Ducati multistrada : crea assuefazione …

 

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di Marco Meli

Guardo da fermo la “strana” Ducati 1000 2 valvole e mi chiedo: è una naked? E' una enduro?
E’ una superbike? E’ una supermotard? Non è nulla di ciò! Eppure ha il motore 1000 cc
2 valvole della serie supersport! Ha i cerchi Marchesini con tanto di forcellone monobraccio
al posteriore come la Ducati 996!
Ha il manubrio ampio come la Monster! Ha la sella e il serbatoio molto piccoli come una
supermotard un pò “pompata” … eppure ancora non riesco a darle una categoria! Ecco,
ora trovo il risultato … E’ nata una nuova categoria di moto … la Multistrada! Moto che è tutto
e nulla, ovvero di libera interpretazione mentale, ognuno di noi può vederci la sua personale
Monster, superbike, supermotard o enduro! Il risultato è lo stesso, ancora una volta Ducati
è riuscita a far parlare di se, e questo è sempre bene. Il Monster nel 1993 appariva sgraziato
e forse un pò brutto, nessuno auspicava tale successo.
La Multistrada il giorno della sua presentazione non piaceva a nessuno … sembrava una enduro,
e la cosa che stupiva era il suo marchio: Ducati. Molti si chiesero, come è possibile che Ducati faccia
una enduro? Perchè? E così le critiche dal punto di vista estetico furono pesanti e ingiustificate.
Quando vidi l’esemplare oggetto di questa prova rimasi folgorato. Multistrada nero con telaio nero,
semplicemente bellissimo, cattivo, aggressivo.
Una volta in sella, la moto appare molto comoda, proporzionata, ”umana”, trovo il manubrio
molto ampio ma facile da impugnare, le pedane un pò avanzate, il serbatoio facile da cingere
con le gambe. Tutto è dove dovrebbe stare e ti fa sentire subito a tuo agio, la strumentazione
è molto compatta composta da un display multifunzione e un contagiri analogico, ha un aspetto
molto moderno e piacevole alla vista; i comandi al manubrio sono pratici e posti magnificamente
una volta tanto seguono “l’anatomia umana” non come certe ipersportive … il cupolino ( che si
“spezza in due”girando il manubrio, tranquilli non si rompe ma è formato da 2 parti, il faro che
rimane fisso, il cupolino compreso di plex che si muove con il manubrio, molto scenico,
francamente inutile … ) è posto a una giusta altezza e non da fastidio durante la guida.
Giro la chiave e metto in moto, nonostante la giornata fresca la moto si avvia senza tirare
il manettino “dell’aria” che a dire il vero non riesco a trovare … la moto rimane con il minimo
alto per un pò con mia grande perplessità, smonto dalla sella per cercare sto benedetto manettino …
ma non lo trovo, il mistero verrà svelato dopo.
Il motore è silenzioso, il comando del gas molto sensibile, infilo la prima e mi avvio, ai bassi giri
la moto scalcia come un cavallo, vibra tutto … sembra avere un anima sua ... fantastica!
Il cupolino non sta un attimo fermo, i retrovisori diventano indici di un terremoto … no, no ...
è solo il 1000 2 valvole che ci ricorda che è vivo e sta pulsando sotto il nostro sedere.
Apro il gas e la moto si proietta con una spinta prorompente verso … la macchina ferma, che per
poco non tampono, ok Marco … prima regola … non dare troppo gas in prima marcia!
Rimango stupito eppure felice perchè immagino ciò che mi può dare questa moto nel tratto
di montagna che uso per testare tutte le moto, in mezzo al traffico cittadino è una vera goduria,
agile e snella, ti permette di fare slalom degni del miglior Tomba senza mai scomporsi o metterti
in difficoltà con il suo peso ( non è leggera …) merito della sua perfetta distribuzione dei pesi
e del manubrio ampio, in più la posizione eretta del busto ti permette di vedere “più in la”
nel traffico a tutto vantaggio della sicurezza propria e altrui ( per esempio vedere incauti pedoni
nascosti da autovetture … si, proprio quelli lì che valgono 1000 punti …).
Finalmente esco dal traffico per trovare una strada a 2 corsie molto veloce, e lì decido di tirare
un pò il collo alla “multi”, non spalanco il gas ( non si sa mai ) ma uso un azione piuttosto dolce,
il motore reagisce come mi aspettavo, ha un tiro ai bassi e medi davvero gustoso, mentre è inutile
