave di questa riflessione è il contesto: il postmodern operava, rispetto a questo, in maniera inclusivista, montando tra loro diversi elementi in un procedimento di mimesi. Eisenman invece sposta la sua ricerca, introducendo nuovi concetti, come quello del palinsesto, ovvero della carta pergamena che conserva le tracce precedenti. Rientra in gioco il mondo del testo e della sintassi. Tra progetto e contesto si crea una relazione concettuale: esempio di questo nuovo traguardo è il progetto Checkpoint Charlie a Berlino.

Eisenman parte dallo studio della mappe dell'area nella varie epoche storiche, per poter leggere la stratificazione storica e segnare così le linee di forza che struttureranno il progetto e le sue varie funzioni (spazi aperti, percorsi, pieni, vuoti...). Tutti i segni appartengono alla stessa logica formativa. Il percorso di riflessione che adotta è senz'altro nuovo: le varie ipotesi di progetto vengono vagliate e sono quelle che porteranno al progetto.

Altro concetto che introduce in questo periodo è quello dell'"In between". Il progetto viene inserito tra edifici esistenti per poter rifunzionalizzare e rivatalizzare l'esistente. Progetto simbolo di questo modo di operare è il Wexner center for the arts nell'Ohio: Eisenman sceglie per il campus un'area "in between", sebbene potesse scegliere tra diverse aree libere.

Intorno all '87 si imbatte in una nuova tecnica: il tema del dinamismo, molto presente in questo momento (fondamentale è l'opera del futurismo), porta alla teorizzazione del concetto di oscillazione dinamica. Questo concetto crea una modalità per generare un'immagine in movimento e in architettura genera opere dinamiche: le vibrazioni creano linee in movimento sul palinsensto, generano campi diversi tra loro, con funzioni diverse.

Questo concetto, insieme ai precedenti, diventa architettura nel Aronoff Center, nell'Ohio: l'edificio presistente, al quale si avvicina il nuovo, oscilla e accanto a questo si posiziona un elemento curvilineo, che vibra anch'esso. All'interno, tra i due, trova posto la galleria. Le vibrazioni generano linee: alcune di esse segnano i pieni, altre i vuoti, altre il verde. Tutto è avvolto dalla stessa logica.
  Altri concetti entreranno in gioco nel futuro: cosa ci sta preparando Vector Peter?
 
 
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