Poggibonsi
cenni
storici
Poggibonsi prende
il nome dall' antica Poggibonizzo, nobile e potente città
del 1200. La tradizione la vuole nata in epoca romana con il
nome di Borgo Marturi, dal nome del torrente Marti che scorreva
li appresso. Durante le invasioni barbariche sul Poggio di Marturi,
situato al di là del torrente, si sviluppa un nucleo fortificato
di rifugio dalle popolazioni, dal quale avrà poi origine
la Badia di Marturi, esistente già nel 998, che dipendente
direttamente dalla sede apostolica, raggiunse grande potenza
e della quale oggi le poche tracce visibili sono incorporate
nel Castello di Badia ristrutturato nell' Ottocento. Borgo Marturi
si sviluppa principalmente intorno all' antica Pieve di Santa
Maria Assunta, sulla collinetta che fa da spartiacque alla confluenza
del torrente Staggia con il Fiume Elsa. Fin dall'anno 1000 la
sua posizione sulla strada che conduce da Firenze a Roma ed il
vicino tracciato della Via Francigena, lo fa diventare un luogo
di scambi commerciali, mentre la sua posizione di confine tra
le due "potenze
Toscane" Firenze e Siena, lo porta ben presto a scontrarsi
con le mire espansionistiche fiorentine che vorrebbero conquistare
questo centro. I loro continui attacchi a questo borgo privo
di buone difese fecero sviluppare le condizioni per la costruzione
nel 1156 del castello di Poggibonizzo sul "poggio"
soprastante Borgo Marturi. Qui sette diverse popolazioni dei
dintorni, ognuna costruendo una propria contrada, contribuirono
a popolare il nuovo borgo che ben presto divenne uno dei maggiori
centri tra Firenze e Siena. Dopo pochi anni dalla sua fondazione
Poggibonizzo schierato con il partito filo imperiale ghibellino,
divenne libero comune con propri ordinamenti giuridici, la sua
espansione urbanistica era in continua crescita come pure il
suo peso
Politico, tanto che nel 1220 l'imperatore Federico II di Svevia
la proclamava città imperiale. Nel 1267 le continue guerre
tra ghibellini e guelfi, che videro prevalere questo ultimo partito,
portarono all'assedio della città da parte delle truppe
guelfe fiorentine, che invano tentarono di conquistarla riuscendovi
dopo ben quattro mesi con l'aiuto delle milizie di Guido da Monfort,
vicario in Toscana dell'imperatore francese Carlo V d'Angiò.
Successivamente si ribellò a Firenze, che la assediò
e la occupò di nuovo nel 1270, anno in cui fu ordinata
la distruzione di questa città, che il Villani nella sua
"Cronaca" degli inizi del 1300 definiva: "Era
Poggibonizzo uno dei più belli e forti castelli d'Italia,
ornato di bellissime fontane di marmo, accasato e abitato come
una buona città". Queste parole possono farci capire
quello che poteva essere questa città purtroppo distrutta.
Gli abitanti furono allontanati e quelli rimasti, ai quali fu
proibito di ricostruire la città sul poggio si trasferirono
a Borgo Marturi che da allora si chiama Poggibonsi in onore di
Poggibonizzo. Nel 1300 Poggibonsi era già cinta da mura
nelle quali si aprivano quattro porte: Porta del Poggiarello
ad Ovest, Porta di Sotto a Nord, Porta ad Cornetum ad Est e Porta
S.Maria a Sud. Quest'ultima cambiò nome in Porta delle
Chiavi nel 1313, quando i Poggibonsesi con l'arrivo dell'imperatore
Arrigo VII di Lussemburgo, venuto in Italia per risollevare le
sorti del partito ghibellino, scacciarono la guarnigione fiorentina
e gli consegnarono le chiavi del paese proprio fuori a questa
porta. Arrigo VII conoscendo le vicende di Poggibonizzo si accampò
sul luogo dove sorgeva l'antica città e vi iniziò
la costruzione di un nuovo insediamento che ribattezzò
Poggio Imperiale: qui l'imperatore soggiornò per 4 mesi
durante i quali costruì delle fortificazioni e presumibilmente
riutilizzò strutture bonizzesi non completamente demolite.