andare a cercare il fuorigiri, il grosso motore a 2 valvole ducati non è adatto a numeri da pista,
il limitatore arriva troppo presto ed è meglio usare l’immensa coppia di questo ”mulo” per aggredire
la strada, il motore ad essere sincero si siede un pò in 6 marcia, dove a causa di una rapportatura del
cambio lunga e “civile” non riesce a tirare fino al limitatore, non sò se era un difetto di questo
esemplare, anche se con soli 1000 km all’attivo era piuttosto giovane per mostrare cali di potenza,
la scelta di allungare il rapporto finale può sembrare assurda, ma dobbiamo pensare che la moto
andrà a clienti che magari non hanno mai avuto una moto prima, e questo è un utile sistema per
rendere più docile il tiro del motore, per ovviare basta cambiare la corona o il pignone con una
spesa davvero irrisoria ( quest’ ultimo ... la corona un pò di più ).
Arrivo ai piedi della mia personale “cronoscalata” e quì la prima sorpresa … se la multi vede
le curve cambia, quasi si eccita come uno squalo alla vista del sangue!! Diventa aggressiva, e da
mulo diventa una purosangue … La prima lunga impennata mi sorprende con una sbacchettata
all’atterraggio degna di uno stuntman! Imparata la lezione decido di imitare uno dei miei idoli
del supermotard Chambon, e così cingo il serbatoio con le ginocchia, busto eretto e gomiti ad
angolo, molto vicino con il mento al cupolino, così in “assetto da guerra” ma con scarpine di
moda, jeans, casco integrale e giubbotto sembro un povero idiota alla vista di chi mi guarda salire la
montagna … ma non posso badare troppo all’estetica ora. la vita che salvo potrebbe essere la mia!
Arrivo alla prima staccata, passo dalla 3 alla 2 marcia e sfrutto l’immenso freno motore, pizzico
la leva del freno ed entro in curva con una velocità tale da prendermi in contropiede … qui capisco
che devo riprogrammare il cervello… guido la multi come fosse una sportiva e sbaglio perchè è molto
più reattiva e necessita di guida molto “diretta” senza tanti fronzoli coreografici.
Capisco la storia e decido di guidarla da supermotard, freno molto dentro la curva e butto giù la moto
di forza e di forza la rialzo usando il largo manubrio, devo ammettere mi diverto come un pazzo! La
moto è così facile da guidare che ti porta a spingere sempre di più e sempre di più … finchè senti
che i freni possono essere migliorati e che le gomme ( le Pirelli skorpion dedicate a questo modello )
sono fin troppo turistiche, l’assetto di serie è troppo morbido e per una guida al limite andrebbe
indurito tramite le ultraregolabili sospensioni ( caratteristica che tradisce la vera indole nascosta ... )
arrivo quasi in cima e provo un ingresso di traverso … arrivo in terza marcia, dò una gran tirata sulla
leva del freno e in sincronia di movimenti passo in seconda e premo il pedale del freno … ma non
succede nulla … la moto non si scompone … un pò stupito, provo a usare il freno posteriore …
ma non funziona! Premo e premo, sento la pressione dell’olio, ma la moto non rallenta per nulla,
di certo molto migliorabile, così deluso ma non arreso, provo a fare un altro ingresso di traverso,
ma stavolta uso il metodo più “diretto” arrivo sempre in terza marcia, “salto” la seconda e metto
direttamente la prima … la moto subisce un fortissimo freno motore e inizia a mettersi di traverso,
con il manubrio e pestando le pedane riesco a controllarla e così entro in quella che è l’ultima
curva disponibile per saggiare la ciclistica di questo fantastico mezzo, arrivo in un parcheggio da
cui si domina l’intera città , il mare è calmo e ora fa un pò meno freddo sono quasi le 12 del mattino,
mi sfilo il casco mi siedo a terra e inizio a guardare la multi, ora che il mondo si è calmato ne colgo
i dettagli estetici. Anche se francamente una volta tanto le sue forme passano in secondo piano.
Così lo scarico sotto sella dalla strana forma “a corna” sembra perfetto per una moto così strana,
il forcellone monobraccio sembra l’opera del “solito meccanico folle” che l’ha tolto dalla 996
