I layer
 
 

Il nuovo paesaggio mentale si sta componendo: bitmap, vettori, superfici... Le entità di questo mondo sono nominabili.

Ecco il passo successivo: dal nome si passa al layer. C: Vector/layer/...

Il layer è un apparato di tipo contenutistico. Proprio a questo livello interviene il paesaggio mentale: si inizia a ragionare in maniera nuova. Queste sono le nuove strade che si aprono: non si lavora più con porzioni di schermo, ma con entità nominabili, che possono essere modificate in maniera veloce, che sono organizzabili negli apparati dei layer, anch'essi nominabili e modificabili.

Cosa significa per l'architettura questo nuovo paesaggio mentale? Vediamo alcuni esempi.

La chiesa di S. Clemente di Roma: l'edificio è un vero palinsesto, che racchiude, stratificate, le diverse epoche: i diversi layer temporali.

I Musei Capitolini a Roma: anche qui è evidente la stratificazione temporale, che arriva sino a giorni nostri.

I progetti per il Parc de la Villette a Parigi: alcuni di questi progetti sono organizzati proprio con la logica dei layer. Il progetto di Tschumi, ad esempio, lavora in questa direzione: i diversi layer identificano i vari sistemi, che tra loro sono sostanzialmente autonomi, ma in relazione tra loro. Questa relazione è data da un sistema comune di regole: le distanze reciproche sono più o meno uguali. Il sistema è più complesso e genera così una nuova visione dinamica. Koolhaas invece lavora per layer orizzontali.

 
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