Comunicazione marsupiale
 
 

Che rapporti si instaurano oggi tra architettura e comunicazione?? Prima di rispondere è bene capire che ruolo ha avuto nel tempo l'architettura.

Il compito dell'architettura è cambiato nelle successive ondate. Nel Settecento l'architettura doveva rappresentare: uomini importanti, famiglie nobili hanno l'esigenza di fissare la loro immagine nel tempo a venire. Il tema della memoria si lega fortemente al tema architettonico (basti pensare a tutti i monumenti funebri).

Dopo la rivoluzione industriale, l'architettura diviene macchina funzionante: esiste in quanto funziona. L'essenza sta proprio nella capacità dell'architettura di essere funzione: forma e funzione si legano in maniera indissolubile, così come il mondo industriale insegnava!

Ed ora? L'architettura esiste in quanto informa,in quanto comunica. Si crea una vera e propria cesura con il momento precedente, che era fondato sull'oggettività e la depurazione del linguaggio e dell'estetica. Si danno per scontate tutte le conquiste dei secoli precendenti: è ovvio che un'architettura funzioni, ora inoltre deve comunicare. e per farlo deve mutare il suo linguaggio comunicativo, per entare in forte dialogo con il mondo.

Tramite l'uso di figure retoriche, si vuole valorizzare non il contenuto oggettivo del prodotto e dell'architettura, ma la sua storia. Il linguaggio architettonico, criticando l'aristocraticismo dell'architettura funzionalista, vuole arrivare al popolo e per farlo recupera elementi che sanno parlare alle masse.

Fondamentale è dunque il recupero della storia, della ricerca estetica, della comunicazione.

Momento fondamentale per capire questa rivoluzione è senz'altro il Decostruttivismo, che porterà con sè e fuori da sè, riflessioni centrali per capire la nostra epoca. Tra queste sicuramente un nuovo modo di leggere e interpretare la realtà: le strutture presenti in essa convivono insieme, ognuna con sue leggi proprie; la sovrapposizione di queste genera una complessità del tutto nuova, che bisogna saper apprezzare in maniera autonoma e nel suo insieme.

In architettura, questi principi iniziano ad esser codificati da personaggi come Eisenman, Hadid, Tschumi, Libeskind, Gehry, con opere come il Jewish Museum di Berlino, il Sidney Opera House o il Kiasma di Steven Holl.

Si lavora sul livello epidermico dell'architettura, sulle interferenze che essa genera. Tutto diviene comunicazione, anche il semplice nome!

 

 
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