per metterlo in questa super-supermotard, la forcella a steli rovesciati dà quel tocco di professionalità
che non guasta mai, il telaio a traliccio ci ricorda che stiamo guidando una Ducati e il motore in bella
vista e molto rifinito ci fà l’occhiolino come per dire che è lui ormai il padrone del nostro cuore, e
se non fosse solo lui, dietro la sella del pilota troviamo una comoda sella per la zavorrina fissa
o occasionale che sia ( magari attratta dalla personalità della moto se non dalla bellezza del pilota,
ma non è il mio caso!! ), con pedane dedicate ( asportabili ) molto comode e dalla corretta distanza
dal piano di seduta. Possibilità di montare un set di motovaligie del vastissimo catalogo Ducati
Performance, sempre da quest’ultimo troviamo scarichi in carbonio per dare un pò di voce al
motorone di Borgopanigale, parti in carbonio, cerchi in magnesio, un kit di potenziamento che
comprende scarico, centralina e alberi a cammes, insomma il limite è la fantasia o … dati i prezzi non
certo alla portata di tutti anche di particolari minuscoli … il portafoglio.
È ora di scendere dalla “mia” montagna, rimonto in sella, avvio il bicilindrico e di nuovo il minimo
è alto, stavolta non scendo per cercare il manettino invisibile, prendo il cellulare e chiamo il mio
meccanico Ducati di fiducia che dopo aver finito di ridere mi spiega che lo starter è automatico,
come nelle automobili, e non vi è alcun manettino! Per fortuna mi ferma nel momento in cui chiavi
inglesi i mano stavo per smontare la moto per abbassare il minimo …
Risolto questo mistero, scendo la montagna godendomi il sole, e il fantastico panorama che solo la
Sicilia può offrire, la moto stavolta mi asseconda, fa la buona e sotto coppia scalcia di meno, complice
un uso molto più soft della frizione da parte mia. E’ perfino comoda.
Mi dirigo verso una borgata marinara dove la gente in spiaggia inizia a prende il primo sole, molti
ragazzi che hanno saltato la scuola ( come dargli torto con questa fantastica giornata ), guardano la moto
al mio passaggio facendo commenti positivi più o meno coloriti, molti anche gli sguardi più o meno
interessati delle ragazze dinanzi a questa Ducati “nera”. Proprio questi commenti fatti da “futuri
motociclisti” ( magari ) mi fanno capire che mamma Ducati ha fatto bene ciò che doveva fare!
La moto piace appunto perchè strana, particolare, tutti la devono guardare per capire che tipo
di moto è, di che marca è, che cilindrata ha ... ecc ...
Mi sento osservato e la cosa mi piace. Anche se la protagonista è lei.
Mi dirigo verso casa e per strada complice l’ora di punta becco un traffico paralizzato per diversi
chilometri in direzione centrostorico dove la concessionaria che mi ha prestato la moto ha sede, quì
salta fuori l’unica nota dolente della moto: il comando frizione, è durissimo persino per chi è abituato
a guidare una Ducati come me, scorbutico a caldo, e davvero stressante per il polso, più di una volta
ho ceduto massaggiandomi il polso nelle soste al semaforo.
Fra un massaggio e l'altro arrivo al Ducatistore da dove qualche ora prima ero partito, un venditore
mi accoglie alla porta: ”allora Marco come è andata?” la mia risposta la dice tutta ”Roberto è troppo
bella, credimi non vorrei più scendere …”. Guardo l’ora, sono stato 4 ore in sella e tranne per il polso
sono fresco come una rosa, ben diverso dal mio 749s … mortalmente diverso …

n.d.m.


in questo test ho parlato volontariamente poco di dati, cv, coppia, estetica ... perchè questa moto è ben
sopra tutti i freddi numeri e le parole … ti entra nel cuore, ti crea emozioni così come tutte le moto
dovrebbero fare ... ma poche lo fanno.

Perché piace :
perchè è particolare, bella, prestante, comoda per passeggiare o per “tirare” o per viaggiare o per
la zavorrina di turno, offre un infinità di accessori per l’uso racing o turistico ( ed è sempre la stessa
moto e questo è fantastico …) si guida bene, e da molta fiducia persino nei lunghi curvoni in appoggio
dove le moto “alte”vanno in crisi.

Perché non piace :
unico neo è la frizione davvero troppo dur
a.

 

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