Castello di Meleto
versione a
Come una fiaba, il Castello di Meleto si annuncia nell'incantevole
paesaggio chiantigiano al termine di un piacevole viale accompagnato
da un filare di
cipressi e ginepri, in mezzo ai campi e alle vigne baciate dal
sole.
Una magnifica testimonianza della storia e della presenza industriosa
dell'uomo, che oggi più che mai invita a tuffarsi nella
quiete della campagna
per assaporarne i gusti e i profumi - il vino, l'odore delle
cantine e dei frantoi
il legno dei mobili, il grano, le mille essenze dei prati e dei
campi - dimenticando
il tempo che oltre le colline scorre nei suoi ritmi frenetici.
Meleto accoglie ed abbraccia il visitatore, il turista, l'amante
della natura come
un'oasi, una dimensione parallela da vivere nei suoi ritmi scanditi
da abitudini,
usi, piccoli, grandi, millenari, dai quali ancora oggi nasce
la ricca gamma dei suoi prodotti, tutti di altissima qualità,
frutto di una ricerca che coniuga alle moderne tecnologie l'apporto
di profonde e antiche tradizioni.
La mole possente del Castello di Meleto sorge nel cuore del Chianti
Classico,
poco lontano dalla linea di confine tra le antiche Repubbliche
di Siena e di
Firenze, a circa 1 Km. da Gaiole in Chianti.
Il Castello apparteneva in origine ai Monaci Benedettini della
Badia a
Coltibuono ed il nome "Meleto in Chianti" è
citato per la prima volta nel 1269 nel prezioso "Libro degli
Estimi" dei Guelfi fiorentini, come proprietà della
famiglia
di Rainerii de Ricasolis. La famiglia Ricasoli, nel corso dei
secoli, ne ha ampliato
ed abbellito la struttura : così oggi il Castello conserva
le massicce fortificazioni
del quattrocento, con l'imponente torre cilindrica costruita
per sfuggire alle
artiglierie, ma anche la grazia signorile della villa nobile,
con la sequenza delle
stanze arredate e decorate, oltre che un impareggiabile teatrino
settecentesco.
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versione
b
Meleto sorge nel comune di Gaiole in Chianti lungo la SS408 che
porta dal
Valdarno
verso Siena.
Le
origini di Meleto risalgono al XI° secolo come possedimento
dei monaci vallombrosani della vicina Abbazia di Coltibuono.
Il primo feudatario del castello risulta essere stato un certo
Guardellotto. Quest'ultimo fu spogliato di tutti i suoi beni
a causa di contrasti sorti con l'imperatore Federico I Barbarossa
il quale affidò Meleto alla locale famiglia dei Firidolfi,
già insediati in altri castelli della zona. Da qui ebbe
origine il ramo dei Firidolfi detto appunto 'da Meleto' mentre
un'altra divisione della famiglia dette vita a quello dei Ricasoli
Fibindacci che legheranno fortemente il loro nome alla storia
di questi luoghi del Chianti.
La
posizione strategica, su un colle a diretto controllo della sottostante
strada di collegamento fra il Valdarno superiore e il Chianti,
oltre che la vicinanza con il confine fra i territori controllati
dai senesi e quelli fiorentini, dei quali il castello era l'ultimo
baluardo, resero Meleto una delle fortificazioni principali del
Terziere della Lega del Chianti capitanato da Gaiole. Per questi
motivi il castello fu per secoli teatro di guerre senza però
subire gravi distruzioni.
L'impostazione
essenzialmente 'militaresca' dell'insediamento può essere
riscontrata ancora oggi nonostante le trasformazioni subite nel
XVIII secolo: la forma a quadrilatero irregolare, quasi un trapezio,
con la presenza al centro della torre del cassero, sebbene notevolmente
abbassata, ci mostrano un classico esempio di castello-recinto.
Nel
1478 il castello fu occupato dall'esercito Aragonese alleato
con Siena ma due anni dopo fu prontamente riconquistato dai fiorentini
che eseguirono notevoli lavori di rafforzamento delle strutture.
Praticamente le addizioni del 1480 sono ancora intatte e consistono
in due possenti torrioni cilindrici bastionati dotati di apparato
difensivo a sporgere ai due angoli meridionali (i più
esposti); di ballatoi in mattoni, anch'essi con beccatelli e
archetti per la difesa piombante, ai due angoli settentrionali
aggettanti sul margine del colle, già naturalmente meglio
difesa; la parziale bastionatura delle cortine murarie verso
l'unica strada di accesso e l'inserimento di feritoie e troniere,
in parte scomparse, lungo il perimetro delle mura. Grazie a tutto
questo nel 1529 Meleto resistette vittoriosamente all'assedio
delle truppe imperiali.
Mai
distrutto attraverso dispute, assedi e battaglie il castello
fu trasformato in villa nel 1700 e le sue difese in parte smantellate.
I suoi interni, visitabili con guida a pagamento, hanno ancora
oggi l'aspetto di questo periodo con sale decorate e affrescate
e un particolare teatrino del 1742 provvisto tuttora delle sue
sette scenografie originali. Meleto rimase proprietà della
famiglia Ricasoli fino ad una trentina di anni fa, oggi è
sede di una azienda agricola produttrice di vini.
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