Il sogno di veder risorgere Poggibonizzo come centro per la rinascita
del potere imperiale in Italia durò poco, infatti Arrigo
VII durante il suo trasferimento verso Roma si ammalò
e morì a Buonconvento. Dopo questa a vicenda Poggibonsi
entrò definitivamente sotto il controllo dello Stato fiorentino,
di cui ne seguì tutte le vicende. Per difendere i confini
Sud del suo stato, nel 1488 Lorenzo dei medici incaricò
Giuliano da Sangallo di costruire qui un nuovo insediamento fortificato
secondo i canoni rinascimentali della città ideale: il
luogo prescelto fu di nuovo Poggibonizzo. La città fortificata
non fu mai terminata, di essa si può ammirare la possente
cinta muraria con tutti i suoi sistemi difensivi così
come la fortezza o cassero, punto principale di difesa, che sorge
su una parte del poggio circondata su tre lati da ripide pendici.
Poggibonsi bassa nel corso dei secoli pagò sempre per
il suo passato di indipendenza verso Firenze e per la sua posizione
strategica, ed a conferma di ciò basti citare che nel
1526 Cosimo dei Medici ordinò la distruzione di parte
della sua cinta muraria e lo sbassamento delle sue 26 torri,
per paura che durante la guerra che aveva in corso contro Siena
potesse cadere in mani nemiche e divenire un caposaldo lungo
le importanti arterie stradali che la attraversavano. La sua
espansione urbanistica è stata sempre limitata al borgo
interno alla cinta muraria trecentesca e bisogna arrivare al
secolo scorso per avere un nuovo impulso all'attività
edilizia. Con l'aumento degli scambi commerciali in questo nodo
di incontro di strade verso Firenze,Roma, Livorno ed Empoli e
con la costruzione nella metà dell'Ottocento della nuova
linea ferroviaria Empoli - Chiusi, si iniziò a costruire
nuove zone residenziali fuori dalle mura un nuovo grande teatro,
la stazione, la grande piazza del mercato. Sorsero numerose case
vinicole che producevano e commercializzavano il vino dell'area
del Chianti e vetrerie che producevano i fiaschi per contenere
la bevanda di Bacco. Pregevole esempio architettonico di questo
periodo è l'Enopolio Fassati in Via Borgaccio, originariamente
collegato con una propria ferrovia alla stazione ferroviaria.
Nei primi anni del Novecento fu realizzata un'imponente opera
idraulica ed urbanistica: la deviazione del corso del torrente
Staggia, che lambiva le mura presso Porta S.Jacopo, verso Nord
attraverso la costruzione del canale artificiale che vediamo
oggi, al fine di rendere più salubre l'area vicina al
centro abitato. In questo periodo furono purtroppo abbattute
anche parte delle mura e le porte di accesso tanto che tutt'oggi
delle 4 porte rimane soltanto quella del Poggiarello, anche se
priva dell'arco soprastante. Durante la Seconda Guerra Mondiale
la città, proprio in virtù del suo storico carattere
strategico, fu sottoposta tra la fine del 1943 e la metà
del 1944 a 62 bombardamenti da parte degli Alleati, pesantissimi
eventi che provocarono un alto costo in vite umane con la distruzione
ed il danneggiamento del 70% dell'abitato, tanto da essere decorata
nel 1961 con la Medaglia di Bronzo al Valor Civile. Nel luglio
1944 fu teatro di una sanguinosa battaglia per la sua liberazione,
durata molti giorni tra paracadutisti tedeschi e truppe francesi.
Nel dopoguerra le attività economiche ripresero vigore
ed il forte sviluppo degli anni Sessanta portò ad un forte
inurbamento della città. Ciò è proseguito,
a ritmi meno concitati, fino ad oggi, con la presenza di molteplici
attività che vanno dal terziario avanzato, alla meccanica
di precisione, all'artigianato, all'industria dell'arredamento
e del camper. Poggibonsi oggi è una città vivace,
dinamica sempre aperta alle novità ed alle diverse culture,
dove sono presenti tutti i servizi che una città può
vantare, pur restando fortemente attaccata alle proprie origini,
vicende storiche e tradizioni. La città è gemellata
con Corleto Perticara, Marq en Barçeul in Francia e Werne
in Germania. La civiltà e la cultura dei Bonizzesi o Poggibonsesi
si è sempre manifestata in ogni tempo, si pensi che già
nello Statuto Comunale del 1332 era vietata la tortura nei confronti
dei prigionieri.
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